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Autore: Cromatic Angel    29/12/2011    2 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Chap 3


Si era vestita di fretta e furia per essere puntuale all'appuntamento.

Prese al volo il suo PC portatile così nei momenti di pausa poteva lavorare allo shooting.

Diede un'occhiata veloce alla casa, assicurandosi di aver chiuso tutto e poi diede le due mandate alla porta.

Nemmeno aspettò che arrivasse l'ascensore. Scese a raffica le scale e sfrecciò per l'atrio del palazzo, uscendo velocemente dall'arcata, dritta dritta in strada.

Quasi il rumore dei suoi stivali fece attrito con il marciapiede. Perchè? Beh, per evitare di sbattere contro il suo capo...

<< Che ci fai qui? >> La voce le venne fuori strozzata dai profondi respiri, merito della corsa giù per le scale.

<< Ti sono venuto a prendere no? >> Indicò con il pollice sinistro la sua macchina perfettamente parcheggiata.

<< Ma non eravamo rimasti che ci saremmo visti alle otto davanti casa tua? >> Chiese confusa, stringendo la sua borsa.

<< Si, eravamo rimasti così...ma la notte porta consigli...e il motore della mia auto voleva rombare, perchè non accontentarlo? >> Aprì lo sportello del passeggero, indicando la poltrona alla ragazza.

<< Dovresti fare qualche controllo sai?! Inizio a temere che tu possa avere qualche blocco mentale! >> Fece roteare l'indice vicino alla tempia, per indicare la sua insanità mentale. Nel frattempo aveva già preso posto in auto, continuando a scuotere la testa.

<< Beh, se inizi a pensarci adesso mi preoccupi...già da anni avresti dovuto capirlo >> Le richiuse la portiera e fece il giro dell'auto per rimettersi alla guida.




<< Potresti tenermi compagnia invece di ticchettare su quella benedetta tastiera >> Jared indicò il PC che Alex teneva sulle gambe.

<< Sto solo unendo l'utile al dilettevole, anche se di dilettevole qui c'è ben poco. Dovresti ringraziarmi Jay, sto solo mettendo a fine il lavoro che ti serve per incassare altre palate di centoni. Ringraziarmi no?! >> Sbottò mentre continuava a lavorare sulle foto.

<< E' il tuo capo che ti parla, ti dice di fregartene. Un paio di giorni di tregua non ti faranno del male e giuro solennemente che non ti licenzierò! >> Ghignò.

<< Co-Cosa?? Un paio di che? >> Saltò su dal sedile girandosi di scatto verso il conducente << Mi avevi detto che era solo un giorno! Lo sapevo che di te c'è poco da fidarsi! Sono sicura che dormiremo pure nella stessa stanza! >> La rabbia era feroce.

<< Tu non mi hai detto che dovevo prenotare due camere differenti! Quello valeva per New York! Eh! Colpa tua cara la mia Socia! >> Disse con aria saccente mentre guidava e ogni tanto lanciava uno sguardo fugace alla sua compagna di viaggio.

<< Ma certo! Tu non mi hai detto che saremmo rimasti due giorni a Miami! Altrimenti avrei ribadito il concetto delle due camere! Appena arriviamo tu IMMEDIATAMENTE prenoti un'altra camera! A costo di dormire dentro il ripostiglio delle scope!>> Disse furibonda.

<< L'hotel sarà pieno...la Hall è uguale?>> Trattenne una risata beccandosi una gomitata sul fianco << Sei una bastarda! Mi hai fatto male >> Urlacchiò mentre continuava a ridere.

<< Non cambierai mai Jay! >> Scosse la testa dissentendo e riprese il suo lavoro al pc.

Non si accorse dello sguardo di Jared da dietro gli occhiali.

Perchè se ci avesse fatto caso si sarebbe accorta che non era di sesso che aveva bisogno.

E lo avrebbe capito, le sarebbe bastato osservare per una frazione di secondi il suo sguardo per leggergli l'anima. Ebbene sì, perchè lei poteva vantarsi di conoscerlo meglio delle sue tasche.




Erano arrivati da due ore a Miami.

Da due ore avevo sistemato i bagagli.

Da due ore Alex rinfacciava il brutto carattere di Jared.

