Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lizzyluna    24/12/2011    3 recensioni
Raccolta di frammenti sulle coppie del fandom di Harry Potter, dalle classiche fino alle più assurde, impossibili e vomitevoli. Ispirata dalla Master Ship List di FictionAlley Park.
57) Leather and Libraries - Draco/Hermione
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Millegusti + 1 - Coppie per tutte le stagioni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia è dedicata agli amici dell'oratorio, in particolare a quelli che c'erano al Grest invernale del 2003, per la loro capacità di combinare le migliori intenzioni con le carognaggini più fantasiose. La scelta di quella citazione da Peter Pan non è puramente casuale...

Scritta per il Disneyland Contest.
21. Pensate a qualcosa di molto bello, sono quei pensieri a sollevarti in aria. (Peter Pan)
35. Quante volte devo ucciderti, ragazzino?! (Aladdin)



Stella(sfreccia) Cadente (Blood Traitor - Andromeda/Ted Tonks)

«Cerchi la spina?»
Ted Tonks smise di rigirarsi tra le mani la Stellasfreccia che Gideon Prewett gli aveva chiesto di custodire per guardare quella strega della Black, che lo scrutava con un sorriso beffardo. «Eh?»
«Stai cercando la spina? O… come si chiama… l’interruttore? Guarda che non c’è» ripeté la ragazza.
«So come si usa una scopa da corsa, grazie» rispose lui stizzito. «Sono un Babbano, non un babbeo».
«Smettila, Narcissa» sbottò l’altra Black – Andromeda – raggiungendoli. «Allora, Tonks, sei pronto?»
«Insomma…» mormorò Ted dubbioso. Scoccò un’occhiata nervosa verso il campo di Quidditch e un’altra verso la scuola, chiedendosi perché Gideon impiegasse tanto a recuperare un calzino dagli spogliatoi: non poteva, non voleva credere che il suo amico l’avesse lasciato solo con due femmine Serpeverde, combinazione quanto mai letale per un disgraziato Tassorosso.
«Nervoso, Tonks?» lo apostrofò Andromeda. «Posso ricordarti che è stata un’idea tua?»
«Non è stata un’idea mia!» protestò lui. Avrebbe volentieri strozzato Gideon per il pasticcio in cui l’aveva cacciato: era partito come una semplice bugia da rifilare a un Prefetto troppo curioso e si era poi ingigantito senza controllo, come un Tranello del Diavolo troppo fertilizzato, senza che il suo creatore facesse nulla per fermarlo. Anzi, sembrava quasi che il suo cosiddetto migliore amico traesse un godimento perverso nel peggiorare ulteriormente la loro posizione.
Tutto era cominciato due notti prima, quando lui e Gideon si erano avventurati per i corridoi in cerca di un passaggio segreto che li portasse fuori dalla scuola e si erano fatti scoprire dalla Black, che stava effettuando il solito giro di ronda: per non rivelare il vero motivo della spedizione, Gideon aveva tirato fuori una storia strappalacrime che coinvolgeva Ted, la Dama Grigia e un amore ardente e disperato, aggiungendo particolari inventati sul momento per rendere più corposa quella colossale idiozia. Nel frattempo lui si era tenuto a distanza, aspettandosi che da un momento all'altro la Serpeverde si stancasse di ascoltare quelle favole e li colpisse entrambi con una fattura ben assestata; con sua grande sorpresa, invece, la giovane strega era parsa interessata alla tragica vicenda di amore e morte – come l’aveva definita il narratore – e si era perfino offerta di aiutarli nell’impresa. Per cominciare aveva tolto cinque punti a Tassorosso («Così Lady Helena vedrà che sei pronto a sacrificare qualcosa per lei») e cinque a Grifondoro («Non si gira per i corridoi dopo il coprifuoco, Prewett... per nessuna ragione»), dopodiché si era informata minuziosamente sui loro piani (o meglio, i piani di Gideon: lui aveva solo fatto del suo meglio per fingersi parte dell’arazzo retrostante), approvandone alcuni, criticandone altri e suggerendo correzioni e migliorie. Lusingato dall’attenzione della ragazza, l’infame Prewett aveva inanellato una stupidaggine dietro l’altra con sorprendente faccia tosta – notevole, per uno che non riusciva a raccontare una barzelletta senza scoppiare a ridere a metà storia – e aveva concluso il resoconto con l’Idea Suicida Numero Uno: incantare la Dama grazie alle sue (di Ted) doti volatorie.
