Ciao Ragazze eccomi qui con il 2° Capitolo Grazie a voi posso continuare a scrivere.
Grazie del Vostro sostegno... a presto con il terzo capitolo aspettatemi. Ci vorrà un pò di tempo perchè lo devo finire
e rivisionare ^^ Un Bacio Ire ^^
2° Capitolo I Documenti
Sono innamorato di un sogno, dell'immagine mentale di una persona che non è mai esistita
( Anonima )
Borgogna , il Castello dei Malfoy
Quella mattina mi precipitai nella stanza della contessa Malfoy. Narcissa era a letto. Accanto a lei c’era Fleur, l’ anziana governante che reggeva un vassoio d’argento dove comparivano in bella vista il bricco del thè, la zuccheriera, il cestino del pane, il portauovo, tutti in argento lavorato a sbalzo. Erano tra i pezzi più preziosi dell’ argenteria di famiglia e la marchesa non disdegnava affatto di servirsene quotidianamente.
<< Le cose belle servono a rendere più piacevole la vita e a distoglierci dai dolori e dalle sofferenze >> amava dire quanto qualcuno gli chiedeva ragione di questo suo vezzo.
La contessa , quella mattina aveva un’espressione assai affaticata e sofferente e, come le confermò Fleur , si era rifiutata di mangiare .La bellezza degli oggetti e la fragranza delle brioches, annunciata dal calore caldo che emanavano, si erano rivelate entrambe armi spuntate quella mattina.
<< Contessa ! >> esclamai, dopo aver perso le sue mani nelle sue.
<< Hermione ho avuto un terribile incubo. >> rispose ansimante Narcissa. Respirava con molta fatica e il pallore cereo del suo viso , risaltava contro la testata blu notte del letto.
<< Mi sono destata e mi mancava il respiro. >> continuò l’anziana contessa.
<< Come vi sentite ora? Dovreste far venire il medico ! >> le dissi mentre la guardavo manifestandole tutta la mia preoccupazione .
<< No! E perché? >> Ribatté Narcissa << La vecchiaia è una malattia da cui non si guarisce >> rispose a commento puntando i miei occhi marroni .
Nel frattempo Fleur era uscita di soppiatto dalla stanza cercando di non far rumore, per recarsi in cucina, disfare il vassoio e riporre al suo posto l’argenteria .
Mi sedetti sul letto senza abbandonare la presa delle mani della contessa Narcissa.
<< Ho sognato Draco. >> disse la contessa riprendendo a parlare poi si interruppe e fermò lo sguardo su una delle pareti della sua stanza. Mi voltai e vidi il figlio della contessa. Il giovane era in divisa e il pittore che ne aveva fatto il ritratto era stato talmente abile a catturare l’intensità della sua espressione che gli occhi argento - grigi di Draco Malfoy sembravano ricambiare lo sguardo della madre che lo stava osservando.
<< L’ho visto morto, il cadavere grondante di sangue, vicino a un ruscello di montagna. >> proseguì Narcissa.
<< Tu credi alle premonizioni ? >>
Dopo aver riflettuto il tempo necessario per capire cosa pensavo in proposito, le risposi così:
<< No contessa Narcissa, credo che è la nostra paura ad stimolare negativamente la nostra immaginazione. >> facendo seguire alle parole un sorriso rassicurante.
<< Sono sicura che vostro figlio, il signor conte sta bene e che molto presto lo rivedrete. >> le dissi.
Guardai la contessa. Avendo distolto a sua volta lo sguardo dal dipinto e dirigendolo verso di me i nostri occhi tornarono ad incontrarsi facendo trasparire, come sempre, il reciproco e profondo affetto da cui traeva alimento il nostro rapporto . Il respiro continuava ad essere irregolare e sul viso le si leggeva chiaramente che le mie parole non le erano bastate per placare i timori per la sorte del suo unico figlio.
Torino , ufficio del comandante dei cadetti
Draco a tappe forzate stava attraversando la Francia diretto Calais, dove lo aspettava il battello che lo avrebbe portato al di la della manica.
Una volta approdato avrebbe raggiunto Londra per incontrarsi di primo mattino, lontano da occhi indiscreti, in una vecchio pub in prossimità del Globe con il latore dei documenti, ed avrebbe ripreso la sera stessa il viaggio di ritorno. C’era un battello che salpava nelle ore tarde del pomeriggio. Avrebbe dovuto a tutti i costi prenderlo per evitare di incappare in situazioni che potessero compromettere la missione.
