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Autore: Dopedofoned    03/01/2012    1 recensioni
Un doppio legame e una guerra imminente. Il destino di tutti è nelle mani di una ragazza speciale. Ma per salvare le persone che ama dovrà prima ritrovare quelle del suo passato !
(La storia a un che di Eclipse ma con diversi personaggi ! Spero che vi piaccia !)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
Capitoli:
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Ciao !
Si, sono dinuovo qua !
Ho deciso di mettere anche il secondo capitolo perchè non sapevo se sarei riuscita a postarlo più avanti !
Comunque ...
Vi lascio leggere in santa pace !
Ci sentiamo in fondo !




          2 - Tommas



Che cosa ero ?
Cercavo una risposta ma ... niente.
Solo confusione e desiderio di sapere e di conoscere il mio passato.
Sentivo che avrei voluto piangere ma le lacrime non scendevano.
Non potevo piangere e questo mi frustrava.
All’improvviso senti un rumore diverso da quelli che venivano dai corridoi.
Era un fruscio di vestiti mossi dall’aria e un rumore di passi che sfioravano leggermente il pavimento come se lo stessero accarezzando. La porta della stanza si aprì e si richiuse talmente in fretta che nessuna persona nel corridoio lo sentì.
Il mio corpo avvertì il pericolo e reagì di conseguenza.
Mi girai velocissima, talmente veloce che la stanza avrebbe dovuto offuscarsi ma non fu così.
Serrai i denti e feci uscire tutta l’aria che avevo nei polmoni che si trasformò in un ringhio aggressivo ma la cosa non mi sembrò strana. Ormai ero abituata alle mie anomalie da quando mi ero svegliata dalla mia presunta morte.
Ed ecco davanti a me un altro angelo dagli occhi rossi scarlatti come le fiamme dell’inferno.
Era poco più alto di me e i vestiti lasciavano intravedere un fisico scolpito.
Aveva dei capelli corti e arruffati di un biondo cenere.
Alla luce del neon la sua pelle brillava come se fosse ricoperta di diamanti.
Anche lui come me era sulla difensiva ed emise un ringhio in risposta al mio.
Restai ferma ad aspettare che l’angelo davanti a me facesse o dicesse qualcosa.
Nello stesso momento la mia mente si era divisa in piccole parti che analizzavano ogni singolo movimento ma questo non mi provocò nessun fastidio.
Dopo mezzo minuto l’angelo si rimise in posizione retta e mi guardò affascinato e dopo pochi secondi comparve un sorriso nel suo volto.
Lo guardai cercando di capire perché mi stesse sorridendo.
“Ho fatto bene a trasformarti ! Mi sarai molto utile.” disse senza smettere di sorridere.
Mi rimisi in posizione retta pure io ma rimanevo lo stesso sulla difensiva.
L’angelo cominciò a girarmi in torno scrutandomi con il suo sorriso che si estendeva nel viso pallido come la luna.
Si fermò davanti a me e chinandosi in avanti mi prese la mano e la baciò. Le sue labbra che sembravano scolpite nel marmo al contatto erano lisce come la seta.
“Sono proprio maleducato !” disse lasciandomi la mia mano e rialzandosi “Io so chi sei tu ma ... non credo che tu mi conosca : il mio nome è Tommas. Mi definisco ... come dire ... il tuo creatore !”
Il mio creatore. Cosa voleva dire ? Che era stato lui a farmi diventare l’essere non umano che sono ora ?
“Come il mio ... creatore ? Il creatore di cosa?  Cosa sono io ?” gli chiesi non capendo il senso delle sue parole.
“Mia cara Angelie ! Tu sei un vampiro !”
Un vampiro. Cos’era un vampiro ?
“Che cos’è un vampiro ? Che differenza c’è tra un essere umano ?” Le mie parole mi uscirono quasi come un ringhio che riuscì a stento a trattenere.
Tommas scoppiò a ridere ma più che una risata divertita sembrava che mi stesse prendendo in giro.
“NON C’È NIENTE DA RIDERE !” precisai.
Sentivo che avrei potuto perdere il controllo ma cercai di mantenere la calma però non potei impedirmi di ringhiare e a quel punto la sua risata finì.
“Scusami. A quanto pare non ricordi nulla ! Hai perso la memoria !” e a quelle parole il suo sorriso scomparve.
“All’ora dovrò spiegarti tutto. Ma .... non qui !” e si girò verso la porta.
C’erano delle persone, tre dal rumore dei passi, che si dirigevano qui.
“Abbiamo visite !” commentò acido Tommas “È meglio che ce ne andiamo ! Seguimi.”
Tommas si diresse verso la porta ma ... i passi stavano venendo proprio qui ! Ci avrebbero visto uscire.
“Non possiamo uscire da qui ! Ci vedranno.” dissi trattenendolo per il braccio.
“Non ti preoccupare. Non ci vedranno ... se corriamo !”
Aveva ragione.
Prima che arrivasse avevo sperimentato la mia velocità.
E quando Tommas era entrato nessuno lo aveva notato.
