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Autore: gm19961    11/12/2011    2 recensioni
"Mi ricordo ancora la prima volta che la vidi...
Era la ragazza più semplice del mondo, eppure qualcosa di lei mi colpì profondamente. Oltre alla sua spiaccata intelligenza e la sua particolare bellezza, notai dell'altro. Notai che dietro quel viso, nascondeva dei segreti, un passato da dimenticare. E solo dopo un anno, scoprii che l'unica cosa di cui lei avesse bisogno era solo di un po' d'affetto, e che ne so, magari anche un po' del mio amore. Lei mi salvò, dopotutto era il mio angelo, il mio viso d'angelo.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sette
 

“Il chiaro di luna è qualcosa di meraviglioso, e sarebbe ancora più bello se tu fossi qua accanto a me. Quanto pagherei per averti di nuovo al mio fianco, sentire il tuo respiro addosso al mio corpo, riguardare quei tuoi meravigliosi occhi azzurri e ritoccare i tuoi capelli morbidi e lisci. Eri un angelo che ho fatto scappare con le mie stesse mani e adesso non riesco a fare altro che piangere, perdonami Angel. Sono stato uno stupido a fare quello che ho fatto, ma ti prego, cerca di andartene da lì e torna da me, dal tuo Georgie. Ti prego, io non ce la faccio più. Spero che tu legga queste poche righe anche se il mio cuore ha tanto altro da dirti. Ti amo. –George Harrison.”
Rileggo per la decima volta quelle righe che ho scritto circa un’ora fa, è mezzanotte e la luna è favolosa stasera, quest’atmosfera mi ricorda te. E’ tutti così strano, chiuso, ma bello. Proprio come lo eri tu: strana, chiusa e bella. Georgie sta dormendo sul divano del tuo appartamento e ne faccio veglia, è l’unica cosa che mi ricorda te. E anche a lui manchi, eppure te ne sei andata via.. ad uccidere. Sono più spaventato all’idea che ti possano uccidere, di farti volare in cielo. E io non lo permetterò, te lo giuro. Chiudo la lettera bella busta bianca, e scrivo l’indirizzo sopra di essa, ci aggiungo pure il francobollo. Dovrei dormire,  ma non ci riesco; e domani mi aspetta pure una giornata faticosa in studio, il nuovo album mi sta portando via troppo tempo, intendo il tempo per pensare a te. La voglia di suonare è passata da quando te ne sei andata, e io non faccio altro che stare zitto, riguardare le tue foto, accudire Georgie e morire piano piano dentro. Prendo il cappotto, do un bacio sulla guancia al bimbo e mi metto la lettera nella tasca interna della giacca. Fatto questo, chiudo la porta dell’appartamento e chiudo la serratura a chiave. Corro giù per le scale e appena il freddo dell’ambiente e sterno viene a contatto con il calore della mia pelle, mi sento terribilmente irrequieto. Metto le mani in tasca e cammino velocemente sul marciapiede, fino ad arrivare alla prima buca delle lettere. Sfilo la busta e dopo averla baciata, la infilo dentro senza indugiare. E’ la decima lettera che invio negli ultimi tre mesi, e non ho ancora ricevuto una dannata risposta. Una lacrima scorre sulla mia guancia, e non ce la faccio più. Ti rivoglio amore mio, ti prego, ritorna da me. Febbraio è freddo, e di te nessuna notizia.
E’ snervante non poterti avere tra le braccia, è soprattutto difficile nascondere i miei sentimenti. La gente si accorge che non sono lo stesso, che qualcosa mi disturba. Gli scandali con la mia rottura con Pattie aumentano a vista d’occhio e non mi va di smentirli. Quanto vorrei leggere una rivista e non trovarci la mai faccia dentro. All’improvviso mi viene un’idea. E’ l’unica cosa che posso fare per riuscire a rivederti. Corro di nuovo a casa e senza fare troppo rumore, digito violentemente il numero sul telefono nero ludico. Dopo un paio di secondi di attesa, qualcuno mi risponde.
“Pronto?” una voce piuttosto assonnata e spenta mi risponde. “Ringo, sono George..”
“G-george? Ma ti rendi conto di che ore sono?” mi chiede duramente. “Lo so, Rings. Ma ti prego, devi avvertire tu Brian.”
“Di che cosa?”
“Parto.”
“Che cosa?? E dove vorresti andare? Ma sei impazzito?” mi chiede il mio amico aumentando il volume della voce.
“Hai capito bene, parto per l’Italia e tornerò presto, te lo prometto. Avverti tu Paul e John. Mi farò risentire, te lo prometto Ringo.”
“… Va bene, va bene. Non ti permetterò di fare lo stesso sbaglio che ho fatto io.” mi dice con la voce affranta.
“.. Riguarda lei?”
“Sì, non sono riuscito a parlare di nuovo con Audrey*, mi ha letteralmente cacciato di casa e dalla sua vita e non ho reagito abbastanza. Ma almeno tu, George, vattela a riprendere..” sorrido e annuisco, anche se so che non può vedermi. “Sei un amico, Richard.”
“Vai ora, che aspetti.”
E  dopo averlo salutato  preparo le valigie, corro a casa di Nancy che nuovamente mi maledice. Le lascio il bambino, dandogli un bacio forte e corro alla stazione senza nemmeno un ripensamento. Sono passati troppi mesi e io non ce la faccio più.