- Toccata e fuga - aveva pensato quando era stato istruito dal conte Conforti sui dettagli della missione, il quale specificò che non poteva rivelargli il contenuto dei documenti.
Li avrebbe ricevuti racchiusi in un plico sigillato che non avrebbe dovuto aprire per nessuna ragione al mondo e avrebbe dovuto impedire, anche a costo della vita , che qualcun altro lo facesse.
Ritornato di nuovo in suolo francese avrebbe raggiunto a tappe forzate , passando per strade minori , sentieri e tratturi il valico del Monginevro dove si sarebbe incontrato con il Capitano Leonardo Lombardi per consegnargli il plico affidatogli a Londra.
Al momento di congedarsi il conte Conforti rimarcò l’importanza della missione che gli era stata affidata, facendogli intendere che dal suo esito dipendeva la vita di molte persone e quella stessa di Sua Eccellenza il Principe del Piemonte.
<< Non posso rivelarvi il contenuto di quei documenti >> spiegò Lorenzo Conforti, nel congedarlo. Salutò Draco con più trasporto e calore di quanto aveva fatto nel cortile in risposta all’ abbraccio amichevole dell’amico. In questo caso non c’erano gli sguardi estranei dei due giovani cadetti a suggerire di mantenere un comportamento comunque compassato, adeguato allo status di comandante ausiliario della guardie del Principe. Dopo avergli rinnovato la stima che nutriva per lui ed avergli augurato buona fortuna, il conte Conforti congedò Draco.
Prese la sacca di cuoio d’ordinanza da cui non si separava mai , che aveva posato temporaneamente a terra se la rimise a tracolla e lasciò l’ufficio di Lorenzo Conforti per raggiungere la sua stanza. Dopo aver prelevato quanto gli occorreva, passò in gendarmeria a rifornirsi di polvere e poi nella stalla. Non erano passate due ore dal colloquio con il conte Lorenzo Conforti che Draco già galoppava alla volta dell’Inghilterra. Era Lunedì. Il lunedì successivo stazionava a Calais davanti al battello pronto per imbarcarsi. Al segnale prestabilito che annunciava di prendere posto salì sulla nave dal pontile collegato alle stalle e scomparve nella stiva. Di lì a poco la nave salpò.
Torino, Palazzo del marchese Lucius Malfoy
Mentre Draco Malfoy, impegnato ad assolvere alla sua missione, era in viaggio verso Londra, il consigliere Tom – Luc Beauville era a colloquio con il marchese Lucius Malfoy, governatore e comandante delle guardie del Principe ereditario del Piemonte.
<< Sua Eccellenza il Principe ritiene che tagliare la testa a metà dei suoi nobili non sarebbe un bel gesto, anche se sarebbe una giusta punizione, visto che, in combutta con il Re di Francia, stanno organizzando una congiura contro di lui. Il servizio di sicurezza del Re d’Inghilterra, amico del Principe, ha intercettato una lettera di istruzioni ed una lista di nobiluomini che fanno pensare ad una congiura di palazzo ordita dalla nobiltà locale. Era nella valigia di un mercante torinese morto improvvisamente. La morte lo ha colto nel sonno. >> disse Tom – Luc Beauville sprofondato nella poltrona di colore rosso che metteva in evidenza la sua bassa statura.
Stempiato, il fisico appesantito e la barba grigia, il consigliere parlava con voce affaticata, ma aveva uno sguardo attento, perspicace, come quello di chi ha imparato a capire i risvolti paradossali della vita e conosce i bizantinismi e le falsità della politica e delle relazioni di corte.
In piedi davanti alla finestra dello studio, il marchese Lucius Malfoy, sebbene desse le spalle al suo interlocutore, ascoltava con attenzione le sue parole. Il viso lungo dai tratti marcati del duca rivelava un carattere imperturbabile ed un atteggiamento sottilmente minaccioso.
<< Il Principe è un uomo saggio. >> disse il marchese voltandosi verso l’interno della stanza tornando a guardare in faccia il consigliere Tom – Luc Beauville.