Poiché conquistare l’amore di un fantasma defunto da secoli era l’ultimo dei suoi problemi, Ted aveva ascoltato con sostanziale indifferenza il discorso dell’amico; sfortunatamente la Black aveva preso sul serio quell’idea, e ciò aveva messo Gideon in una posizione alquanto sgradevole: confessare al Prefetto di Serpeverde di averla presa in giro, oppure portare avanti il gioco fino alle estreme conseguenze? Ted, da bravo Tassorosso leale e onesto, avrebbe scelto la prima possibilità... ma il giovane Prewett era un Grifondoro e ai Grifondoro, si sa, piace rischiare. E poco importa se la posta in palio è la pelle di un amico.
Così la catena degli eventi aveva intrappolato Ted e l’aveva trascinato nel parco di Hogwarts, con la vecchia scopa di Fabian Prewett in una mano e la sciarpa stretta spasmodicamente nell’altra, ad aspettare un amico che finalmente si degnò di comparire in lontananza, sventolando il calzino ritrovato e chiacchierando con il fratello che lo seguiva; la Black borbottò un «Era ora!» e andò loro incontro, mentre lui rimase inchiodato sul posto, con la sola compagnia della Stellasfreccia e delle occhiate sarcastiche di Narcissa Black.
Per fortuna quella situazione non durò a lungo: il terzetto si consultò per qualche minuto e poi li raggiunse, con la Black davanti e i due Prewett che la scortavano come guardie del corpo. Ted la guardò negli occhi e di colpo ebbe l’assoluta certezza che lei sapesse che era tutta una montatura, che se ne fosse resa conto fin dall’inizio, e che volesse vendicarsi per quella presa in giro conducendolo a morte certa, anche se lui non c’entrava nulla.
Non avrebbe faticato a liberarsi di lui, in verità: le sarebbe bastato sedersi sull’erba e lasciare che la Stellasfreccia lo disarcionasse, cosa che avrebbe richiesto più o meno tre minuti, dato che le sue esperienze in fatto di acrobazie aeree erano scarse, per non dire inesistenti. Aveva seguito le lezioni di Volo al primo anno, ma da allora non aveva più sfiorato una scopa, almeno non per salirci: per uno come lui, abituato alla solida utilitaria di famiglia – o al massimo alla fedele bicicletta regalatagli dalla nonna – spostarsi a cavallo di un bastone di legno stretto, instabile e privo di protezioni era impensabile. Non sapeva se gli strani brividi che gli afferravano lo stomaco durante l’ora della Bumb fossero vertigini o semplice fifa (Gideon riteneva che le vertigini avessero a che fare con la testa, ma non ne era proprio sicuro), ma il sollievo che provava ogni volta nel rimettere piede a terra era senza dubbio la prova indiscutibile che i manici di scopa non facevano per lui.
Naturalmente il suo cosiddetto amico era al corrente di tutto questo, come sapeva che la sola ragazza che gli interessasse era viva e vegeta e che fare sfoggio della propria inettitudine non l’avrebbe certo aiutato a conquistarla; tuttavia aveva deciso di mandarlo al macello senza pensarci due volte, cosa che induceva Ted a sospettare che le accuse di babbanofilia rivolte ai Prewett fossero, per usare un termine poco elegante, tutte balle.
