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Autore: Dark_Squall    16/08/2006    1 recensioni
Dopo la sconfitta di Artemisia nel mondo sta tornando la pace. La vita nel Garden di Balamb trascorre serenamente, sino all'arrivo di un nuovo SeeD dalla dubbia identità...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 03: Scontro

 

Il ragazzo era appena entrato nel dormitorio. Camminava con la testa impegnata a rielaborare tutto ciò che era successo dal suo arrivo: l’incontro con Selphie; il discorso alle matricole; la lettera di Edea ed il fatto che Irvine non lo sopportasse. Non che gli importasse più di tanto, ma non riusciva a capirne il motivo.

Ma più importante di tutti fu l’incontro con Fujin, che a dire il vero lo lasciò un po’ spiazzato, non se lo sarebbe aspettato così presto. Inoltre sembrava che lei provasse un certo interesse per lui. Se non fosse arrivato Seifer avrebbe cercando di aprire un dialogo per rendere più facili le cose.

Riflettendoci si rese conto che non avrebbe dovuto tirare quel pugno al ragazzo, principalmente per due motivi: in primo luogo Fujin era la sua migliore amica, ed in secondo luogo Seifer aveva dimostrato di provare un forte rimorso per ciò che aveva fatto, anche se era stato plagiato ed in fondo non era completamente conscio di ciò che fceva. Forse non lo avrebbe mai perdonato per Trabia, ma gli avrebbe comunque fatto le sue scuse per quel comportamento deplorevole.

“Hey! Ciao!”

Volkov alzò lo sguardo distogliendo la mente da quei pensieri. Erano Rinoa e Selphie, si stavano avvicinando a lui a passo spedito, la ragazza mora aveva in mano alcuni libri.

“Dove stai andando?” chiese Selphie saltellando.

“Nella mia stanza, perché?”

“A cosa fare?” insistette lei. Il ragazzo si voltò in direzione di Rinoa in cerca di aiuto per uscire da quella conversazione, ma la ragazza si limitò a sorridergli.

“Vado a cambiarmi.”

“Perché?”

“Volevo andare ad allenarmi, e non mi sembrava il caso di andarci con l’uniforme. Non credi?” esclamò leggermente seccato.

I tre rimasero in silenzio a guardarsi in volto, poi Rinoa prese in mano la situazione “Io devo studiare per il prossimo esame. Non avendo i libri di testo sto cercando qualcuno che me li presti! Non è che ne avresti qualcuno?”

“Si, dovrei averli nella mia camera.” rispose Volkov facendo cenno alle due ragazze di seguirlo.

Quando furono di fronte alla stanza del ragazzo, Selphie e Rinoa notarono il tastierino numerico e lo osservarono perplesse.

“Potreste voltarvi?” chiese lui gentilmente . Le ragazze ubbidirono e Volkov inserì il codice, la porta si aprì di scatto.

“Aspettatemi qui per favore.” così dicendo entrò nella stanza.

Prima che la porta si richiuse le due diedero una sbirciata dentro, ma la luce non era accesa e le tapparelle erano abbassate, e quindi l’oscurità avvolgeva la camera.

Una volta dentro chiuse la porta, non voleva che qualcuno entrasse, tantomeno loro due. Velocemente si tolse l’uniforme ed indossò i suoi vestiti abituali: un paio di anfibi, dei pantaloni militari, una maglietta aderente, una camicia militare, dei guanti di pelle ed il suo lungo giubbotto; tutti i suoi capi erano rigorosamente neri. Prese tutte le sue armi, il suo accendino e le sue sigarette.

Dopodiché si mise a cercare i libri per Rinoa nella sua grande libreria a fianco della porta. Senza volerlo sentì le voci delle ragazze e mentre cercava si mise ad ascoltare cosa stessero dicendo.

 

“Io lo trovo simpatico! Tu no?” chiese Selphie.

“Simpatico… a dire il vero mi ricorda il vecchio e freddo Squall! Ma oltre a questo provo ancora quella strana sensazione, come se ci fosse qualcosa di strano in lui!” disse Rinoa riflettendo “Ma devo ammettere che è una persona interessante, non mi dispiacerebbe se entrasse nel gruppo!”

“Squall si arrabbierebbe!”

“Perché?” chiese la ragazza mora non capendo.

“Gli ruberebbe la parte del lupo solitario!” esclamò ridendo “Senza contare che nemmeno Irvine lo vede di buon occhio!”

L’espressione di Rinoa si fece seria “Vorrei parlarti di questo.” disse mettendosi le mani sui fianchi “Volkov ti piace?”

“R-Rinoa!” esclamò la ragazza sorridendo.

“Rispondimi!”

“Beh… è un bel ragazzo! Ma sai benissimo chi mi piace veramente!” disse Selphie arrossendo.

“Appunto per quello! Comportandoti così, lo farai odiare ad Irvine! Non è giusto che tu ti faccia vedere con Volkov per farlo ingelosire!”

“Non è vero!” rispose lei alzando la voce “Io non uso Volkov! Se mi trovo bene con lui non trovo perché non possa farci quattro chiacchiere! E poi se davvero piaccio così tanto ad Irvine, perché non me l’ha ancora detto?”

