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Autore: angelad    12/01/2012    9 recensioni
Kate si risveglia, ma non trova il suo uomo accanto a sè.. lo cerca, ma non lo trova.. dove sarà finito?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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 Il fischio dell’ambulanza gli martellava nelle orecchie e gli rimbombava nella testa. Aveva un fastidioso senso di nausea come se avesse preso un pugno in pieno stomaco. Era voluto salire con lei  per non lasciarla da sola, ma mentre i paramedici operavano sul suo corpo per salvarla, si era dovuto scostare di lato.
 
Non riusciva ancora a capire cosa fosse successo in realtà, si era semplicemente svegliato e non l’aveva trovata al suo fianco. Si era alzato per cercarla e l’aveva vista distesa sul pavimento del salotto completamente priva di sensi.

Stava cercando d’andare in bagno, ma non c’era riuscita. Non doveva star bene, perché non lo aveva svegliato?

Si era gettato verso di lei, l’aveva stretta nelle sue braccia. Aveva provato a chiamare il suo nome, a scuoterla leggermente, ma Kate non aveva reagito.

Solo quando l’aveva voltata verso di lui si era accorto che  il respiro il suo battito erano più deboli del solito. Senza perdere un attimo di tempo aveva avvertito i soccorsi.

Non era possibile, il fato si era accanito ancora una volta contro di loro, proprio nel momento in cui erano felici, quando erano innamorati pazzi l’uno dell’altro. Cosa avevano fatto di male?

Era sembrata subito una situazione disperata, ogni attimo che passava Kate respirava sempre più a fatica. Le avevano messo la mascherina dell’ossigeno e la flebo. Le avevano testato i riflessi e alzato le palpebre dei suoi occhi.

Dallo sguardo che i due paramedici si scambiarono, Rick capì la gravità della situazione.

Caricarono la donna sulla barella in fretta e furia e iniziarono il trasporto all’ospedale. Rick sapeva che era diventata una corsa contro il tempo, l’ambulanza correva all’impazzata.

“Maledizione tutti i valori stanno collassando! aumenta l’ossigeno e prepara il kit rianimazione. Stiamo rischiando seriamente l’arresto cardiaco” disse un paramedico.

“Quanto manca?- urlò l’altro verso l’autista- cosa diavolo è successo a questa donna? Non riusciamo a stabilizzarla…”

Castle tremava e si avvicinò a Kate, ma fu spinto indietro dagli uomini.

“Non può star qui la prego, ci faccia fare il nostro lavoro” disse con sgarbo uno dei due.

“Volevo solo tenerle la mano, farle capire che ci sono, che non è sola” sussurrò Rick.

Il secondo paramedico si girò verso di lui e, intuendo il suo dolore, disse: “Ok, venga vicino a me. Le parli, le dica che stiamo cercando d’aiutarla e che deve lottare.  La voce delle persone care può essere d’aiuto in certe situazioni, lo sa? È il suo fidanzato?”

Rick annuì.

“Sa dirci se aveva delle malattie, degli eventi traumatici passati che possono aver provocato questa ricaduta?”

“No, è sempre stata sana come un pesce.. l’anno scorso, però, le hanno sparato, al torace, sotto il cuore.. Sapete è una poliziotta.. Però si era ripresa.. non aveva avuto altre complicazioni”

“Cosa aspettava a dircelo?- urlò il più scontroso dei due-  Maledizione, siamo arrivati o no?”
 

Non appena giunsero al pronto soccorso le porte dell’’ambulanza si aprirono dall’esterno e Kate, prelevata da due infermieri, fu immediatamente trasportata in una sala emergenza dove venne affidata alle cure dei medici.

Castle rimase da solo in sala d’attesa.

Era tutto ciò che poteva fare, aspettare.

Aspettare notizie della donna che amava.

Quel giorno doveva essere speciale, era il loro anniversario, erano tre mesi che stavano insieme. Avevano preso l’abitudine di festeggiarlo a causa sua: amava farle delle sorprese, vedere il suo finto stupore e il suo splendido sorriso.

La sera precedente, però, era stata lei a prenderlo in contropiede, mentre cenavano: “Rick, sai che giorno è domani?”.

Lui aveva posato la sua mano su quella di lei accarezzandola: “Naturalmente tesoro”.

“Di solito sei sempre tu quello dei doni inaspettati giusto? Bene, sappi che qualunque cosa tu abbia inventato, creato o anche solo pensato, domani ti sconfiggerò. Non puoi competere”.

Provò una fitta di dolore nel ricordare la gioia che emanavano i suoi occhi, sprizzava serenità da tutti i pori. Aveva cercato in tutti i modi di farla confessare, era troppo curioso. Kate, però, da buon detective, non aveva ceduto e gli aveva ripetuto che avrebbe potuto saperlo solo il giorno successivo..

Non avrebbe mai potuto immaginare che non avrebbero festeggiato. Quello che doveva essere un giorno di gioia si era trasformato in un incubo senza fine.

Castle aveva già chiamato i suoi famigliari e Jim Beckett, ma erano fuori città e, nonostante avessero promesso d’arrivare nel minor tempo possibile, sapeva che ci sarebbero volute ancora alcune ore. Gli amici del 12esimo, invece, erano in servizio all’esterno.