Ignaro di ciò che gli passava per la testa in quel momento, Fabian gli posò paternamente una mano sulla spalla e si schiarì la voce. «Siamo qui riuniti» proclamò in tono solenne, «per istruire il Nato Babbano Tonks nell’arte di cavalcare la scopa con eleganza e disinvoltura, ad imitazione di noi esperti nella nobile disciplina del Quidditch».
«E quella la chiami eleganza e disinvoltura? Svolazzare qua e là con un bastone fra le chiap...» cominciò Ted acido, ma l’oratore gli sferrò una gomitata abbastanza forte da lasciarlo senza fiato e proseguì il discorso con una lode del glorioso mezzo di trasporto magico che aveva reso grande l’Inghilterra e che ogni portatore di bacchetta doveva rispettare, onorare e sfruttare con adeguata cura.
«Ma i maghi devono proprio usarla, la scopa?» protestò debolmente lui. «C’è la Materializzazione, la Passaporta, la Metropolvere… a che serve la scopa?»
«Quelle ti servono quando sai dove andare» puntualizzò la Black. «E quando hai gli strumenti giusti: se ti si rompe la bacchetta cosa fai?»
«Ehm… prendo l’autobus?» tentò lui, ma le sue obiezioni caddero nel vuoto: la ragazza e Gideon stavano già camminando su e giù per il prato, misurando l’intensità del vento con un dito inumidito di saliva e discutendo su quale fosse la posizione ideale per quello che avevano in mente. Nel frattempo Fabian riprese possesso della propria scopa e ingannò l’attesa lisciandone i ramoscelli con l’attenzione di una bimba che pettina la propria bambola (Alla faccia della virile eleganza, pensò malignamente Ted); poi, a un cenno del fratello, la trasportò in una zona del prato dall’erba particolarmente ingiallita e la posò a terra con reverenza. Ted lo raggiunse senza fretta, fissando la finestra dell’infermeria e cercando di non pensare che ben presto l’avrebbe vista dall’interno; attese inutilmente un sorriso d’incoraggiamento da parte della Black e si rassegnò ad avvicinarsi al manico di scopa che, acquattato com’era tra la vegetazione, somigliava sinistramente a una vipera.
«Animo, Tonks!» esclamò la ragazza. «Adesso tirala su!»
«Tipo… così?» chiese lui, chinandosi a raccogliere la Stellasfreccia.
«Spiritoso! Dai, smetti di giocare e fai sul serio».
Ted respirò profondamente e tese la mano. «Su!» ordinò.
«Più deciso, Ted, falle sentire chi comanda!» gridò Gideon.
«Oh, va bene. SU!» ringhiò nel suo tono più minaccioso, e la scopa si mosse: gli regalò per circa mezzo secondo l’impressione di obbedire al suo ordine, dopodiché schizzò in avanti, falciando una dozzina di bimbetti del primo anno che stavano tirando sassi sulla riva del lago.
«Non così, la spaventi» lo corresse la Serpeverde, che aveva l’aria di divertirsi un mondo. «Accio! Ora arriva, attento alla testa… ops, scusa, troppo tardi».
Ingoiando un’imprecazione poco adatta alle orecchie di una signora, Ted si strofinò la fronte ferita e posò nuovamente la scopa tra l’erba, sperando intensamente che prendesse fuoco da sola. Il malefico oggetto non lo accontentò; in compenso rispose prontamente al suo richiamo e scattò in alto, colpendogli il braccio destro.
«Cominciamo bene» commentò Narcissa in tono rassegnato.
Una dozzina di tentativi dopo, con il polso nero di lividi e una goccia di sangue penzolante dal lobo dell’orecchio, Ted riuscì a convincere la scopa a sollevarsi all’altezza giusta e si azzardò a buttare una gamba dall’altra parte, pregando che la cosa non decidesse di muoversi proprio in quel momento. Quando si sentì abbastanza sicuro, si sedette cautamente e strinse con forza mani e ginocchia intorno al legno, che dondolava lievemente come la barchetta a remi di nonno Tonks. Gran bella immagine, Ted, vecchio mio, si disse. Peccato che quella barchetta ti abbia rovesciato a tradimento in mezzo a un banco di meduse. «E adesso?»
