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Autore: loonaty    03/01/2012    3 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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41 – FIN, PERCHE’ IL “THE END” SAREBBE SCONTATO


Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide non gli piacque.
Perciò li richiuse e il mondo ritornò buio, come i capelli sottili che gli accarezzavano una guancia, lievi come ali di farfalla.
Un soffio gentile sulle labbra, la voce di donna raschiante e forte, piena come sempre che lambiva il suo udito.
-Kakashi … -
Riaprì gli occhi. Anche il semplice movimento gli causava un dolore intenso alla testa che pungeva insistente. Un volto di alabastro lo salutò dall’altro con l’espressione apprensiva a incurvare le palpebre su quei cerchi di brace spenta, labbra carnose e dischiuse, ciocche di nero dipinte ad ammorbidire gli zigomi pronunciati.
-Ti sei svegliato, Baby- sussurrò vibrante.
Ma chi … Kioko!
L’impulso mentale non fece che acuire il dolore. Le sopracciglia si inarcarono e sottili pieghe si formarono sulla fronte imperlata di sudore. I ricordi erano vaghi.
Itachi … Lo sharingan … I muscoli si contrassero al ricordo delle atroci torture…
E poi …
Kioko.

Lei soffiò via una ciocca fastidiosa che le accarezzava il naso sottile.

-Tsunade-sama ha detto che potevo restare finchè non ti fossi svegliato … - Si risollevò, il materasso si abbassò al di sotto del suo peso. Kakashi non parlava. Non rispondeva, ed anche se avesse voluto la gola secca glielo avrebbe impedito.
Seguì i movimenti di lei, a tratti annebbiati, confusi nella penombra della stanza data solo dalla luce flebile proveniente dalla fessura sotto la porta.
Le mani grandi, callose, sfregiate da diverse cicatrici, afferravano un bicchiere dal comodino, lo scroscio dell’acqua dalla bottiglia, le dita artigliate che s’insinuavano tra la sua nuca ed il cuscino senza che potesse opporsi a quel contatto che una parte di lui ripudiava, mentre un’altra, la più recondita, in silenzio bramava nel suo petto.
Il bordo di plastica incontrò le labbra screpolate ed il liquido freddo gli riempì la bocca, riuscì a deglutire senza strozzarsi a fatica.

Passarono minuti di silenzio, coronati dai respiri e lo strusciare delle lenzuola contro gli abiti, le molle del materasso che protestavano quando uno dei due spostava il proprio peso per poi immobilizzarsi subito dopo. Chi per una fitta di dolore, chi per il timore di provocare disturbo nell’altro.
-Perché … Sei qui … - Riuscì ad articolare l’uomo con grande fatica. Lei gli chiuse le labbra poggiandovi l’indice affusolato. Comunque non ebbe remore nel rispondere. –Perché le celle sono troppo fredde-
Come se per lei il gelo della pietra e l’odore di sangue e muffa fosse una novità. Come se l’umido che entra fin nelle ossa che poi si spezzano come legna marcia costituisse un problema. Come se le catene che le avevano scorticato a sangue i polsi potessero causare un qualche mutamento nel suo carattere altezzoso.

Lui però non intendeva quello.

-Perché … Sei tornata?-
-Non dovevo, forse?- Ribadisce con un'altra domanda, e lui vorrebbe quasi rimbeccarla dicendole che non è leale, che quello che non dà risposte complete è lui, lui senza un passato, e futuro.
O meglio, con un passato da dimenticare ed un futuro forse troppo doloroso.
Lui che finiva sempre per perdere tutte le persone care.

No,non dovevi, dovevi startene lontano dai miei occhi!
Sì! Non andartene mai più. Non farlo, ti prego non puoi.

Non era mai stato tanto in conflitto con sé stesso.
-Dovresti … Rimanere rinchiusa a vita!- Riuscì solo a sputare veleno su ferite ancora aperte, la carne lacerata schiumò, mentre lo sguardo della ragazza si faceva dorato e gelido.
Kakashi ansimava e sentiva l’odio represso tornare a galla riempiendogli i polmoni e dando sfogo ai pensieri, dandogli la forza di accusare la donna, no, l’essere che aveva davanti.
Accusarla di tutto ciò che aveva fatto.
Assassina!
Spregevole!
Pazza!
Spietata!
Demonio!
Infame! Meschina! Approfittatrice! Disgustosa, rivoltante, bugiarda, infima caricature di un essere umano!

