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Autore: Piccola_Mary    14/01/2012    20 recensioni
Ciao Sono Irene che ha pubbilicato per bene la mia Dramione scritta a quattro mani da me e Moreno O. Questa storia viene da Elisa di Rivombrosa ^^ una Serie Mia peferita ^^ ...Ora vi lascio questo :
Hermione è una ragazza povera , ma bella e piena di vita che la contessa Narcissa Malfoy ha preso con se come dama di compagnia. Hermione abita dunque nel castello della antica famiglia dei Malfoy, in Borgogna. Raccoglie le confidenze della contessa riguardo al pessimo stato delle finanze della famiglia dovuto all' inettitune del genero Arthur Weasley, marito della figlia Molly, una donna irascibile e repressa che la detesta Una mattina Hermione trova la contessa riversa sul letto. Preoccupata dellecondizioni di salute della contessa e della crisi finanziaria, Hermione scrive di nascosto una missiva al conte Draco Malfoy, che non conosce, invitandolo a ritornare il più presto possibile al castello. Draco è un cadetto del Principe del Piemonte che presta servizio come istruttore presso l' Accademia Militare di Torino. Abile spadaccino, tra i più fidati cadetti del Principe, viene spesso comandato in missioni segrete e pericolose. Letta la missiva di Hermione decide di congedarsi e di tornare da sua madre in Borgogna. La domanda di congedo viene accolta, ma prima deve compiere una ultima missione : recupare una lista segreta a Londra. Tutto fila liscio fino al momento della sua cosegna nelle mani del Capitano Lorenzo Lombardi......
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Ciao Ragazze eccomi qui con il 2° Capitolo Grazie a voi posso continuare a scrivere.
Grazie del Vostro sostegno... a presto con il terzo capitolo aspettatemi. Ci vorrà un pò di tempo perchè lo devo finire
e rivisionare ^^ Un Bacio Ire ^^


 

2° Capitolo I Documenti

 

Sono innamorato di un sogno, dell'immagine mentale di una persona che non è mai esistita
( Anonima )

 
 

                Borgogna , il  Castello dei Malfoy

 

Quella mattina mi precipitai nella stanza della contessa Malfoy. Narcissa era a letto.  Accanto a lei c’era Fleur, l’ anziana governante che reggeva un vassoio d’argento dove comparivano in bella vista  il bricco del thè, la zuccheriera, il cestino del pane, il portauovo, tutti in argento lavorato a  sbalzo. Erano tra i pezzi più preziosi dell’  argenteria di famiglia e la marchesa non disdegnava affatto di servirsene quotidianamente.
 
<< Le cose belle servono a rendere più piacevole la vita e a distoglierci dai dolori e dalle sofferenze >> amava dire quanto qualcuno gli chiedeva ragione di questo suo vezzo.
 
La contessa , quella mattina  aveva un’espressione assai affaticata e sofferente e, come le confermò Fleur , si era rifiutata di mangiare .La bellezza degli oggetti e la fragranza delle brioches,  annunciata dal calore caldo che emanavano,  si erano  rivelate entrambe  armi  spuntate quella mattina. 
 
<<  Contessa !  >> esclamai, dopo aver perso le sue mani nelle sue.
 
<< Hermione ho avuto un terribile incubo. >> rispose ansimante Narcissa. Respirava con molta fatica e il pallore cereo del suo viso ,    risaltava contro la testata blu notte del letto.
 
<<  Mi sono destata e mi mancava il respiro. >> continuò  l’anziana contessa.
 
<<  Come vi sentite ora? Dovreste far venire il medico !  >> le   dissi mentre la guardavo manifestandole  tutta  la mia preoccupazione .
<< No!  E perché? >> Ribatté Narcissa << La vecchiaia  è una malattia da cui non si guarisce  >> rispose a commento  puntando i  miei occhi marroni .
 
Nel frattempo Fleur era uscita di soppiatto dalla stanza  cercando di   non far rumore,  per recarsi in cucina, disfare il vassoio  e riporre al suo posto l’argenteria . 
 
Mi sedetti sul letto senza abbandonare la presa delle mani della contessa Narcissa.
 