 Così aveva lasciato loro un messaggio in segreteria con la richiesta di richiamarlo non appena lo avessero ascoltato.

Era solo e quella lugubre stanza d’ospedale gli stava stretta. La puzza del disinfettante aumentava le sue vertigini e il senso di smarrimento che lo avvolgeva.

Passò un ora;  nessuno si degnava di comunicargli le condizioni di Kate, se fosse ancora viva. Se lo chiedeva alle infermiere lo rimbalzavano indietro dicendo di dover attendere il dottore.

Quando la sua pazienza stava ormai per esaurirsi, una dottoressa dai capelli biondi entrò nella stanza chiedendo chi fossero i parenti di Katherine Beckett.

Si fece avanti con passo spedito: “Io”..

La donna lo scrutò: “Piacere, dottoressa Susan Nichol. Posso sapere il grado di parentela?”.

“Sono il suo fidanzato.. era con me stamattina, quando si è sentita male. Mi chiamo Richard Castle. Come sta Kate?”.

“Piacere sig. Castle. Prego mi segua nel mio studio, non possiamo parlare del quadro clinico della signora qui”.

Quella frase su un ulteriore strappo nell’anima provata di Rick. Restò immobile, ma riuscì a chiederle: “Mi dica solo se è ancora viva”.

La donna lo guardò con aria compassionevole: “Sì è viva, ma le sue condizioni non sono buone. Ora, la prego, venga con me”.

La donna lo condusse in una piccola stanza finemente arredata e gli fece segno di sedersi.

Dopo essersi accomodata anche lei dall’altra parte della scrivania parlò: “Sig Castle, come le ho detto, la signora è viva, ma il suo stato di salute è critico. Quando è arrivata qui le sue condizioni fisiche erano quasi disperate. Non riuscivamo a capire il motivo della sua totale incoscienza. Ci siamo accorti che la temperatura era molto alta. Abbiamo fatto esami approfonditi e abbiamo riscontrato una encefalite, crediamo di tipo virale. Normalmente è curabile e non provoca danni seri, ma nel caso della sua fidanzata, ha avuto un decorso strano ed inaspettato.
Abbiamo iniziato immediatamente a somministrarle la cura indicata, ma nonostante la febbre sia lievemente scesa, lo stato di incoscienza persiste. Mi duole davvero doverglielo dire, ma si è presentato uno stato profondo di coma. L’elettroencefalogramma è chiaro.
Devo ammettere di non saper spiegare come possa essere successo, né di poter prevedere come si svolgerà il decorso. Posso solo dirle che la sua fidanzata è seguita dalla miglior team dell’ospedale. Cercheremo d’abbassare ulteriormente la temperatura per proteggere sia lei sia il bambino da eventuali danni futuri”.

Richard la fermò, credeva di non aver capito bene.

“Mi scusi cosa ha detto? Proteggere da eventuali danni sia lei sia il bambino?”.. era totalmente incredulo.

La donna lo fissava e capì che l’uomo non ne era al corrente e parve imbarazzata: “Sì, lei e il vostro bambino. La signora è incinta di almeno sette settimane. Ce ne siamo accorti visitandola. Non lo sapeva?”.

“No, non lo sapevo.. sa oggi era un giorno speciale per noi, credo che Kate volesse farmi una sorpresa, ieri sera mi aveva detto d’aver in mente qualcosa di speciale per questa giornata” mormorò l’uomo passandosi una mano tra i capelli. La voce gli era morta in gola.

La dottoressa si sporse verso di lui: “Mi dispiace che lo abbia dovuto sapere da me, da un’estranea. Ora, però, deve aiutare la sua compagna a lottare. Lei sta tenendo duro, ma avrà bisogno anche del suo sostegno. Se la sente?”.

Rick rispose con tono più sicuro: “Assolutamente sì. So che Kate è una donna forte e io farò la mia parte. Fate tutto ciò che dovete, ma riportatemela. Qualunque cura, a qualunque costo. Tutto ciò per farli star bene entrambi”.

La donna annuì.

 Uscendo dalla stanza Rick chiese: “Quando posso vederli?”.

“Non appena la trasferiranno nella sua camera. Potrà restare tutto il tempo che vuole”.

L’uomo ringraziò e andò ad accomodarsi su una sedia nel corridoio.

Era la giornata più strana della sua vita. La più terribile, ma paradossalmente anche la più indimenticabile.

Aspettava un figlio, il loro bambino.. Era il suo dono per lui..

Si era addormentata in un sonno infinito, dal quale era difficile svegliarsi. Chissà dov’era.. Chissà se si ricordava di loro..

L’unica cosa certa era che lui non le avrebbe permesso di andarsene.

Avrebbe combattuto con lei.
 

Angolo mio
Come promesso Castle non era sparito, anzi è più vivo che mai. Mi sento un po’ in colpa per aver mandato Kate in coma, ha già avuto una serie di sfortune notevoli nelle vita, ma in questo modo posso sviluppare la mia idea iniziale.. ho anticipato la pubblicazione di qualche giorno, perchè la prossima settimana non riuscirò a connettermi!  
Dite la vostra e non siate clementi!  Grazie a tutti coloro che hanno recensito, o semplicemente letto.. Un bacione Anna

 

  
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