-Dovrei rimanere rinchiusa, eh?- Sibilò pericolosa, affilando le lame in fondo alla gola. –IO Dovrei venire rinchiusa? Dopo tutto ciò che mi è accaduto?-
Tu! Cosa punti il dito, TU! Creatura sudicia e impotente! Come osi ?
Tu!
Chi ti credi di essere?
Le zanne che si fanno strada fra le labbra piene.

-Quello che ti è accaduto?- Il tono è apparentemente calmo e palesemente affaticato. –A te? Tu hai ucciso Rin-
Spalanca la bocca per rispondere, ma si ferma, inghiotte, le labbra tornano a contenere i canini acuminati.

Chi si crede di essere? Tsk, Kioko non farmi ridere!

Taci tu! Taci taci taci!

Lui è l’uomo che ami.

No! Non lo dire dannato uccellaccio!

Troppo tardi Kioko, fuggi dalla verità?

Non apre più la bocca lei, sposta lo sguardo sul pavimento, intreccia le dita, la bottiglia poggiata a terra urta contro la sua gamba e cade con un tonfo attutito.
Sì, fuggo dalla verità, mi nascondo, la rinnego poiché fa troppo male.
IO ho ucciso Rin.
IO ho ferito Kakashi.
IO ho strappato e dilaniato.
IO ho causato sofferenza e dolore.

-Sì, l’ho uccisa. Non posso tornare indietro … In più, temo che se anche fosse possibile … Ricadrei nello stesso errore.-
-Io l’amavo.-

E il turno di Kakashi di mentire a sé stesso. Di certo provava qualcosa per Rin, ma non era certo amore.

Kioko si ritrae come bruciata. Poi scuote il capo seria.

-Non è vero!-

E se anche fosse?
Sopravvivrei.

Tu dici?
Non potrei far altro.

Maddai!

-Tu che ne sai? Sei sparita-
-L’ho fatto solo per … -
-Per puro egoismo!-
-NON ALZARE LA VOCE!-
-NON STO ALZANDO LA VOCE … !-
Il suo grido si ruppe in un ascesso di tosse che lo fece piegare in avanti con una mano premuta sulla bocca, gli mancava il respiro.  Stupida! Stupida inutile donna!

Lei si riscosse dallo stato di furia sollevandolo per una spalla, passandogli una mano sulla schiena ed aspettando che si calmasse. LA fronte di lui premuta contro la sua spalla.
-Non dovevi tornare … - Mormorò nel buio.
-Non me ne andrò più … -
-Balle- Una mano di lui si posò sulla sua vita, il braccio le circondò i fianchi.
-Lo giuro-
-Non farlo, i traditori non giurano.-
Lei strinse i denti, non rispose. Non l’avrebbe mai perdonata, non è vero? Non aveva nemmeno la forza di rispondere, perché, ora, a conti fatti, aveva fatto tutto da sola.

Era solamente colpa sua.

**



Qui posso girare per le vie del villaggio, ma ricevo solo sguardi d’odio immenso.
LE porte si chiudono, le cibarie non sono per me, i venditori si rifiutano di passarmi alcuna merce. Se non fosse per Asuma morirei di fame.
Vi è crisi.
Quel cretino di mio fratello è sparito chissà dove, ed io non posso andarmene da qui. Sono agli arresti domiciliari, non vi sono abbastanza uomini per sbattermi in galera.
Non vi sono abbastanza uomini per interrogarmi, o non sono abbastanza forti, Tsunade mi ha permesso di restare all’interno delle mura … Ma mi considera ancora una minaccia.
Kakashi non vuole vedermi, è ancora in ospedale.
Non vuole avere nulla a che fare con me, ciò però non mi impedisce di dargli il tormento, e non so se ridere o piangere quando ci troviamo ad urlare, ad alzare la voce come una volta.
Anche se è andato tutto irrimediabilmente in frantumi.
Distrutto.

E forse chissà,
tenterò di avere una vita normale qui al villaggio.
Avrò una famiglia, uno scopo, un sogno.
Posso giurare che non fuggirò mai più.
Ho passato tutta la mia vita a fuggire.
Prometto anche che continuerò sempre a combattere. Lotterò con onore per le persone che amo, per quelle che mai hanno smesso di amarmi e per quelle che, nonostante gli anni,
continueranno a chiamarmi l'Hayabusa Gin di Konoha.
 
   
 
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