<<  Ho sognato Draco.  >>  disse  la contessa riprendendo a parlare poi  si interruppe e fermò lo sguardo  su  una delle pareti della sua stanza.  Mi voltai e vidi il figlio della contessa. Il giovane era in divisa e il pittore che ne aveva fatto il ritratto  era stato talmente abile a catturare l’intensità della sua espressione che gli  occhi argento - grigi di Draco Malfoy sembravano  ricambiare lo sguardo della madre che  lo stava osservando.
 
<<  L’ho visto morto, il cadavere grondante di sangue,  vicino a un ruscello di montagna.  >>  proseguì Narcissa.
 
<<  Tu credi alle premonizioni ?  >>   
 
Dopo aver riflettuto il tempo necessario per capire cosa pensavo in proposito, le risposi così:
 
<< No contessa Narcissa, credo che è la nostra paura ad  stimolare  negativamente  la nostra immaginazione.  >>  facendo seguire alle parole un sorriso rassicurante.
 
<< Sono sicura che vostro figlio, il signor conte sta bene e che molto presto lo rivedrete. >> le dissi.
 
 Guardai la contessa. Avendo distolto  a sua volta lo  sguardo dal dipinto e dirigendolo verso di me i nostri occhi tornarono ad incontrarsi     facendo trasparire, come sempre, il reciproco e profondo affetto  da cui traeva alimento  il nostro rapporto . Il  respiro   continuava ad essere  irregolare e sul viso le si leggeva chiaramente che le mie parole  non le erano bastate per  placare i timori per la sorte del suo unico figlio.
 
                      

              Torino , ufficio del comandante dei cadetti   

 
Draco a tappe forzate stava attraversando la Francia diretto    Calais, dove lo aspettava il battello che lo avrebbe portato al di la della manica. 
 
Una volta approdato avrebbe raggiunto Londra per incontrarsi di primo mattino, lontano da occhi indiscreti, in una vecchio pub in prossimità del Globe con il latore dei documenti, ed avrebbe ripreso la sera stessa il viaggio di ritorno. C’era un battello che salpava nelle ore tarde del pomeriggio. Avrebbe dovuto a tutti i costi prenderlo per evitare di incappare in situazioni che potessero compromettere la missione.
 
- Toccata e fuga  - aveva pensato quando era stato istruito dal conte Conforti sui dettagli della missione, il quale specificò che non poteva rivelargli il contenuto dei documenti.
 
Li avrebbe ricevuti racchiusi in un plico sigillato che non avrebbe dovuto aprire per nessuna ragione al mondo e avrebbe dovuto impedire, anche a costo della vita , che qualcun altro lo facesse.
  
Ritornato  di nuovo in suolo francese   avrebbe raggiunto a tappe forzate , passando per strade minori , sentieri e tratturi il  valico del Monginevro dove si sarebbe incontrato con il  Capitano Leonardo Lombardi per consegnargli il plico affidatogli  a Londra.  
 
Al momento di congedarsi il conte Conforti rimarcò l’importanza della missione  che gli era stata affidata, facendogli intendere che dal suo esito dipendeva la vita di molte persone e quella stessa di Sua Eccellenza  il Principe del Piemonte.
 
<< Non posso rivelarvi il contenuto di quei documenti  >> spiegò Lorenzo Conforti, nel congedarlo.  Salutò Draco con più trasporto e calore di quanto aveva fatto  nel cortile in risposta all’ abbraccio amichevole dell’amico. In questo caso non c’erano gli sguardi estranei dei due giovani cadetti  a suggerire di mantenere un comportamento comunque  compassato, adeguato allo status di comandante ausiliario della guardie del Principe.    Dopo avergli rinnovato  la stima che nutriva  per lui ed avergli augurato buona fortuna, il conte Conforti congedò Draco.
 