<< E’ vero. >> rispose il consigliere e aggiunse
<< Quella lista è un atto d’accusa , ma anche un potente strumento di persuasione . Quando disporrà dei nomi di tutti i congiurati, il Principe farà imprigionare quelli tra loro che lo hanno osteggiato fin dal giorno della sua ascesa sul trono ,confiscando loro tutti i Beni patrimoniali e vedrete che gli altri ridimensioneranno le loro velleità e torneranno buoni e mansueti nei loro ranghi e rinnoveranno, vigliacchi quali sono, il loro giuramento di fedeltà. Con una unica mossa il Principe, nel pieno del suo diritto, si libererà dei nemici interni più facinorosi e rafforzerà la sua posizione di dominio >> concluse il consigliere Tom alzandosi.
<< Il colloquio con Lei, marchese , si è prolungato oltre il previsto ed altri pressanti impegni mi spingono a salutarla e raggiungere la Reggia. Ragguaglierò Sua Eccellenza il Principe circa il contenuto del nostro colloquio >> disse porgendo la mano destra al marchese per congedarsi .
<< Devo proprio andare ! >> commentò fra se quando, gettando una sguardo fugace fuori dalla finestra che stava dietro al marchese mostrando il suo profilo in controluce ,si accorse che stava imbrunendo
<< Abbiamo la certezza assoluta che quella preziosa lista arriverà dall’ Inghilterra? >> chiese il consigliere mentre il marchese Malfoy lo accompagnava alla porta per fugare i dubbi continuamenti affioranti riguardo all’esito della missione.
<< Portate i miei ossequi a Sua Eccellenza e riferitegli che la sua preziosa lista sarà presto qui. Il conte Draco Malfoy ha portato a termine brillantemente missioni assai più pericolose di questa , del cui contenuto siamo a conoscenza Sua Eccellenza il Principe, Lei, il conte Lorenzo Conforti. Il conte Draco ignora il contenuto dei documenti >> rispose il marchese prendendo il braccio del consigliere ed arrestando il passo.
<< Tra l’altro il conte è mio omonimo. Certamente intercorre tra noi una remota parentela, come il nostro comune patronimico attesta, ma il diverso titolo descrive una storia divergente >> Si interruppe una frazione di secondo,quasi a voler riordinare le idee e poi riprese a parlare
<< Le nostre famiglie appartengono probabilmente ad un ceppo comune : sono due rami dello stesso albero che attraverso intrigate vicende che si perdono nella notte dei tempi le hanno collocate su posizioni diverse nell’ ambito della nobiltà francese formatasi ai tempi di Carlo Magno. E’ comunque il cognome Malfoy, di per sé, una garanzia di valore e di fedeltà . Rassicurate dunque Sua Eccellenza il Principe: è in buone mani >>
Il consigliere aveva già varcato la porta che il marchese gli rivolse un ultima raccomandazione
<< Non dimenticate di portare i miei saluti alla vostra amabile e bella signora , la marchesa Pansy >> .
La porta si era appena richiusa alle spalle del consigliere che il marchese diresse lo sguardo verso una zona della libreria sul lato sinistro della stanza che raggiunse con passo veloce.
Esercitò una certa pressione su una delle scaffalature che ruotò su se stessa rivelando la presenza di un varco segreto che introduceva in una stanza nascosta alla vista sul retro piccola e ben arredata , senza aperture verso l’esterno ma molto accogliente. Su un angolo si apriva una grande nicchia che accoglieva un letto , nascosto anch’esso alla vista da una tenda finemente ricavata; al centro un scrittoio di ridotte dimensione ed un divanetto d’angolo. Un luogo appartato e sconosciuto dove il duca ordiva le sue trame o accoglieva le sue amanti .
<< Il Vostro insipido marito è andato via. >> esclamò
<< Siamo finalmente soli, Signora. >>
Nel nascondiglio stazionava una bellissima nobildonna, dal fascino altero, dai lineamenti molto fini e delicati e da una fluente chioma nera che affiorava dai bordi della cipriosa parrucca argentea sormontata da un cappello decorato da un ricco piumaggio. Sedeva tranquillamente sul divanetto. Aveva l’aria di chi ha una certa frequentazione del luogo e sembrava trovarsi perfettamente a sua agio.
<< Mio marito è un vero meschino, lo avete notato? >> disse la marchesa Pansy Van Neker con un impercettibile cenno del capo, sottolineato dal movimento delle piume svolazzanti.
