Dunque, l'arrivo inatteso di Carmen ha spiazzato un pò tutte e sono felice di essere riuscita a sorprendervi.
Vi lascio all'ultimo capitolo, ahimè, ma non preoccupatevi, non vi libererete di me muahahahhahaah
Buona lettura! :D
TRUTH
< < La verità è che gli esseri umani devono cercare di amarsi, anche se qualche volta gli si spezza il cuore. Ma avere il cuore spezzato è un buon segno, significa essersi messi in gioco > > **
Quando vidi Carmen di
fronte a me il mio
cuore si bloccò, ma quando vidi che dietro di lei si
nascondeva una bambina, che
avrà avuto circa dieci anni, la terra mi franò
sotto i piedi: quella era mia
figlia. Non sapevo cosa mi avesse dato quella certezza, forse il taglio
degli
occhi così simile al mio, o le mie labbra, o un legame
invisibile che mi legava
a lei, ma l’avevo riconosciuta subito e in quel momento la
rabbia si era
impossessata di me.
“ Cosa ci fai qui? ” Le chiesi con quel tono
di voce che avevo usato solo un’altra volta in vita mia,
quando avevo
erroneamente pensato che la mia Bella potesse prendermi in giro come
aveva
fatto lei, senza rendermi conto che il mio amore era la persona
più buona e
dolce che avessi mai conosciuto e non avrebbe mai fatto male neppure a
una
mosca.
Prima
che la situazione degenerasse, Tanya ebbe il buon senso di allontanare
i
bambini, portandoli a giocare da qualche parte. Carmen tentò
di avvicinarsi, non
so con quale intento, ma la bloccai con un gesto della mano, non volevo
che mi
si avvicinasse più del dovuto, e presi per mano Bella,
avviandoci dentro; con
la coda dell’occhio notai che la donna ci seguiva. Feci
sedere Bella accanto a
me, senza mollare mai la sua mano, mentre Carmen si sedette di fronte.
Capii, da come si agitava, che Isabella si
sentisse dannatamente fuori posto in quella situazione, avrebbe
sicuramente tanto
voluto prendere Matthew e tornare a casa, ma io le rivolsi uno sguardo
disperato e capì che avevo bisogno di lei.
Vidi Carmen prendere un profondo respiro, e
torturandosi le mani, iniziò a parlare. “ Edward
io ti devo delle spiegazioni….
Quella sera, in ospedale, non c’ero io su quel lettino, ma
Irina. ” Era
evidente che si stava riferendo alla sera in cui il mondo mi era
crollato
addosso, ma non capii cosa volesse dire, non riuscivo a collegare i
pezzi: cosa
c’entrava sua sorella gemella Irina?
Carmen quindi riprese con le sue spiegazioni,
intuendo dal mio silenzio che non ero riuscito a trarre nessuna
conclusione
dalla sua frase.
“ I miei genitori temevano che io potessi
lasciare la danza per decidere di sposarmi con te, non sapendo che ci
eravamo
lasciati in malo modo, e hanno messo in scena un vero e proprio
teatrino.
Quella sera erano d’accordo con un medico, e fu mia sorella a
fingere di avere
le doglie in anticipo, e poi a pronunciare quelle parole. Io non sapevo
nulla
di ciò, mi avevano mandato da una zia perché non
interferissi con le loro
macchinazioni .” A quel punto un singhiozzo la scosse e fu
costretta ad
interrompersi. Ero sconvolto, respiravo a fatica e la mia mano, stretta
tra
quelle di Bella, tremava visibilmente.
“ Poi cosa è successo? ” Chiesi a
fatica, come
se pronunciare quelle poche parole mi costasse uno sforzo immane.
“ Quando ho partorito i miei mi dissero che
la bambina era nata morta a causa di complicazioni durante il cesareo,
e invece
l’avevano data in adozione ad una famiglia che aveva pagato per averla. Ho
scoperto che Bree era
ancora viva quando lei aveva due anni; ho lottato a lungo per riaverla,
e
all’inizio non è stato facile per nessuna delle
due: lei non mi riconosceva
come mamma, e io non sapevo praticamente nulla di lei.”
