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Autore: LadyBones    11/12/2011    1 recensioni
Questa storia è nata per caso e non so dove andrà a finire ma mi piaceva l'idea di vedere che cosa sarebbe successo se insieme al gruppo ormai consolidato ci fosse stata la presenza costante, o quasi, di una donna. Non una donna qualunque ma la nipote di Bobby! Cosa sarebbe successo con lei nei paraggi a dare una mano? E, soprattutto, cosa sarebbe successo se lei fosse stata l'unica a dire addio alla vita da cacciatrice? Sarebbe riuscita a vivere una vita normale?
Spoiler per la settima stagione!!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Eccomi qui con il primo capitolo di questa storia! Ho voluto per prima cosa farvi famigliarizzare con questo nuovo personaggio...spero che vi piaccia! Spero di poter leggere qualche vostro commento!! Buona lettura! :)




Sono da poco passate le sette del mattino quando sento dei rumori provenire dalla cucina. Infastidita mi giro in pancia in giù infilando la testa sotto il cuscino e tirando ancora di più le coperte cercando di riprendere sonno. L'unico risultato, però, sembra essere la mancanza di aria così, sbuffando, mi sollevo controvoglia cercando di uscire da quel groviglio di lenzuola. Con una mano strofino gli occhi ancora addormentati per poi sbadigliare una, due, tre volte.

Continuando a sentire un lieve chiacchiericcio nella stanza accanto decido, finalmente, di saltare giù dal letto.

Buongiorno...” mi salutano in coro mia madre e mio fratello vedendomi comparire sulla soglia della porta.

Cosa avete da dire di così importante alle sette del mattino?” chiedo guardandoli di sbieco.

Loro sorridono divertiti nel vedermi mezza assonnata e con tutti i capelli arruffati a mo di criceto morto.

Vuoi un po' di caffè?” mi chiede mia madre facendomi posto.

Annuisco semplicemente andandomi a sedere.

Perché ti stavi lamentando sta notte?” mi chiede improvvisamente mio fratello Tommy.

Nel sentire quella domanda mi riprendo completamente dalla sonnolenza mentre nella mia mente si iniziano a sovrapporre immagini diverse una dopo l'altra ad una velocità impressionante.

Ah solo un brutto sogno...” sussurro addentando un biscotto al cioccolato.

Il mio sguardo, per un attimo, si perde in un punto non ben decifrato del muro bianco davanti a me mentre un'immagine diversa comincia a farsi strada tra i miei pensieri.

Un'immensa distesa d'acqua che improvvisamente inizia a prendere la forma di una grande macchia nera. La mia mente continua a vorticare pericolosamente intorno a questo pensiero ma prima che sia troppo tardi qualcosa richiama la sua attenzione verso un'altra direzione.

Eleonor...Eleonor tesoro, il tuo caffè!” sussurra mia madre sfiorandomi appena il braccio.

Oh si...grazie...” afferro la piccola tazzina azzurra accennando un sorriso.

So già che questa sarà una lunga giornata e l'unica cosa che vorrei in questo momento è tornare sotto le coperte.

 

 

 

Cammino lungo il marciapiede facendomi largo tra la folla per poi infilarmi nella libreria al lato della strada. Mi sfilo il cappello grigio dalla testa lasciando scivolare i boccoli neri lungo la spalla. Volto lo sguardo da una parte all'altra come a voler assicurarmi che tutto sia al suo posto, una vecchia abitudine che credo non perderò mai.

Una ragazza dai corti capelli rossi è poggiata sul bancone intenta a leggere un libro dalla copertina verde smeraldo. Lei solleva gli occhi nella mia direzione e nel vedermi mi saluta con la mano.

Ciao Eve...scusa per il ritardo...” le sorrido disfandomi della giacca che lascio cadere su una sedia oltre il bancone.

Tranquilla non c'è poi così tanta clientela nei paraggi oggi!” ricambia il sorriso per poi riabbassare il capo sulle pagine leggermente ingiallite.

In silenzio mi avvicino a uno dei tanti scaffali sistemati nel negozio lasciando scivolare lo sguardo su tutti quei libri disposti in ordine quasi maniacale. Leggo alcuni titoli cercando quello più adatto a me fino a quando non lo trovo: Cime tempestose.

Lo prendo e rigirandolo tra le mani ritorno verso il centro della stanza poggiandomi con i gomiti sul lungo tavolo di marmo.

Cosa leggi?” mi chiede Eve incuriosita.

In risposta le mostro la copertina rigida rosso carminio mentre lei controlla velocemente la scritta argentata.

Potresti anche cambiare qualche volta...” mi sorride divertita.

Tu che cosa leggi?” le chiedo ignorando la sua battuta.

E' nuovo parla di vampiri ed essere sovrannaturali!” risponde con gli occhi luccicanti.

E poi sono io quella che dovrebbe cambiare...” sogghigno facendole la linguaccia.