<< Non solo hai preso una camera, ma pure con il letto matrimoniale! Jareeeeed!!! Arrrrrgh!!! >> Scosse le braccia come un'ossessa mentre gettava convulsamente i vestiti dentro l'armadio sotto lo sguardo divertito dell'uomo, che appoggiato con una spalla allo stipite della porta se la rideva sotto i baffi. Non si sarebbe mai stancato di farle i dispetti, si divertiva troppo vederla così incazzata. Tempo fa avrebbe saputo calmarla, adesso non poteva più permetterselo. E se ne pentiva per quanti capelli avesse in testa. Quindi si accontentava di quello spettacolo, si accontentava delle piccole cose....piccole cose con lei.

<< Dormirò per terra non c'è problema >> Sorrise.

Lei si fermò al centro della stanza, con i capelli arruffati, le guance rosse dalla rabbia e gli occhi azzurri spalancati.

Ci pensò un po'.

Sentì i battiti del cuore decelerare e il respiro tornare normale.

Cercò di riordinare il suo aspetto : si tirò i capelli indietro e si alzò la spallina del reggiseno rosso , scivolata giù dal troppo movimento delle braccia.

<< Lascia perdere, dormiremo nello stesso letto. Faremo finta che siano due lettini singoli. Nulla di più. Ok Jay? >> Si assicurò la mora.

<< OK, nulla di più...ma se ci sono i tuoni posso abbracciarti? >> Fece il cucchiaino con le labbra, facendole tremare e usando una voce piccola piccola da bambino.

Alex afferrò i suoi jeans e li tirò addosso all'uomo << Sei un deficiente con la D grande quanto una villa con sei prati e otto piscine! >> E tornò a sistemare i suoi quattro vestiti.




<< Ti sei calmata un po'? >> Si sedette sulla sdraio del terrazzo accanto ad Alex.

<< Sto per raggiungere il 90% della tranquillità >> Gli sorrise.

<< Wow sorridi! E' già un buon segno >> Le restituì il sorriso.

<< Perchè continui a mentirmi...io con te sono sempre stata limpida...tu invece hai sempre quel mistero... >>.

<< Non ti mento, cerco di sorprenderti. Di offrirti tutto senza per forza renderlo esplicito >> Disse con ovvietà alzando le spalle e cercando di incontrare il suo sguardo.

<< Io non voglio nulla da te, voglio solo lavorare gomito a gomito come una squadra. Mantengo questo rapporto solo perchè siamo insieme in questa barca. Ma dopo l'azienda io ho la mia vita e tu la tua...stop! Nulla di più. Non è corretto continuare a fingere qualcosa che non c'è...non voglio fingere, e credo che nemmeno tu lo voglia. Ma lo stesso tenti di deviarmi, pur sapendo che non potrai esserne tu il vincitore. Non questa volta. >> Finalmente si decise a incrociare gli sguardi.

<< Alex dopo 11 anni non è facile per me. Ho quasi quarant'anni e la storia della mia vita è andata a puttane, tu puoi risollevarmi...ne ho bisogno. Se faccio così non è perchè amo fare lo stronzo, ma è per avvicinarmi a te, per poter stare finalmente bene di nuovo. >> Venne fuori al naturale, tolse la maschera da bastardo senza cuore e si mostrò debole, così per come lei lo conosceva. Così per come era : Jared Joseph Leto.

<< La tua possibilità l'hai avuta, ti sei solo fidato della gente senza prima venire da me. Adesso ho paura a fidarmi di nuovo di te. Mi è troppo difficile crederti, c'è voluto un anno per riuscire a zoppicare, ancora devo riuscire a camminare per bene, so che lavorare con te e vederti ogni giorno non mi aiuterà a migliorare, ma la vedo solo come una questione lavorativa, perchè umanamente tra me e te è finito tutto un anno fa. Fattene una ragione. >> Quelle parole, così fredde e dure lacerarono quella ferita che ancora era vivida in lui.

Quelle parole gli facevano male. Ma erano vere e lei si era costruita un muro a prova di Jared, oltrepassarlo era difficile.

<< Mi dispiace Alex... >> Il suo sguardo era sincero e continuare a fissarlo le recava ancora dolore.

Senza dire nulla si alzò e si chiuse in bagno, dove diede un libero sfogo a tutta la rabbia e dolore repressi da troppo tempo ormai.

Stesso dolore che Jared opprimeva in silenzio di fronte al sole che tramontava, insieme al quale vedeva svanire tutte le sue speranze.

  
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