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Autore: Ayame Chan    17/12/2011    3 recensioni
Lui è sempre stato così.
Dolce, sempre allegro e pieno di energie.
Ogni volta che sorrideva nasceva una farfalla. [...]
L'ho sempre ammirato, desiderato, venerato e amato.
E lui è all'oscuro di tutto.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui è sempre stato così.
Dolce, sempre allegro e pieno di energie.
Ogni volta che sorrideva nasceva una farfalla.
Ormai lo conosco bene e gli sono sempre stato accanto, l'ho sempre aiutato e appoggiato ma dato il suo carattere non ne aveva quasi mai bisogno.
Era amico con tutti ma allo stesso tempo teneva gli altri alla larga, mi aveva sempre detto che erano delle amicizie superficiali.
Non gli piaceva quando una persona invadeva troppo la sua privacy, l'unico che poteva farlo sono io.
L'ho sempre ammirato, desiderato, venerato e amato.
E lui è all'oscuro di tutto.
— Fai "aaah".
— No.
— Daaaai. mi disse con lo sguardo da cucciolo.
Era semplicemente adorabile, sembrava un gattino. I suoi capelli neri sono morbidi e lisci, come il pello di un gattino e quando ti guardava con quei grandi pozzi neri ti veniva da coccolarlo.
— Ma non sono un bimbo.
— Dai Al, è solo un pezzo di cioccolato.
Avvicinò la mano alle mie labbra che erano ancora chiuse.
Sospirai prendendolo per il polso.
"No" significava "no".
— Allora me la mangio tutta io. sbuffò guardandomi.
Mi guardai intorno.
Non c'era nessuno vicino.
Aprii la bocca e vidi Leo sorride mentre portava il cioccolato tra le mie labbra.
Come punizione gli avevo morso anche il dito e lui mi fece la linguaccia per poi sorridermi.
Odiavo quando mi faceva comportare come un bambino.
— Buona?
Annuii assaggiando il pezzo di cioccolato.
Iniziò a magiare anche lui, leccandosi ogni tanto le dita.
Non credo che se ne rendeva conto di quando poteva essere seducente quel gesto ma io ero impassibile davanti a lui.
Lo sono sempre stato, ho sempre cercato di comportarmi normalmente da quando avevo iniziato a rendermi conto di cosa provavo per lui.
— Forse dovremmo ritornare in classe.
La sua voce era bassa, evidentemente non voleva fare lezioni.
— Già... è stata una delle più lunghe pauze pranzo della mia vita. dissi alzandomi.
Di solito a ricreazione noi si andava a mangiare nel giardino dietro la scuola perchè è sempre vuoto.
Leo è sempre stato uno dei più bei ragazzi della scuola, a differenza mia che ero sempre visto come il suo bodyguard. E' sempre assalito dalla gente e mi sembra giusto doverlo proteggere.
Quel giardino era come un nascondiglio per noi e mi piaceva l'idea di averlo ogni tanto solo per me.
— Non dire così... poi disse ancora qualcosa sottovoce ma non lo sentii perchè io mi ero già avviato verso la nostra classe.
Mi fermai un attimo notando che Leo non mi seguiva.
Aveva lo sguardo in basso e era ancora seduto sulla panchina dove avevamo pranzato.
Avevo voglia di andare da lui, abbracciarlo e chiedergli cosa gli era preso ma non potevo farlo.
Rischiavo di rovinare un'amicizia di ben sei anni e avevo paura della sua reazione se gli avessi detto che sono gay.
Aprii la bocca per chiedergli se voleva venire ma non durò molto che si alzò avvicinandosi e sorridendomi come se non fosse successo niente ma potevo vedere un velo di tristezza nei suoi occhi e in quello momente il mio cuore perse un battito.
Quelli occhi non dovevano mai essere tristi!
Non volevo indagare ora, dopo scuola dovevamo andare a casa sua per un proggetto e avevo tutto il tempo a disposizione per scoprire cosa aveva.
Gli misi una mano sulla testa scompigliandogli un pò i capelli.
Ridacchiò arrossendo. Gli faceva sempre queto effetto e io adoravo poterlo toccare anche solo per un pò.
Appena arrivati in classe le ragazze si avvicinarono ai nostri banchi, evidentemente per parlare con il mio moro e ignorando me.
Non mi intromettevo mai nelle sue discussioni, ero solo attento che non gli faccesse male o altro.
Guardai alla mia sinistra.
Persino il muro mi sembrava più interessante delle ragazze che parlavano con lui.
Dopo che finirono le lezioni mi alzai aspettando che Leo si mettesse le cose nello zaino.
— Che noia. sbuffò mentre metteva l'astuccio nello zaino quasi a rallentatore.
— Sei tu che sei pigro.
Finì lo zaino e mi fece la linguarccia.
Io sorrissi mentre imprecavo mentalmente perchè mi era venuto l'instinto di avvicinarmi e baciarlo per vedere se poteva fare qualcos'altro con quella lingua.
Appena usciti dalla porta della scuola lui fu circondato da un gruppo di persone a me estranee.
Restai in disparte aspettando Leo. Dovevamo andare insieme a casa sua.
Sorrideva e parlava agitando le mani in una maniera incredibile e rideva pure.
Ora volevo solo estermire quel gruppetto così me lo avrebbero lasciato in pace ma poco dopo lo vidi avviccinarsi a me dandomi un bacio sulla guancia.
— Allora Al, ci si vede domani a scuola. disse senza aspettare risposta e andò di nuovo da quel gruppo.
Notai che due ragazze lo presero per le braccia mentre camminavano accanto a lui.
Io non potevo fare altro che guardare come il mio amore se ne andava, troppo preso dalle sue ammiratrici per notare anche me.
Anche io sono un suo ammiratore, molto vicino a lui ma troppo lontano dal suo cuore.
   
 
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