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Autore: Nami    07/04/2004    1 recensioni
Innanzitutto premetto una cosa. Reinserisco questa fic a richiesta di Asuka ma se devo essere sincera stavo già pensando di riscriverla… probabilmente molti di voi l'avranno già letta e credo che se vi è piaciuta sarete contenti di vedere il seguito. Per chi invece non l'avesse mai letta perché nuovo di questo sito, noterete sicuramente lo stesso personaggio che ho inserito nella fic "Al cuor non si comanda" che però ho deciso di togliere… lo so.. forse vi sembrerò una sciocca ma il fatto è che non ho mai avuto le idee ben chiare realizzando la fic in questione.., cmq era proprio a questa storia che mi riferivo quando vi parlavo del mio personaggio. Come vi ho già detto, l'ho creato io e ci sono molto affezionata, è più forte di me…quindi non me la sento proprio di non metterlo in alcune mie fic… beh…siate clementi dunque e… buona lettura. Nami ^__^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 17: Il mistero dell’isola Xander


Era fra le sue braccia mentre sentiva le sue labbra sulle proprie. Sperava fosse tutto vero, che non stesse sognando.. non voleva più allontanarsi da lui.. voleva averlo vicino, soprattutto quando si sarebbe ritrovata faccia a faccia con Nelson e ormai quel momento si stava avvicinando. Gli stringeva il collo mentre lui cingeva la sua schiena. Si sentiva al sicuro fra i suoi arti forti.

ZORO: Perdonami!

Le disse staccando le labbra dalle sue.

ANIA: Io ti amo!

Lo guardò negli occhi, aveva una strana espressione che sembrava dirgli qualcosa. Qualcosa come “Quindi ti prego, non farmi più soffrire!”

ZORO: Non accadrà più! Te lo prometto! Sarò sincero d’ora in poi!

Ania sorrise portandogli una mano sul viso.

ANIA: Anche con Sanji?
ZORO: Devo mentire? Io voglio pensare solo che ti amo! Non mi vergogno di questo sentimento, non più almeno!

Le scostò i capelli dal viso con un gesto delicato.

ZORO: Sei così bella!

Non si saziava mai nell’ammirarla, era uno spettacolo. Occhi scuri e dolci, pelle liscia e luminosa, capelli lunghi e mossi che le esaltavano il viso e un corpo perfetto. Ogni cosa, ogni singolo dettaglio di lei lo faceva impazzire. Il modo in cui si sistemava i capelli portandoli indietro ma soprattutto gli piaceva da morire il suo sorriso, che gli faceva perdere la testa.

ANIA: Ah, e da quando sei così romantico?
ZORO: Mi prendi in giro? Vedi di non abituartici comunque eh?

Ania gli mostrò la linguaccia.

ZORO: Cosa? Come ti permetti! Prova a rifarlo se ne hai il coraggio!

Le disse sarcasticamente. Ania rifece la linguaccia e Zoro la buttò a terra facendole il solletico.

ANIA: No, basta! Ha ha.. ti odio!
ZORO: Anch’io ti odio, ti odio per avermi stregato in questo modo! Come diamine hai fatto a farmi innamorare?

Continuava senza smettere di farle il solletico.

ANIA: Come? Ti sei già pentito?

Smise di solleticarla e riprese a guardarla intensamente ghiacciandola con il suo penetrante e dolce sguardo.

ZORO: No! Come posso pentirmi di una cosa tanto bella? Non immaginavo nulla di simile riguardo all’amore. E’ una cosa totalmente nuova, coinvolgente che senti viva dentro, nel cuore! E sai qual è il bello? Che mi piace questa sensazione che provo! Se prima la consideravo solo una cosa disgustosa quando Sanji ne parlava, adesso sento che l’ amore è la cosa più bella che io abbia mai sentito!

Ania prese ad accarezzargli i capelli molto lentamente sorridendo nel modo in cui lo aveva “stregato”.

ANIA: Vedi? Non è poi così difficile amare, basta solo trovare la persona giusta!
ZORO: E io questa persona ce l’ho qui, davanti ai miei occhi!

Le toccò il viso mentre ammirava i suoi capelli che ricadevano a terra con dolcezza.

ANIA: Ania.. Posso baciarti ancora?

Le domandò prima che lei si aggrappò nuovamente a lui e gli catturasse le labbra in un altro bacio sensuale quanto quelli precedenti. (Aaah.. lo so.. forse è un pò troppo sdolcinato.. vero? ^__^)

ANIA: Zoro.. sono completamente su di giri! Domattina potrei anche non ricordarmi di quello che c’è stato tra noi stasera!
ZORO: Vorrà dire che ti bacerò fino a farti ricordare! Ci stai?
ANIA: E rischiare di ritrovarti col naso rotto?
ZORO: Rischierò!