«Tu lo dici?» sbottò Narcissa, battendo il piedino a terra. «Allora, ti sbrighi a partire o aspetti che un Gramo ti morda il didietro?»
I Prewett si finsero scandalizzati davanti a un simile linguaggio, che lasciò invece indifferente la sorella maggiore; in ogni caso, nessuno dei quattro si degnò di dargli istruzioni, costringendolo a scavare nella memoria per recuperare almeno un frammento delle lezioni della Bumb.
«La teoria ce l’hai, Teddy» riconobbe Fabian a un certo punto. «La Bumb diceva di puntare i piedi a terra proprio in quel modo».
«Sì, ma non parte» obiettò lui, che a forza di puntare i piedi aveva scavato una fossa nell’erba. Purosangue! pensò stizzito. Si danno tante arie e non muovono un dito.
«Sei troppo teso, e la scopa lo sente» dichiarò la Black. «Pensa a qualcosa di molto bello, sono quei pensieri a sollevarti in aria».
«Ah, credevo fosse la scopa» mormorò Ted grattandosi la fronte. In verità aveva l’impressione che i pensieri felici fossero molto più propensi a sorreggerlo di quel pezzo di legno con le setole attaccate, così si concentrò sull’immagine più positiva che riuscisse ad evocare (Presto sarà tutto finito e me ne andrò di qui con qualche osso intero) e posò di nuovo il piede a terra: la Stellasfreccia si sollevò.
«Bene così, Ted!» approvò Gideon, mentre Fabian sventolava la sciarpa in aria come se l’avesse visto fare chissà quale acrobazia. Ted staccò una mano dal manico per rispondere con un saluto disinvolto, e in quel momento la scopa partì a razzo e prese quota con una rapidità che lui non aveva programmato; sfrecciò zigzagando sopra un tratto di prato, dopodiché descrisse un’ampia curva verso il basso e s’infilò con grazia in un cespuglio, portando con sé lo sventurato pilota. Rami, foglie e stoffa si intrecciarono in un abbraccio assassino, e solo un provvidenziale «Relascio» di Fabian riuscì a impedire alla cravatta che Ted indossava di porre fine alla sua vita.
I Prewett impiegarono cinque minuti per liberarlo dalle frasche, con Narcissa che ridacchiava senza motivo e Andromeda che si guardava bene dall’offrire loro una mano; tuttavia quest’ultima fu tanto gentile da spazzolargli una ragnatela dalla manica e incoraggiarlo con un: «Non andava male, Tonks! Coraggio, riprova!»
I successivi due tentativi finirono allo stesso modo, con una sola variante: fu la sciarpa, e non la cravatta, a rimanere intrappolata nel cespuglio. Un boschetto di faggi isolati fu teatro del fallimento dei tentativi numero quattro, cinque e sei, mentre il Lago Nero fu ben felice di accogliere lui e la scopa in occasione del fatidico numero sette.
All’ottavo atterraggio brusco, Narcissa sbadigliò e disse che andava a finire i compiti, dato che Ted non si sbrigava a rompersi l’osso del collo in modo creativo; né la sorella né i due Grifondoro cercarono di trattenerla, e nemmeno il diretto interessato aprì bocca, dato che era immerso fino alle narici nel terriccio di coltura dei Vermicoli («A Kettleburn non piacerà, l’aveva appena rastrellato» commentò Fabian, e Ted meditò per un attimo di verificare se invece i Vermicoli piacessero a Fabian... o se Fabian piacesse ai Fiammagranchi). Il meglio, però, doveva ancora venire: in occasione del decollo numero dodici, la Stellasfreccia eseguì di sua iniziativa una perfetta Finta Wronsky che fu applaudita da tutti i presenti e fece rimpiangere al passeggero le tre porzioni di pollo fritto che aveva divorato a pranzo.
