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Autore: Due Di Picche    28/12/2011    2 recensioni
*Storia al momento sospesa*
Luka Fontana è sinonimo di perfezione.
La sua invidiabile bellezza è compensata dall'intelligenza.
Tutti vorrebbero essere come Luka.
Tutte vorrebbero andare a letto con Luka.
Peccato che l'ego superbo che ha sviluppato grazie a questo suo "pregio", lo renda un egocentrico narcisista, manipolatore e calcolatore. Si crede superiore decidendo di sfruttare le sue "doti" per arrivare al successo e mai si sarebbe aspettato che "la più bella del Purgatorio" gli venisse ad annunciare che ha ancora un mese di vita.
Con l'arrivo dell'enigmatica Lily incomincia il conto alla rovescia dell'esistenza del popolare Fontana.
Riuscirà a sedurre l'Annunciatrice così da convincerla a risparmiargli la vita o proverà a diventare una persona migliore cercando di guadagnarsi il Paradiso?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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3. [-27] Terzo giorno dell'ultimo mese
Quella mattina sarei entrato due ore dopo a scuola ma, nonostante questo, mi ero alzato presto perché avevo l’ansia di non svegliarmi più. Meno ventisette giorni. Già tre dì erano volati via e io non gli avevo utilizzati nel migliore dei modi.
Andai in cucina e diedi delle riviste femminili, che avevo acquistato il giorno prima, a Lily.
«Anti noia.» le dissi sospirando.
Osservai le sue mani prendere con lentezza i due giornali. Poteva toccare le cose.
Sbuffò «Quello che girava a casa tua andava bene. Non ti dovevi scomodare.»
In quel momento incrociò le braccia al petto; un gesto usuale che le metteva sempre in risalto il seno. E sinceramente, sin dalla prima volta che l’aveva fatto, mi era caduto l’occhio. Umana o non umana era una creatura femminile ben fornita.
«Non mi va che le ragazze leggano certe riviste.» mi riferivo ai giornalini poco fini sparsi per la mia stanza.
«Comunque grazie.»
«Non c’è di che, dobbiamo convivere per un mese perciò cerchiamo di sopportarci.»
Già, perché avevo sempre l’impressione che Lily mi detestasse.
«Senti.» visto che il clima era quasi piacevole e i miei erano usciti, decisi di dar sfogo a qualche mia piccola curiosità «Io non solo ti vedo ma ti posso anche toccare, tu puoi toccare gli oggetti e allo stesso tempo sei capace di “teletrasportarti” ovunque tu voglia, ma come mai gli altri non ti vedono?»
Esitò inizialmente. Non mi aspettavo una risposta a dire il vero. Si sedette sul tavolo e accavallò le gambe. I miei occhi percorsero la sua coscia e poi incominciarono a fantasticare su quel quarto di gonna che le copriva le parti intime.
«Perché io sono tua.» alzai lo sguardo verso di lei abbandonando i miei film mentali. La vidi un po’ imbarazzata, forse per la risposta troppo esplicita  «Solo tu puoi vedermi perché io ho scelto di seguire te. Ho scelto la tua anima.»
«E perché hai scelto me?»
Si portò un dito sulle labbra rosse e spostò più volte lo sguardo «Pensavo che avrei trovato soddisfazione nell'eliminare un narcisista come te dalla faccia della terra.»
Per poco il caffè non mi andò di traverso. Certo che non aveva proprio un minimo di tatto quell’Annunciatrice di Morte.
«I perfetti non sono destinati al lieto fine?» chiesi cercando, magari, di scavarmi una via di fuga da quell’assurdo destino.
«Se usano la perfezione nel modo giusto forse si, ma questo non è il tuo caso. Perciò sei inutile all’umanità.»