Lei stava già soffrendo abbastanza, sentiva la mancanza di sua madre e ora che non era più sola, che c’erano tutti loro a proteggerla, non poteva piangere anche a causa di un’incomprensione. L’aveva vista con il volto rigato già abbastanza, aveva sofferto fin troppo, anche per colpa sua.

ZORO: Tra poco il tuo incubo finirà Ania! Vedrai! Si risolverà tutto!
ANIA: ...
ZORO: Ania?

Si era addormentata. Aveva ancora le guance rosse per il vino ingerito, e con tutto lo stress accumulato non ce la fece più a tenere gli occhi aperti. Gli scappò da ridere. Quella ragazza era unica nel suo genere. Pensò di portarla nella sua cabina ma.. poi ripensandoci aveva paura di svegliarla. Dopotutto quella era una bella notte, tirava un vento leggero ma non faceva affatto freddo. La sdraiò sul ponte lentamente, prima che si girò dall'altra parte sospirando nel sonno.

ZORO: Sogni d’oro piccola!

Sussurrò. Si portò le braccia dietro alla testa e chiudendo gli occhi si addormentò.

Il cielo si faceva sempre più rosso e la luce dei primi raggi solari cadde sui suoi occhi mentre si portò una mano sul viso cercando di coprirsi. Sbadigliò spalancando la bocca a trecentosessanta gradi, dopodichè si sollevò da terra ancora con gli occhi socchiusi e brucianti.

ANIA: Da quando sei così mattiniero?

Mezzo addormentato com'era, non si era accorto che lei era sveglia.

ZORO: Ehi! Buon giorno!

Esclamò grattandosi il collo.

ZORO: Come va?
ANIA: Mh! Ho la testa che mi scoppia!
ZORO: Naturale! Con quello che hai bevuto.. dovresti controllarti dolcezza!

In tutta risposta gli tirò una pacca sul petto con tanto di sarcasmo.

ANIA: Senti chi parla! Tu reggi bene l’alcool ma quando attacchi a bere..

Gli sembrava incredibile quello che provava. Mai avrebbe immaginato una cosa del genere. Sembrava quasi che il destino l'avesse punito dopo averlo sentito pronunciare la "L'amore è una cosa inutile!". E si rendeva conto che più che un castigo, era simile ad un dono. Ora si sentiva un idiota per averlo detto.
L'isola Xander era vicina ormai. Era solo questione di tempo. La sua paura più grande era che probabilmente nel momento in cui sarebbero giunti a destinazione, il sorriso le sarebbe scomparso dal volto. Ancora una volta.

SANJI: MALEDETTOOOOO!

Ad interrompere quel momento, fu un potente calcio che gli arrivò sulla testa facendogli uscire gli occhi dalle orbite e quasi cadde in mare se non si fosse aggrappato al parapetto. Un bernoccolo gli spuntò sulla testa.

SANJI: Come diavolo ti permetti di stare insieme a questa povera fanciulla dopo come l'hai trattata, eh??
ANIA: No.. Sanji..

Cercò di calmarlo ma ogni tentativo fu inutile.

SANJI: Se provi ad avvicinarti alla mia Ania ancora una volta ti faccio allo spiedo! O forse preferisci in salmì?
ANIA: Sanji..
SANJI: Se vuoi una mano per staccarti te la do io! Una bella lavata ti rinfrescherà quel microcefalo che è rinchiuso nella tua testa vuota!

Era davvero infuriato. Ania non lo aveva mai visto così prima d'ora. La stava difendendo.

ANIA: SANJI!
SANJI: Si amore?

Finalmente si era accorto della sua voce.

ANIA: Sanji, tesoro.. va tutto bene!
SANJI: Ah si?

Non poteva fare a meno di guardarlo storto mentre a fatica, Zoro si teneva aggrappato.

ANIA: Si.. apprezzo molto quello che fai per me ma.. davvero è tutto a posto!

Si vedeva bene. Il suo sguardo era cambiato, era tornato quello di un tempo.

SANJI: Mh..
ANIA: Non sei convinto?

Gli domandò notando la sua espressione pensierosa.

SANJI: Sono convinto che tu stia meglio ma..

Era di Zoro che non si fidava.

ZORO: Si può sapere perchè devi sempre starmi fra i piedi?