Bè questo ha una storia diversa...quindi tecnicamente non leggo sempre la stessa cosa!” si giustifica lei.

Oh si certo...l'importante è esserne convinti!”

Tra l'altro ha anche il suo lato interessante...” continua lei imperterrita.

Ah si? E sentiamo quale sarebbe?” le chiedo improvvisamente incuriosita.

So tutto su i vampiri e se mai ne incontrassi uno saprei come ucciderlo!” sentenzia lei convinta.

Ma davvero?” le faccio eco.

Certo...serve un paletto di legno con cui trafiggergli il cuore o si può optare sulla luce solare...non sopportano l'aglio e, oh si, non possono specchiarsi...”

Io la guardo di sbieco sorridendo appena divertita da tutta quella situazione.

Che cos'hai da ridere?” mi chiede in tono serio incrociando le braccia intorno al petto.

Buffy sarebbe davvero fiera di te!”

Ci guardiamo per un attimo per poi scoppiare a ridere divertite.

Era da molto tempo che non ridevo così di gusto, non pensavo di esserne ancora capace. Erano parecchie le cose che pensavo di non essere in grado di fare: tornare a casa dalla mia famiglia, trovare un lavoro vero che non mi facesse rischiare la vita ogni cinque secondi o avere degli amici. E, invece, eccomi qui a vendere libri mentre cerco di recuperare una vecchia amicizia che credevo aver perso definitivamente un cinque anni fa.

Gli stessi cinque anni che, da una parte, mi hanno portato via molte occasioni di una vita normale lasciandomi a dosso parecchie ferite che forse non guariranno mai ma, dall'altra, forse, ho ricevuto qualcosa che nessuno altro potrebbe mai immaginarsi. Adesso, però, sono qui a cercare di recuperare e, a quanto pare, le cose stanno andando per il verso giusto fino ad ora o magari mi sto solo illudendo.

Sono ancora immersa nei miei pensieri quando la porta del negozio si apre lentamente lasciando entrare un ragazzo alto con indosso una giacca di pelle.

Ehi c'è Jack e sta venendo dritto nella tua direzione...” mi fa l'occhiolino Eve avviandosi verso il retro del negozio.

Sento i suoi passi farsi più vicini così sollevo la testa dal mio libro.

Ciao...” lo saluto vedendolo fermarsi a pochi centimetri di distanza.

Ciao...come va?” mi chiede infilandosi le mani nelle tasche.

Tutto bene, grazie...tu?”

Bene...sai, passavo di qui e mi chiedevo se...insomma...” cerca di schiarirsi la voce leggermente imbarazzato.

Aspetto per un attimo che si decidi a finire la frase cercando in tutti i modi di trattenere un sorriso.

...ti andrebbe di uscire con me questa sera?” sussurra finalmente.

Si...mi piacerebbe!” gli rispondo sorprendendo entrambi.

Forse non riuscirò a dire completamente addio ai fantasmi del mio passato ma almeno sono sulla strada giusta per mettere ordine in quel casino che è la mia esistenza e pensare che questa mattina volevo restare sotto le coperte a poltrire.

 

 

20,30.

Scendo di corsa le scale rendendomi conto di essere nuovamente in ritardo, come sempre.

Mi avvio lungo il viale alberato cercando di velocizzare il mio passo attenta a non urtare qualche povero passante anche se le ballerine non sono poi così d'aiuto. Fortunatamente manca poco al punto in cui devo incontrarmi con Jack vedo già l'insegna luminosa del bar. Mi blocco un attimo davanti ad una vetrina controllando che tutto sia in ordine per poi riprendere il mio cammino accelerando di poco il passo. Sto per entrare nel locale affollato quando sento il cellulare vibrare nella mia borsa. Mi fermo un attimo davanti alla porta color nocciola per afferrare il telefono e una volta tra le mani mi rendo conto che non è quello giusto. Sollevo il sopracciglio sinistro mentre il mio cuore inizia ad accelerare i suoi battiti nell'esatto momento in cui mi rendo conto che quello che più temevo si sta realizzando.

Da quando avevo deciso di tornare alla normalità avevo preso tutto quello che apparteneva alla mia vecchia vita infilandolo in un grande scatolone. Come si dice, lontano dagli occhi lontano dal cuore, no?

Eppure c'era qualcosa che avevo deciso di tenere, il cellulare per le emergenze, sperando di non sentirlo mai suonare.

Desiderio negato.

Mi sposto verso la vetrata del bar finendo per guardarci dentro lasciando scivolare il mio sguardo in direzione di Jack seduto in un angolo intento ad aspettarmi.

Avrei tanto voluto poter far finta di nulla ma qualcosa mi diceva che sarebbe stata la scelta sbagliata così, faccio un piccolo respiro e dopo un attimo che sembra interminabile afferro il cellulare giusto ed apro la chiamata.

Sono Sam...”

   
 
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