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Autore: bianchimarsi    24/12/2011    3 recensioni
Dal primo capitolo:
-Perché?- Chiese la McGonall al ritratto di Dumbledore.
-Se la domanda è “perché il Bambino che è Sopravvissuto è cresciuto?” non so risponderti adesso, Minerva.- replicò il defunto preside, sospirando affranto e lisciandosi distrattamente le tempie.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 3

 

La prima ora era andata persa ed ero in ritardo anche per la seconda. Non avevo molta voglia di ricevere delle occhiatacce dal professore di Trasfigurazione, perciò scesi le scale a corsa rischiando di uccidermi più di una volta e davanti alla porta dell’aula feci una frenata così improvvisa che le mie caviglie mi gridarono “pietà!” e decisero di suicidarsi.

-Ma porca…!

-Lily! Queste parole poco fini non mi paiono appropriate per inaugurare la prima ora di Trasfigurazione quest’anno, soprattutto se arrivi con dieci minuti di ritardo! Mi trovo costretto a levare alla tua Casa dieci punti, mi dispiace.-  il professor Lupin, Teddy Lupin,  responsabile della mia Casa. Insegnante giovane e bello, desiderato da tutta la fauna femminile di Hogwarts (ma non dubito che anche qualche ragazzo ci avesse fatto un pensierino), il tipico venticinquenne che dimostra dieci anni meno e che ha avuto la fortuna non solo di nascere fico ma anche intelligente. Amato da tutti i suoi alunni per i suoi metodi di insegnamenti molto moderni (diciamo pure perché raramente dava insufficienze) e solitamente il meno stronzo fra tutti i professori. Ovviamente per me quel giorno aveva fatto un’eccezione.

Scaraventai sul banco accanto a Nolan la borsa e tirai fuori una quaderno e una penna (che i Purosangue facessero cosa gli pareva, ma io per prendere appunti usavo metodi più comodi di una piuma e di un calamaio).

-Bene, come stavo dicendo prima che la signorina Potter ci interrompesse quest’anno in questo corso intraprenderemo la trasfigurazione umana. La trasfigurazione umana completa è possibile solo per alcuni individui che hanno sviluppato una particolare capacità…

Oh, al diavolo la Trasfigurazione. Figuriamoci se dopo una mattinata come quella avevo bisogno della paternale di Teddy. L’occhiata che mi aveva lanciato quando ero entrata era la tipica “io e te facciamo i conti dopo” che di solito ti rivolgono i genitori quando fai qualcosa di sbagliato in un luogo dove non possono sgridarti e che ti fa gelare tutte le ossa. Non essendo Teddy però mio padre, quello sguardo mi aveva solo fatto montare il sangue al cervello più di quanto già lo avevo. Sapevo già cosa avrebbe detto: “tuo padre fa così solo perché ti vuole bene e bla-bla-bla” e avrebbe farcito il tutto con un “non te lo dico a caso, ma perché conosco tuo padre, che mi ha accudito come se fossi figlio suo. Non lo fa per cattiveria, ma per amore. Torna a casa”.  Odiavo quei discorsi, li odiavo! Avevo già dovuto sorbirmeli tutta l’estate, ne avevo fin sopra i capelli.

-Lonnie, perché Dorian non c’è?

-Testuali parole: aveva altro da fare che stare ad ascoltare un ciarlatano raccomandato. In poche parole, sta copiando gli esercizi di Aritmanzia per le vacanze. E smettila di chiamarmi con quel nomignolo insulso.

-Va bene Nollino!

-Solo Nolan non va bene?

-Ok orsacchiottino mio. E adesso angioletto, da bravo bambino, ascolta la lezioncina del ciarlatanino che può essere interessantina!

-Ti odio.

Risi nascondendomi sotto al banco fingendo di raccogliere la penna. –Lo so.