«Sei grande, Teddy!» esultò Gideon. «Continua così, mantieni la quota!»
Ted avrebbe seguito più che volentieri quel consiglio, ma tutt’a un tratto la scopa si lanciò in un mezzo giro della morte e lui si ritrovò appeso a testa in giù e in rotta di collisione con le mura di Hogwarts. Dato che l’edificio non aveva intenzione di spostarsi, cercò disperatamente di curvare, oscillando verso destra con tutto il peso del corpo, ed ebbe giusto il tempo di pensare a quanto dovesse sembrare ridicolo, aggrappato al manico come un bradipo nervoso, prima di chiudere gli occhi e prepararsi all’impatto… che non avvenne: la Stellasfreccia, evidentemente impietosita dalla sua goffaggine, scartò di lato e schizzò in direzione della capanna di Hagrid, verso il limitare della foresta.
Scampato al pericolo, Ted si concesse un attimo di sollievo, errore che si rivelò fatale: le mani umide di sudore persero la presa sul legno e poco dopo il resto del corpo cedette alla forza di gravità, precipitando verso il suolo. Fortunatamente il volo si concluse tra le chiome di un albero che aveva già visitato un paio di volte: l’intrico di foglie fruscianti lo accolse con quello che sembrava un sospiro rassegnato (Quante volte devo ucciderti, ragazzino?) prima di scaricarlo sul prato sottostante, graffiato e stravolto ma ancora vivo.
La Black fu la prima ad accorrere, con il viso sgombro da ogni traccia di preoccupazione (eppure Ted avrebbe giurato di averla sentita gridare mentre cadeva); si inginocchiò al suo fianco per verificare le sue condizioni, gli tastò il braccio e quando vide che non c’era nulla di rotto si concesse di prenderlo ancora un po’in giro: «Gran bel volo, Tonks. Quando parlavi di raggiungere il tuo amore, non credevo che intendessi una cosa così... radicale».
Lui non vedeva proprio cosa ci fosse da ridere: tra le botte, i graffi e le scie di sangue, aveva l’impressione di essere la copia perfetta di una mappa stellare, con parecchie stelle cadenti, per giunta. L’orlo della sua divisa si stava sfilacciando lentamente, e la stima che la Black aveva deciso di concedergli dopo sette anni di conoscenza stava per fare la stessa fine.
«I tuoi amici sono andati a chiamare Madama Chips, non dovrebbero metterci molto» proseguì la ragazza. «Vuoi un fazzoletto?»
Ted lo accettò, anche se dubitava che quel quadratino orlato di pizzo potesse fare molto per lui. Un Asticello gli saltò in testa e corse via attraverso il prato, squittendo insulti contro chi gli aveva distrutto la casa; lui rimase a guardarlo finché non scomparve dietro un albero, e quando si voltò di nuovo vide che la Black gli stava porgendo la mano. «Sai, Tonks… credo che dovrai rinunciare a fare colpo sulla Dama Grigia» disse aiutandolo ad alzarsi.
«Già, tanto vale provare a far colpo su di te» mormorò Ted, strofinandosi il sedere dolorante con l’arto libero.
Si rese subito conto di aver parlato troppo; sentì la mano della ragazza che allentava la presa sulla sua e poi la stringeva di nuovo, con molta più forza. «Beh, risparmiati la fatica, Tonks» gli rispose, e Ted era già pronto a darsi mille volte del cretino, ma qualcosa nella voce della Serpeverde lo indusse ad alzare gli occhi e scoprire, con sua grande sorpresa, che stava sorridendo. «Perché, vedi… mi sa che ci sei già riuscito» concluse lei in un sussurro, poi lo lasciò e si allontanò in fretta, raggiungendo il portone della scuola proprio mentre ne uscivano i due Prewett e l’infermiera. L’efficiente Madama Chips aveva con sé una scorta di pozioni, ma Ted, stordito e felice, sentiva di non averne più bisogno.