Tornò finalmente sul ponte mentre si scroccava le dita per la rabbia che lo pervadeva. Non gli piaceva mai farsi menare da Sanji.

SANJI: Veramente questo dovrei chiedertelo io!

Non c'era un giorno in cui non litigavano. Era pretendere troppo che per almeno ventiquattro ore non si beccassero con le loro provocazioni.

ANIA: Ah ah ah ah ah ah!

Fu la risata di Ania ad interrompere la lite.

ZORO: Che c'è? Ti fa ridere così tanto il mio bernoccolo?

Chiese con una nota di ironia.

ANIA: No.. siete voi che mi fate ridere!

Entrambi guardavano incantati quel sorriso che da qualche giorno si era nascosto dietro al dolore e che ora era rinato sotto una nuova luce.
A tavola nessuno ignorò quello sguardo, non potevano fare a meno di notare che il problema che l'afliggeva era come misteriosamente scomparso. Ora si che quella era un'atmosfera con i fiocchi. Sembravano uniti come una vera famiglia. Niente avrebbe potuto dividerli.
Purtroppo quel sorriso sul volto di Ania durò ben poco nonostante la felicità appena ritrovata. All'orizzonte si scorgeva la sagoma di un'isola, che senza ombra di dubbio, era l'isola denominata "Xander".

SANJI: Che facciamo ragazzi?

Domandò ai compagni mentre Ania era sulla prua della nave lasciando che il vento soffiò fra i suoi capelli castani.

SANJI: Cosa facciamo per aiutarla?

La vittoria non era assicurata al cento per cento. Da come Ania parlava di Nelson, sembrava quasi che fosse uno dei pirati peggiori.

RUFY: E' ovvio!

Intervenne il capitano.

RUFY: Si sconfigge Kelson!
NAMI: Rufy.. guarda che si chiama Nelson!
Precisò la rossa.

RUFY: Nelson, Kelson, è la stessa cosa! Per me potrebbe anche essere un uomo senza nome! Va eliminato e basta!

L'entusiasmo di Rufy era l'unica cosa che riusciva a portare avanti quella ciurma. Senza la sua personalità, il gruppo non sarebbe più stato considerato tale.

NELSON: Ah, che giornata meravigliosa!

Esclamò il pirata respirando profondamente.

UOMO: Ma.. capo.. sembra che stia per venire a piovere da un momento all'altro..
NELSON: Chiudi il becco, razza di feccia umana!

Urlò con tono gelido.

NELSON: Le giornata nuvolose sono la mia passione! Creano atmosfera.. e oggi.. è la giornata perfetta!

Alzandosi dal suo tronco d'albero, si incamminò verso la donna ancora legata e strettamente imbavagliata, quasi le mancava il respiro.

NELSON: Proprio così mia cara! Il momento si sta avvicinando!

Il momento in cui avrebbe fatto sparire per sempre Rufy dal cappello di paglia e ripreso con se quella mocciosa di Ania, questo intendeva per "grande evento".

ANIA: Ragazzi..

Sussurrò con un filo di voce.

ANIA: Vi avevo detto che Nelson faceva parte della flotta dei sette?

Quella frase stupì tutti i presenti.

NAMI: Che cosa? Nelson nella flotta dei sette?

Allora non c'era da scherzare se dovevano affrontare un ex membro della flotta più terribile di tutti gli oceani.

ANIA: Si! Era anche uno dei membri più pericolosi.. finchè un giorno non ha disertato! Non so ancora cos'è successo esattamente..

Quel racconto non trasmettava alcun conforto.

ANIA: ..ma alla fine, gli altri membri della flotta dei sette, hanno deciso di estrometterlo! Ora il suo posto è da tempo occupato da un altro sporco e pericoloso pirata! Don Quijote Do Flango!

Quel nome era scritto su quasi tutti i libri. Era ormai famoso come uno dei membri più in vista di quella flotta. Certo però nessuno aveva mai immaginato che proprio Nelson, una volta occupava il suo posto intorno al tavolo dei sette guerrieri.

USOP: Ragazzi.. perchè non cambiamo rotta? Ci sono un sacco di bei posti da visitare! Posti con prati fioriti e farfalle colorate.. perchè andare incontro al suicidio?

Le sue parole però, non furono minimamente ascoltate.

RUFY: Bene bene bene! Un membro della flotta dei sette! La flotta dei sette guerrieri! I guerrieri più forti del mondo..
USOP: Non mi piacciono quella stelline che ha davanti agli occhi..

Osservò il cecchino.