«Definisci perfetto.» io potevo parlare di perfezione perché ero uno stupido vanitoso, ma sentire quel termine uscire dalla bocca di qualcun altro mi aveva incuriosito.
«Una persona senza difetti.»  Il tono sicuro della sua voce mi invogliò a mandare avanti quell’assurda conversazione «Bello esteticamente, intelligente e piacevole. La prima e la seconda qualità sono quelle che risaltano di più, ma tutte e due dipendono dalla terza: il carattere.» Mi piaceva il modo in cui Lily gesticolava mentre parlava. «Le persone innanzitutto ti devono amare per ciò che sei e non per come sei.»
«Non ho problemi: mi amano tutti.»
Lily sospirò e mi guardo in modo tenero, così dolce da sembrare quasi che mi stesse prendendo in giro «Oh Luka! Non immagini nemmeno quante persone ti detestano, forse quelle che consideri meno sono quelle che ci tengono di più.»
Tutto ciò mi diede la conferma che gli Annunciatori di Morte mancavano proprio di tatto.
«Cosa sono io ai tuoi occhi allora?»
«Luka Fontana un diciassettenne, bello, intelligente, viscido schiavo delle sue qualità. Praticamente colui che si crede il “Bello del Reame” e non vuole essere secondo a nessuno.»
Sorrisi ironicamente voltandomi verso di lei. Mi appoggiai al frigorifero e portai le mani nelle tasche dei jeans. Feci spallucce divertito «Che lingua tagliente, Lily. Siete tutti così di carattere al Purgatorio?»
«Non è che decidono al Purgatorio come siamo»
«E chi lo decide?»
«La ricombinazione genetica dei caratteri dei nostri antenati. Da me dovevano essere tutti sfacciati.»
Mi stavo perdendo. Anche nell’aldilà c’erano famiglie? Qualcosa non quadrava. «Perciò si studia per prendere il ruolo di Annunciatore di Morte?»
«No, ci si suicida.»
Per un attimo persi l’equilibrio. Rischiai di scivolare a terra dallo shock a causa di quella parola che Lily aveva pronunciato con troppa naturalezza. «Su … su … suicidio?» balbettai.
Lei annuì con un cenno del capo «A dire la verità non dovrei rivelarti niente del mio mondo, non l’ho mai fatto con nessuna vittima, ma visto che sei giovane e hai i giorni contati posso trasgredire a questa piccola regola: le persone che nella vita umana si suicidano rifiutando la vita stessa diventano a loro volta, andando nel Purgatorio, Annunciatori di Morte per l’eternità. Teoricamente ci dovremmo sentire uno schifo ad “ammazzare” gente altrui rubandone l’anima, ma alla fine ci è indifferente perché non ricordiamo la “stupidità” che ci ha portato a toglierci la vita.»
«Quindi tu esistevi davvero? Eri umana?»
Annuì con un cenno del capo. «L’unica cosa che so e che sono legata a questa città. Sai, appena si arriva al Purgatorio ci assegnano per la provenienza.»
«Perché parli con tanta naturalezza del suicidio? È una cosa orrenda.»
«Brutta o meno, non mi ricordo niente della mia vita precedente perciò è come se non fossi mai esistita e poi, dato che sono morta, la morte stessa non mi fa alcuna paura. Non mi manca niente e non ho risentimenti, ma avendo rifiutato la vita sono destinata a vagare tra la Terra e il Purgatorio, conducendo le anime al Paradiso o all’Inferno. Non riceverò mai né la beatitudine né il dolore.»
Io avevo sempre considerato la vita come un dono, come una cosa meravigliosa. Al solo sentir parlare di suicidio mi si contorse lo stomaco.
Non che conducessi un’esistenza santa e buona, ma davo significato ad ogni mio gesto, anche il più stupido, perché era ciò che volevo, era la vita che desideravo.
Annullare questo corso, nonostante anch'io, contro il mio volere, avessi i minuti contati, la vedevo come la cosa peggiore che potesse capitare.