Rinoa sospirò e parlò con più calma “Lo sai che nonostante quel comportamento da donnaiolo è timido ed impacciato se la ragazza in questione sei tu! Dovresti farti avanti tu per prima, altrimenti diventerai vecchia aspettandolo!”

 

La porta si aprì di scatto e le ragazze sobbalzarono per lo spavento, si erano completamente dimenticate di lui. Lo guardarono dall’alto in basso, quell’abbigliamento le sorprese, nel Garden era solo Squall a vestirsi tutto di nero e secondo loro ora il nuovo arrivato assomigliava ancora di più al loro amico.

“Non ti sembrano eccessive?” chiese Rinoa riferendosi alle sue armi: aveva una lionheart sulla schiena, degli strani coltelli da lancio sulla gamba destra, un coltello da sopravvivenza poco sopra l’anfibio sinistro, e teneva in mano una lunga custodia nera.

“Non ho mai perso un combattimento con queste.”

“Comè luuunga! Cos’è?” chiese Selphie indicando la custodia.

“Questa…” disse estraendone una lunga spada dalla forma sinuosa “…era di mio padre.”

“Era? Te l’ha regalata?” chiese Selphie ammirando l’arma.

“No, è morto quando io avevo quattro anni.”

“M-mi dispiace… non lo sapevo!”

“Non importa, è successo molto tempo fa.” disse rimettendo la spada nella sua custodia.

“Scusa, ma quanti anni hai?” chiese Rinoa curiosa “E dove vivevi quando eri piccolo?”

“Perché queste domande?” chiese con un tono che alle due ragazze parve nervoso.

“Così, tanto per conoscerci!”

“Ecco, ho… diciassette anni. E vivevo a nord di Trabia, non molto lontano dal villaggio degli Shumi.”

“Anche noi abbiamo la tua età, a parte Quistis, Shu e Seifer che sono più vecchi di un anno.” disse Rinoa sorridendo, ma non capendo perché aveva impiegato tutto quel tempo a rispondere.

Volkov premette un tasto sul pannello di fianco alla porta, la quale emise un  segnale sonoro. I tre iniziarono ad avviarsi verso l’uscita del dormitorio, uno diretto al centro addestramento, una in biblioteca e l’altra al giardino.

Arrivati nella hall si apprestarono a dividersi.

“Tieni. Credo possano esserti utili.” disse porgendogli  alcuni libri.

La ragazza li osservò per un po’ ed alzò lo sguardo verso il ragazzo “Hanno l’aria di essere decisamente vecchi! Sono tuoi?”

“Si… cioè, erano di mio padre!”

Nuovamente le ragazze notarono la tensione nel tono di voce di Volkov. Senza badarci Rinoa allungò la mano libera per prendere i libri, la sua mano tocco quella del ragazzo.

La ragazza lanciò un grido fortissimo, tirandosi indietro facendo cadere tutti i libri; tutte le persone presenti nella hall si voltarono a vedere da dove provenisse l’urlo cercando di capirne la causa.

“Cos’hai Rinoa?” urlò Selphie preoccupata per l’amica.

Rinoa restò in silenzio alcuni secondi, poi sembrò riprendersi “Non è niente stai tranquilla!” disse con tono poco convincente.

“Non ti ho mai vista così spaventata!”

“Stai bene?” chiese Volkov chinandosi per raccogliere i libri.

“S-si.” rispose la ragazza chinandosi a sua volta “Ogni tanto i miei poteri mi fanno dei brutti scherzi!”

“Allora è vero… è una strega!” pensò Volkov porgendo alla ragazza i libri che aveva raccolto.

Rinoa sembrò esitare di fronte al ragazzo, dopo alcuni secondi si decise e afferrò velocemente i libri “Grazie!” disse cercando di sorridergli “Ora è meglio che vada a studiare!” e si allontanò a grandi passi.

Selphie era sconvolta, non aveva capito assolutamente nulla di ciò che era successo, si voltò verso Volkov ma la stava guardando a sua volta con un’espressione interrogativa.

I ragazzi che si erano avvicinati si erano avvicinati per vedere cosa stesse succedendo avevano lasciato perdere ed erano tornati alle loro occupazioni. La ragazza castana si diresse con Volkov verso il centro addestramento.

“Non dovevi andare in giardino?”

“Sei qui da poco e già conosci bene il Garden? Io ho impiegato un bel po’ per abituarmici!” disse con un ampio sorriso “Comunque volevo solo accompagnarti per un pezzo.”

Volkov iniziò a domandarsi perché la ragazza aveva tutto quell’interesse per lui.

“Tilmitt!” chiamò una voce alle loro spalle, si voltarono e videro Irvine con uno sguardo a dir poco serio “Shu ti sta cercando, deve dirti qualcosa di importante per il festival.”

La ragazza se ne andò salutando con un cenno Volkov, trascurando Irvine. Il ragazzo si chiese perché l’avesse chiamata per cognome, era veramente geloso del fatto che Selphie parlasse con lui?

