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Autore: Harira    02/01/2012    3 recensioni
Si avvicina il compleanno di Zaraki e la nostra Rukia ha una grande responsabilità: assicurarsi, su ordine di Byakuya, che Ichigo non diserti i festeggiamenti.
Ma la piccola Shinigami ha anche un altro grande progetto: vuole conquistare il cuore di Ichigo e, per farlo, è veramente disposta a tutto.
Seguito di "Happy Birthay Rukia-chan!"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Incredibile che mi fossi quasi lasciata scoprire in quel modo!
Ichigo era già abbastanza perfido nel prendermi in giro per i miei disegni, chissà che avrebbe detto di me scoprendo che non avevo mai messo piede in una cucina!
In verità, non ne ho davvero mai avuto l’occasione.
Quando vivevo nel 78° distretto non aveva cibo nemmeno per sfamarmi, di certo non potevo permettermi il materiale per una torta.
Da quando avevo incominciato a studiare per diventare Shinigami, poi, mi ero concentrata soltanto sull’allenamento e a casa di Byakuya-nii-sama nessuno mi avrebbe mai permesso di entrare in cucina.
Byakuya lo avrebbe trovato assurdo e la servitù me lo avrebbe impedito con la forza, sentendosi spodestata dal proprio compito.
Per loro è un dovere e un piacere occuparsi di Byakuya-nii-sama e di me e controllare che abbiamo sempre tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Se avessi detto loro di aver bisogno di una torta, me ne avrebbero certamente fatta loro una molto al di là delle mie possibilità.
Perciò, insomma, non avevo proprio idea di che cosa occorresse per fare una torta di quel genere, o di qualsiasi altro.
Per fortuna ero riuscita ad andarmene con una scusa prima che Ichigo potesse scoprirlo, ma aveva comunque promesso di venire al compleanno di Zaraki soltanto se ci fosse stata una torta come quella ed io avevo promesso a Byakuya-nii-sama che Ichigo sarebbe stato presente, perciò dovevo trovare un modo per presentarmi a quel compleanno con quella dannata torta, che era poi l’unico modo per presentarmi anche con Ichigo.
E poi, conoscevo bene lo Shinigami Daiko.
Non avrebbe mai permesso che la questione cadesse in quel modo, ma avrebbe continuato ad interrogarmi riguardo alla torta fino a smascherare la mia fuga non troppo celata dalla sua cucina.
Orihime era famosissima per la sua creatività culinaria, non potevo certo fare la figura di qualcuno che non sa neppure mettere insieme una semplicissima torta al cioccolato!
Oramai, prima che potessi far qualcosa per impedirlo, era diventata una questione di vita o di morte.
Se volevo portare Ichigo alla festa, salvami la faccia di fronte a lui e di fronte a mio fratello, dovevo ad ogni costo preparare quella torta!