 

Com’è tradizione per tutti i Potter-Weasley la mattina del primo giorno di scuola ero in ritardo. Non per colpa mia, ovviamente: la mia compagna di stanza Scarlett aveva occupato il bagno per un’ora e ne era uscita truccata come una quattordicenne alle prime esperienze in discoteca. Ovviamente non era abituata a fare colazione, quindi una volta vestita era già pronta ed era scesa per cercare l’aula di Trasfigurazione, dove avremmo avuto la prima lezione. Louisa e Tessie si erano vestite alla velocità della luce ed erano scese con lei. Io invece sono la tipica persona che impiega ore a prepararsi anche per andare a buttare l’immondizia e se non faccio colazione svengo dalla fame dopo pochi minuti. Afferrai al volo una brioche in Sala Grande, cercando di non affogare nel tentativo di mangiare e correre contemporaneamente e mi catapultai verso l’aula. Girando l’angolo del corridoio investii una persona, che si rivelò essere Jasmine.

--Buongiorno!- Balbettai affannata. –Alla prima ora hai Trasfigurazione?

-Si ma non rie…

-Bene, seguimi.- Non le detti il tempo di dire “Quidditch” che eravamo già arrivate al piano di sopra ed eravamo entrate in classe.

I nostri compagni erano tutti seduti e in silenzio, ma della professoressa non c’era nemmeno l’ombra. C’era solo una gatto striato sulla scrivania, che ci scrutava come se fossimo dei topi. E purtroppo sapevo fin troppo bene chi fosse quel gatto. Ma a quanto apre Jasmine no.

-Bene, mi hai fatto correre e la professoressa non ha nemmeno avuto la decenza di arrivare in orario il primo giorno! Che mondo.

-Veramente Jasmine la professoressa c’è eccome.

-Che cosa..?

-Buongiorno. Signorina Potter, signorina Nott, spero che abbiate una buona giustificazione per il vostro ritardo- Il gatto era scomparso e al suo posto sedeva la professoressa McGranitt con uno sguardo molto preoccupante. Jasmine tentò di aprire bocca, ma la anticipai prima che facesse ulteriori danni: -Ci scusi molto professoressa, abbiamo imboccato il corridoio sbagliato e ce ne siamo accorte solo dopo il suono della campanella. Non succederà più.

-Molto bene. Sappiate che chi arriva in ritardo penalizzerà la propria casa con dei punti in meno. Adesso, se volete accomodarvi, ci sono due sedie libere qui accanto al signor Zabini e al signor Davies.

Dato che Jasmine era amica di Dorian Zabini, mi sedetti accanto a Nolan.

-Ciao Nolan!- Mi rispose con un verso a metà fra uno sbuffo e un mugugno. –Hey perché non mi saluti?- Ancora niente. –Hey carino, sto parlando con te!-

-Signorina Potter!- mi richiamò la McGranitt.

-Si mi scusi professoressa.- La prima lezione consisteva nel trasformare un fiammifero in un ago. Papà, dopo mesi di preghiere, mi aveva dato il permesso di esercitarmi con la sua bacchetta, quindi impiegai all’incirca mezzo secondo per svolgere il compito che dovevamo fare in un’ora e mi rivolsi di nuovo a Nolan. –Ti ho fatto qualcosa per caso? Perché non mi rispondi?- Davies si ostinava a non considerarmi. –Pallino, puoi almeno rispondere “ciao”, è normale educazione!- Sbottai fra il ferito e l’arrabbiato.

-Signorina Potter un altro richiamo e la mando subito dal preside! Svolga il suo compito!

-Va bene.- Finsi di impegnarmi per un attimo e finalmente Nolan si girò verso di me.

-Scusa, avevo una delle nuove chewingum-super-aderenti-al-palato al sapore di cioccolata in bocca e non riuscivo a spiccicare parola, se se ne accorgeva la prof ero fottuto. Buongiorno Lily! Sognato Piovre Giganti stanotte?

-Mi trascinavano infondo al Lago in tutti i miei incubi- risposi ridacchiando. –E tu?

-Anche io.

-Comunque odio tutti i soprannomi, chiamami Nolan, per favore. Niente “pallino” o robe simili.

-Va benissimo, topino- sogghignai.

-Voi due, smettetela di chiacchierare! A che punto siete con il lavoro?