Ero allibito: quale mente perversa poteva
architettare un piano del genere per separare dei genitori dalla loro
figlioletta?
“ Perché hai atteso tutto questo tempo per
venirmelo a dire Carmen? ” Cercavo di mantenere la calma, ma
era evidente lo
sforzo che stavo compiendo.
“ Ho avuto paura. Poi nel frattempo io mi
sono anche sposata. Laurent mi ha convinto a venire qui; lui conosce
tutta la
storia, e temeva che tu prima o poi saresti potuto venire a conoscenza
di
tutto, e avresti cercato di riprenderti tua figlia. ”
“ La piccola cosa sa di tutta questa storia?
” Dalla voce incrinata che mi uscì si
notò tutto il mio timore per quella
risposta, più di quanto volessi far trapelare.
“ Nulla. Adesso ricorda ben poco dei due
anni trascorsi con la sua precedente famiglia e io evito di ricordarli.
Sa che
Laurent è suo
padre, visto che quando è
venuta a vivere con me stavamo già insieme, e sa che siamo
venuti a trovare un
vecchio amico della mamma, e che può chiamarlo…
zio. ” Sussurrò le ultime
parole.
A quel punto scattai in piedi “ COSA SAREI
IO?! ” Urlai.
“ Edward è così piccola, cosa avrei
potuto
dirle? Ragiona, avrei semplicemente sconvolto i suoi equilibri senza
avere la
certezza che poi tu l’avresti voluta ancora. Per quanto ne
sapevo potevi essere
chissà dove e chissà con chi, e da quello che
vedo avevo ragione! Rimarremo in
città per cinque giorni, di più non posso. Sei
libero di venirci a trovare
quando vuoi. ” E dicendo così prese le sue cose e
andò via, senza lasciarmi il
tempo di dire altro. Mi accasciai nuovamente sul divano, affondando il
viso
nelle mani, e Bella
provò a consolarmi.
Purtroppo però in quel momento avevo bisogno di restare
solo, per poter
riflettere su tutto quello che era successo, e lei parve capirlo
perché dopo un
po’ mi disse “ Io vado, chiamami in qualunque
momento se avessi bisogno di me.
Io ti aspetterò. ”
Adesso mi trovavo fuori dall’hotel dove alloggiavano Carmen e la bambina, avevo bisogno di fare chiarezza dentro di me. Scacciai con forza una pietra che si trovava davanti a me e puntai gli occhi al cielo disperato, chiedendomi perché lassù qualcuno si divertisse tanto a giocare con i miei sentimenti: dopo tutto quello che avevo passato, dopo tutto il tempo che ci era voluto per conquistare Bella, adesso rischiavo di perdere ogni cosa.
Mi feci
coraggio e alla reception chiesi della signora Denali; il consierge mi
indicò
quale fosse la sua camera e ringraziandolo mi avviai agli ascensori.
Giunto
davanti alla porta della suite presi un profondo respiro e poi bussai.
“ Chi è? ” Chiese
la sua voce.
“ Edward. ”
La porta si aprì e Carmen senza dire nulla mi fece entrare.
La piccola appena
mi vide, corse verso di me sorridente, ma era come se stesse cercando
qualcuno.
“ Non c’è
tuo figlio? ” La sua domanda mi aveva spiazzato,
evidentemente Matthew era
riuscita a conquistarla quel pomeriggio che avevano passato insieme.
“ No, mi
dispiace, ci sono solo io. ”
“ Peccato, allora
torno a disegnare. ” E si andò a sedere per terra,
tornando ad impugnare un
pennarello e continuando ciò che stava facendo prima del mio
arrivo.
“ Vieni
Edward, andiamo a parlare fuori. ”
Carmen mi guidò nel terrazzo,e ci sedemmo lì. Ci
fu un attimo di silenzio, entrambi
eravamo piuttosto imbarazzati, ma poi lei prese la parola.
“ Posso
sapere cosa ti porta qui? ” Non c’era rabbia nel
suo tono di voce, piuttosto
curiosità.
“ A dirti la
verità non lo so nemmeno io. ”Mi presi la testa
fra le mani, e in quel momento
avrei tanto voluto piangere, ma non sarebbe servito a nulla.
