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Autore: xfollowmejoe    10/01/2012    1 recensioni
I want to take you to a place where love is something more than you imagined. -Joe Jonas
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ero fuori quell’albergo, dio quante persone erano nella mia stessa situazione; fin troppe per essere un evento del tutto improvvisato.
Ero in piedi da più di 6 ore, le gambe iniziavano a farmi male, e le voci che circolavano sul fatto che Joe non alloggiasse realmente lì, erano davvero troppo irritanti. Stanca di sentire commenti inutili, con quell’ansia che mi divorava dentro, attraversai la strada per sedermi sul marciapiede a pochi passi da lì.
Un auto fece una brusca frenata, fermandosi proprio vicino ai miei piedi.
Presa dallo spavento, indietreggiai immediatamente.
<< ma è pazzo? Non vede quanta gente circola a piedi qui! Vuole ammazzarne qualcuna per caso? Il fatto che lei abbia una Porche non la esonera dal rispettare le regole stradali. >>
Ancora più nervosa di prima scossi la testa ed attraversai il breve tratto di strada che era rimasto.
Il finestrino della macchina si abbassò.
<< Hope! >>
Sentì chiamare. Mi voltai di scatto; si, quella voce mi era più che familiare.
<< Trevor? >>
Rimasi un po’ sbalordita.
<< che ci fai qui? >>  domandai.
<< vuoi entrare nell’hotel? >> ignorando del tutto la mia domanda, lui aprì lo sportello dell’auto.
<< che cosa ci fai qui Trevor? >> ero impassibile.
<< allora vuoi entrare si, o no? >> aveva un sorrisetto malizioso sulle labbra.
Incrociai le braccia, ed alzai gli occhi al cielo.
<< se non ci sbrighiamo, rischieremo di perderlo! >> disse in fine lui.
<< chi? >>
<< Joe! >>

<< Joe?>>
<< dai, parcheggio e saliamo dal retro. Ho un paio di conoscenti qui. È un’opportunità che non si può rifiutare no? >> lui spalancò ancora di più lo sportello della macchina; mi guardai attorno, era troppo tempo che aspettavo senza alcun risultato, così salì in macchina senza pensarci due volte.
Allacciai la cintura di sicurezza.
<< Ho uno spray antri aggressione nella borsa e ti avverto, non ho paura ad usarlo! >> dissi seria.
Trevor sorrise, e con un cenno acconsentì.
 
 
Eravamo dentro l’albergo. Cavolo com’era lussuoso, io cosa ci facevo qui?
C’era gente ovunque che indossava pellicce e con in mano grandi borse in pelle, ma si riusciva a respirare la calma e la tranquillità nella hall.
Ero sola, vicino la porta secondaria, mentre Trevor parlava con una ragazza vestita di nero alla reception.
Mi fece cenno, e lo seguì, convintissima che si trattasse di uno scherzo.
Dopo due piani di scale, si fermò di colpo sulla terza porta alla mia sinistra.
Busso ripetutamente per almeno tre volte, poi congiunse le mani ed attese una risposta.
Che stupida pensai, che cosa stavo facendo? La situazione mi stava sfuggendo di mano. Qui non c’era nessuno, era lì fuori che dovevo essere, Joe sarebbe potuto uscire fuori dall’hotel da un momento all’altro.
<< Trevor scusami. >> ed iniziai a scendere velocemente le prime scale.
<< Hope dove vai? >>
<< sono cinque minuti che aspettiamo, è ovvio che non c’è nessuno. Stiamo solo perdendo tempo! >>
Ma in quel momento la porta si aprì e…
I miei occhi si spalancarono << oh mio dio! >> uscì spontaneo dalla mia bocca.
Vidi Trevor e Joe stringersi la mano. Serrai i denti e deglutì, poi risalì lentamente le scale; ad ogni passo sembrava stessi facendo uno sforzo immane.
 
Sapete quando, quando una persona è così importante da diventare l’essenza delle tue giornate, senza che tu te ne renda conto; così speciale, così surreale, ma così presente per te in qualsiasi momento. Capace di farti sorridere, farti piangere, di farti sognare, con il potere di salvarti quando ormai niente ha più importanza per te.
Joe, quel bambino, con i capelli che cadevano sugli occhi, la persona a cui ho dedicato ogni singolo respiro abbia fatto negli ultimi 5 anni.
Lì, sulla soglia di quella porta. Così reale, così vivo, così incredibilmente vero da non crederci.
 