“Ok. Che si fa ?” gli chiesi lasciandolo.
“Mettiamoci vicini alla porta e quando si apre al mio segnale mi segui, se ci riesci.”
Lasciai perdere l’ultima parte. Non mi andava di sprecare tempo ad azzuffarmi con lui.
Ci mettemmo di fianco alla porta. Non passarono più di una decina di secondi e la porta cominciò ad aprirsi.
Tommas mi guardò e sussurrò “Non respirare ! Non devi farlo per nessun motivo.”
Non capì perché non dovevo respirare ma non protestai e feci ciò che mi aveva detto.
La porta era quasi del tutto aperta e dal corridoio entrava nella stanza la densa luce dei neon.
Anche l’aria entrò nella stanza, assieme alla luce, carica di odore di medicinali e ... sangue caldo.
L’odore del sangue mi incendiò la gola e mi provocò una strana sensazione. Era come se tutto il mio corpo lo volesse.
Si, lo volevo ma l’odore dei medicinali rendeva innocua la mia brama di sangue.
E poi non potevo distrarmi proprio ora !
La porta si spalancò e le tre persone entrarono nella stanza.
Guardai Tommas e proprio in quel momento lui si alzò e usci dalla stanza.
Pure io feci lo stesso ma mentre uscivo vidi il volto della donna che prima era nascosto nel petto del compagno.
Era devastato dalle lacrime.
Li si leggeva la tristezza, la perdita e il dolore. Quel viso che se non fosse stato devastato dal pianto sarebbe stato bellissimo.
Gli occhi arrossati e lucidi per il pianto erano dello stesso colore dei miei occhi prima che succedesse tutto questo.
Sarei stata lì a osservare la scena se non fosse che dovevo seguire Tommas.
Cercai di dimenticare il volto della donna e pensai solo a correre ma quel volto devastato rimase li, impresso nella mia mente, come se fosse stato qualcosa di importante del mio passato.
Mentre correvo un urlo giunse al mio orecchio : le urla strazianti di quella donna.
Cercai di concentrarmi solo sulla mia corsa.
Ero velocissima e al confronto le persone intorno a me erano delle lumache.
Non ci volle più di 30 secondi per uscire dall’ospedale ma giunti fuori Tommas non rallentò.
Senza prestare attenzione lo segui.
Poi mi accorsi che puntava verso una villa che era a una cinquantina di metri dall’ospedale.
Finche correvo sentivo l’aria densa di quell’odore di sangue intorno a me accompagnata dal suono del cuore e del suo calore che mi stuzzicava la gola ma cercai di non badarci.
Arrivati davanti all’enorme muro della villa Tommas con uno slancio saltò il muro e io feci lo stesso.
Il mio salto rispetto al suo fu molto più potente e mi senti meglio per il fatto di aver liberato la forza che avvertivo dentro di me.
Il salto sembrò durare più di qualche secondo e fu incredibilmente bello.
Vedevo ogni singolo particolare che mi stupì di quanto riuscivo a osservare bene le cose più lontane anche in movimento e sentivo ogni singolo rumore intorno a me persino la pianta arrampicante che si trovava nel muro mossa dallo spostamento d’aria.
Atterrai con grazia in un albero molto alto e folto non distante da dove era atterrato Tommas.
Lui con un debole salto mi raggiunse con il suo solito sorriso stampato sulle labbra che poi si trasformò in una risatina soffocata.
“Che hai da ridere ?” chiesi trattenendo a stento la furia che mi nasceva dentro.
“Niente .... e solo che ....... sei molto contenuta rispetto a quello che credevo. Di solito un vampiro neonato non è in grado di controllare la sua sete di sangue.”
Non capì molto di quello che disse ma solo che ero un vampiro neonato e che non dovrei essere così controllata.
“Cosa intendi dire con vampiro neonato? E perché non dovrei essere così controllata ?” gli domandai incuriosita.
In fin dei conti lui mi doveva raccontare tante cose del mio passato che io non ricordavo e di quello che ero diventata.
“Sarebbe meglio parlarne più tardi. Ora bisogna trovarti qualcosa da vestire ... se non ti sei vista.”
Non lo avevo proprio notato. A coprirmi il corpo era solo un camice di quelli che ti mettono all’ospedale e sotto non indossavo altro.
Mi venne da arrossire ma non sentivo nessun strano calore pungente provenire dalle mie guancie.
Pensai intensamente a questo particolare, talmente tanto che mi sembrò quasi di poter sentire la morbidezza dei vestiti appena lavati e ancora caldi per la luce del sole.
“Strabiliante !” sibilò Tommas.
Guardai nella direzione da cui veniva un fruscio di qualche tessuto mosso dal vento e capì perché Tommas fosse stupito.
C’erano dei vestiti che volteggiavano verso di noi e mi accorsi che erano gli stessi che poco prima vedevo nella mia mente.

