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Autore: misspongibobbi    05/01/2012    2 recensioni
Oh cazzo, adesso cosa faccio? Niente stupida, chiudi la bocca e aspetta. Ok, quest'ansia mi snerva ma se mi bacia muoio sul colpo. Sicuro!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano all'incirca le 17:10, ovvero uno dei pochi momenti di pausa concessi durante la permanenza al campeggio. Qualcuno dormiva, alcuni giocavano e altri ancora cantavano canzoncine stupide. Io invece mi trovavo sotto il portico dell'ingresso con Niall, il ragazzo che sette mesi prima mi aveva rapito il cuore coi suoi splendidi occhi azzurri. Non avendo niente da fare, cominciammo a prenderci in giro dicendoci cavolate che non pensavamo sul serio e cazzeggiando da buoni amici.
"Niall, se non la smetti di rompermi le palle ti impicco con la mia stessa sciarpa!" intimai togliendomi la calda sciarpa azzurra dal collo. L'aria fredda si posò sopra il mio collo come un centinaio di spilli, e il cambio di temperatura improvvisa mi face fare una smorfia di fastidio che fece ridere quel cretino.
"Jamie, non ti conviene. Potresti fare una brutta fine" e si avvicino con aria di sfida guardandomi con quegli occhi di ghiaccio e sorridendo malizioso.
 
Forza Jamie, calmati. Non farti prendere dal panico anche stavolta, eh?
 
"Non provarci nemmeno". Non riuscii nemmeno a finire la frase, perché Niall mi prese in braccio e mi buttò in una piccola pozza di neve sciolta e foglie secche.
"Niall James Horan, tu non morirai per cause naturali! Ma porca vacca, sono bagnata fradicia e pure congelata!" urlai correndogli incontro.
Volevo essere disinvolta, volevo essere molto più che una sorella per lui. In poche parole, volevo essere tutto ciò che non ero e che non sarei mai stata.
Gli saltai sulle spalle e lui fece tutto il possibile per farmi mollare la presa: urlava parole incomprensibili, si agitava come un pazzo e correva per il cortile. Ma io non demordevo: mi aggrappavo alle sue spalle cose se fossero la mia ancora di salvezza.
"Jamie, scegli: o scendi da sola o ti butto a terra". Sapevo che non mi avrebbe buttata a terra per nulla al mondo.
"Te lo puoi anche scordare, Horan". Detto questo, come immaginavo,  mi poggio su un muretto poco distante e si sedette accanto a me con aria affaticata.
"Mica hai fatto la maratona, pelandrone!" dissi ridendo sotto i baffi.
"Macchè, sei tu che sei pesante!". Cazzata: pesavo meno di 50 chili.
Dopo averlo guardato con aria torva, gli diedi un bacio sulla guancia e lo abbracciai. Nulla di che, noi ci abbracciavamo sempre. Ma il mio istinto mi fece capire che le cose sarebbero cambiate drasticamente.
Pian piano mi accorsi che mi stava scostando una ciocca ribelle dal viso. Il suo tocco era così dolce e delicato che mi fece venire il solletico.
 
Oh cazzo, adesso cosa faccio? Niente stupida, chiudi la bocca e aspetta. Ok, quest'ansia mi snerva ma se mi bacia muoio sul colpo. Sicuro!
 
Ero spalle al muro, quindi l'opzione "Tasto rosso d'emergenza" la scartai all'istante. Di respingerlo non ne avevo la minima intenzione, ma anche se avessi voluto non ci sarei mai psicologicamente riuscita. I suoi occhi erano il mio punto debole, una sorta di oceano in cui mi perdevo ogni benedetta volta, e le sue labbra cercavano sempre più le mie, proprio come due calamite. Istintivamente sorrisi:
"Jamie Elizabeth Jones, non farlo mai più. Potresti uccidermi" sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. Lo guardai con aria incredula e dissi "Niall, ho l'apparecchio. Ti prego, non dire cazzate" ma poi sorrisi in maniera complice.
Era tutto perfetto: non c'era nessuno pronto a distruggere l'atmosfera e nella mia testa c'erano le suore pronte per cantare l'alleluja accompagnate dal battito accelerato del mio cuore. Ma poi accadde l'inimmaginabile.
Il mio capo reparto cominciò a cantare "Ti amo" di Umberto Tozzi a cappella con altri miei amici dentro la sede. Mi girai di scatto verso la porta con sguardo assassino "Tony, ma vaffanculo va!" sussurrai verso la porta. Mi girai e scoppiai a ridere mentre Niall diceva "Jamie, e che palle! Sembra proprio destino che non ti debba baciare!". Risi, anche se sapevo che aveva ragione e dovetti accettare l'idea a malincuore. Eravamo due amici, anzi fratelli. Ci completavamo ma non colmavamo ciascuno il vuoto della vita dell'altra. Però un bacio riuscii a strapparglielo un anno e mezzo dopo, ma questa è un altra storia. Una lunghissima storia.
   
 
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