<< Quando gli avete chiesto di salutarmi, non ha speso neppure una parola. >> concluse fingendo un tono indignato. Mi ero stancata di aspettare e, per ingannare il tempo, mi sono messo ad origliare da dietro la porta
<< E’ evidente che non vi merita, mentre io si. >> Rispose Malfoy
<< Dunque ora sapete tutto. Confido ovviamente nella vostra discrezione >> disse di nuovo il marchese, mentre la guardava fisso negli occhi. Pansy Van Neker annuì.
<< La buona sorte che , proverbialmente vi assiste , è sicuramente opera del diavolo . E’ il diavolo che interviene a vostra protezione e vi suggerisce le mosse nell’ordire le vostre trame. Così facendo manifesta concretamente la sua soddisfazione e benevolenza nei confronti di uno dei migliori tra i suoi adepti stazionanti sulla terra. Solo il diavolo in persona può aver spinto mio marito ad appoggiarsi a voi per gestire questa delicata vicenda . Già prevedo i grandi vantaggi economici e politici che saprete trarne dal possesso di quella preziosa lista. >> disse.
Dopo mesi di frequentazione la contessa Van Neker conosceva ormai bene il marchese Malfoy. Quando si rivolgeva a qualcuno era in grado di leggere le sue intenzioni dalla mimica del suo corpo.
I gesti impercettibili delle mani, il movimento degli occhi, i silenzi o il ricorso calcolato, a volte oscuro, ad alcune frasi o parole manifestavano più di mille discorsi la sete di potere e la seduzione che il lusso, la ricchezza e le belle donne esercitavano sul marchese Malfoy , piaceri che coltivava nel segreto di uno stanzino buio e di una alcova nascosta .
<< Voi mi conoscete davvero bene. Tra pochi giorni quella lista sarà al sicuro nelle mie mani e nessuno ne saprà più nulla , fino a quando ……. >> commentò sibillinamente il marchese Malfoy .
<< Sono stata davvero molto fortunata ad incontravi e ad essere divenuta oggetto delle sue attenzioni, Lucius >> disse la marchesa con un tono più confidenziale ed uno sguardo ammiccante
<< Forse si ... forse no …. >> mormorò Malfoy, mentre faceva scendere piano un dito impertinente sul bordo della scollatura della nobildonna.
<< La relazione con un devoto del demonio è sempre pericolosa, ma voi siete una donna che amate il rischio e le sensazioni forti ed essere finita sposa di un noioso cortigiano non è proprio il massimo >> si lasciò scappar detto: Una frase inquietante che Pansy Van Neker non registrò , intenta ad inseguire la spirale di piacere che di li a qualche minuto l’avrebbe risucchiata come un vortice , annunciata da quel dito impertinente .
<< Avere un’amica appassionata e complice come voi Pansy e un privilegio ed una garanzia. >> furono le ultime parole che il marchese pronunciò.
Pansy socchiuse i suoi bellissimi occhi e trattenne il fiato. Il marchese le accarezzò il collo, poi con un tocco leggero e sensuale, scese fino all’ incavo dei suoi seni.
<< Siete bellissima ve lo garantisco. >> sussurrò. La marchesa Van Neker ansimò. Il marchese Malfoy le cinse la vita e la baciò.
Dintorni Del Castello Del conte Malfoy
Spinsi Fedro al galoppo e arrivai nel cortile di una piccola casa di campagna isolata, dall’ aspetto malandato. L’ edera si arrampicava sulle pareti scrostate dove erano appesi cesti e altri attrezzi di campagna. In un angolo vi era una catastata di legna e le oche razzolavano libere sull’ erba. La tranquillità del cortile era ben diversa dalla calma pigra e fastosa del castello Malfoy. Una quiete dimessa, rassegnata, malinconica aleggiava tutta intorno come lo specchio d’acqua di un piccolo lago li vicino.
Dalla porta usci Lily Evans Potter, una ragazza minuta, vestita di un abitino chiaro di semplice fattura . Il viso sottile, segnato dalla fatica quotidiana a cui si sottoponeva, si apri in un sorriso bellissimo.
<< Ciao Hermione ! Che bella sorpresa >> mi apostrofò guardandomi.