-Abbiamo finito- rispose per entrambi Nolan. La McGranitt ci guardò improvvisamente compiaciuta: -Un punto a Grifondoro e uno a Corvonero. Qualcun altro ci è riuscito?- Ma fino a fine lezione fummo noi due i soli ad aver trasformato in ago quel fiammifero.

Passai tutta l’ora a chiamarlo in tutti i modi immaginabili fino a farlo esasperare e alla fine della lezione, dato che avevamo un’ora buca tutti e quattro (tutti gli alunni del primo anno per un quadrimestre condividevano le lezioni, poi venivano smistati in gruppi diversi ogni mese per conoscersi meglio e per garantire le amicizie inter-case), perciò ci aggregammo a Jasmine, Dorian e un assonnato Hugo e ci dirigemmo verso la Sala Grande (per un motivo o per un altro nessuno di noi aveva fatto una buona colazione quella mattina e dovevamo rimediare).

La Sala era deserta, a parte qualche studente degli ultimi anni sparpagliato qua e là. Decidemmo perciò di sederci tutti assieme al solito tavolo e la scelta ricadde su quello del Grifondoro (i pancake avanzati erano più numerosi). Dorian borbottò qualcosa e gli rispose un solare Nolan:

-Tranquillo, facciamo un giorno per uno, domani facciamo colazione a Serpeverde, va bene?

-Chi ti dice che domani sarò così paziente da sopportarti come oggi?

-Chiamalo sesto senso.

Beh, Nolan aveva ragione. La mattina dopo saremmo stati insieme, come all’incirca tutte le mattine (e i pomeriggi) dei giorni e degli anni successivi.

 

-Ragazzi, Winky ci ha messo da parte la torta al cioccolato stamani! Mi ha mandato un bigliettino!- Gongolai.

Al suono della campanella ci catapultammo tutti fuori dall’aula (io evitai Teddy: non avevo proprio voglia di starlo ad ascoltare neanche un secondo quella mattina) e ci abbuffammo come tutte le mattine in cui avevamo un’ora libera.

-Zabini, ladro dei miei stivali, lo sai che il caffè nero è di mia proprietà!

-Ma ce ne sono altri tre litri!

-Sono miei! Miei! Il caffè è mio! Prendi il the.

-Che schifo Jasmine, lo sai che lo odio! Bevitelo te il the. Dai che ti cambia, è solo una tazza! Non lo puoi mica bere tutto tanto!

-Se ti azzardi a toccarlo te lo rovescio in testa come feci l’anno scorso.

-Non ci provare, ho sempre le cicatrici.

-Ma se dopo dieci secondi Madama Chips ti aveva già guarito! Sei il solito Serpeverde lamentoso.

-E tu la solita Tassorosso petulante.

-Non smetteranno mai- sospirai insieme a Nolan, spilluzzicando fra le centinaia di torte di cui ci avevano circondato gli elfi. –Senti questa! Buona! Fragole e panna! Lo sapevo che dovevo impegnarmi a dimagrire quest’estate, quando sono al castello mangio come un’invasata. Oddio, questa è speciale! Posso prendere una tazza di caffè Jas?

-Ovviamente Lily.

-Al solito. Perché lei si e io no?- chiese esasperato Dorian

-Mi pare ovvio, Zabini. Lolly ti dispiacerebbe mettere il caffè rimasto in un thermos? Torno oggi pomeriggio.- L’elfo chiamato in causa andò in brodo di giuggiole e si affrettò a eseguire gli ordini impartiti da Jasmine.

-Siamo pronti? Abbiamo ancora tempo prima della prossima ora. Che lezione avete dopo?

-Io ho pozioni con te e quest’insulso essere- rispose Jasmine, indicando Dorian. –Te, Lonnie?

-Se qualcuno osa richiamarmi in quella maniera oscena è morto. Comunque Divinazione.

-Ti ostini a fare Divinazione anche quest’anno?- chiesi esasperata. –Lo vuoi capire che è una materia senza fondamento?

-Non dicevi così quando ho previsto le domande che ci avrebbero fatto ai G.U.F.O

-E’ stato un caso!

