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Autore: cheekbones    30/12/2011    7 recensioni
Quando suonò la campanella allargò il sorriso, aspettando che Calliope uscisse.
La vide immediamente: i suoi capelli rossi e la pelle lattea spiccavano su tutti gli altri. Spesso si domandava cosa avevano quegli adolescenti in testa, per escluderla in quel modo, visto che era bellissima - e sentiva chiaramente l'effetto che questa faceva ai ragazzi quando gli passava solo di fianco. Era la superstizione che bloccava la maggior parte degli esseri umani a tenere lontane le Cumberbacht. Ma se quella stessa superstizione teneva lontani i maschi da Callie, a lui andava più che bene.
- Ma non era geloso, era solo questione di principio.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Callie
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Callie


Non fu però il padre ad accorgersi per primo che la bambina si era trasformata in donna. Raramente accade. Quel mutamento misterioso è troppo sottile e troppo graduale per poterlo misurare in base alle date. E la fanciulla stessa lo ignora più di chiunque altro, fino a quando un'intonazione di voce o il tocco di una mano le fanno balzare il cuore in petto e capisce, con un misto di orgoglio e di timore, che una nuova, più ampia natura si è risvegliata in lei. Pochi dimenticano quel giorno, o non rammentano il banale incidente che annunciava l'alba di una nuova vita

(A. C. Doyle - Uno studio in rosso)



Quando hai diciassette anni e nove mesi, quando hai i capelli eccessivamente rossi, quando sei eccessivamente pallida e hai gli occhi eccessivamente azzurri, la tua vita decisamente non può essere semplice. Soprattutto se ti chiami Calliope Ophelia Cumberbacht, la tua famiglia è di origini irlandesi e vivi ad Edimburgo con una madre nevrotica, un cane che fa il Morto e una nonna che pratica la magia.
Non che Callie si lamentasse, certo.
Viveva in una città dove si intrecciavano molte culture e molte storie, c'era chi stava peggio di lei. O almeno così supponeva, visto che la maggior parte dei suoi compagni di scuola preferiva non rivolgerle la parola - la maggior parte delle volte la beccavano a parlare da sola. Il problema, poi, non stava neanche tutto lì: volendo, poteva anche piacere alle persone, solo che non voleva. Tutti la prendevano in giro perchè era quella strana, che viveva nella casa strana, con gente strana. Cielo, che viveva con gente strana era vero!, primo fra tutti il cane.
Ma questo è un altro discorso. Quindi, la vita di Callie, verteva sull'isolamento sociale, sulla stramberia e sulla magia.
Approndire l'argomento non serve, visto che non c'è molto da dire: sua nonna e sua madre sono streghe, di conseguenza lo è anche lei. Fanno tanti abracadabra tante pozioni divertenti e a casa loro c'è sempre tanto movimento.
Ecco, il Movimento è esattamente il problema di Calliope Ophelia Cumberbacht: certe volte le piacerebbe studiare senza avere fantasmi e/o zombie intorno - era troppo chiedere a sua nonna di tenere fuori dalla porta i folletti catturati in giro.
Che poi, si chiedeva sempre, perchè proprio la sua famiglia doveva occuparsi di proteggere la magia agli occhi degli esseri umani, non c'erano mica solo loro. Sapeva con sicurezza che il figlio del sindaco si era fatto una vampira lo scorso febbraio - ebbene si, i gossip arrivano perfino a lei. Quando era bambina, il tutto risultava addirittura divertente; ma dopo circa centosessanta esplosioni e segreti a palate, Callie desiderava che, almeno per una volta, tutto andasse normalmente.
"Se per caso bussano, non aprire" l'avvertì sua nonna, entrando in camera sua. Callie annuì, mentre tentava di approcciarsi alla trigonometria.
Sua nonna Ophra era stata molto bella in gioventù, tremendamente somigliante a sua nipote. Ora i capelli rossi si erano sbiaditi e le rughe facevano capolino su tutto il suo viso; Ophra cercava di mascherare lo scorrere del tempo con molto trucco e pochi vestiti sobri, attirando decisamente l'attenzione. "Il miglior modo di nascondere la propria identità, è sbandierarla ai quattro venti! Gli umani sono più stupidi del normale!" borbottava sempre, indossava i suoi Sari, i suoi vestiti indiani e i suoi turbanti.
"Perchè?" chiese Callie, dopo essersi voltata spaventata.
"Potrebbero essere Cimonè e la sua famiglia. Non dobbiamo più dargli da mangiare!" la vecchia signora scosse la testa e chiuse la porta dietro di sè. Callie la guardò male, immaginando i poveri Elfi fuori al freddo e senza cibo - neanche fossero gatti randagi.
"Non ti crucciare, cara Calliope. Tanto sappiamo entrambi che li sfamerà lei" ridacchiò una voce melliflua e cadaverica.
La ragazza si voltò verso la figura evanescente e pallida di Arthur Conan Doyle.
"Tu dici, zio Artie? A volte la nonna mi preoccupa!" scosse la testa la ragazza, mordicchiando la penna.
"A me preoccupa sempre. E ora finisci i tuoi compiti!"
Callie alzò gli occhi al cielo, rimpiangendo il fatto di aver evocato proprio lui: zio Artie era il fantasma di casa, sebbene non fosse proprio legale tenersi un fantasma a vita. Arthur Conan Doyle, lo scrittore che aveva dato vita a Sherlock Holmes, ai suoi tempi, era stato un grande studioso di paranormale e, da bambina, Callie adorava i suoi racconti sfiziosi sui fantasmi.
All'età di nove anni aveva chiesto a sua nonna, come regalo di compleanno, di evocare il fantasma dello scrittore. Peccato che non se ne fosse più andato, legato intimamente alla casa e a Calliope stessa. Sì, era infestata e la cosa le dava enormemente fastidio, alcune volte.
"Vado a farmi un giretto" biascicò dopo un pò il fantasma.
"Torna in orario e non fare tardi!" gli urlò, prima di vederlo sparire oltre la finestra. Certo, se ne stava andando al museo, dove c'era una sua statua di cera; oppure alla statua in suo onore, in fondo Edimburgo era la sua città.
Calliope chiuse il quaderno e si stiracchiò. La casa era stranamente vuota; o almeno così credeva. Scese al piano di sotto, intenzionata a prendersi una fetta di torta. La casa di proprietà dei Cumberbacht era immersa nel verde della campagna scozzese, per la gioia di sua madre, debole di nervi. Così, dalla cucina, poteva vedere le verdi lande desolate del suo paese e stranamente le loro pazzie davano nell'occhio - i contandini non ci facevano mai caso.
"Merda!" battè un piede per terra, dopo aver aperto il frigorifero. La torta di mele era sparita.
"Cattiva ragazza! Non si dicono le parolacce" Callie non si preoccupò neanche di voltarsi.
"-Fanculo! Non si fa così! Ma tu non hai nessuno da rendere cattivo? Che so, un rapinatore di banche...?" sbuffò, inserendo la testa nel frigorifero.
"Così mi offendi, Ophelia!" Donn rise, provocando in Callie una rabbia cieca. Si voltò finalmente verso di lui, incrociando le braccia al petto.
"Che vuoi?"
"Niente, ero venuto a trovare tua nonna, mi piace chiacchierare con lei"
"E' uscita" digrignò i denti. Donn piegò lievemente la testa e le sorrise teneramente. "Sei carina quando ti arrabbi"
"Fottiti"
"Mamma mia!" alzò le mani, in segno di difesa e scoppiò a ridere. "Non c'è nemmeno tua madre?"
"No! Si può sapere cosa ti serve?"
"Cosa può servire ad un demone?!" le fece l'occhiolino.
Donn, per la tradizione, era un demone conosciuto come Padre del popolo irlandese. Callie non sapeva - e non voleva sapere cosa ci fosse di vero in quella storia, anche perchè Donn non aveva l'aspetto di uno vecchio come Dio, ma piuttosto di un modello di Abercrombie.
Sua nonna l'aveva messa sempre in guardia dai demoni - esseri semi divini, talvolta buoni, talvolta cattivi.
Peccato che nessuno avesse ancora capito se Donn fosse buono o cattivo. Callie era propensa per la seconda opzione, stronzo com'era. Gli piaceva girare per casa loro, "non posso evitare l'unica famiglia magica irlandese nell'Universo!", e, in particolare, amava infastidire Callie.
Tanto per tornare al concetto di - troppo movimento in questa casa.
Dopo il fantasma di Arthur Conan Doyle, Donn era sicuramente la seconda piaga della famiglia Cumberbacht.
"Non te lo do il mio sangue" gli lanciò addosso un panno della cucina.
"Tranquilla, Calliope. Ero venuto per un manoscritto, niente di che" alzò le spalle.
"Sta succedendo qualcosa?" Callie ridusse gli occhi chiari a due fessure indagatrici.
Donn soppesò l'idea di dirglielo, poi prese un muffin dalla credenza. "Sto avvertendo strane... robe"
"Del tipo!?" la ragazza gli strappò il muffin di mano.
"Del tipo, Loquerion!" le fece una smorfia, riprendendosi il muffin al cioccolato.
Callie mollò la presa, stupita. Loquerion era un altro demone della migliore tradizione irlandese ma, a quanto ne sapeva, era stato rinchiuso per crimini contro l'Umanità. In fondo, i demoni erano a metà tra le Divinità e gli esseri umani, quindi
anche loro soggetti a punizioni.
"Ma non era... passato a miglior vita, rinchiuso chissà dove?"