“ Edward ti
giuro che io prima di venire qui ci ho pensato a lungo; sapevo che ci
potesse
essere la possibilità che tu adesso avessi una famiglia
tutta tua, e avrei
rischiato di mandare tutto all’aria, ma non potevo vivere con
questo segreto.
Mi sono detta che se io fossi stata al tuo posto avrei preferito sapere
che mia
figlia fosse viva, anche se non mi avrebbe mai considerato la sua
mamma, e per
lei sarei rimasta un’estranea, ma almeno avrei saputo che
stesse bene e che
cresceva in un mondo pieno d’amore. Laurent ha sempre
considerato Bree sua
figlia, e il destino ha voluto che io e lui non avessimo altri figli,
ma ciò
non avrebbe tolto niente a lei. Lui stravede per Bree, devi vedere come
la
vizia in tutto, è una vera cocca di papà.
” Sorrise ripensando a quei momenti
felici, e inconsciamente lo feci anche io, solo che nei miei pensieri
al posto
di Bree c’era Matthew.
“ Carmen io non ho idea di come dovrei comportarmi adesso, non so cosa fare… ”
Lei mi guardò serenamente, e poi mi prese una mano tra le sue “ Chiudi gli occhi. ”
“ Cosa? ” Non capivo il senso della sua richiesta.
“ Fidati di me, chiudi gli occhi. ”
Feci come mi disse, anche se ero piuttosto titubante, e attesi la sua prossima richiesta.
“ Adesso pensa alla tua vita; rivivi tutto quello che hai fatto: la fatica per diventare un bravo ballerino, la felicità che hai provato quando sei stato preso nella tua prima compagnia, la gioia quando ti hanno promosso solista. ” E mentre lei parlava le immagini di quello a cui lei si riferiva scorrevano nella mia mente, come in un film.
“ Pensa adesso alla cosa più brutta che ti sia successa. ” E come un fulmine a ciel sereno l’immagine mia e di Bella accasciati sul pavimento di quell’ospedale, mentre attendevamo l’esito dell’operazione di Matthew, mi si parò di fronte.
“ E infine pensa al momento più bello della tua vita. ” E sorrisi quando davanti ai miei occhi vidi comparire l’immagine di me e Bella che svegliavamo Matthew la mattina del suo primo compleanno: era uno di quei momenti in cui mi era sembrato che noi potessimo essere davvero una famiglia.
“ Adesso puoi aprire gli occhi. ”
Feci come mi disse Carmen, e quando la mia vista si abituò nuovamente alla luce, la guardai: era ancora lì che mi sorrideva serena.
“ Perché mi hai fatto fare questa cosa? ” Non riuscivo a capire dove voleva arrivare.
“ Semplice, dimmi in quali ricordi siamo venute fuori io o Bree. ”
Il mio silenzio fu più eloquente di qualsiasi risposta, e sentii le mie gote andare a fuoco.
“ Se neppure il ricordo più brutto ti ha riportato a quella sera vuol dire che in cuor tuo la scelta è stata presa. ”
“ Ma come è possibile? ” Quando avevo sentito quello che pensavo avesse fatto Carmen alla bambina che portava in grembo mi ero sentito distrutto, ma a quanto pare la mia mente o meglio il mio cuore aveva scelto che il ricordo che più mi aveva segnato era stato quando avevo saputo dell’operazione di Matthew.
“ Edward, io non dico che allora tu non amassi Bree, ma il tuo amore era più una voglia di assumersi le proprie responsabilità credo, e quindi sei rimasto ferito ma non a tal punto come l’altro ricordo che la tua mente ha evocato. Non ti faccio una colpa di ciò, figurati, ero io la prima che era indecisa sulla bambina. Spero che adesso tu abbia le idee più chiare, e non rischiare di perdere la tua famiglia. ”
“ Grazie Carmen. ” L’abbracciai calorosamente, era stata una persona importante della mia vita, e sarebbe comunque rimasta la madre di mia figlia. “ Prometto che verremo presto a trovarvi con Bella e Matthew. ”
“ Ci conto, e poi faresti felice pure Bree. Da quando ha conosciuto il piccolo non fa altro che parlare di lui.”
