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Autore: Directioneravita    02/01/2012    2 recensioni
-Qual'è il tuo sogno più grande?- mi chiese Giovanni.
-Adesso vuoi sapere troppe cose!- esclamai io scherzando.
-No,dai veramente.- insistette.
-Sogno un mondo a colori.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
L'unico colore che potevo vedere era il nero. Ma non lo definivo un colore,perchè non mi trasmetteva emozioni,non mi dava soddisfazioni. Anzi delle emozioni me l'emanava,le più brutte,le più sgradevoli,le più dolorose. Per esempio alla morte di qualcuno,s'indossa il nero. Perchè annuncia la mancanza di una persona cara,ovvero il vuoto che si crea dentro il cuore senza quell'individuo.
Bene,non avevo la possibilità di conoscere il mondo con gli occhi,di sapere il colore che volevo indossare. Non avevo la possibilità di amare un ragazzo,perchè non sapevo come vederlo. Non avevo neanche la possibilità di conoscere un'amica,perchè non mi accettava,perchè non poteva fare nulla con me. Non avevo la possibilità di vedere,di sapere,di mandare emozioni,di guardare,di sentire con gli occhi.
Ma non è sempre come ti aspetti,perchè proprio questo avvenimento successe in base ad un mia scelta,una scelta che ha cambiato tutta la mia vita.
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Capitolo 1.
Questa mattina era calda,non come le altre, perciò sentivo i caldi raggi di sole accarezzarmi la pelle.
Era ufficialmente iniziata l'estate.Adoravo l'estate, mi rendeva felice.
-Buongiorno amore- disse mia madre ponendomi un cornetto.
-Ciao- dissi io,cercando di sedermi sul divano.
Con mia madre ho sempre desiderato un legame più intimo,cioè da amiche.
Tipo come 'Una mamma per amica' a cui confidi tutti i segreti,ma non ci riuscivo.
Ogni cosa che dicevo lei la basava su uno scherzo,quindi le tenevo per me.
Squillò il telefono di casa.
Cercai il telefono con le mani ma non lo trovai allora me lo porse mia madre che dolcemente mi fece una carezza.
-Pronto?!- risposi.
-Ciao bella! Sono zia Valentina. Mi passi mamma?- disse mia zia col suo tono sempre allegro.
-Certo!- Porsi il cellulare a mia madre e,facendomi aiutare da mio padre, andaii in camera mia dove mi distesi sul letto.
Le mie giornate d'estate erano vuote.
Non avevo molte cose da fare come in inverno.
In inverno andavo a ''scuola'',andavo a fare compere con mia madre,andavo dal dottore,invece d'estate no.
-Tesoro- entrò mia madre.
-Mamma!- urlai spaventata.
-Tua zia ha detto che a Roma ci sono dei gruppi estivi proprio per quelli come te- disse insicura.
-Mamma lo so,per ciechi. E allora?- chiesi io.
-Ha detto se vorresti andare da lei-
Rimasi a bocca aperta. Non risposi e mia madre andò di là capendo che avevo bisogno di tempo per decidere.
Mia madre aveva paura di dire la parola 'ciechi,cieca,cieco' etc. perchè sapeva di ferirmi,ma era la verità e dovevo pur accettarla.
Risi. Forse perchè avrei trovato il modo per riempire queste calde giornate d'estate,avevo trovato una nuova avventura nel mio mondo nero.
-Kalì,dove sei?- chiesi invano.
E sentii abbaiare fuori alla porta,quindi,con molta attenzione, aprii la porta alla mia Labrador e le misi il collare.
-Portami in giro,su!- e aggiunsi -Ciao mamma,andiamo a fare una passeggiata!-
-Ciao Kalì,ciao Elisa- disse chiudendo la porta mentre noi ci dirigevamo verso il parco.
Kalì era la mia labrador,ovvero il mio cane.
Lei mi portava a spasso nella città facendomela conoscera anche solo annusando i vari odori e i vari rumori,anche quelli sgradevoli.
Lei era l'unica amica che avevo e mi accontentavo,perchè mi accettava così com'ero e mi voleva bene.
Andammo al parco,passeggiammo a lungo tra gli enormi alberi che facevano da tetto ad ogni piccolo vicolo che sbucava tra quel piccolo e meraviglioso bosco.
Il sole si faceva sempre più luminoso,lo sentivo quando i suoi raggi picchiettavano sul mio pallido viso.
Mi inchinai vicino al muso di Kalì e pronunciai testuali parole -Ci vorrebbe proprio una vacanza,vero Kalì?! Allora si va a Roma?!-
Alle mie due domande lei,col suo tono da cagna fedele, abbaiò e io le accarezzai le orecchie.
Tornammo a casa dove mio fratello maggiore ci accolse felicemente.
-Elisa! Dove sei stata?- chiese leggermente preoccupato.
-Al parco,Ale.-
-Ok- mi avvolse in un abbraccio e aggiunse -ho saputo che a Roma ci sono dei gruppi estivi..-
Volevo contrabbattere,ma lui mi fermò e continuò -..ci vengo anch'io se ci vai.-
Sorrisi,adesso sì che ero felice.
Volevo tanto lui accanto a me,la persona che c'è stata sempre dopo i miei genitori,la persona che mi ha sempre ritenuto una scassapalle ma mi ha sempre voluto bene.
-Allora ci vai?- chiese
. E io incredula per la risposta che stavo dando risposi -Si,e dovete venire anche tu e Kalì!- Kalì venne abbaiando cercando qualcuno che la coccolasse,allora mentre la riempievamo di carezze prendemmo una decisione che avrebbe cambiato la nostra estate.
  
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