  Prese la   sacca di cuoio d’ordinanza da cui non si separava mai , che aveva posato temporaneamente a terra se la rimise a tracolla    e  lasciò  l’ufficio di Lorenzo Conforti  per raggiungere la sua stanza. Dopo aver prelevato quanto gli occorreva, passò in gendarmeria a rifornirsi di polvere e poi nella stalla. Non erano passate due ore dal colloquio con il conte Lorenzo Conforti  che Draco già galoppava  alla volta dell’Inghilterra. Era Lunedì. Il lunedì successivo stazionava a Calais davanti al battello pronto per imbarcarsi. Al segnale prestabilito che annunciava di prendere posto salì sulla nave  dal pontile collegato alle stalle e scomparve nella stiva. Di lì a poco la nave salpò.
 
 

          Torino, Palazzo del marchese  Lucius Malfoy

 
Mentre Draco Malfoy, impegnato ad assolvere alla sua missione, era in viaggio verso Londra, il consigliere Tom – Luc Beauville era a colloquio con il marchese Lucius Malfoy, governatore e comandante delle guardie del Principe ereditario del Piemonte.
 
<<  Sua Eccellenza  il Principe  ritiene che tagliare la testa a metà dei suoi nobili non sarebbe  un bel gesto, anche se sarebbe una giusta punizione, visto che, in combutta con il Re di Francia,  stanno organizzando  una congiura contro di lui. Il servizio di sicurezza del  Re d’Inghilterra,  amico del Principe,  ha intercettato una lettera di istruzioni ed una lista di nobiluomini che fanno pensare ad una congiura di palazzo ordita dalla nobiltà locale. Era nella valigia di un mercante torinese morto improvvisamente. La morte  lo ha colto nel sonno. >> disse Tom – Luc Beauville sprofondato nella poltrona di colore rosso che metteva in evidenza la sua bassa statura.
 
Stempiato, il fisico appesantito e la barba grigia, il consigliere parlava con voce affaticata, ma aveva uno  sguardo attento, perspicace, come quello di chi ha imparato a  capire i risvolti paradossali della vita e conosce i bizantinismi e le falsità della politica e delle relazioni di corte.
 
 In piedi davanti alla finestra dello studio, il marchese Lucius Malfoy, sebbene desse le spalle al suo interlocutore, ascoltava con attenzione le sue parole. Il viso lungo dai tratti marcati del duca rivelava un carattere imperturbabile ed un atteggiamento  sottilmente minaccioso.
 
<<  Il Principe  è un uomo saggio.  >>  disse il marchese   voltandosi verso l’interno della stanza  tornando a guardare in faccia  il consigliere Tom – Luc Beauville.
 
<<  E’ vero.  >> rispose il consigliere e aggiunse
 
<<  Quella lista è  un atto d’accusa , ma anche un potente strumento   di persuasione . Quando disporrà dei nomi di tutti i congiurati,   il Principe    farà imprigionare quelli tra loro che lo hanno  osteggiato fin dal giorno  della sua ascesa sul trono   ,confiscando loro tutti i Beni patrimoniali e vedrete che gli altri ridimensioneranno le loro velleità e torneranno buoni e mansueti  nei loro ranghi  e rinnoveranno, vigliacchi quali sono,  il loro giuramento di  fedeltà. Con una unica mossa il Principe, nel pieno del suo diritto, si libererà dei nemici interni più facinorosi e rafforzerà la sua posizione di dominio  >>  concluse il consigliere Tom alzandosi.
 
<<  Il colloquio con Lei, marchese , si è prolungato oltre il previsto ed altri pressanti impegni mi spingono a salutarla e raggiungere la Reggia.  Ragguaglierò Sua Eccellenza il Principe  circa il contenuto del nostro colloquio  >>  disse porgendo la mano  destra al marchese  per congedarsi .
 
<<  Devo proprio andare ! >>  commentò  fra se quando,   gettando una sguardo fugace fuori dalla finestra che stava dietro al marchese  mostrando il suo profilo in controluce ,si accorse che stava imbrunendo
 
<<  Abbiamo la certezza assoluta che quella preziosa lista arriverà dall’ Inghilterra?  >>  chiese il consigliere mentre il marchese  Malfoy lo accompagnava  alla porta  per fugare i dubbi continuamenti affioranti  riguardo all’esito della missione.
 