Fece alcuni passi avanti, sentì la mano di Trevor dietro la schiena che mi accompagnava, ma in quel momento non mi importava di lui, non mi importava di niente, di nessuno. Suona arrogante, è vero! Ma questo era tutto quello che per anni avevo sognato, progettato in ogni singola parola, in ogni singolo gesto, convinta che sarebbe restato solo un’inutile speranza.
Joe fece alcuni passi avanti.
<< Tu devi essere Hope, molto piacere Joe! >>
Mi lasciò ancor più senza parole, mi abbracciò per un istante sorridente e poi ci invitò ad entrare.
<< ma chi sei, si può sapere? >> sussurrai a Trevor.
Cercai do ritrovare la mia voce, che era letteralmente andata a farsi fottere, e strinsi forte a me la pesantissima borsa che avevo in mano.
<< puoi poggiare qui le tue cose se vuoi! >>
Delicatamente lasciai andare tutto sul divanetto, e sospirai forte.
<< ok, credo di essere abbastanza cosciente adesso! >> dissi finalmente  Lui sorrise, ed io cercando di rimanere concentrata.
<< volevo solo poterti dire, grazie per avermi dato quest’opportunità, so che ogni secondo del tuo tempo è prezioso, e non voglio che tu ne spreca molto, qui per me.>>
<< Non preoccuparti, è davvero un piacere averti conosciuta; ma una parte del merito và anche a Trevor, hai un ragazzo fantastico, ha organizzato tutto questo solo per te! >>
Stavo per sorridere ma ad un tratto mi bloccai di colpo, voltandomi verso Trevor.
<< che cosa? >> domandai stordita.
<< No! io non ho fatto niente, te l’ho detto, conosco solo la ragazza della reception. >> cercò di giustificarsi.
<< Trevor, tu a malapena mi conosci, come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? >>
<< Parlavi con Paris, di quanto ti sarebbe piaciuto incontrare Joe, ed ho pensato che era un buon modo per…  chiederti di uscire. >>
<< Non ti è neanche sfiorato per la mente che, far scomodare una persona così piena di impegni solo per un tuo capriccio, non era un buon modo per chiedermi semplicemente di uscire? Trevor io non sono come credi! Io non sono fatta per tutto questo, non voglio essere ‘comprata’ cerco solo semplicità ma soprattutto…  il pregio più grande che qualcuno possa avere: è l’essere sé stessi! >>
Feci un momento di pausa; la testa mi stava scoppiando non capivo bene cosa stesse realmente accadendo.
<< Joe mi dispiace che tu abbia fatto tutta questa strada solo per incontrare me. Io non sono nessuno, è inutile che sprechi altro tempo qui, non ne vale la pena. >> mi voltai ancora una volta verso la porta << Trevor, scusami ma non credo di poterti dare una seconda occasione; non dopo questo >>
Mi feci spazio tra le due espressioni sconvolte dei ragazzi, e con le lacrime agli occhi, scesi le scale. Era come se volessi scappare da quella situazione, da quell’essere stata presa in giro da qualcosa che in realtà poteva apparire speciale, ma per me NO! non lo era.
Fuori l’hotel, il tempo iniziò ad annebbiarsi, si sentiva l’umidità nell’aria, ma non mi importava, continuavo a correre più lontano che potevo.
 
 
 
 
Stanca di tutto mi poggiai la con schiena ad un tronco d’albero.
Quando la macchina di Trevor, arrivata lì vicino si fermò ed il finestrino lentamente si abbassò fino a scomparire.
Restai lì ferma in mobile, non avevo la forza di reagire, né di scappare.
<< ti ho trovata finalmente. >> disse << Hope, farei di tutto per te! >>
<< mi devi lasciare stare Trevor. >> replicai con le lacrime che mi solcavano il viso << conosco i tipi come te, non accettano un NO come risposta. Ti prego risparmia i tuoi soldi per qualche ragazza che apprezzi i tuoi sforzi; mi dispiace ma, finisce qui, qualcosa che non è mai iniziata! >> serrai i pugni e ripresi a correre lontano da lui.
Doveva essere una bella, bellissima giornata questa. Una di quelle che ti riempiono il cuore, e ti fanno restare felice nell’anima per giorni, settimane, mesi. Invece? Invece eccomi qui, nel bar più vicino dell’hotel, sorseggiando un bicchiere d’acqua così difficile da mandare giù. Mi sono appena fatta scappare l’occasione di parlargli solo perché sono maledettamente realista;  lui  era li solo per fare un piacere al suo manager o a Trevor non certo per vedere me.
<< diamine! Ho dimenticato tutte le mie cose nella camera dell’hotel.. >> continuai a toccarmi le tasche << l’ipod! Devo tornare!>>
Non avevo alcuna speranza di poterci riuscire, visto il tutto il casino che si era creato, ma tentai lo stesso: Il mio ipod, si trattava del MIO IPOD! 

Ripercorsi di nuovo tutta quella strada, entrai nella hall dell’albergo e con lo sguardo cercai la reception.
<< scusi, ho dimenticato la mia borsa nella camera 215 potrebbe… >>
<< Hope >> sentì alle mie spalle. Mi voltai lentamente per paura che fosse uno di quei stupidi flash back momentanei.
<< Joe!! >> chiamai sbalordita. 
  
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