Smontai da cavallo e le andai incontro. Io e Lily eravamo diventate amiche da quando la contessa Narcissa l’aveva presa con sé come dama di compagnia sollevandola dalla miseria. Si erano subito piaciute . Un legame che era rafforzato dalla comune provenienza sociale e dalla vita povera.
<< Buongiorno Lily, tuo marito è in casa? >> le chiesi, ricambiando, come sempre, il saluto con un sorriso molto cordiale.
Lily prese entrambe le sue mani tra le mie invitandomi a entrare in casa.
<< Su …. vieni … entra. James è fuori, ma ritornerà a momenti. Che c’è, non ti senti bene? Qualcuno è malato? >> mi chiese Lily.
<< E’ per la contessa Narcissa. >> le dissi
<< Sono un po’ preoccupata per la sua salute. >> Lo sguardo di Lily si incupì.
<< Hermione, lo sai che a James è stato proibito venire al castello dei Malfoy. >> disse .
<< Lo so Lily, ma se James potesse visitarla. E poi la contessa Molly è partita con Ginny e il marito. >> le dissi rassicurandola.
Lily sospirò poco convinta. Suo marito James era uno dei migliori medici dei dintorni, su questo non c’era dubbio, che tuttavia conduceva una esistenza tribolata . Da quando l’aveva sposata, scegliendo per moglie una ragazza del popolo la sua vita era molto cambiata.
James, figlio di un ricco mercante , seppure non di sangue nobile, per le sue virtù morali e per la sua bellezza , nonché per la consistenza del patrimonio paterno, era stato accolto nei salotti della nobiltà locale e considerato come un suo membro.
Sapeva che la decisione di sposare Lily avrebbe comportato la riprovazione paterna e l’ostracismo da parte dei nobili che l’avrebbero interpretata come un’offesa , ma l’amava talmente tanto da decidere di rinunciare ai privilegi della suo status di borghese arricchito aggregato alla nobiltà locale e di vivere con lei in povertà.
Era promesso sposo della figlia della contessa Narcissa Malfoy quando, prossimo al matrimonio, per amore suo, aveva interrotto bruscamente il fidanzamento.
Era stato ripudiato e diseredato dal padre. Alla fine del colloquio durante il quale aveva dato l’annuncio della sua decisione di sposarla, era stato congedato freddamente dalla contessa. La contessa, che aveva preso ad amarlo come un figlio, gli manifestò la sua profonda delusione rimarcando che, da quel momento in poi , James non avrebbe dovuto mettere più piede nel castello dei Malfoy.
Aveva conosciuto Lily ad una festa del popolo e se ne era innamorato perdutamente. Un amore così forte e totale era esploso tra i due che niente avevano potuto le minacce del padre, timoroso delle conseguenze per il suo commercio, ed i consigli, di molti degli amici nobili ,suoi coetanei, di ritornare sulla decisione di sposare Lily e di tornare da Molly, consapevoli quanto lui delle conseguenze di quella decisione e dispiaciuti di perdere un amico brillante e vivace.
Entrarono in casa. Hermione seguì Lily in una stanza poco illuminata. Adibita a sala da pranzo, dai divani dal tessuto ormai liso e dalla assenza di decorazioni, di quadri e di oggetti d’arredo destinati al puro piacere estetico, si capiva che economicamente non se la passavano bene.
Lily mi versò un’po di latte in un bicchiere che bevvi avidamente: La cavalcata, la polvere ed il caldo mi avevano seccato la gola
<< Prendi……… prendine ancora …… >> mi incoraggiò Lily, vedendo la mia esitazione
<< Latte e uova sono tra le pochissime cose che abbondano in questa povera casa . Sono spesso la nostra moneta di scambio per acquistare l’indispensabile che ci serve per vivere >> commentò Lily guardandomi .
<< James si è ridotto in povertà per amor mio >> sospirò Lily
<< James vive miseramente per colpa mia >> continuò: Nel frattempo aveva cominciato a raccogliere la frutta sparsa sul tavolo e a posarla su una mensola li vicino, forse per vincere l’imbarazzo ed il senso di frustrazione che provava quando parlava della misera condizione in cui vivevano James e lei .
<< Non è colpa tua. >> esclamai, cercando di consolare Lily.
<< E di chi allora? >> Lily sospirò
<< Ci penso ormai da un’po di giorni sai? Ogni mattina quando apro gli occhi e ogni sera prima di addormentarmi, prego Dio che mi perdoni per la mia presunzione. >> mi disse Lily.