Il problema era che non conoscevo nessuno che sapesse fare torte nella Soul Society.
Di sicuro mio fratello non aveva alcuna esperienza in cucina, appunto perché era stato straviziato dalla servitù, perciò ero praticamente certa di non poter contare sul suo aiuto.
Inoltre, probabilmente, mi avrebbe dato della pazza per il volermi imbarcare in un’impresa simile e avrebbe trascinato Ichigo alla festa di Zaraki con la forza, se necessario.
In verità, non potevo permettermi di lasciare che Ichigo scoprisse quanto ero imbranata in cucina.
Se si vuole conquistare il cuore di un ragazzo, passare per il suo stomaco è sicuramente una delle vie più semplici e sicure, specialmente se si tratta di Ichigo Kurosaki.
Restava il problema che non sapevo a chi poter chiedere di aiutarmi e quindi, sentendomi in missione speciale, mi venne naturale cercare aiuto dove sapevo che avrei trovato, per lo meno, un po’ di sostegno morale.
Da sempre, potevo contare su almeno un complice, che si imbarcasse con me in qualsiasi impresa, per strampalata che fosse.
Quando si soffre la fame con qualcuno, è difficile che non si formi un legame.
Perciò, pur sapendo che non poteva avere alcuna idea su come fare una torta, mi incamminai verso l’ufficio di mio fratello alla ricerca del mio complice numero uno: Renji.
La sede della Sesta Divisione si presentava, come sempre, estremamente in ordine e silenziosa (ben diversa dagli edifici di alcune altre Divisioni, davvero confusionari).
Byakuya-nii-sama ha sempre avuto una sensibilità particolare nei confronti dell’ordine e della pulizia e detesta il troppo rumore, specialmente quando è al lavoro.
Giustamente, ritiene che la confusione porti a lavoro impreciso e faticoso e quindi esige molta disciplina dai suoi sottoposti.
Tutto questo, ovviamente, è largamente condivisibile ed ammirabile ma rende molto divertente che sia proprio Renji il suo primo sottoposto, nonché quello con cui condivide l’ufficio, perché non conosco una persona meno ordinata e silenziosa di lui.
Per prima cosa, Renji ha un respiro eccezzionalmente rumoroso. Non che respiri in modo improprio, semplicemente il suo respiro è molto intenso e si fa sentire.
Il fatto che già il suo respiro sia rumoroso la dice parecchio lunga su quanto possa essere silenziosa qualsiasi altra sua azione.
Per seconda, Renji è la persona più disordinata del mondo.
Quando vivevamo nel Rukongai e non possedevamo praticamente nulla, Renji riusciva comunque a tenere in disordine quelle tre cose che possedeva.
Questo fatto basta da sé per immaginare cosa possa combinare con pile di documenti che vanno tenuti in un certo ordine e compilati in modo diverso.
All’epoca dei fatti che sto raccontando avevo già perso da tempo il conto delle volte che Byakuya-nii-sama si era lamentato di fronte a me del perenne disordine in cui viveva Renji e degli infiniti errori che erano stati commessi nel suo ufficio a causa di quell’indole del suo tenente.
Quel pomeriggio, quando arrivai alla Sesta Divisione, l’ufficio di mio fratello e di Renji era estremamente silenzioso. Per fortuna non ero arrivata nel mezzo di una ramanzina, sarebbe stata la cosa più imbarazzante del mondo!
Bussai alla porta stando attenta ad essere molto delicata ed aspettai che mio fratello mi concedesse di entrare.
Nel vedermi, Byakuya-nii-sama inclinò in modo appercettibile le labbra in un sorriso.
Quando si trovava solo con me non si faceva problemi a manifestare apertamente di essere contento di vedermi producendo un sorriso vero e proprio, ma (non ho mai capito perché) di fronte a Renji questa cosa è sempre stata considerata un tabù insormontabile.
Salutai entrambi e mi scusai per il fatto che li stavo palesemente disturbando in orario di lavoro.
Byakuya scosse leggermente la testa.
-Cominciavo a sospettare che Renji avesse bisogno di una pausa- commentò, sfogliando alcuni documenti.
Renji rimase a fissarlo, in attesa che dicesse qualcosa d’altro.
-Puoi prenderti una pausa di cinque minuti, Renji. Esci pure a fare due passi con Rukia, mi sentirò più tranquillo se ci sarà lei a controllare che tu ritorni puntuale.-
Sapevo bene che Byakuya usava quel genere di scherzosi rimproveri per divertirsi alle spalle di Renji, ma lui continuava a ritenersi messo in croce dal mio Nii-sama e, come sempre, produsse una strana smorfia con il suo bel viso tatuato, alzandosi goffamente dalla sedia e venendomi incontro.
Mi congedai da Byakuya con un inchino e lui sorrise, questa volta apertamente, approfittando del fatto che Renji gli desse le spalle, mimando con le labbra le parole “a stasera”.

-Una torta?!- gridò Renji, palesemente sollevato dal non dover più bisbigliare nel silenzio zen dell’ufficio.
-Non gridare!- lo ammonì subito.
Volevo aiuto, ma non desideravo che tutta quanta la Soul Society sapesse che cosa stavo combinando.
-Devi aiutarmi, Renji. Non so come si fa, non so dove prendere gli ingredienti e dove rimediare una cucina!-
Renji sembrava divertito dalla questione e si offrì di aiutarmi.
-Non ne so niente di torte, Rukia, ma forse ho in mente chi potrebbe aiutarci.-
-E chi?- domandai, entusiasta e curiosa.
-Una volta Ikkaku-san si è ubriacato di brutto e mi ha raccontato questa storia assurda su di lui e Yumichika che cucinavano una torta per uno spirito di un pasticcere a Karakura. Mi sembra di ricordare che anche quel piccoletto della Quarta fosse rimasto in mezzo a questa faccenda. Non ricordo bene i dettagli, ma penso che valga la pena andare a fargli una visita, no?-
Sorrisi soddisfatta.
Non sembrava una storia particolarmente attendibile, ma era pur sempre meglio del nulla che avevo in mano prima, no?
-I cinque minuti sono quasi passati, però- commentai, dando un’occhiata all’orologio.
Renji sospirò.
-Chiederò al Taicho il permesso di uscire un po’ prima dall’ufficio, se rieso a finire tutto il lavoro con un po’ di anticipo, e potremo andare alla Undicesima a chiedere ad Ikkaku-san di questa cosa della torta.-
Annuì, contentissima di quell’idea.
Renji mi sorrise.
-Se dopo questa cosa Ichigo non si accorge di piacerti, non so davvero come potrai fare a farglielo capire!- commentò, avviandosi verso l’ufficio e lasciandomi spiazzata.
Non avevo mai confessato a Renji di provare dei sentimenti per Ichigo e lui non aveva mai dato a vedere di aver capito qualcosa prima di allora.
Insomma, ne sapeva molto di più di quel che voleva dare a vedere!
Sperai che non fosse così evidente e che Byakuya-nii-sama non si fosse accorto di nulla.
Poi, come difesa contro la vergogna, rivolsi il mio pensiero ai nostri potenziali alleati dell’Undicesima Divisione.
Che Ikkaku-san avesse fatto una torta mi sembrava davvero paradossale, ma dovevo fidarmi almeno un po’ di Renji, visto che era stato così gentile da aiutarmi.
In ogni caso, avrei scoperto la verità di lì a poche ore.
  
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