 
Quella mattina Lily mi aveva spiegato alcune cose importanti su di lei, ma nonostante gli strani discorsi sul suo mondo e sulla sua natura, io la consideravo più umana che mai. Mi diede particolarmente fastidio solo il discorso del suicidio. Io non sarei mai riuscito a parlarne con tanta naturalezza, ma essendo già morta non le doveva fare né caldo né freddo. Chissà chi era stata in precedenza?
Composi alla macchinetta il codice della merendina, che subito dopo scese. Immerso nei miei pensieri non facevo minimamente caso al brusio che mi circondava.
Mi abbassai a raccogliere la merenda.
Non ebbi nemmeno il tempo di estrarre la mano dall’imboccatura della macchinetta che immediatamente mi arrivò uno schiaffo sul collo.
Mi alzai di scatto e mi voltai. Chi voleva fare a botte di buon mattino?
«Luka sei un idiota!» quella voce squillante non mi sorprese. Era particolarmente infantile e fastidiosa: la riconobbi subito. Solo una ragazza osava trattarmi in malo modo all’interno del mio regno.
«Tu la grazia non c’è l’hai proprio nel DNA, eh?»
Jessica Fontana, con i suoi occhi azzurri e quei formidabili riccioli rossi, mi stava rivolgendo la sua solita espressione di sfida. Perché mia cugina aveva scelto la mia stessa scuola?
Jessica aveva due anni in meno di me, ma si permetteva di trattarmi con famigliarità davanti a tutti. Un po’ di rispetto per il fantastico me mai, eh?! Le avevo chiesto esplicitamente di ignorarmi nonostante avessimo gli stessi cognomi (figlia del fratello di mio papà), ma ormai era conosciuta a scuola per essere “La cugina di Luka Fontana”. Tutte le ragazze tentavano di diventare sue amiche per arrivare a me, ma per fortuna Jessica era sveglia e furba, e invece di fare il loro gioco, raccontava cretinate per persuaderle. (secondo me era solo invidiosa della mia popolarità che la metteva in secondo piano)
«Si può sapere che cosa hai combinato ieri in classe? Mi è giunta voce che hai preso un’altra nota.»
Mi spostai vero la finestra e lei mi seguì accompagnata da due amichette.
«La “voce” si chiama Nicola vero?»
Lei annuì. Sapevo fin troppo bene che il mio migliore amico andava dietro alla mia cuginetta, ed ogni pretesto era buono per rivolgerle la parola.
«Non dirmi che ti sei di nuovo messo in mostra? Sfrutta la tua intelligenza in maniera migliore. Prendi me, per esempio: lo sai che sono passata alle Olimpiadi di Matematica del biennio?»
Scartai la merendina e l’addentai «Se è per questo anche io, del triennio.»
«Immaginavo.» sbuffò spostandosi un ricciolo ribelle e corrugando la fronte. Come sempre le nostre menti erano in competizione e Jessica era perennemente infastidita dal fatto che, nonostante non mi sforzassi per niente in nessuna materia, ottenevo sempre risultati brillanti.
«Ma non ho intenzione di partecipare. Sai che perdita di tempo.»
Lei mi guardò con rabbia. Eravamo due soggetti abbastanza diversi e andavamo d’accordo a modo nostro.
«Almeno rimedieresti qualche voto in condotta. Io parteciperò comunque. Non voglio che il cognome dei Fontana vada letteralmente a puttane per colpa tua.»
«Evviva la famiglia.» dissi in maniera sarcastica alzando gli occhi al cielo.
«Potresti sforzarti almeno un po’ però. Hai il massimo dei voti quasi in tutto, perché non puoi metterti alla prova con questi test extrascolastici?»
«Perché non voglio fare la figura del secchione. Poi sfigurerei in mezzo a quelli sfigati topi di biblioteca con zero vita sociale.»
«Guarda che non sono tutti così.»
«Se sono dei rompiscatole come te allora si va di male in peggio»
Jessica mi strappo la merendina dalle mani. Era abituata ai miei insulti cretini e poi quando lei se la prendeva per un non nulla era tremendamente divertente.
La mia cara cuginetta tornò in classe subito dopo avermi ricordato di dover andare a pranzo dai miei zii, quel giorno.
E, quello, mi fece pensare che, tra un mese, loro e tutti i miei parenti sarebbero stati in un mare di lacrime per la mia scomparsa.