“Salve Irvine.” disse il ragazzo vestito di nero voltandosi per raggiungere il centro addestramento, aveva perso fin troppo tempo.

“Stai lontano da Selphie!” esclamò il ragazzo dai capelli lunghi.

“Di cosa stai parlando?” chiese lui senza fermarsi ne voltarsi.

“Ti ho detto di lasciarla stare!” così dicendo si avvicinò a Volkov con l’intenzione di afferrarlo per un braccio, ma lui fu più veloce: lasciò cadere la custodia con la spada, si mise una mano dietro la schiena all’altezza della cintura, impugnò la sua pistola e la puntò alla testa del ragazzo vestito da cowboy.

Irvine restò pietrificato, come se gli avessero lanciato un incantesimo.

“C-che vuoi fare?” chiese restando immobile.

“Si può sapere che diavolo vuoi da me?” chiese Volkov con un’espressione impassibile. Nel frattempo si stavano radunando sempre più studenti intorno ai due, tra i quali anche Zell che si fece largo tra le matricole.

“Che sta succeden…” chiese bloccandosi nel vedere la scena “Che stai facendo?” urlò correndo verso il ragazzo con la benda, ma dovette fermarsi per via della lionheart puntata alla gola.

Nel frattempo sopraggiunsero anche la dottoressa Kadowaki e Quistis, incuriosite da tutta la folla riunita lì attorno, si avvicinarono e spalancarono la bocca per lo stupore.

La scena era impressionante: Volkov puntava una pistola sulla fronte di Irvine, il quale non ne capiva il motivo ed era piuttosto impaurito, e contemporaneamente minacciava di tagliare la gola a Zell se si fosse mosso anche di un millimetro; nessun altro osò avvicinarsi.

“Volkov, non fare cose di cui potresti pentirti!” gli disse con calma la dottoressa, non capendo da cosa fosse partito tutto.

“Per favore, nessuno si intrometta.” disse il ragazzo rivolgendosi poi ad Irvine “Ti riformulo la domanda: cosa vuoi da me?”

“Che lasci stare Selphie!” disse tutto d’un fiato, anche se un po’ meno convinto di prima.

“Io non ho alcun interesse nei suoi confronti.”

“Ma se siete sempre attaccati!”

“Sempre? Sono qui da stamattina. Ma dimmi, la cosa ti da così fastidio?” chiese con una voce neutra, senza alcun sentimento.

“Si.” fu l’unica risposta di Irvine.

“E perché?”

Il ragazzo non rispose ed abbasso lo sguardo.

“Ti ho chiesto perché.” disse Volkov abbassando il cane della pistola, sempre puntata sulla fronte del ragazzo.

“Perché la amo! Da sempre! E non sarai tu a portarmela via!” urlò infuriato Irvine tirando un colpo al braccio del ragazzo facendo cadere la pistola.

Il cowboy cercò di tirargli un pugno ma lui lo schivò; lasciando cadere la lionheart che bloccava Zell, tirandogli un calcio ad una gamba facendolo cadere, gli fu sopra estraendo il suo coltello e puntandoglielo alla gola.

Per la seconda volta Irvine fu sconcertato dalla rapidità dei movimenti di Volkov, come del resto tutti i presenti.

Zell cercò di intervenire, ma la dottoressa lo fermò e gli fece cenno di no con il capo. Conosceva il ragazzo e sapeva che non avrebbe mai fatto del male ad Irvine.

“E perché non glielo dici?” chiese Volkov non cambiando espressione.

“…il tuo obbiettivo sin dall’inizio era di dirmi questo?”

“Già.” rispose lui alzandosi e raccogliendo le sue armi sparse a terra.

Irvine si alzò a sua volta, si sentiva un vero idiota. Aveva dovuto dirglielo un nuovo arrivato che se fosse andato avanti così l’avrebbe persa sul serio la sua Selphie!

“Io ti ho trattato male, mentre tu mi hai aperto gli occhi! Puoi scusarmi?” chiese il ragazzo imbarazzato per la figuraccia fatta di fronte a tutte quelle persone.

“Non c’è problema. Anzi sono lusingato…”

“Lusingato? E per cosa?” chiese Irvine non comprendendo il senso di quell’affermazione.

“Si è gelosi di una persona soltanto quando se ne invidia il fascino.” disse Volkov avviandosi verso il centro addestramento; al suo avvicinarsi gli studenti si scansavano, come se ne avessero paura. Cosa che in fondo poteva essere veritiera.

La dottoressa scosse la testa sorridendo “Non è cambiato per niente!” pensò avvicinandosi a Zell per vedere se la lama l’avesse ferito, ma fu un controllo inutile, conosceva l’abilità del ragazzo e sapeva che non avrebbe torto un capello ai due.

“Devo fare rapporto al preside?” chiese Quistis incrociando le braccia.

“Non è necessario, in fondo non ha fatto del male a nessuno, anzi…” disse la donna pensando che, anche se avesse fatto rapporto, il preside non avrebbe preso provvedimenti di alcun genere.


  
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