USOP: Rufy, non ti mettere in testa strane idee!

Ma ormai il capitano, non rispondeva più alle loro parole.

ANIA: Perdonatemi ragazzi! Avrei dovuto dirvelo prima!

Si sentiva in colpa per averli trascinati fino a li. Ora avrebbero dovuto affrontare un ex membro della trerribile flotta..

ANIA: Sentite, siete ancora in tempo per rinunciare! Se non ve la sentite potete cambiare rotta! Io resterò qui!
USOP: Ok! Allora è deciso! Si cambia rotta! Io prendo il timone!

A fermarlo fu un calcio di Sanji che affondò sulla sua testa.

SANJI: Babbeo! Non pensi alla povera Ania? Vuoi lasciarla da sola nelle mani di quel mostro? Non si cambia rotta, punto e basta!

Ma ormai sembravano aver deciso.

NAMI: Sanji ha ragione!

Disse posando una mano sulla spalla dell'amica.

NAMI: Ci siamo offerti di aiutarti Ania, ora, dopo aver navigato insieme per questo tempo non puoi chiederci di abbandonarti!
ZORO: Giusto!

Sapeva bene di desiderarlo. Desiderava essere aiutata da loro perchè non voleva rimanere sola, voleva accanto a sè, le persone più importanti della sua vita.

ANIA: Grazie ragazzi!
RUFY: Allora.. si scende! Gettare l'ancora!

Nel silenzio rotto solo dal sibilo del vento (e dal tremare delle gambe di Usop n.d.a.) gettarono l'ancora sulla riva dell'isola più inquietante che avessero mai visto. Intorno a loro c'era solo nebbia, il cielo era carico di nuvole e si riusciva a sentire qualche goccia.La folta vegetazione era quasi impossibile da attraversare, ma con fatica, riuscirono ad uscirne, ritrovandosi in uno spiazzo vuoto. Si udiva solo il verso di un corvo appollaiato sul tronco di un albero.

RUFY: Dove si va? Da che parte?

Non si vedeva nulla e nonostante fosse mattina, era buio pesto. Prima c'era un bel cielo corvino, pieno di luce solare, ora invece sembravano essere finiti nel mondo degli orrori.

SANJI: Naso lungo, la vuoi finire di aggrapparti alla mia giacca? Così me la stropicci tutta! Staccati!
USOP: Ma ho pauraaaa!

Ce l'avevano anche loro, per quanto fosse dura ammetterlo. Quel luogo faceva venire i brividi.

ANIA: Che cos'è?
NAMI: Mh?

Ania fissava i cespugli davanti a loro con gli occhi sbarrati.

NAMI: Che c'è?
ANIA: Non avete sentito?
ZORO: Sentito cosa?
Un verso agghiacciante. Ne era sicura. C'era qualcosa dietro alle piante. D'un tratto le foglie iniziarono a muoversi e si udì un ringhiare non poco terrificante. Zoro si preparò ad estrarre la sua spada mentre qualcosa uscì dal suo nascondiglio. Con un balzo, una tigra feroce, per non dire gigantesca, finì addosso al povero Usop, il quale perse i sensi per la disperazione, quasi immediatamente. Sanji riuscì a calciare la bestia facendola rotolare a terra. Poi, squotendo la testa si rialzò, un pò stordita e si preparò ad attaccare. Zoro, con tutta la concentrazione possibile, corse in contro alla belva e dopo averla superata, con le spade ancora alzate e le ginocchia sul prato umido, l'animale cadde ferito mentre il terreno sottostante si impregnava di sangue.

NAMI: Bel colpo!

Disse tirando un sospiro di sollievo. Aveva visto scorrere davanti ai suoi occhi tutto il suo passato.

SANJI: Bel colpo Usop, quello di fingersi morto! Ma credevo sapessi che funziana solo con gli orsi!
USOP: ...
SANJI: Usop??

Con le lacrime agli occhi era completamente immobile.

ZORO: Ma quale trucco! Questo è svenuto davvero! Dai, proseguiamo!

Afferrò il cecchino per un piede e trascinandolo si incamminò insieme agli altri verso il mistero di quell'isola della quale nessuno, sapeva nulla.

NELSON: Ci siamo!

Esclamò con un ghigno soddisfatto.

NELSON: Ora, è tutto nelle tue mani Dereck!

Su un albero, da poco superato dalla ciurma di Rufy, un ombra scura seguiva ogni loro movimento.

UOMO: Eh eh eh! E' il momento!

Rise in silenzio pregustando la loro sconfitta.

  
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