Credevate davvero che l'aggiornamento natalizio sarebbe stato una storiella sentimentale? No, vero?
Questa è la storia citata nel capitolo precedente e, strano ma vero, ha un titolo. Rendo omaggio alle citazioni per avermi risolto il dramma di non sapere come trattare questa coppia, una delle più interessanti e trascurate tra quelle canoniche: ho interpretato le frasi nel modo più idiota possibile, ho aggiunto un paio di personaggi secondari e Narcissa Black che sta bene dappertutto e ho glassato il tutto con qualche episodio di Wile E. Coyote.
Sul rapporto tra i fratelli Prewett non ho trovato nulla: non so se siano solo fratelli o anche gemelli, né quale sia il più giovane dei due, se ce n’è uno, e nemmeno quando abbiano frequentato Hogwarts. Quindi mi sono sentita giustificata a far di loro quello che volevo, ed eccoli qui, a rovinare la vita di Ted.
Non credo che ci sia bisogno di spiegare chi sia la ragazza che piaceva a Ted, né che il piano di Gideon sia stato abilmente congegnato per ottenere quel risultato finale.
Ah, riguardo alla dedica: ringraziate i dis... destinatari, è grazie a loro se state leggendo questa raccoltona. Se non avessi scoperto Harry Potter all'oratorio, dubito che l'avrei mai letto: di solito ho gusti più trucidi.
Su quello che mi hanno combinato in questi anni potrei scriverci una longfic, e anche piuttosto comica.






Seconda Classificata
Stella (sfreccia) Cadente di Lizzyluna


Grammatica e sintassi: 10/10 punti
Non ho riscontrato nessun errore dal punto di vista grammaticale, brava!
Stile: 9,8/10 punti
Mi è piaciuto molto il tuo stile, l’ho trovato perfetto per la storia, armonioso e assolutamente non pesante. La storia scorre velocemente, si legge con tranquillità, senza che qualche imprecisione interrompa il lettore.
Originalità: 10/10 punti
Ho trovato la tua idea molto originale e carina, e penso che sia proprio il punto forte della tua storia. Un incontro tra Ted e Andromeda di questo tipo non l’avevo mai letto, né immaginato, è mi ha proprio colpito piacevolmente la tua intuizione sull’inizio di un loro rapporto.
Caratterizzazione: 13,7/15 punti
Ted è perfetto, esattamente come me lo immagino: buono e dolce, innamorato segretamente e con troppa paura di confessare i propri sentimenti; anche Andromeda mi ha convinto, l’ho trovata forte e determinata come deve essere… Però ti ho tolto un po’ di punti per la fine della storie perché, per quanto possa essere veramente romantica l’idea che anche Andromeda sia segretamente interessata a Ted, non ce la vedo proprio a confessargli i suoi sentimenti così apertamente, subito. O, almeno, questo non lo farebbe la mia Andromeda, che sicuramente è diversa dalla tua.
Gradimento personale: 9,8/10 punti
Mi è piaciuta tanto, ma proprio tanto! A parte che io adoro Ted e Andromeda, quindi sei andata abbastanza sul sicuro, ho proprio apprezzato la tua idea assolutamente originale, mi ha divertito e conquistato, per questo devo proprio farti i complimenti, brava!
Punti Bonus: 4,8/5 punti
Ti ho tolto 0,2 punti perché la seconda citazione, quella che fai dire al Platano Picchiatore non è veramente inserita, è detta fra parentesi, e secondo me perde un po’ di importanza. L’altra però è inserita perfettamente.

Totale: 58,1/60


Premio Romanticismo: Stella (sfreccia) Cadente di Lizzyluna (Perché la sua storia è ricca di romanticismo, anche se all'apparenza potrebbe non sembrare!)


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lizzyluna