-Continua a non ammetterlo, ma Divinazione è molto più interessante e importante di una materia come Pozioni. Non è che perché da quest’anno il tuo ragazzo è assistente allora la materia più importante diventa automaticamente pozioni.

-A prescindere da cosa tu dica, Pozioni è sempre stata la mia materia preferita e quella in cui vado meglio.

-Tutta invidia perché non sai predire il futuro! Sfigata!

E uscimmo battibeccando dalle cucine in direzione delle aule.

 

 

Era un giorno di metà estate e io, i miei genitori e fratelli insieme a zio Ron, zia Hermione, Hugo e Rose stavamo facendo colazione tutti insieme al tavolo della nostra villa sul mare in Spagna. I nostri genitori l’avevano comprata poco dopo la fine della Guerra e da allora passavano qui la maggior parte delle estati. Era domenica mattina, per questo eravamo tutti insieme a consumare quell’abbondante colazione alla inglese.

Mi stavo gustando tranquillamente la mia omelette quando sentimmo qualcosa che picchiettava contro la finestra. Quando aprimmo scoprimmo che erano i gufi che ci portavano i risultati scolastici e la lista dei libri da comprare. James quando li vide sbiancò e optò per il correre verso il bagno, probabilmente per vomitare. A contrario, Rose si alzò, non vedendo l’ora di far vedere il risultato degli esami di fine anno ai suoi genitori. Io attesi che un gufo color cenere mi appoggiasse la lettera sul tavolo, lo ricompensai con un pezzetto di bacon e questo dopo averlo mangiato fece un verso di apprezzamento e poi ripartì, probabilmente in direzione di Hogwarts.

Aprii la lettera. Come al solito avevo conquistato dei buonissimi voti in tutte le materie, toccando l’eccellenza in molte di esse. L’unica “pecca” era come al solito il voto di comportamento, che mi abbassava radicalmente la media. Mio padre sbirciò da dietro le mie spalle verso il foglio:

-Bravissima amore mio! Poi mi spiegherai il perché di quel sette a comportamento..

-Sette a comportamento?- ululò mio madre. –Anche quest’anno? Lilian Luna Potter, cosa ti avevo detto già l’anno scorso? È inconcepibile, inconcepibile!

-Io ho dieci a comportamento- sogghignò Rose, come al solito incapace di stare zitta. –E immagino che tu non abbia insufficienze, dato che hai deciso di abbandonare l’unica materia in cui andavi male a metà anno- replicai ironicamente in risposta.

-Non ho abbandonato Divinazione per l’insufficienza! È semplicemente una materia insulsa! E avevo troppe cose da fare! Mamma diglielo te…

Zia Hermione si astenne dal rispondere alla figlia e tornò a esaminare la pagella di Hugo, che mi guardava con sguardo felicissimo.

-Lily sei il mio mito! Grazie al tuo aiuto in Pozioni sono riuscito ad avere la sufficienza! TI AMO!- E mi abbracciò sollevandomi per qualche secondo da terra. –Per la barba di Merlino, quanto pesi!- schivò il mio scappellotto e corse verso le scale, probabilmente per mandare un gufo al suo migliore amico Albert Thomas. Tornai perciò ad affrontare i miei genitori.

-Uffa, state sempre a guardare quello che faccio male! Non potevate dirmi “brava” e basta per una volta? Ho dieci in praticamente tutte le materie!

-Lo sappiamo amore, tranquilla.- Mi rispose papà, ignorando lo sguardo furente di mia madre –Sei stata bravissima. Però è il secondo anno che porti un voto così basso a comportamento, e non è normale! Lo sai che si può bocciare con l’insufficienza a comportamento?

-Ho preso sette, mica cinque. –bofonchiai, e fui candidamente ignorata.

-Vabbè Ginny, non la facciamo lunga, Lily è stata brava…- tentò di difendermi mio padre, ma fu interrotto dall’arrivo di una civetta che conoscevo molto bene.

-Atena, amore! Vieni qui!- presi la lettera, le offrii qualche biscottino gufico.

-Chi ti scrive, Lily?- chiese papà.

