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NOVA LUX >>
Tre uomini vagavano nella
notte a cavallo di tre magnifici stalloni neri, le loro tuniche da Assassini
scintillavano al chiarore della luna e i mantelli si agitavano alle loro spalle
mentre percorrevano il sentiero che li avrebbe condotti a
Roma.
Quelle campagne erano
molto note per i briganti dunque i loro sensi rimasero allerta per tutto il
tragitto.
- Vedete anche voi
qualcosa che brucia? – disse Claudio, arrestando di poco la sua cavalcatura,
indicando un bagliore a qualche chilometro di distanza.
- Soltanto un cieco non
noterebbe un simile bagliore. – borbottò il più anziano dei tre – Siamo cauti
fratelli. Potrebbe attenderci un’imboscata. –
- Il solito timoroso. –
ridacchiò il più giovane, accarezzando la sua cavalcatura sul collo, prima di
rivolgere un’occhiata divertita al suo maestro - Dovresti preoccuparti di meno
Carlo, ti verranno i capelli bianchi anzitempo se continui di questo passo.
–
- Sei tu che ti preoccupi
troppo poco Luca. – Carlo gli rivolse uno sguardo carico di rimprovero ma decise
di concedere al suo allievo più promettente una piccola conquista - Mettiamola
così: quando imparerai a essere responsabile comincerò a prendere sul serio le
tue parole. –
Dopo di che, i tre
ricominciarono a percorrere il sentiero e una volta giunti in prossimità del
fuoco si accorsero che il carro di qualche mercante era stato saccheggiato e
nessuno sembrava essere sopravvissuto alla furia dei
briganti.
I tre, chiudendo gli occhi
alle povere vittime, pronunciarono un “requiescat in pace” e si riunirono
intorno ai resti bruciati della carrozza.
- Controllate nei dintorni
– sentenziò Carlo, legò la sua cavalcatura all’albero più vicino, estrasse la
spada dal fodero e si addentrò nella boscaglia.
Luca gettò uno sguardo
alle vittime e domandò al suo compagno se credeva ci fosse davvero la
possibilità che qualcuno fosse sopravvissuto, ottenne da Claudio un cenno di
diniego ma seguì ugualmente l’esempio del più anziano e cominciò a frugare tra i
cespugli.
Luca strappò un lembo dal
suo mantello, lo avvolse intorno ad un bastone, gli versò sopra un po’ di vino e
approfittò delle fiamme ancora vive di una parte del carro per accendere la sua
torcia improvvisata: dal momento che i suoi compagni avrebbero controllato gli
immediati dintorni per via della poca luce, lui si sarebbe addentrato
maggiormente nella foresta, giusto per tenere la mente occupata.
Camminò per qualche metro
e notò che intorno a lui c’erano pezzi di stoffe pregiate e ceramiche distrutte:
sicuramente i briganti non erano interessati a ciò che quella povera gente
portava con sé.
Un rumore alla sua destra
lo fece voltare.
Si ritrovò lontano dalla
via principale, a pochi metri da lui giaceva immobile il corpo di una donna che
tendeva la sua mano a una cesta… Scavò una fossa nella quale seppellire la donna
e la ricoprì di terra.
Stava per andarsene quando
udì un rumore provenire dalla cesta, levò il telo che la copriva e il suo
sguardo si scontrò con due oceani blu che lo lasciarono senza fiato: una bambina
di un anno appena lo stava guardando con curiosità, sulla sua testa spuntavano
dei fini capelli del colore del fuoco e i piccoli pugni si dibattevano nella sua
direzione, desiderosi forse di un contatto umano.
Incastrò nel terreno la
sua torcia e tese le mani verso la bambina che si ritrasse, già sull’orlo delle
lacrime, guardandolo quasi con timore.
Abbassò il cappuccio
mostrando alla bambina il suo volto e udì quanto di più simile a una risata
abbandonare quelle piccole labbra, - Era questo il problema… Volevi vedermi in
faccia? – la avvolse nel suo mantello per tenerla al caldo e la strinse a se
mentre la piccola gli toccava il volto, incuriosita dalla strana sensazione che
la sua barba provocava al tatto – Dai, torniamo indietro e dimostriamo a quei
due vecchietti che sono più bravo di loro a cercare sopravvissuti. –
Quando tornò al carro la piccola era già sprofondata nuovamente nel sonno, stringendo in una presa ferrea la sua morbida tunica, quel voltospensierato lo fece sorridere ma una volta entrato nel campo visivo dei due compagni di viaggio tornò serio e gli chiese se avessero avuto fortuna.
- Solo corpi senza vita…
Che hai lì? – domandò Claudio avvicinandosi a lui - Una bambina. Era sola?
–
- La madre è morta ma lei
è piena di energie… O almeno, lo era fino a un attimo fa. - Luca sorrise appena
guardando il volto della bimba, in quel preciso istante stava arricciando il
naso, come se qualcosa la infastidisse.
In quel momento Carlo
scoppiò a ridere, sotto lo sguardo confuso dei due che non lo persero di vista
per un attimo, in attesa di spiegazioni che non tardarono ad arrivare: - Ricordi
il mio discorso sulle responsabilità vero? Il buon Dio ha deciso di ascoltarmi a
quanto pare. –
- No… Hey, vediamo di non
scherzare! – sbottò lui, abbassando il tono subito dopo per evitare di svegliare
la piccola, ancora tra le sue braccia - Io l’ho soltanto trovata, non intendo
arrestare la mia vita per colpa di una bambina di cui non conosco nemmeno il
nome! –
- Si chiama Marte. -
rispose Claudio fulmineo, ottenendo la completa attenzione dei suoi compagni che
non capivano cosa gli desse tutta quella sicurezza su quell’argomento, dunque
estrasse dalla tasca un piccolo animaletto di stoffa e si spiegò – È il nome
cucito sulla schiena dell’orsetto… Non crederete che appartenga a qualcuno di
loro vero? –
Carlo richiamò
l’attenzione di Luca su di se, gli disse che poteva ugualmente fare un tentativo
cercando di crescere la bambina e restare un membro attivo dell’organizzazione
contemporaneamente.
- Perché dovrei? – sbuffò
il giovane, poco più che ventenne, guardando il più anziano del gruppo con
amarezza – Non potrebbe occuparsene qualcun altro? -
Carlo gli legò la bimba al
petto, in modo che non potesse scivolare fuori durante la cavalcata e con
sguardo severo, gli disse: - Lo farai tu e sappi che questo è un ordine.
– poi si allontanò e andò a liberare i cavalli, pronto a riprendere il viaggio
verso Roma.
- Ci siamo appena fregati da soli
lo sai? – borbottò Luca, sfiorando la morbida testolina della bimba che senza
svegliarsi gli afferrò un dito portandoselo alle labbra – Hem… E se le venisse
fame cosa dovrei fare? –
- Prima arriviamo in città
e prima potrai farla vedere da qualcuno che saprà dirti di cosa ha bisogno. –
gli rispose Carlo, guidando il suo cavallo al passo, precedendo i più giovani
lungo lo sterrato.
Claudio aiutò il più
giovane a montare sul cavallo e non riuscì a trattenersi dal prendere in giro il
compagno: - Il buon Dio ti ha accontentato stavolta… Prova a chiedere una
moglie, magari ti ascolterà ancora. -
Luca rispose con un paio d’imprecazioni, rivolse all’amico un occhiata infastidita e partì al galoppo prima che l’altro potesse aggiungere qualcos’altro.