Capitolo
2 – Il diario
“Ti
va qualcosa da mangiare si o no?”
Hermione
dimenticò immediatamente tutti gli insulti che stava per
gridargli dietro e si
limitò a fissare Ron boccheggiando.
“Qualcosa
da mangiare?” chiese titubante. Almeno era riuscita a
riacquistare l’uso della
parola.
“Si
Hermione, qualcosa da mangiare, sto andando in cucina”
rispose Ron “Cos’hai
oggi, non ti senti bene?” chiese poggiandole una mano sulla
fronte. “In effetti
sei un po’ calda, devi avere un po’ di febbre.
Dovevo capirlo prima, quando ci
hai dato il compito di pozioni senza farci la predica.” Rise.
“No,
sto bene” disse Hermione che stava riacquistando un
po’ di calma. Come faceva a
dire a Ron che era calda solo perché lui gli aveva poggiato
una mano sulla
fronte.
“E’
meglio che passi in infermeria secondo me … comunque io
vado, sto morendo di
fame, stamattina non ho fatto colazione. Tu vuoi qualcosa?”
“No,
non preoccuparti” disse Hermione “vai
pure”
“Ok.
Torno subito” e così dicendo si allontano alla
volta del castello.
Hermione
ora era decisamente sollevata. Voleva solo andare a prendere qualcosa
in cucina
perché aveva fame. Come aveva fatto a credere che Ron stesse
andando da
Lavanda, era stata proprio una sciocca.
“Com’è
possibile?” Era la voce di Lavanda. Hermione si
voltò per vedere con chi stesse
parlando. Lavanda era in piedi, più vicina al loro albero.
Probabilmente stava
andando incontro a Ron prima di accorgersi che lui non si stava affatto
dirigendo verso di lei.
Calì,
la sua migliore amica, si era appena alzata e le stava andando
incontro.
“Ti
rendi conto?” le chiese con un tono di voce più
basso quando le fu arrivata
vicino e nel dire questo pestava i piedi a terra come una bambina
capricciosa.
Hermione
non poté fare a meno di sorridere a quella scena. La rabbia
di poco prima era
completamente sparita e aveva lascito posto a un senso di appagamento
che
provava solo dopo aver superato brillantemente un esame. Hermione
continuava a
fissare Lavanda e Calì che parlavano fitto fitto abbassando
sempre di più il
tono di voce. Intanto tutti quelli che avevano assistito alla scena
stavano tornando
alle loro occupazioni precedenti.
Lavanda
sembrava in preda ad una crisi isterica, cosa che divertiva sempre di
più
Hermione. All’improvviso però
la bionda
alzò lo sguardo e lo puntò su Hermione che ancora
sorrideva divertita. Appena
se ne accorse la riccia si girò, ma ormai Lavanda
l’aveva vista mentre la
fissava e sorrideva e ora continuava a guardare Hermione con sguardo
furente.
Hermione era indecisa sul da
farsi. Decise che
era meglio tornare a sedersi e studiare e così si
avviò verso Ginny e Harry che
ancora la stavano guardando.
Non
fece in tempo a voltarsi che sentì una mano afferrarle un
braccio e farla
girare nuovamente.
Sapeva
a chi apparteneva quella mano ancora prima di vedere i capelli biondi e
perfettamente acconciati della sua compagna di dormitorio. Per un
attimo le due
ragazze si guardarono in cagnesco poi fu Lavanda a parlare.
“Cos’è
che trovi così divertente?” chiese guardandola
negli occhi.
“Niente.”
Disse Hermione, ma nella sua voce c’era un tono di sfida. Non
poteva attaccare
brighe. Lei era un prefetto e doveva dare il buon esempio, ma
d’altra parte in
quella ragazza c’era qualcosa che la faceva irritare
terribilmente.
“Ah
si” continuò Lavanda “eppure mi sembrava
che tu avessi qualcosa da dire.”