-Sono Jasmine e Dorian! Sono in vacanza insieme, nella casa in campagna di Dorian, come sempre. Ahahah, anche i loro genitori si sono lamentati per il sette in comportamento! Dicono che chiacchieriamo troppo.- Lessi velocemente il resto della lettera. –Hey, mi hanno chiesto se voglio stare un po’ con loro prima della fine dell’estate! Hanno detto che ci sono delle camere libere e che hanno invitato anche Nolan. Posso vero? Per favoreeeeee!

I miei genitori si guardarono, come preoccupati. Poi mia madre mi guardò: -meglio di no, Lily. Stai tutto l’anno insieme a loro, non vuoi stare un po’ con la tua famiglia, almeno in estate?

-E poi non se ne parla, scommetto che quel sette in comportamento è dovuto soprattutto a loro: so che sei una brava bimba, e non ti comporteresti mai male se fosse per te.- sorrise Harry, scompigliandomi i capelli. Mi allontanai dalla sua mano e li guardai infuriata.

-James fa sempre venire i suoi amici in estate, e a volte parte pure lui! Non è giusto!

-James non ci ha mai portato un sette in comportamento..

-E’ solo un voto! Non ho mai avuto insufficienze, sono fra le migliori del mio anno, non è giusto che passi un’estate in punizione per uno stupido voto di comportamento!

-Lily, non dire stupidaggini, non è certo una punizione! Non sei contenta di stare un po’ con tutti noi, per due mesi l’anno?- chiese papà.

-Invece si! È il secondo anno che mi proibite di andare da Dorian! Mi aveva già invitato l’anno scorso e non mi avete mandata! Prendete sempre le solite scuse per non mandarmi!

-Non rispondere così a tuo padre, ragazzina!- urlò mia madre, superando il mio tono di voce.

-Io rispondo come mi pare e piace!- sbraitai –Dite che vi fidate di me, ma non credete che sappia scegliermi le giuste amicizie! Mi tenete tutta l’estate qua e non posso praticamente muovermi senza che voi sorvegliate ogni mio singolo passo, devo sempre uscire con i miei fratelli o i miei cugini! Mi trattate sempre diversamente da James e Albus, perché loro sono maschi e vi fidate di più di loro! Non è giusto!- Conclusi, con le lacrime che mi scorrevano sulle guance chiazzate di rosso. Presi la lettera e mi rifugiai in camera, sfogando la mia frustrazione al telefono con Jasmine (L’anno prima per il suo compleanno le avevo regalato un cellulare, avevo impiegato mesi per farle capire come funzionava e da allora ci sentivamo con quello). Certo non potevo dirle tutta la verità, che già a dodici anni avevo iniziato a intuire, ovvero che i miei non mi lasciavano andare a casa loro perché non apprezzavano la nostra amicizia. Nella mia estrema ingenuità però pensavo che non la apprezzassero appunto per il voto di comportamento, e non per il cognome che i miei amici portavano. Dopo una mezz’ora bussarono alla porta.

-Ti richiamo dopo- dissi a Jasmine, con gli occhi ancora lucidi di pianto e il fiatone per tutti i singhiozzi.  -Avanti!

Entrò mio padre, con un succo d’arancia tra le mani e un’aria colpevole stampata in faccia. –Non hai finito di fare colazione!- Disse, porgendomi il succo. Lo ignorai e finsi di guardare il cellulare. –Abbiamo parlato io e tua madre, e abbiamo deciso che puoi andare a trovare i tuoi amici… Ma un giorno soltanto, senza rimanere a dormire. Possono venire loro, se i loro genitori acconsentono- affermò, cercando di sorridere, anche se era soprattutto una smorfia quella che aveva in faccia. Non potei fare a meno di abbracciarlo, contentissima:

-Grazie, grazie papà! Grazie mille! Verranno di sicuro! Grazie, grazie! Chiamo subito Jasmine!