<< Contro le frecce di cupido nulla possiamo noi umani. Smettila di commiserarti e godi del privilegio di avere James come marito . >> le dissi, sorridendole.
<< Forse hai ragione tu. >> mi rispose di rimando Lily il cui sguardo, per un attimo, sembrò rasserenarsi La guardai, ero felice di avere una amica sensibile e delicata come lei. La nostra intesa era totale .
<< Noi siamo nate povere, Hermione. >> continuò Lily, tornando a rabbuiarsi e ripiombando in uno stato di lamentosa malinconia annunciato da una lacrima solitaria, comparsa all’improvviso, che scendeva giù , in basso, verso il mento, attraversando la guancia sinistra . Era l’annuncio di un pianto dirotto .
<< A te ed a me, Hermione, la povertà pesa, ma noi siamo abituate ad essa …… ma lui è nato ed ha vissuto una infanzia ed una giovinezza agiata … credi che non ci pensi mai?.... >> riprendendo a fustigarsi interiormente per essere stata la causa della rovina di James.
Avendo esaurito tutti gli argomenti consolatori a cui ero solita ricorrere per lenire la sofferenza profonda del suo animo l’abbracciai come solo due donne, legate da un’intima amicizia, possono fare in momenti particolarmente dolorosi.
<< Lily >> la voce di James risuonò alta nella stanza accompagnata da un rumore di passi, Era James che annunciava, come solito, il suo ritorno alla moglie. Lily, si asciugò le lacrime con un fazzoletto prima che James Potter entrasse. Non voleva farsi vedere da lui in quello stato .
La stanchezza, testimoniata dalle profonde occhiaie e l’indigenza in cui viveva, non avevano intaccato il fascino discreto di James, né la bontà di animo che continuava a leggersi nel suo sguardo accattivante . James manifestò con un abbraccio il piacere che gli aveva procurato la presenza di Hermione
Quando vide gli occhi arrossati e l’ espressione di sua moglie Lily comprese l’oggetto ed il tenore degli argomenti della conversazione in cui erano intente le due amiche. Il sorriso di James si spense.
Torino, Palazzo del marchese Lucius Malfoy
Dopo aver congedato nella sala delle udienze il capitano Matteo Mancini in partenza per Monginevro con l’ordine di scortare il capitano Leonardo Lombardi fino al passo del Monginevro dove quest’ultimo avrebbe dovuto vedersi con il conte Draco Malfoy di ritorno da Londra.
Giunto in prossimità del luogo dell’incontro avrebbe proseguito verso Briançon, lasciando che il capitano Lombardi si recasse solo all’appuntamento con il conte Malfoy, all’ora e nel posto prestabilito.
Quando la sagoma del capitano Lombardi scomparve dal suo orizzonte visivo, si voltò e si incamminò verso lo studio dove era ad attenderlo il Guercio. Costui era un bandito di professione; un brutto ceffo spietato e sanguinario dei cui servigi si serviva per regolare certe sporche faccende.
Gli mise nelle mani un sacchetto di dobloni d’ oro. Il losco figuro, un uomo senza scrupoli, talmente avido di denaro che per qualche tallero di rame avrebbe ucciso sua madre, avrebbe dovuto seguire , non visto, il capitano Matteo Mancini ed il capitano Leonardo Lombardi fino a Monginevro ed il capitano Lombardi sul luogo dell’appuntamento. Nel momento in cui il conte Draco gli avrebbe consegnato i documenti al capitano Lombardi, sarebbe dovuto intervenire per sottrarli ad entrambi. Il marchese era un doppiogiochista
<< Mi raccomando non devi fallire, sennò saranno guai grossi per te. >> Intimò il marchese Malfoy e aggiunse
<< Quei documenti devono essere quanto prima nelle mie mani. >>
<< Le porterò quei documenti. Potete esserne sicuro >> sentenziò il sicario.
Malfoy lo fissò con uno sguardo che non lasciava dubbi su chi fosse più spregiudicato tra loro
- se quell’ l’ uomo rozzo vestito da brigante o un nobile dagli abiti eleganti e dai modi raffinati quale era lui -
<< Se fosse necessario non ti fare scrupoli di sorta: uccidili entrambi. >> disse il marchese Malfoy, mentre licenziava il Guercio senza troppi convenevoli, liquidandolo con un segno della mano. Il sicario ricambiò il saluto con un ghigno.
