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Autore: Yuchimiki    05/01/2012    2 recensioni
Ho sempre cercato di farmi i fatti miei, di non legare con nessuno, stavo bene da me. I miei obbiettivi mi bastavano ed avanzavano.
Lui è stato un incidente di percorso.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisoka, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per il ritardo. HxH non mi appartiene.
Buona lettura





“E nella notte più buia nelle sue vene scorrerà sangue blu…”



“Mmm…” Che il dolore alla spalla fosse ancora onnipresente fu il primo pensiero al suo risveglio.
La luce del sole filtrava lievemente nel buio del luogo in cui era. Non aveva niente di famigliare.

Che l’avessero catturata? Impossibile, i due erano morti… allora dove era finita?

Solo in quel momento, provando ad alzarsi, si rese conto che le sue mani erano sigillate con qualcosa di molto strano. Alzandole, le sembrò che una sostanza rosata le ricoprisse, non solo molto resistente ma anche elastica; però questo poté costatarlo solo quando attivo l’En.
Con qualche difficoltà dissolse quella sostanza appiccicosa, sedendosi su quello che si rivelò un letto. Certa gente proprio non la capiva: perché salvarle la vita da una morte certa e poi incollarle le mani con un Nen tanto fastidioso? Per giunta anche potente…

Quei pensieri li scartò come spazzatura, alzandosi finalmente. Inutile dire che il dolore alla spalla era lancinante al solo contatto, ma essere viva era una vittoria di per sé, anche se non propria.
Subito si trovò dei vestiti per coprire il corpo quasi nudo, immacolato se non per la ferita alla spalla, ne fu quasi grata.
La ricerca non durò molto.
Avevano un che di strano: di solito la gente normale non vestiva come un clown, ma alcuni indumenti, solo vedendoli capì o che non le erano adatti o troppo grandi, non si degnò di toccarli nemmeno con un dito; il lato positivo era che l’uomo che l’aveva portata lì doveva essere ricco sfondato data l’assurda varietà.
L’interesse svanì nel nulla alla vista di una scorta immensa di mazzi da gioco “Non sarà mica un prestigiatore…” E qui cominciò a perlustrare la mente, alla ricerca di qualcosa di famigliare, quei vestiti magari, ma niente. A volte vivere fuori dal mondo aveva i suoi contro…

Circa un’ora dopo era certa di alcune cose: uno, chi l’aveva curata aveva intanto qualche rotella fuori posto, il suo stesso aspetto urlava “Strano!”; due, doveva avere un Nen di un certo livello per darle problemi a liberarsi; tre, era un combattente della Torre Celeste. Non visitava spesso quel posto, ma lo conosceva abbastanza da rendersi conto che solo alcuni edifici avevano la vista come quella, inoltre era troppo riconoscibile.

Perciò la scelta era una sola: andarsene prima possibile, non per paura, bensì la noia. Non accadeva mai niente d’interessante lì, tanto valeva ripartire nuovamente.

Ripensandoci però… doveva pur restituire i vestiti.



Erano passate circa tre settimane dal suo risveglio e per qualche ragione chiara solo ai meandri della sua mente aveva deciso di rimanere nella torre e combattere. Infatti, ora aspettava l’ascensore per salire al duecentesimo piano.

La crosta sulla spalla si era staccata del tutto solo due giorni prima, lasciandole un ricordino di un bianco lucido, a rammentarle di non abbassare mai la guardia.
Però non abbassare la guardia non sta a significare che nessuno riuscirà a prenderti alla sprovvista. Infatti…

“Esther! Quanto tempo! Ma dove eri finita?” E così via. L’ascensore non aveva fatto in tempo ad aprirsi che una ragazza dai capelli rossicci, di cui ricordava solo l’aspetto per giunta, le saltò addosso in un abbraccio stritolatore.
C’erano anche due ragazzini nell’ascensore, sui 12 anni forse, che guardavano la scena straniti.
“Beh, giravo un po’ per il mondo e sai com’è, ho perso l’assoluta cognizione del tempo e BAM! è passato un anno e mezzo” Si, come no. Forse non esisteva nessuno che stesse attento al passare del tempo come lei…
“Però fai attenzione alla spalla, mi sono fatta male non così tanto tempo fa…”

Non appena arrivarono al 200esimo piano, i due ragazzini uscirono, di ottimo umore come poté constatare precedentemente.
“Signorina, lei non viene?” Quello con i capelli scuri le chiese, cosa che la stupì non poco. Ricambiò con un sorriso “Mi trattengo un po’ per parlare con la mia amica, grazie per l’interessamento” Forse la cavalleria non era morta in fin dei conti…

Così passò circa mezz’ora. Non sapeva come ma riuscì a liberarsi della ragazza, che l’aveva salutata con un altro abbraccio stritolatore. La spalla le faceva ancora dannatamente male.
Appena girò l’angolo, avvertì all’istante che qualcosa non andava. Guardando meglio, infondo vide qualcuno seduto appoggiato al muro, intento a lanciare qualcosa di simile a carte da gioco impregnate di Nen. Più si avvicinava più si convinceva che quello era l’uomo della roba appiccicosa, fastidiosa e molliccia. Solo il ricordo le dava di nuovo la nausea, bleah.

Da quel giorno di tre settimane prima, si portava dietro una busta con i vestiti lavati, attendendo solo di incontrare l’uomo in questione. Il suo strano modo di vestire lo rendeva troppo riconoscibile.
Ma più avanzava, più la bestiola dentro di lei le diceva di non avvicinarsi, di stargli lontano, finché poteva.
Certamente il suo sguardo aveva qualcosa di malato e disdicevole che la faceva sentire a disagio, ma la bestia dentro di lei era in catene per un motivo semplice e preciso: se le avesse dato retta, ora non sarebbe lì, e non ascoltare il suo istinto di sopravvivenza non le aveva mai dato problemi.

Era proprio davanti a lei, in tutta la sua stranezza e i capelli fiammanti, con un sorriso compiaciuto ad adornarne il volto “Guarda guarda chi si è rifatta viva” E a quanto pare ricordava perfettamente chi fosse.



Mamma, ti ricordi quando mi dicevi di stare attenta al lupo cattivo?
Di non esserne attratta in nessun modo?
Ti chiedo scusa, ma quella promessa io l’ho infranta.
L’ho infranta il giorno stesso che mi sono resa una preda troppo appetibile…


 



Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma la mia voglia di scrivere è scappata, lasciandomi da sola. Per ora le cose potrebbero sembrare poco chiare, ne sono perfettamente conscia, ma quelli che mi conoscono lo sanno: amo complicarmi la vita con le mie stesse mani. Spero solo che questo mio modo di fare non vi scombussoli le rotelle ^_^' 
Commenti e critiche sono ben accetti!

P.s. Ringrazio Kokomori e Sad Little Chrona per aver commentato al primo capitolo e Ismile di averla inserita tra le preferite, mi avete reso una scrittrice felice ^_^

Alla prossima!

  
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