<<  Portate i miei ossequi a Sua Eccellenza  e riferitegli che la sua preziosa lista sarà presto qui. Il conte   Draco Malfoy ha portato a termine brillantemente   missioni assai più pericolose di questa , del cui contenuto siamo a conoscenza Sua Eccellenza il Principe, Lei, il conte Lorenzo Conforti. Il conte Draco ignora il contenuto dei documenti >>  rispose il marchese  prendendo il  braccio del consigliere ed arrestando il passo.
 
<<  Tra l’altro il conte è mio omonimo. Certamente intercorre tra noi una remota parentela, come il nostro comune patronimico attesta, ma il diverso titolo descrive una storia divergente  >>  Si interruppe una frazione di secondo,quasi a voler riordinare le idee e poi riprese a parlare
 
<< Le nostre famiglie appartengono  probabilmente ad un ceppo comune : sono due rami dello stesso albero che  attraverso intrigate vicende che si perdono nella notte dei tempi  le  hanno collocate su posizioni  diverse nell’ ambito della nobiltà francese formatasi ai tempi di Carlo Magno. E’ comunque il cognome Malfoy, di per sé,  una garanzia di valore e di fedeltà . Rassicurate  dunque  Sua Eccellenza il Principe: è in buone mani >>
 
Il consigliere aveva già varcato la porta che il marchese gli rivolse un ultima raccomandazione
 
<<  Non dimenticate di portare i miei saluti alla vostra  amabile e bella signora ,  la marchesa Pansy  >> .
 
La porta si era appena richiusa alle  spalle del consigliere che il marchese   diresse  lo sguardo  verso una zona della libreria   sul  lato sinistro  della stanza  che raggiunse con passo veloce.
 
 Esercitò una certa pressione su una delle scaffalature che ruotò su se stessa rivelando la presenza di un varco segreto che introduceva in una stanza nascosta alla vista sul retro piccola e ben arredata , senza aperture verso l’esterno ma molto accogliente. Su un angolo si apriva una grande nicchia che accoglieva un letto , nascosto anch’esso alla vista da una tenda finemente ricavata; al centro un scrittoio di ridotte dimensione ed un divanetto d’angolo. Un luogo  appartato e sconosciuto dove il duca ordiva le sue trame o accoglieva le sue amanti . 
 
<<  Il Vostro insipido marito è andato via.  >>  esclamò  
 
<<  Siamo finalmente soli, Signora.  >>  
 
Nel  nascondiglio    stazionava una bellissima nobildonna, dal   fascino altero, dai  lineamenti molto  fini e delicati e  da una fluente chioma nera che affiorava dai bordi della cipriosa parrucca argentea sormontata da un cappello decorato da un ricco piumaggio. Sedeva tranquillamente sul divanetto. Aveva l’aria di chi ha una certa frequentazione del luogo  e sembrava trovarsi perfettamente a sua agio.
 
<<  Mio marito è un vero meschino, lo avete notato?  >>  disse la marchesa Pansy Van Neker con un impercettibile cenno del capo, sottolineato  dal movimento  delle  piume svolazzanti.
 
<<  Quando gli avete chiesto di salutarmi, non ha speso neppure una parola.  >> concluse fingendo un tono indignato. Mi ero stancata di aspettare e, per ingannare il tempo, mi sono messo ad  origliare  da dietro la porta
 
<<  E’ evidente che non vi merita, mentre  io si.  >>  Rispose Malfoy
 
<<  Dunque ora sapete tutto. Confido ovviamente nella vostra discrezione    >>  disse di nuovo il marchese, mentre la guardava fisso  negli occhi. Pansy Van Neker annuì.
 
<<  La buona  sorte che , proverbialmente vi assiste , è sicuramente  opera    del diavolo . E’ il diavolo che interviene a vostra protezione e vi suggerisce le mosse nell’ordire le     vostre trame. Così facendo manifesta concretamente la sua soddisfazione  e  benevolenza  nei confronti di uno dei migliori tra i suoi adepti stazionanti sulla terra.  Solo il diavolo in persona  può  aver spinto mio marito ad appoggiarsi a voi per gestire questa delicata vicenda . Già prevedo i  grandi vantaggi economici e politici che saprete trarne dal possesso di quella preziosa lista.  >>  disse.
 