Stanza da letto della contessa Narcissa Malfoy
Dopo aver visitato la contessa,Il dottor Potter le lasciò un infuso e le raccomandò di riposare. Non si sarebbe dovuta agitare per nessuna ragione. Più del denaro furono le poche parole che Narcissa pronunciò a ripagare il medico di quella visita
<< Salutatemi, vostra moglie, Potter. >> disse la contessa distesa sul letto, ammantata da una coperta rossa dai ricami molto pregiati.
James Potter le rivolse uno sguardo carico di gratitudine per quelle parole inaspettate.
<< Lily sarà felice, grazie. >> commentò, veramente commosso.
Accompagnai il dottore e scendemmo insieme il solenne scalone che conduceva all’ ingresso. Nel silenzio ovattato del castello, i nostri passi rimbombavano tra le pareti tappezzate dai ritratti degli antenati. I Malfoy appartenevano alle antiche stirpi guerriere che al seguito di Carlo Magno avevano imposto il dominio dei Franchi nei territori dell’Europa centrale e dell’Italia.
<< Io non volevo spaventarla. >> disse James Potter e aggiunse
<< Ma i suoi timori sono fondati, Hermione. La salute della marchesa desta non poche preoccupazioni. Il suo vecchio cuore è veramente stanco e io non posso fare più di tanto, purtroppo ! >> esitò un istante per valutare l’opportunità di esternare compiutamente il suo pensiero, ma alla fine ritenne di dover dire la verità, almeno ad Hermione.
<< Non è detto che le rimanga ancora molto tempo da vivere. >> disse il medico.
<< Se Il conte Draco tornasse. >> dissi, guardandolo.
<< Hermione io non credo che sia veramente giusto continuare ad illudersi sul ritorno di Draco. >> disse il medico con tono pacato, che tuttavia manifestava una convinzione profonda.
<< Per la contessa Narcissa, sua madre, potrebbe. >> commentai ed aggiunsi << Si vive anche di illusioni. E’ questo attendere che tiene in vita la contessa >>
<< Malfoy ha dato notizia di sé recentemente? Ha scritto forse che sta tornando? >> mi chiese interrogativo, avendo intuito qualche novità dalle mie parole.
<< No >> esitai cercando di dissimulare l’ espressione contrariata di un momento prima di fronte al suo scetticismo
<< Sono stata io che ho scritto a lui per sapere dove fosse, per ragguagliarlo sulla situazione delle finanze della famiglia e sul peggioramento delle condizioni di salute di sua madre e per invitarlo a lasciare la vita militare e a fare ritorno quanto prima >> confessai.
<< Che cosa? >> esclamò James Potter
<< Ti prego. >> dissi
<< Non fare parola di questa cosa con la contessa. Magari la lettera si è persa, o chissà… >>
James mi promise di tacere, mi salutò e corse verso il calesse per tornare da Lily. Non vedeva l’ora di dirle che la contessa le mandava i suoi saluti.
Era una novità inaspettata l’ attenzione manifestata dalla anziana nobildonna verso la moglie che varcò, quasi di corsa, la soglia della povera casa dove, come sempre avrebbe trovato Lily ad attenderlo . Tanta era la smania di porgerle i saluti della contessa, che dimenticò di baciarla, come sua abitudine
Agguato sul Monginevro
Il conte Draco Malfoy, dopo essere sbarcato a Calais aveva attraversato la Francia senza problemi, a parte il tentativo di furto alla locanda “ Bellavue” di Digione. Il minimo che sarebbe potuto capitargli.
Il giorno dopo l’ accaduto rifletté ripensando allo sguardo, tra l’ incredulo ed il sorpreso, dell’ oste quando, rientrato nella stanza dopo l’ abbondante colazione consumata al mattino prima di partire, lo trovò a frugare tra i suoi vestiti in cerca di denaro.
Dopo sei giorni di viaggio era arrivato illeso nel luogo stabilito per l’ appuntamento - uno spiazzo soleggiato al cui centro campeggiava un elegante fontanile di pietra - : un gran bel risultato. Il capitano Leonardo Lombardi era li che lo aspettava, impeccabile nella sua giacca rossa. Il conte Malfoy si diresse verso di lui.
