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Autore: 11cerbero    20/12/2011    0 recensioni
I protagonisti di questa storia si ritrovano intrappolati in un gioco sconosciuto, con regole e obiettivi nascosti. Il tempo ha smesso di scorrere, solo i partecipanti di questo gioco sono svegli e devono interpretare a modo loro i fini di questo misterioso gioco.
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Apro gli occhi di scatto, urlando.
Un uomo alza le mani, sconvolto. – Ehi, ehi, calma ragazzo! –
Mi guardo in torno. Il classico ambiente urbano mi avvolge: sono sdraiato sul ciglio del marciapiede. Dove mi trovo? Sembra che io sia svenuto.. Sarà colpa dell’alcool come al solito. Non c’è anima viva, le uniche auto visibili sono parcheggiate e a luci spente. Vedo solo due persone in questa misteriosa notte: un uomo sulla trentina e poco più in là una giovane ragazza bionda.
- Scusate il disturbo.. me ne vado subito. – Mi accingo ad alzarmi e andarmene il prima possibile ma l’uomo mi ferma. La ragazza bionda e magra dietro di lui mi guarda sbigottita.
- Dove credi di andare, Acquario? Noi non abbiamo intenzione di attaccare. –
Resto sconvolto per qualche minuto e mi gratto la testa. Come mi ha chiamato? Acquario? Non mi chiamo così. Eppure mi viene in mente il sogno che ho fatto. E cosa intende dire con “non abbiamo intenzione di attaccare”? Perché dovrebbero farlo, piuttosto.
- Probabilmente non si ricorda di quello che è successo, Onice. – Commenta la bionda perplessa.
- Alla riunione era l’unico che dormiva. –
L’uomo deve avere intorno i trent’anni. Ha il pizzetto e grossi occhiali a fondo di bottiglia, ma i suoi capelli giovanili gli tolgono ogni serietà. Indossa una camicia bianca e dei pantaloni color cachi. Delle bretelle e una cravatta marrone scuro gli danno un’aria intelligente. Sembra un giornalista o una cosa del genere, e la penna e il piccolo block notes che spuntano dalla tasca della camicia non fanno che confermarlo.
Mi massaggio le tempie. Stanno parlando di riunione.. forse non era solo un sogno.
- Zodiaco? – Mi appresto a chiedere. Ho la mente troppo confusa per formulare frasi decenti.
- Allora ti ricordi. Facevi finta di dormire o cosa? –
- I miei ricordi sono confusi. È come ricordarsi di un sogno. Cosa è successo? E chi siete voi? –
L’uomo chiamato Onice sembra essere paziente. Si accarezza il mento, pacato.
- Improvvisamente il tempo si è bloccato. Così, senza motivo. Ci siamo trovati in un’enorme stanza bianca, eravamo in tredici. Ofiuco, quello che sembra l’organizzatore, ha detto che ci trovavamo in un gioco e dovevamo vincere. –
- Questo me lo ricordo. – La mia mente è ancora confusa, la vista è in parte sfocata. Devo aver perso una delle mie lenti a contatto. – Ma quale gioco? Che dovremmo fare? Perché mi hai chiamato Acquario? –
La ragazza si avvicina scuote la testa, partecipando alla discussione. – Non ne abbiamo idea. Non c’è stato verso di farci spiegare da Ofiuco in cosa sarebbe consistito il gioco. Probabilmente non lo sa nemmeno lui. Sappiamo solo che c’entra lo zodiaco: a quanto pare a ognuno di noi è stato assegnato un segno zodiacale. –
Interviene anche lo scrittore. – Potrebbe essere persino un gioco di violenza. Credo che a ogni portavoce sia stato permesso di portare con se solo un pokemon: quello associato al proprio segno. Forse il nostro obiettivo consiste nell’ucciderci l’un l’altro. Dubito fortemente sia così, ma ci sono persone che potrebbero pensarlo. –
- E cosa ti fa credere che io non sia tra quelle persone? –
Onice sorride e mi mostra un libro che fino ad allora era rimasto infilato nella cintura. È intitolato “Segni zodiacali e i loro ascendenti”, la spessa copertina marrone lo fa apparire come un libro molto antico. L’uomo sfoglia diverse pagine fino ad arrivare a un capitolo: su una pagina c’è il disegno di un giovane uomo che versa acqua da un vaso.
- I nati sotto il segno dell’acquario posseggono un forte spirito di giustizia, per quanto siano solitari. Ti abbiamo soccorso perché eravamo certi che non ci avresti fatto del male. –
Scuoto la testa sempre più confuso. – Come fai a sapere di che segno sono? –
La ragazza, che non ha ancora rivelato il suo nome, alza una mano si accinge a spiegare.
- Non ti ricordi proprio nulla, eh? Nella riunione, quella dove ci hanno spiegato le regole inesistenti del gioco, eravamo tutti seduti su dei piedistalli. Ognuno di loro era segnato con il simbolo di un segno zodiacale diverso e il tuo era quello dell’acquario. –
La bionda ha gli occhi ambrati. Per quanto magra possiede forme invitanti, a occhio e croce non può avere più di venti anni. Indossa dei pantaloncini bianchi e una canottiera nera. Ai piedi porta solo un paio di sandali estivi. A quanto pare non ha avuto il tempo di cambiarsi.