"Così pareva. Comunque io vado, appena tornano le due megere, fammi uno squillo, ok?" stava per andarsene, quando: "Ah... Calliope?" si voltò, guardandola diabolico.
"Si?"
"Adoro il tuo reggiseno rosso!"
"Porco!" strinse il pugno e dalla sua mano partirono pericolose scintille infuocate. Ridendo, Donn uscì di casa. Non era la prima volta che la spiava mentre faceva il bagno e ciò la portava a pensare che fosse una specie di sociopatico, senza reale autostima. Purtroppo per lei.
Per concludere, se ti chiami Calliope Ophelia Cumberbacht e sei di Edimburgo, sei una strega e come fantasma di casa hai Arthur Conan Doyle, la tua vita non è per niente facile, tantomeno se ti immischi negli affari della polizia.



















Maia in Wonderland says:


Prologo di una storia che, non solo mi diverte molto, ma a cui pensavo da tempo XD
Fatemi sapere u.u

-> Informazioni:
- Arthur Conan Doyle*
- Demoni
- Donn
- Loquerion = demone appartenente al folklore irlandese.

* Per il fantasma di Callie, mi serviva una figura che io stessa conoscevo bene. E, visto che è uno dei miei scrittori preferiti (a parte Holmes, ci sono i suoi racconti sul paranormale che sono superbi!, - La scelta del fantasma, per esempio-... in più è scozzese, nato proprio ad Edimburgo - di cui mi sono innamorata dopo averla visitata-. Ci sono evidenti tracce della cultura irlandese - un popolo fantastico, sono stata anche lì XD. Prima o poi ci andrò ad abitare!- Ad ogni modo, la Scozia e l'Irlanda sono i paesi più magici del mondo e dopo averli visti ho capito perchè :) )

  
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