15 Luglio 2022
Lily stava
seduta sul
suo letto della Tana, mentre il sole tramontava fuori dalla finestra.
Teneva le
gambe incrociata, intenta a scrivere con aria concentrata una lettera.
Ormai
aveva compiuto tredici anni e il suo cuore iniziava a provare i primi
turbamenti; si sentiva più grande, più matura e,
anche se tutti i suoi cugini
continuava a prenderla in giro, pensava di essersi finalmente
innamorata.
Mise un punto
finale
alla lettera, alzandosi in piedi per osservare con attenzione il suo
operato;
ma, in quel momento, la porta della sua stanza si aprì,
introducendo all’interno
sua cugina Rose, seguita dal fratello Hugo.
«Lily!
Che fai? Perché
non vieni sotto a giocare con noi?»
Lily si
affrettò a
nascondere la lettera dietro alla schiena.
«Niente!
Cinque minuti
ed arrivo.» esclamò, il tono di voce leggermente
più acuto del normale.
Rose
aggrottò le
sopracciglia, cercando di sbirciare cosa stesse nascondendo.
«Cosa
nascondi?» le
chiese, curiosa, mentre Hugo utilizzava quel momento in cui
l’attenzione della
ragazza era catturata dalla maggiore, per strapparle il foglio dalle
mani.
«Ridammelo!»
strillò la
giovane Potter, correndo dietro al cugino, che si rifugiò
sopra il letto,
tenendo la pergamena in alto sopra la testa, dove lei non poteva
arrivare.
Sentiva le
lacrime che
spingevano per uscire, ma con determinazione le trattené,
allungando la mano
per afferrare la lettera incriminante. Odiava queste piccole prepotenze
che le
infliggeva Hugo, solo perché era l’unica
più piccola di lui, ma non si sarebbe
lasciata vedere colpita da questi suoi gesti, mai.
«Che
cosa è? Una
lettera d’amore?» domandò il mago,
ridacchiando divertito, per poi iniziare a
leggere. «”Caro
Scorpius,-“» ma non
riuscì a continuare, perché Rose lo
bloccò immediatamente.
«Hugo,
ridai subito la
sua lettera a tua cugina!» affermò, con tono duro,
mettendosi le mani sui
fianchi.
Hugo
guardò prima il
foglio che teneva in mano, poi l’aria severa di sua sorella,
e, alla fine, con
uno sbuffo consegnò la pergamena a Lily, che
l’afferrò immediatamente,
stringendosela al petto.
«Grazie
Rosie.»
mormorò, la voce piena di gratitudine.
*
Scorpius
entrò nella
sala, suo padre era seduto davanti al camino intento a leggere il
giornale,
mentre sua madre sorseggiava del the. Rimase qualche secondo indeciso
sulla
porta, prima di avvicinarsi ai suoi genitori.
«Buongiorno.»
mormorò
educatamente, attirando l’attenzione su di sé.
«Scorpius,
amore, cosa
ci fai qua? Non avevi detto che andavi a Diagon Alley con qualche
amico?» gli
chiese immediatamente sua madre, apprensiva.
Suo padre,
invece, si
limitò ad allacciare i loro sguardi, in gesto complice,
familiare, per poi
alzare gli occhi al cielo, e Scorpius si ritrovò a
trattenere una lieve risata.
«In
verità volevo
chiedervi qualcosa…» iniziò,
leggermente dubbioso se continuare o meno la
frase.
Asteria lo
osservava
ansiosa, intimandogli con le sue iridi azzurre di proseguire.
«Albus,
il mio compagno
di Casa, mi ha invitato a cena a casa sua, dopo essere stati a Diagon
Alley, mi
chiedevo se ci potessi andare.»
Suo madre si
rilassò
contro lo schienale del divano, mentre Draco aguzzava lo sguardo,
improvvisamente interessato.
«Certo
che puoi andare,
amore, non-» ma non riuscì a finire la frase,
perché suo marito la interruppe
subito.
«Stai
parlando di Albus
Potter?» chiese, atono, puntando i suoi occhi in quelli del
figlio.
Scorpius resse
lo
sguardo, sperando di sembrare abbastanza determinato da convincere suo
padre.
«Si.»
Ma Draco, a
differenza
di quanto si sarebbe aspettato, riportò la sua attenzione
sul giornale, mentre
uno sbuffo divertito gli sfuggiva dalle labbra.
«Puoi
andare.» mormorò
solamente, e Scorpius si alzò velocemente per dirigersi dai
suoi amici, prima
che qualcuno cambiasse idea e lo bloccasse.