***

E’ passato qualche mese, Febbraio è davvero troppo freddo e in una stazione centrale di polizia, la tensione è palpabile: il Killer è tornato.
“Gli omicidi sono ripresi già da qualche mese, commissario.” una voce squillante e preoccupata alleggia nell’aria. Un ragazzo dai capelli rossastri e occhi chiari distoglie lo sguardo dai documenti che sta guardando con tanta foga, e li chiude senza esitare. “Gli omicidi, eh?” si mette una mano in fronte e guarda fuori dalla finestra. “Sì, quelli che hanno.. beh, quelli che hanno coinvolto anche l’agente di polizia White, sua sorella.”
“Sì, lo avevo capito. Avete ritrovato qualche corpo?” chiede freddo il commissario, guardando spento gli occhi del cadetto davanti a sé. “Sì, sulla spiaggia. E’ un luogo non molto comune ma dal modus operandi abbiamo stabilito che la persona che cerchiamo sia quasi sicuramente il nostro assassino.”
Grazie agente, verrò tra poco, può andarsene ora.” E così dicendo il cadetto se ne va, lasciando solo il commissario che prontamente estrae dal cassetto della scrivania il quotidiano di qualche giorno fa.
“Era da circa quattro anni che non abbiamo avuto più notizie di quegli omicidi. Sempre e solo nelle strade, nessuno che vede o sente nulla. Il Killer uccide solo gente piuttosto losca, ma alla quale la polizia non può indagare oltre. Farà parte di sicuro di quella organizzazione, quella che da tempo la polizia sta cercando di beccare ma senza risultati. Quattro anni fa, esattamente quando la sorella del commissario White se ne è andata e da quel giorno nessuno la più vista.” All’uomo le lacrime scendono giù senza nemmeno tentare di fermarle.. Era da tempo che sua sorella se ne era andata in Inghilterra, la sua fedele compagna d’avventure, una poliziotta eccellente. Ma per quanto avessero indagato su Angela, e sulla sua misteriosa scomparsa e l’improvvisa cessazione dei delitti fu un fatto davvero ambiguo. Ma era inutile, gli alibi di Angela erano troppi, variegati e indistruttibili. Era praticamente intoccabile.
 “Non è stata lei, non è stata mia sorella, Alberto. Smettila di avere questi dubbi.” inizia a ripetersi queste parole che ormai da troppi anni gli invadono il cervello. E più se lo ripete più il suo cuore ha questa convinzione: era sua sorella il vero killer.
E in quel preciso istante, solo per ricercare un po’ di luce in quei suoi occhi spenti e bui, volta il capo verso l’enorme vetrata. Una donna fuori dal cancello dai capelli rossi fuoco ha un fazzoletto bianco tra le mani, ma è distante. Il suo viso è troppo lontano da poterlo identificare, ma il commissario sgrana gli occhi e si alza di scatto dalla sedia e corre fuori dalla stazione di polizia: è troppo tardi. Se ne è andata, dissolta, volatilizzata. E’ pazzo, il bene che vuole a sua sorella è davvero troppo forte. Decide quindi, di farsene una ragione e di abbandonare per almeno un paio d’ore il lavoro, tornandosene a casa dove suo padre sta probabilmente sbrigando alcune faccende casalinghe. Dopo pochi minuti di tragitto, scende dall’auto ancora e con la divisa addosso, passa davanti alla cassetta della posta piena di lettere. In quella settimana non ci ha nemmeno poi tanto caso, è stato molto impegnato con la fidanzata e con il lavoro. E poi non gli piace la posta perché può solo contenere solo bollette, volantini pubblicitari o notizie poco importanti. Ma questa volta è diverso: sono solo lettere, né più né meno. Le raccoglie e entra in casa, salutando il padre e le posa sul tavolino. I due si guardano senza dire parola e iniziano a leggere ad alta voce, una ad una. George Harrison? E’ impossibile, che qualcuno si stesse prendendo gioco di loro? Ma quando i loro occhi incrociano il nome di Angel, ai due viene un colpo al cuore. Angel ha avuto una storia con il chitarrista dei Beatles? Strano, ma non impossibile visto che lei si trova a Liverpool. “Angela è qui.” dice l’uomo anziano, passandosi una mano in viso. “Lo so, l’ho vista fuori dal commissariato oggi, ma è fuggita prima che io la raggiungessi. E’ lei, è tornata e io devo fermarla.” Il ragazzo dai capelli rossi si sente stringere il braccio dal padre. “E’ tua sorella, mia figlia. Non puoi.” la voce dell’anziano è roca e dura. “E’ un’assassina.”