 
A scuola finita la prima cosa che notai, seduta sulla mia moto, fu Lily. Non c’erano falci appariscenti questa volta e io non dovevo comportarmi come se avessi appena visto una spogliarellista (il termine fantasma non le si addiceva).
Mi guardava divertita perché era consapevole che, per non fare nuovamente una figura di merda, non le dovevo rivolgere la parola.
Quando salii sul mio veicolo, Lily si scostò verso il posto del passeggero. Non avevo mai portato nessuno in doppio visto che non ero ancora diciottenne. Ero uno che trasgrediva le regole di solito, ma quando si trattava della mia moto facevo molta attenzione.
«Non ti schiodi da lì? Potresti farti male se non ti tieni.»
Sorrise e sentii la sua schiena contro la mia. In un certo senso il corpo di Lily aveva un peso, proprio come un essere umano.
«Tanto sono già morta!» esclamò. La risposta non mi sorprese.
La casa dei miei zii era a pochi isolati distante dalla scuola perciò il tragitto fu breve. In quel lasso di tempo il mio corpo si muoveva da solo a bordo della moto,la mia mente era troppo occupata a percepire la fredda presenza di Lily sulla mia schiena, i suoi capelli vaporosi attorcigliarsi attorno al mio braccio e poi il suo odore. L’aroma triste mi dava la conferma che lei era lì con me.
Jessica mi aprì la porta di casa. Lily mi avrebbe raggiunto con il “teletrasporto” in camera di mia cugina. Le avevo indicato la finestra dalla strada.
«Mamma ha già messo il pranzo a tavola. Lavati le mani.» il tono di quell’isterica di Jessica si rivelò più cordiale del solito.
Avviandomi verso il bagno mi fermai sulla soglia della camera da letto di Jessica. In piedi, immobile, davanti un enorme libreria di romanzi d’amore, intravidi Lily.
Entrai e mi avvicinai a lei. La sua espressione era sbalordita e esterrefatta. Gli occhi cenere scrutavano con attenzione ogni singolo scaffale e le sue labbra rosse erano socchiuse. Stava soffocando un risata. Un sorriso di gioia le moriva in gola. Sicuramente un’espressioni gioiosa l’avrebbe resa terribilmente carina.
«Ti piace proprio leggere, eh?» le sussurrai non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso.
«Non so neanche il perché mi affascini tanto la lettura. Qui è fantastico.»
«E pensa che è solo una semplice libreria di una ragazzina in crisi ormonale.»
Sorrisi ma lei non mi degnò di uno sguardo. Sarebbe stato inutile. La lasciai là, come se la più comune tra le ragazze fosse immersa nel suo hobby preferito.
Pranzai. Insieme a Jessica e alla zia, trovai anche Thomas Fontana, mio cugino minore di terza media. L'anno successivo anche quella peste (che non faceva altro che lodarmi) sarebbe arrivato nella mia scuola. Tra tutte le scuole della città, perché i Fontana doveva invadere il mio regno?
«Sei ancora qua?» Lily sussultò. Era a terra immersa nella lettura di chissà quale romanzo quando, dopo qualche ora, rientrai nella stanza di Jessica.
«Quando un libro prende, prende.» quella scusa non la capivo proprio. Si alzò in piedi e ripose il volume sullo scafale. Mi avvicinai a lei.
«Puoi chiedere a tua cugina se ti impresta questi libri? Per me ovviamente.» mi chiese sistemandosi il vestito e indicando una serie di volumi.
«Anche “Cime Tempestose” e “Orgoglio e Pregiudizio”? Che cosa mi invento?» sarebbe stato imbarazzante.
«Che li devi leggere per scuola.»
«Non sarei credibile: l’800 si fa in quinta e poi Jessica andrebbe sicuramente a dirlo a Nicola..»
«Che cosa andrei a dire io?» la squillante voce di mia cugina si disperse nella sua stanza. Mi voltai e riconobbi immediatamente quello sguardo serio e la folta chioma riccioluta.
Si avvicinò di qualche passo a me e a Lily.
«Da quando parli da solo di fronte alla mia libreria?»
Deglutii e pensai a qualche idea geniale per tirarmi fuori da quella situazione e allo stesso tempo per recuperare i libri che la mia Annunciatrice di Morte voleva.
«Una ragazza.» balbettai «Devo fare colpo su una ragazza che ama leggere libri alla “Orgoglio e Pregiudizio”, mi chiedevo se potessi imprestarmene qualcuno per farmi un’idea, magari, dell’uomo ideale.»
Jessica si mise a ridere di gusto appoggiandosi al muro. Stavo veramente facendo una figura di merda.
«Dio che divertente!» esclamò Jessica divertita «E tu per una tizia qualunque saresti disposto a leggerti un romanzo d’amore senza scene porno?»
«Mi hai preso per un pervertito? Comunque si, e non vedo quale sia il problema.»
Con la coda dell’occhio vidi Lily allungare la mano per afferrare un volume. Jessica nel frattempo veniva verso di noi. Che situazione difficile! E  se quella svitata di mia cugina avesse visto un libro fluttuare nel nulla?
Diedi una gomitata a Lily (sicuramente non provava dolore) e infine vidi cadere un libro sul pavimento: merda!
Sotto gli occhi curiosi di Jessica mi accucciai e afferrai il volume. Freddo. Una sensazione di gelo assurda mi fece rabbrividire. Non mi ci volle molto a notare che sopra la mia mano c’era quella di Lily.
Alzai gli occhi. Anche lei era accucciata intenta a raccogliere il libro. Mi fisso per un istante. La fissai anch’io. Era sorprendente come la mia immagine venisse riflessa nei suoi occhi neri.
Percepivo l’odore di morte mischiato a quello sgradevole dell’ansia. Lily continuava a trattenere il respiro ed io anche. Forse il freddo del suo tocco mi aveva intorpidito tutto il corpo?
Cercai di abbassare la sguardo ma incontrai solo la scollatura del suo corpetto in pizzo nero, che lasciava intravedere i bianchi seni. Arrossii e afferrai il libro.
Mi alzai di scatto. Che cosa mi stava succedendo? La reazione che avevo avuto era stata maledettamente strana, cazzo! Arrossire? L’ultima volta che il calore mi era salito in volto in quella maniera era stato in seconda elementare.
«Lascia stare, se non vuoi imprestarmi i libri non fa niente.» protestai con aria scontrosa verso Jessica.
«Se mi prometti di leggerti anche il libro che hai raccolto allora si.»
Osservai il titolo del volumetto che avevo tra le mani “Il ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde”. Uhm, forse l’avevo già sentito nominare. Va beh, un libro in più per Lily.
Quando mi voltai per accennare un sorriso alla mia Annunciatrice, notai che non c’era. Alla fine dovetti affidarmi all’istinto e scegliere un cinque tra i più noiosi titoli che mi diceva mia cugina. Avrei potuto anche non prenderli dato che la diretta interessata era scomparsa, ma così l’avrei tenuta occupata, ed io avrei risparmiato soldi su ulteriori magazine.