<< Capitano Leonardo Lombardi. >> lo salutò.
<< Conte Draco Malfoy siete puntuale. >> rispose il capitano celando a malapena una certa inquietudine
<< Se non sbaglio avete qualcosa per me. >>
Draco legò il cavallo ad una staccionata di legno prossima alla fontana e prese i documenti dalla sacca di cuoio appesa alla sella. Prima di consegnarli al capitano Lombardi si guardò attorno per sincerarsi che erano veramente soli e che occhi indiscreti non assistessero al trasferimento dei documenti nelle mani del capitano.
<< Siamo soli non temete. >> lo rassicurò l’uomo.
<< Dov’è la vostra scorta? >> chiese il conte Malfoy, guardandolo.
<< Nessuna scorta per passare meglio inosservato. Mi ha accompagnato fino a qualche chilometro da qui il capitano Matteo Mancini, diretto a Besançon >>
Lombardi prese i documenti e li ripose in una sacca d’ordinanza analoga a quella del conte dove fino a poco prima avevano stazionato.
<< Come è andato il viaggio? >> chiese Lombardi al conte dopo aver richiuso la sacca ed averla legata a fianco della sella .
<< Bene >> disse il conte, più tranquillo chinandosi sulla fonte per bere. Improvvisamente gli era venuta sete.
In quel momento uno sparo venne a rompere il silenzio estivo del luogo. Il capitano Lombardi si piegò su se stesso e rovinò al suolo. Draco si raddrizzò di scatto e vide una sagoma scura tra gli alberi che circondavano lo spiazzo. Rapido estrasse la pistola e sparò. L’uomo, il sicario che era stato inviato dal marchese Lucius Malfoy, cadde a terra, morto.
Subito dopo un altro uomo arrivò correndo dietro di lui e puntò l’arma contro i due militari. Il conte Malfoy ebbe il riflesso di spintonare a terra il capitano Leonardo Lombardi per evitare che fosse colpito. Dal grido che emise capì che nonostante la prontezza del riflesso, il capitano era stato colpito e giaceva a terra gravemente ferito.
Non poté subito prestargli soccorso perché l’ uomo uscito dal bosco che aveva sparato al capitano si era lanciato di corsa verso di lui con la spada sguainata. Draco sfilò la pistola dalla cintura del capitano Lombardi che giaceva a terra e dopo aver puntato l’arma verso l’aggressore sparò di nuovo. Il colpo andò a segno e anche il secondo sicario stramazzò a terra a pochi metri dal corpo del capitano. Dopo essersi sincerato che i due sicari era morti Draco si apprestò a soccorrere il capitano. Il volto di Leonardo Lombardi era contratto in una smorfia di dolore e di incredulità.
<< Voi siete ferito, perdete sangue. >> disse il conte, mentre esplorava il corpo riverso a terra.
<< Venite, andiamo in paese. >> disse l’uomo preoccupato per il suo amico. Fece per aiutarlo ad alzarsi, ma il capitano lo fermò, sentendo la sua fine prossima .
<< Scappate >> mormorò con un filo di voce.
<< … I documenti … i doc … men … ti >> aggiunse con un bisbiglio. Il capitano Leonardo lombardi parlava ormai con un filo di voce che diventava , di secondo in secondo , sempre più flebile.
<< Po … rta… tel … li … a … S…ua... Ecc.. ell…..en……za ………il Pr……..inci………pe >> disse mentre si avviava ad esalare l’ ultimo respiro.
<< Va bene, ma voi venite con me . >> disse il conte Draco dopo che aveva ripreso la sacca di cuoio del capitano
<< An … d … ate >> mormorò Lombardi. Furono gli ultimi suoni che pronunciò nella sua breve, ma intensa vita terrena.
Il conte Malfoy non ebbe il tempo né di calare le palpebre a coprirgli gli occhi che era rimasti aperti né di recitare una preghiera. Nel bosco riecheggiavano delle voci concitate ed un calpestio di zoccoli di cavalli diretti verso di lui che non preannunciavano niente di buono.
<< Da quella parte >> ordinò qualcuno.
Senza indugiare ulteriormente Draco montò a cavallo e scomparve nel fitto bosco eclissandosi alla vista , portando con se la sacca dei documenti .