Socchiudo gli occhi, sospettoso.
- Riepilogando  siamo capitati magicamente in una stanza dove questo.. Ofiuco?, ha detto che stavamo partecipando a un gioco. Da allora il tempo è bloccato e io mi sono svegliato su un marciapiede. Credo ci siano molti buchi in questa storia. –
Non capisco perché stia dando davvero importanza a quel che dicono questi due. Normalmente li avrei mandati a quel paese e me ne sarei andato. Però il sogno che ho fatto corrisponde a quello che mi hanno raccontato. Non ho prove per quanto riguarda lo scorrere del tempo.. sono in un quartiere disabitato della città. Se fossi capitato in pieno centro avrei visto le centinaia di persone immobili, come in una fotografia fin troppo reale. Non avrei tanta difficoltà nel credere in ciò che mi dicono questi due tizi.
- Oltretutto voi sapete più o meno chi sono, ma io non so assolutamente nulla di voi. In ogni caso, anche se sono il.. portavoce dell’Acquario il mio nome è Zaffiro, quindi non chiamatemi più Acquario. Sono un allenatore di Pokémon: ho già guadagnato tre medaglie.  –
- In cerca di giustizia come un acquario, eh? – Sorride l’uomo, sulla guancia destra compare una fossetta. – Io sono Onice, faccio lo scrittore per vivere. Sono il portavoce del Capricorno. Il Pokémon che mi affianca è Milotic. –
La ragazza senza esitazione si presenta. – Io mi chiamo Ambra e sono sotto il segno del Leone. Il mio pokemon è Luxray. Se non credi nella nostra storia controlla l’orologio, il telefono o le tue sfere. Vedrai che non funzioneranno. Tranne una, ovviamente, quella contenente il tuo Pokémon prescelto. –
Passo la mano sulla cintura, come la ragazza mi ha consigliato. Estraggo tre sfere. Ognuna di loro possiede dentro di sé uno dei miei cari amici. Sulla superficie lucida riesco a specchiarmi: vedo un sedicenne stanco e dai capelli arruffati, con grosse occhiaie. Cerco di richiamare i miei Pokémon ma le sfere sembrano non funzionare: restano immobili nella loro miniatura, senza ingrandirsi. Solo uno di loro si gonfia improvvisamente, pronto a espellere la creatura al suo interno. Premendo uno dei pulsanti laterali la sfera si apre e con il suo laser ricostruisce uno dei miei compagni. Si tratta di un anfibio che gonfia il petto in posizione eretta. Sul capo una grossa ninfea gli fa ombra.
- Ma certo: Lombre è un pokemon perfetto per rappresentare l’acquario. – Sorride Onice. Ambra si limita a guardarmi ansiosa, come se credesse di star perdendo tempo.
- Molto bene. – Comincio accarezzando il volto squamoso e umido del mio amico. Il fatto che le mie sfere non funzionino non significa che la loro storia sia autentica. Potrebbero averle contraffatte o sostituite con sfere vuote. Ma sembrano dei bravi ragazzi.. proverò ad assecondarli. Se scopro che stanno cercando di truffarmi li aggredirò senza pietà.  – Siamo bloccati nel tempo senza nessun indizio. Credo che stare qui a discutere non serva a molto. Cosa facciamo? –
- A dire il vero io e Onice abbiamo già cominciato a muoverci. Appena ci siamo incontrati siamo corsi in biblioteca. Onice dice che la prima cosa da fare in una situazione del genere è informarsi, quantomeno sugli avversari.  – La ragazza estrae dalla tasca un telefono rosa, pieno di adesivi. Preme un tasto ma si ricorda che la tecnologia non funziona, quindi lo rimette in tasca. Sembra sia un tic nervoso, sarà abituata a controllare continuamente l’ora o i messaggi ricevuti da quel telefono cellulare.
So che può sembrare assurdo dedurre la personalità delle persone dai segni zodiacali, ma se pensi che ognuno dei giocatori rappresenta il suo segno la possibilità che rispecchi tutte le sue caratteristiche è molto alta. –
- Ottima mossa, complimenti. – Riconosco io, sorridendo. – Ma non è un gran passo in avanti. –
- È vero. Ma dobbiamo aggrapparci a ogni cosa che abbiamo. – Onice scuote la testa. Dalla tasca estrae un pacchetto di sigarette. Ne prende una, la accende, sbuffa un’intensa nuvola di fumo e continua. – L’unico indizio, elemento a nostra disposizione è lo zodiaco. La prossima mossa da fare, di conseguenza, è raggiungere la piazza della città. –
Ambra colpisce il palmo della mano con un pugno.
- Geniale! Ottima pensata, Onice. –
- La piazza? Che dovremmo fare lì? –
   
 
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