 

“Ogni volta che venivo a contatto con il calore umano, una sorta di piacere mi si diffondeva in corpo.
Un semplice sfioramento di pelli e già mi sentivo bruciare.
Come se toccassi i carboni ardenti, come se la più potente fiamma mi ustionasse.
Sarò masochista, ma tutto ciò mi eccitava.

Non avrei mai dovuto apparire un mese prima della data di morte di Luka Fontana, non avrei mai dovuto avvicinarmi così tanto a quel bollente corpo umano che non faceva altro che  farmi bruciare di curiosità: i peccati ci perseguitano anche dopo la morte!”


 

***

Due Di Picche...

Mi scuso per il colossale ritardo del capitolo tre e spero che non capiterà mai più >.< ho avuto qualche intoppo con la correzione che per fortuna la mia Alyce_Maya mi ha fatto al volo poco fa (le chiedo se ogni tanto mi rivede il testo)... ma va beh... poi c'erano di mezzo le vacanze di Natale e dalla prossima settimana parto... non uccidetemi!
Comunque riguardo il capitolo tre: finalmente si sanno un pò di cose sul conto degli Annunciatori; arriva la cugina che vi rivelo soltanto che sarà molto importante per la maturazione del nostro protagonista; le cose tra Lily e Luka passano dal totale interesse verso una spogliarellista all'imbarazzo delle situazioni più banali. Ah ah... la nostra Lily farà proprio perdere la testa a Luka XD
Volevo ringraziare Se7f e celest93 per i commenti lasciati e soprattutto mandare un bacio a tutti quelli che seguono la storia nonostante siano previsti almeno una trentina di capitoli quanti i giorni che rimangono a Luka da vivere (e spero che questo non vi scoraggi O__O)
Baci

   
 
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