Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: itsmemarss    04/01/2012    4 recensioni
Allie ha solo diciassette anni, quando il mondo cade nel caos più totale. Orde di morti cominciano a risvegliarsi e pare che ci sia solo una possibilità per salvarsi: scappare. Ma quando anche l'ultima speranza sembra scomparire, non resta che combattere. E' così che incontrerà Marcus, Jack e altri strambi personaggi che le cambieranno la vita, dandole la speranza che forse al mondo c'è ancora qualcosa per cui vale la pena vivere: l'amore.
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

03


Nessuno dei due aveva fatto i conti con la propria ignoranza in materia di “trovare il capo di un gruppo di ribelli e parlarci”. Avevamo provato a suonare a più citofoni in diversi quartieri dei bassi fondi, ma nessuno aveva risposto. O le case erano state abbandonate oppure non eravamo chiaramente i benvenuti ai loro occhi.
Dovevamo ammettere entrambi che avevamo fatto un buco nell’acqua. Almeno per quel giorno.
Intanto, però, il pomeriggio stava cominciando a diventare sera. Presto il sole sarebbe tramontato e l’oscurità non avrebbe giocato a nostro favore. Gli Erranti potevano vedere bene al buio come gatti, Marcus ed io no.
Così ritornammo verso il supermercato abbandonato, dove c’eravamo fermati appena dopo il crollo. Erano ormai le cinque e non sapevamo dove andare. Così ci barricammo dentro l’edificio abbandonato. Non era un albergo, né una casa, ma per lo meno avevamo cibo a volontà.
Fu quella sera che scoprii una cosa in più su Marcus: gli piacevano i cibi ipercalorici per sportivi. Anzi, direi che ne era quasi drogato. Arraffò in fretta una decina di barrette al cioccolato super, giustificandosi che normalmente quella era una “semplice cena”. Avevo fatto centro: era chiaramente un giocatore di football!
Io invece mi accontentai di qualche carota e di un bel panino al prosciutto. In realtà avremmo anche potuto mangiare qualche surgelato, vista la presenza di un generatore di scorta, che aveva impedito che tutto il cibo andasse a male e di un microonde nella stanzetta degli impiegati, ma andava comunque bene così.
In quello che doveva essere l’ufficio del direttore, invece, scovammo di meglio: un bel divano.
<< Tranquilla, dormirò io sul pavimento >> esordì Marcus, non appena lo vidi. Non potei fare a meno di sorridere. Era anche gentile. Sì, avevo visto giusto: forse potevo fidarmi di lui. Non era poi così male come “compagno di avventura”.
Okay, forse stavo un po’ troppo prendendo sotto gamba la situazione, ma non potevo farne a meno. Fin da piccola, ogni volta che mi trovavo davanti a una difficoltà, affrontavo il tutto con un pizzico d’ironia e filosofia.
Sebbene dovessi ammettere che l’idea di dormire in uno stanzino non mi allettava granchè, soprattutto vista la presenza di una sola finestra – peraltro chiusa da grate e non più grande dello schermo di un computer – e di tante “possibili” entrate.
Marcus era stato a dir poco grande nel bloccarle tutte con ogni mezzo che poteva, ma restavano le vetrate. Chiunque, abbastanza assetato di sangue, avrebbe potuto romperle.
Fortunatamente trovammo anche una pistola, nascosta nel cassetto della scrivania. Il proprietario doveva essere stato un uomo particolarmente pauroso e paranoico per comprarla. A meno, che non risalisse a dopo lo scoppio del disastro. Allora aveva la mia piena approvazione!
Trovammo cuscini e coperte nel reparto arredamento, mentre alcune torcie e una tenda in quello delle “attività all’aria aperta”. Oltre alla pistola – che Marcus aveva saggiamente provato sulla porta del bagno e funzionava! – potevamo affidarci anche a una mazza da baseball e a diversi coltelli da chef. Io prenotai la mazza, l’unica arma con cui sarebbe stato difficile farmi del male, vista la mia sbadataggine.
Ci rinchiudemmo nell’ufficio del direttore, non appena il sole cominciò a tramontare. Marcus si attardò di qualche minuto per accertarsi che fuori fosse tutto okay, prima di girare la chiave due volte.
Mangiammo in rigoroso silenzio, senza che nessuno dei due alzasse gli occhi dal proprio “piatto”. Era chiaro che la tensione stava cominciando a farsi sentire, così decisi che era venuto il momento delle domande.
<< Allora… Marcus >> dissi io, dopo aver mandato giù un sorso di coca cola per darmi coraggio. Lui alzò lo sguardo, sentendosi chiamato in causa. << Da dove vieni? >>
<< Florida >> rispose, finendo l’ultima barretta e appoggiando entrambe le mani sulla moquette grigia. Ce ne stavamo seduti per terra come niente fosse, circondati da cibo spazzatura e bottiglie di gassata. Non aveva cercato di prendere nemmeno un alcolico, segno che non era uno sbandato. Oppure non aveva ancora toccato il fondo della disperazione. Beh, presto o tardi, l’avrei toccato io.
<< Maine… Football? >> chiesi, accennando alla sua maglietta.
<< Quasi. Rugby. Cheerleader? >> fece lui di rimando, sorridendo divertito alla vista delle mie gambe secche. Con un gesto veloce abbassai la gonna e mi coprii con la coperta, cercando di evitare di arrossire. Mi ero vestita veloce quella mattina, senza nemmeno farci caso, come se non avessi capito ancora che questa era la realtà e non un terribile incubo da cui mi sarei svegliata al mattino.
<< Naah. Atletica >> ridacchiai anch’io, un po’ meno nervosa di prima.
Da lì in poi l’interrogatorio fu abbandonato in favore di domande più “tranquille”, come quelle sui gusti in fatto di cibo o musica, fino a declassare del tutto in un dibattito molto acceso sull’importanza dei cartoni della Disney in età infantile. Io ero d’accordo, lui no, ma chiaramente perché era un ragazzo!
Tic, tac. Tic, tac.
Piano, piano le palpebre cominciarono a diventare sempre più pesanti, gli sbadigli più frequenti. Secondo le lancette dell’orologio appeso al muro dell’ufficio, erano circa le ventidue di sera. Cavolo, se il tempo era volato!
<< Forse è meglio che dormi. Farò io il primo turno di guardia >> disse Marcus, sorridendo e sistemandomi la coperta sulle spalle. Annuii, biascicando un “grazie”, prima di scivolare tranquilla tra le braccia di Morfeo.
Non mi preoccupai ulteriormente ed entrai nella fase rem ancor prima di rendermene conto, dove tutto divenne nero e ovattato.









NDA. Non ho ancora scelto chi potrebbero essere nella realtà Allie e Marcus. Nella mia testa me li sono immaginata fin nei minimi dettagli, ma non riesco ancora a trovare un attore o attrice che rispecchi tutto ciò. Vi lascio alcune piccole caratteristiche e il compito di scegliere voi chi potrebbe impersonarli in carne e ossa, che ne dite? (: Così magari la vostra attesa per il quarto capitolo sarà meno stressante ahah

Allie ha diciassette anni, ma i tratti ancora un po' paffutelli la fanno sembrare ingenua e debole, quando in realtà ha un carattere molto forte.
Non è la perfezione fatta persona, ma è comunque carina. I capelli sono castani e lunghi, mentre gli occhi azzurri/blu.
Marcus me lo ero immaginato con la pelle olivastra e i capelli corti scuri, mossi e un po' ribelli. Gli occhi neri e il fisico atletico.

Ora lascio tutto a voi! Alla prossima.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: itsmemarss