In quell’istante i vestiti arrivarono davanti a me e li presi con la mano stupita di percepire la loro essenza.

“A quanto pare puoi controllare gli oggetti con la mente. Magnifico, ci sarà molto utile.”
Mi sembrava strano tutto ciò. Non ricordavo di avere nessun tipo di affinità prima che succedesse tutto questo.
“È normale che un vampiro abbia una capacità così ?  Cioè, anche tu ne possiedi una ?” gli domandai incuriosita.
“È abbastanza comune ma queste capacità si manifestano in modo diverso. Dei vampiri possono leggere nella mente altri controllare la tua mente e provocarti falsi dolori e altre cose così. Ma io, per esempio, sono solo più forte degli altri. Questo viene chiamato dono.”
Quindi possedevo un dono ed era quello di poter manovrare a mio piacimento gli oggetti e forse anche le persone.
Almeno una cosa della mia nuova esistenza mi era chiara.
Però mancavano ancora molti tasselli della mia vita da umana che solo Tommas poteva spiegarmi.
“Ma ... che ci facciamo qui? Se sapevi che ero assetata e che potevo perdere il controllo facilmente perché siamo così vicini agli umani ?” gli domandai quasi furibonda.
Però pensai a quello che avevo detto.
Mi ero riferita agli umani come se non fossi più una di loro, ma forse era proprio così.
Non avevo più niente a che vedere con loro apparte l’aspetto, anche se ero molto più pallida e la mia pelle luccicava come se fosse tempestata di diamanti alla luce del sole.
Ormai io non ero più un’umana ma bensì un vampiro anche se non sapevo ancora cosa fosse.
“Lo so che sei assetata ed è per questo che siamo ancora qui. Resteremmo fino a domani mattina e stanotte andrai a caccia ... di sangue umano ovviamente. Così domani sarai più controllata.” mi rinfacciò Tommas come se fosse un ordine.
Non volevo nutrirmi di sangue umano.
Io non volevo essere un mostro ma mi dovevo pur nutrire.
Gli animali !  mi venne improvvisamente in mente.
Se avessi cacciato gli animali non avrei dovuto uccidere nessun umano e così non sarei stata un mostro, almeno per una parte. Però non avrei dovuto dire niente a Tommas perché non avrebbe apprezzato la mia scelta.
Ma c’era un altro problema.
Dove potevo trovare degli animali abbastanza grossi in una città.
E per di più non sapevo nemmeno dove ero e se non molto lontano da qui ci fosse qualche foresta o riserva naturale.
Come avrei fatto a sfuggire al mostro assetato di sangue umano che ero diventata.



Eccomi qui !
Allora ...
Cosa saprà Tommas di Angelie ?!
E gli dirà la verità sul suo passato ?
Booooo !
Lo sapremo solo nel prossimo capitolo !
Quindi continuate a seguire il libro !
Ci saranno degli interessanti risvolti =3 !

Ciaoooo !

  
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