Intanto
un rumore alle sue spalle fece capire a Hermione che anche Ginny e
Harry si erano
alzati. A Ginny Lavanda non era mai stata per niente simpatica,
soprattutto perché
faceva la scema con Dean anche quando lui stava con Ginny. Si
girò e infatti li
vide in piedi, la rossa con una mano in tasca, probabilmente stretta
intorno
alla bacchetta. La guardò e le fece cenno di stare calma.
“Sei
pregata di guardarmi mentre ti parlo” disse Lavanda e
Hermione si girò
nuovamente verso la su avversaria. “O forse preferisci non
guardarmi per non
renderti conto di quanto sei più brutta di me”
aggiunse la bionda cattiva.
Qualcuno
dei presenti, la cui attenzione era stata ridestata, rise.
Hermione
era sempre più arrabbiata ma non voleva reagire. Non volva
abbassarsi al livello
di Lavanda. Vedendo che la ragazza non le rispondeva Lavanda
continuò.
“Dopotutto
lo sanno tutti che l’aspetto fisico non è il tuo
punto di forza. Sei solo una
brutta secchiona. Hai deciso di studiare perché è
l’unico modo che hai per
trovarti un fidanzato, facendo un filtro d’amore.”
“Almeno
io non prego i ragazzi di seguirmi negli sgabuzzini bui”
scoppiò Hermione che
non riusciva più a trattenersi e aggiunse “con
scarsi risultati oserei dire.”
Lavanda
rimase un attimo sorpresa dalla risposta di Hermione e
arrossì un po’ sulle
guancie, però si riprese subito parlando con più
cattiveria di prima.
“Almeno
io qualche ragazzo l’ho baciato, cosa che tu non puoi
dire.” Disse mentre le
labbra le si increspavano in un sorrisetto cattivo. Hermione fece per
rispondere,
ma prima che dicesse una sola parola Lavanda continuò
“E’ inutile che metti in
mezzo Vicktor Krum, so benissimo che lui non l’hai
baciato.”
Hermione
rimase a bocca aperta, come faceva lei a saperlo? Non aveva detto a
nessuno,
nemmeno a Ginny che non se l’era sentita di baciare
Vicktor(non che lui non ci
avesse provato). C’era solo un modo in cui Lavanda poteva
averlo scoperto … e
nel pensare questo Hermione rimase pietrificata.
Lavanda
doveva aver capito quello che Hermione aveva per la testa
perché un espressione
di trionfo le si era dipinta sul viso.
“Proprio
così” bisbigliò “ho trovato
per caso il tuo diario.”
Come
aveva fatto a scoprire che aveva un diario. Lo scriveva sempre quando
si
trovava completamente sola perché nessuno venisse a
conoscenza del fatto che ne
aveva uno. E invece Lavanda l’aveva scoperta l’
aveva anche letto. Pregò perché
la sua compagna di dormitorio non avesse letto altro, ma la sua
preghiera non
fu esaudita perché poco dopo Lavanda cominciò a
parlare con voce cantilenante.
“Caro
diario, oggi
abbiamo litigato un'altra volta. Sono così
triste, lui non
mi noterà
mai, non sono
abbastanza carina perché
qualcuno decida di uscire con me.”
Hermione
abbassò lo sguardo. Sentiva nuovamente le lacrime cercare di
farsi strada fino
ai suoi occhi e cercò di ricacciarle dentro come aveva fatto
poco prima. Dire
avanti a tutti quello che c’era scritto nel suo diario era
una bassezza. Non si
era mai sentita tanto umiliata in vita sua.
“Vogliamo
dire a tutti di chi stai parlando?” continuò
Lavanda.
“Ora
ci penso io” disse la voce di Ginny alle spalle della riccia
“senti brutta
stronza come ti permetti di …”
Ma
Hermione non sentì mai quello che Ginny stava per dire
perché la voce della
rossa fu coperta da quella di Lavanda.
“Oh
sei tornato Ron. Capiti giusto a fagiolo.”
Hermione
alzò lo sguardo fissando Ron che era appena comparso al suo
fianco e si augurò
che il ragazzo non fosse li da molto.