“Angela ha alcuni problemi mentali, e tu lo sai! E’ debole, molto influenzabile!” replica l’uomo con un groppo in gola.
“Oltre alla faccenda del bambino, lei è sempre stata felice. Non venirmi a fare la predica inventandoti scuse, porca miseria! Angela è un’assassina, e tu questo lo sai, inoltre è capace sia d’intendere sia di volere. Non possiamo proteggerla, non più papà.” gli dice affranto e l’uomo scuote la testa, sedendosi sulla sedia lì vicino.
“Papà, tu sei stato un grande poliziotto con il senso della giustizia. E lo sono anche io e anche Angela lo sa. Dobbiamo trovarla.”
“Perché non la possiamo trovare e rispedirla in Inghilterra?!” chiede l’uomo anziano aumentando il tono della voce. “Perché saremmo involontariamente suoi complici. Prima non c’erano prove a suo carico, ora che è tornata sì. Siamo due complici, due poliziotti che nascondono un membro della famiglia in pericolo. La troverò e la metterò in prigione, perché è la cosa giusta da fare.”
“Non te lo permetterò, Alberto.”
Il commissario da un calcio al tavolo e prende per il colletto il padre, in lacrime. “E’ l’unico modo per tornare a vivere come una famiglia normale, possibile che non riesci a capirlo?!” il padre di lui riesce a staccarselo di dosso e con un enorme forza, lo sbatte contro il muro del salotto. “Non ti permetterò di sbattere in galera tua sorella, o mia figlia. Non me ne frega niente di andare in prigione, pur di vederla felice farei qualsiasi cosa, hai capito?”
“Anche sbattere in prigione il tuo stesso figlio?” replica il commissario, mordendosi il labbro inferiore. Il padre sgrana gli occhi e abbassa lo sguardo, staccandosi dal figlio. “Sei un codardo, papà.” Il commissario prende il suo cappello e lo mette in testa e senza aggiungere altro esce di casa, correndo nuovamente verso il commissariato.
Nel frattempo, quella stessa mattina qualcuno è arrivato in Italia. Un Beatle si aggira per le vie italiane senza meta ma desideroso di poter rivedere e salvare la sua fidanzata. George con il suo  zaino in spalla, e con tutto il suo fascino inglese, cammina senza meta per l’enorme città, facendo scalpore tra le giovani donne che lo trovano così famigliare e così misterioso allo stesso tempo. Ma a lui poco importa delle altre, lui vuole solo lei e non gli importa il resto.
 Ma all’insaputa di lui, un uomo in nero lo vede, e dopo un attimo di esitazione, e con un sorriso soddisfatto si reca verso la cabina telefonica più vicina. Digita frettolosamente dei tasti e attende che il suo interlocutore risponda. “Capo? Sono io. Non indovinerà mai chi è arrivato in Italia…”
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Perché mi sembra di scrivere una Fiction per Canale 5? D:
Vi giuro che è snervante la cosa X°D
Comunque, ancora due o tre capitoli e la storia finisce, godetevela ora finché potete ^^
Un bacio a tutte voi che avete letto, sia alle silenziose e sia alle mie donne che recensiscono sempre e mi fanno felice <3
gm19961
 
*se avete notato una frase strana che riguarda una certa Audrey, non prendetemi per pazza, è solo una citazione a una mia vecchia fan fiction che si ambienta negli stessi anni XD (ovviamente tutto inventato da me :3).
La gente che ha letto l’altra storia capirà meglio ;D

   
 
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