Cube
Lavoravi alla sala di distribuzione; nessuno conosceva i condotti nascosti meglio di te. Erano l'ultima speranza, l'ultima via di fuga al riparo dal veleno; e sei caduto nel mezzo del groviglio di tubi, graffiato, sporco, ma vivo.
Credevi di essere per sempre solo, ora; ma la vita ha strani modi di sorprenderti, e anche loro erano lì, abbandonati, ad aspettarti nel buio. Li hai lucidati, hai cancellato ogni molecola d'olio e di ruggine – sono i tuoi soli amici ora. Appena un'eternità fa, da scienziato, non l'avresti mai creduto possibile.
Storage è davvero pesante. Non puoi abbandonarlo, però; è calmo, forte, e sa il fatto suo. Ha un cerchio azzurro di certezze che ti guida, e non perdi mai la strada. In certi angoli bui, quando i faretti sono incrinati e spenti e tu posi la testa sul marchio slavato Aperture, la sua luce apre le tenebre, e quasi non hai paura di addormentarti.
Companion è ancora diverso. Lui dà sicurezza, ma anche speranza per il futuro. Non sempre, almeno; quando il cuore brilla, quasi credi che il male non esista. Ma se, in certe aree elettrizzate alla nausea, la luce vacilla e i contorni del cuore affievoliscono, la disperazione ti coglie.
Tu eri solo un addetto alla logistica. Non sai cosa sia successo lì dentro – non puoi sapere. Dovrai davvero aspettare in quegli angoli di ferraglia marcita, fino a dimenticare chi sei?
Quando sono insieme, però, tutto cambia. La luce diventa sufficiente a guardare oltre; e loro cantano vibrazioni, intonati e obbedienti, in cori d'angeli moderni. Li guardi splendere ormai soli, nelle tenebre più complete – volteggi e ridi e batti il tempo sulle loro facce metalliche, e ogni volta il mondo cambia, laggiù nel tuo buco incastrato tra i macchinari.
Non ti accorgi degli anni che, là fuori, stanno passando. D'altronde è proprio questo che volevi.
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Cubi che creano dipendenza. L'Aperture può.
Un abbraccio e buone feste!