Andai pochi giorni dopo a casa di Dorian e conobbi i suoi genitori e quelli di Jasmine. C’era anche Scorpius Malfoy, il migliore amico di mio fratello, con i suoi genitori. Astoria e Draco Malfoy erano probabilmente la più bella coppia che avessi mai visto in tutta la mia vita: entrambi biondi, alti e con un portamento aristocratico. Vestiti sempre perfettamente. E palesemente innamorati: quando si parlavano mi pareva di vedere i miei genitori. Blaise e Daphne Zabini erano molto piacevoli, ma sostanzialmente non ci dedicarono molta attenzione e ci lasciarono fare quello che volevamo. Theodore e Elettra Nott infine mi salutarono calorosamente: - Jasmine ci parla molto spesso di te, ti adora palesemente!- dissero, facendo arrossire la mia migliore amica.

Malfoy, quando mi vide arrivare, mi chiese subito se ci fosse anche mio fratello. Quando gli risposi di no, si rabbuiò e mi voltò le spalle.

-Non penso che sapesse che sei qui.- Affermai sorridendo. Scorpius non si voltò neanche. –Però domani gli altri vengono a casa nostra, se vuoi venire con loro ci fai solo piacere! Scommetto che anche Albus sarebbe felicissimo.- il mio sorriso si spense quando incontrai il suo sguardo gelido.

-Albus sapeva benissimo che ero qui. Semplicemente, gli frega più del giudizio di suo padre che delle sue amicizie. E io non devo elemosinare le attenzioni di nessuno, tanto meno le sue.

-Fai come ti pare- replicai. –Secondo me gli fai solo una bella sorpresa se vieni domani. Pensaci!

Rimuginai tutto il giorno sulle parole di Scorpius Malfoy. Effettivamente, mi ricordavo che quell’inverno, quando Albus si era fatto male nella Foresta Proibita (e gli avevano dato OTTO in comportamento! E io che ero una ragazza normale, un misero sette) papà aveva dato la colpa a lui. Chissà perché, poi.

Alla sera, quando stavo per entrare nel camino per tornare a casa, mi si affiancò però l’amico di Albus: -Allora mi raccomando, non dire a tuo fratello che vengo.

-Certo che no, voglio vedere la sua faccia sbalordita quando andrai a bussargli in camera!- ghignai. Ci scambiammo uno sguardo complice, salutai tutti gli altri ed entrai nel camino. Quando arrivai a casa i miei genitori mi accolsero come una reduce di guerra. Mi tempestarono di domande e alla fine li convinsi a farmi andare a letto, dato che ero stravolta dalla giornata intensissima, e dovevo recuperare per il giorno successivo. Ma non riuscii a prendere sonno per un po’, ripensando alle parole di Scorpius Malfoy.

Perché mio padre ce l’aveva così tanto con lui e con i miei amici? Diceva che ci mettevano nei guai. Ma era solo questo?

Certo, non poteva esserci altro. Ma io gli avrei dimostrato che Jasmine, Dorian e, perché no, Scorpius, erano dei ragazzi non proprio tranquilli ma buoni. E che io e Albus facevamo bene a considerarli nostri migliori amici.

 

 

NOTE DELL'AUTORE

Non sono imperdonabile, di più. Un po' per la scuola, un po' perchè ho riscritto dieci volte almeno questo capitolo (e non mi piace comunque, ma o aggiorno ora o mai più) sono in ritardo di almeno un mese. Cercherò di aggiornare una volta alla settimana, lo prometto! Sper che il capitolo vi sia piaciuto. Come ho già detto, questi primi capitoli saranno molto concentrati sui ricordi di Lily, per farvi capire la situazione e perchè il gesto di Lily, ovvero rinnegare i propri genitori, non sia lo sclero di un'adolescente ma una cosa ragionata. Spero di essere riuscita a farvi interessare, e che almeno qualcuno sia arrivato a queste poche righe e non abbia abbandonato il capitolo a metà. Ah, se non ve ne siete ancora accorte (do per scontato che siate tutte femmine) amo Lily e Scorpius, incondizionatamente <3

Un commentino non risulterà sgradito, sappiatelo! Grazie ancora per i quattro commenti del secondo capitolo.

Bianchimarsi

  
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