Quando uscii dall’albergo di Carmen, ero molto più sereno. Con un sorriso sul volto mi diressi verso casa di Bella, dalla mia famiglia.
POV BELLA
Seduta sul divano avevo Matthew accanto e fingevo di guardare i cartoni con lui; in realtà la mia mente volava al pomeriggio di due giorni fa, quando la verità sulla storia di Carmen ci aveva colpiti come un fulmine a ciel sereno. Il mio cuore doleva al solo pensiero di quello che la famiglia di lei era stata capace di fare, a come sua sorella gemella l’avesse pugnalata alle spalle, e come lei si dovesse essere sentita quando aveva scoperto che la sua bambina era viva. In me era ancora vivido il ricordo di quando Rose mi aveva comunicato che il mio bambino doveva essere operato e immaginare che l’operazione sarebbe potuta andare male mi terrorizzava ancora ora che lo vedevo crescere sano, quindi non riuscivo ad immaginare con quanta forza quella donna era andata avanti per quei due anni.
E poi c’era Edward.
Neanche immedesimandomi in lui, potevo comprendere cosa avesse provato sentendo quel racconto che sembrava essere uscito da un romanzo rosa. Da quel giorno non l’avevo più sentito. Aveva deciso di rimanere da solo e io rispettavo la sua scelta, perché lo amavo, ma il non sapere nulla mi stava logorando. Ero stata una stupida ad aspettare così tanto per decidere di confessargli il mio amore, perché non avevamo neppure avuto il tempo di godercelo; proprio quando mi ero decisa ad esternare i miei sentimenti qualcuno lassù aveva voluto punirmi, perché era chiaro che adesso la situazione tra me e Edward non sarebbe stata più la stessa. Lui avrebbe sicuramente seguito Carmen e la figlia in Europa, per cercare di conoscerla meglio, e io sarei rimasta qui da sola, a prendermi cura dell’unica cosa che mi rimaneva del nostro amore.
Ritornai al
presente quando mio figlio mi accarezzò il viso ed
esclamò “ Acca! ”
Meravigliata
mi toccai le guance e le ritrovai bagnate di lacrime che non mi ero
accorta
neppure di star versando. Lo presi in braccio e lo strinsi forte al mio
petto.
“ Non è
niente piccolino, ora passa tutto alla mamma. ”
Lui in
risposta si accoccolò con il visino contro il mio collo e
iniziò a darmi tanti
bacetti, e ringraziai il cielo che ci fosse almeno lui a tirarmi su. E
per la
prima volta piansi sulla spalla di mio figlio, mentre lui si aggrappava
forte a
me.
Sobbalzammo
entrambi quando suonarono alla porta, e asciugandomi velocemente le
lacrime, misi
nuovamente seduto sul divano Matthew ed andai ad aprire; colui che mi
trovai
davanti mi lasciò di sasso.
“ Dio Bella
cosa è successo? Perché stai piangendo?
” E prima che potessi anche solo
pensare di rispondere mi ritrovai tra le braccia di Edward. Per un
attimo mi
abbandonai contro il suo petto, ispirando forte il suo profumo, per
cercare di
calmarmi, ma poi mi irrigidii e lo allontanai da me, e lui mi
guardò senza
capire il mio gesto.
“ Farà
ancora più male quando te ne andrai. ”
Singhiozzai, prevedendo che il motivo
della sua venuta fosse dirmi che sarebbe partito insieme a Carmen e
Bree.
Il suo
sguardo era ancora più confuso e così mi
affrettai a chiarire le mie parole “ E’
giusto che tu segua Bree, quindi ti chiedo di non avere più
alcun contatto
intimo con me, non riuscirei a farcela. ” E dicendo
così la mia voce si spezzò
e nuove, calde lacrime presero a scorrermi sulle guance, e mi voltai di
spalle,
per evitare che mi vedesse.
Subito le
sue braccia cinsero la mia vita, e fece scontrare la mia schiena con il
suo
petto.
“ Io non
vado da nessuna parte senza di voi. ” Mi sussurrò
all’orecchio, e poi mi fece
voltare verso di lui, stringendomi il viso tra le sue mani e
asciugandomi le
lacrime con i pollici.
“ Edward io
non posso impedirti di conoscere tua figlia, non potrei vivere bene
sapendo che
tu sei rimasto qui per me, perché non sono abbastanza forte
per andare avanti
da sola. Io ti amo e per questo ti lascio libero di andare via, ma ti
prego,
non dimenticarti di Matthew: io posso vivere senza il mio compagno, ma
lui non può
farlo senza il suo papà. ” Lo guardai a lungo
negli occhi e li vidi farsi
lucidi. Prese un respiro profondo, scuotendo leggermente la testa, per
poi
avvicinare la sua fronte alla mia, e senza allontanarsi
iniziò a parlare.
“ Prima di
trarre qualsiasi conclusione lasciami finire di parlare, ok? ”
Feci cenno di
sì con la testa e lui riprese. “ Ho conosciuto
Bree in questi giorni. Oddio
forse dire di conoscere una persona in due giorni è fuori
luogo, ma posso dire
di sapere qualcosa in più su di lei. È una
bambina molto sveglia, adora
disegnare, non le piace il pesce e fa un movimento con le mani, quando
se le
passa tra i capelli, identico al mio. ” Sorrise ripensando a
quel particolare,
mentre il mio cuore si stringeva, ma mi imponevo di rimanere in
silenzio come
gli avevo promesso, per poi continuare con il suo discorso.
“ Ma io non
so nulla di lei, oltre questo, e soprattutto crede che io sia solo un
amico di
sua madre. Non potrò mai considerarla realmente mia figlia
perché lei per prima
non mi vedrà mai come suo padre. Se c’è
una cosa che ho sempre creduto vera è
che i figli sono di chi li cresce, non di chi li mette al mondo. E
anche se non
è stato per causa mia che non ho potuto crescere Bree, non
posso strapparla
adesso dalle braccia di Laurent, che la considera sua figlia. Pensa,
quando
oggi sono andato a trovarle, lei ha chiesto di Matthew, voleva giocare
con lui,
di me non gli importa nulla.
Ho parlato
con Carmen, e le ho detto che se avrà bisogno di qualcosa
potrà chiedere a me, ma
è giusto che continuino a crescerla lei e Laurent, in fondo
la piccola sa che
sono loro i suoi genitori.
Ma amore
mio, ti giuro che mai per un secondo ho pensato di abbandonare te e
Matthew: siete
voi la mia famiglia adesso. ” E avvicinò
lentamente le sue labbra alle mie, per
un bacio carico di dolcezza, mentre il mio cuore accelerava i battiti
per la
consapevolezza che io e Edward non ci saremmo separati. Lo strinsi
forte a me,
portando le mie mani ai suo capelli e facendo in modo che aderisse al
mio
corpo: la paura di perderlo era stata tale che volevo sentirlo presente
il più
possibile in quel momento. Sentivo come se un peso sul mio cuore si
fosse
finalmente dissolto, qualcosa che non sapevo neppure di avere, ma che
adesso
sapevo non esserci più.
Quando
stavamo per approfondire il bacio, però, fummo interrotti da
Matthew, che si
aggrappò alla gamba del padre, pretendendo la sua
attenzione. Edward si staccò
da me, non prima di avermi nuovamente sfiorato le labbra con le sue, e
lo prese
in braccio.
“ Ciao
campione di papà! Vuoi andare al parco con me e mamma?
”
Sorrisi a
quelle parole e vidi gli occhi di mio figlio diventare luminosi come
due stelle.
“ Tì, scila,
scila. ”
“ E che
scivola sia ” dissi, spingendoli fuori e chiudendomi la porta
alle spalle.
** Mangia, prega, ama. Elizabeth Gilbert
Allora, eccoci giunti alla fine... i ringraziamenti e tutto li rimando all'epilogo, che arriverà la prossima settimana. Spero di non avervi deluse e che il finale vi piaccia. Un bacione e un grazie immenso a tutte, Paola.
PS: domani controllate la mia pagina autore, ci sarà una sorpresa, spero gradita ;)