 Dopo mesi di frequentazione la contessa Van Neker conosceva ormai  bene il marchese Malfoy. Quando si rivolgeva a qualcuno era in grado di leggere le sue intenzioni dalla mimica del suo corpo.
 
 I gesti impercettibili delle mani, il movimento degli occhi, i silenzi o il ricorso  calcolato,  a volte oscuro, ad alcune frasi o parole manifestavano più di mille discorsi la sete di potere e la seduzione che il lusso, la ricchezza e le belle donne esercitavano sul marchese Malfoy , piaceri che coltivava nel segreto di uno stanzino buio e di una alcova nascosta .
 
<<  Voi mi conoscete davvero bene. Tra pochi giorni quella lista sarà al sicuro nelle mie mani e nessuno ne saprà più nulla , fino a quando …….  >> commentò sibillinamente il marchese  Malfoy .
 
<<  Sono stata davvero  molto fortunata ad  incontravi e ad essere divenuta oggetto delle sue attenzioni, Lucius   >>  disse la marchesa con  un tono più confidenziale ed uno  sguardo ammiccante
 
<< Forse si ... forse no …. >> mormorò Malfoy, mentre faceva  scendere piano  un dito impertinente sul bordo della scollatura della nobildonna.
 
<<  La relazione con un devoto del demonio è sempre pericolosa, ma voi siete una donna che amate il rischio e le sensazioni  forti ed essere finita sposa di un noioso cortigiano non è proprio il massimo >>  si lasciò scappar detto: Una frase inquietante che  Pansy Van Neker non registrò , intenta ad inseguire la spirale di piacere che di li a qualche minuto l’avrebbe risucchiata come un vortice , annunciata da quel dito impertinente .
 
 <<  Avere un’amica appassionata e complice come voi  Pansy e un privilegio ed una garanzia. >> furono le ultime parole che il marchese  pronunciò.
 
Pansy socchiuse i suoi bellissimi occhi e trattenne il fiato. Il marchese  le accarezzò il collo, poi con un tocco leggero e sensuale, scese fino all’ incavo dei suoi seni.
 
<< Siete bellissima ve lo garantisco. >> sussurrò. La marchesa  Van Neker ansimò. Il marchese Malfoy le cinse la vita e la baciò.
 
  

             Dintorni Del Castello Del conte Malfoy
 

Spinsi Fedro al galoppo e arrivai nel cortile di una piccola casa di campagna isolata, dall’ aspetto malandato. L’ edera si arrampicava sulle pareti scrostate dove erano appesi cesti e altri attrezzi di campagna. In un angolo vi era una catastata di legna e le oche razzolavano libere  sull’ erba. La tranquillità del cortile era ben diversa dalla calma pigra e fastosa del castello Malfoy. Una quiete dimessa, rassegnata, malinconica aleggiava tutta intorno  come lo specchio d’acqua di un piccolo lago li vicino.
 
Dalla porta usci Lily Evans Potter, una ragazza minuta, vestita di un abitino chiaro di semplice fattura . Il viso sottile, segnato dalla fatica quotidiana a cui si sottoponeva, si apri in un sorriso bellissimo.
 
<< Ciao Hermione ! Che bella sorpresa  >> mi apostrofò guardandomi.
 
Smontai da cavallo e le  andai incontro. Io e Lily eravamo diventate  amiche da quando la contessa Narcissa l’aveva presa con sé come dama di compagnia sollevandola dalla miseria. Si erano subito piaciute . Un legame che era rafforzato dalla comune provenienza sociale e dalla vita povera.
 
<<  Buongiorno Lily, tuo marito è in casa?  >> le chiesi, ricambiando, come sempre, il saluto con un sorriso  molto cordiale.
 
Lily  prese entrambe le sue mani tra le mie invitandomi a entrare in casa.
 
<<  Su ….  vieni … entra. James è fuori, ma ritornerà a momenti. Che c’è, non ti senti bene? Qualcuno è malato?  >>  mi chiese Lily.
 
<<  E’ per la contessa Narcissa.  >> le dissi 
 
<<  Sono un po’ preoccupata per la sua salute. >> Lo sguardo di Lily si incupì.
 
<<   Hermione, lo sai che a James è stato proibito venire al castello dei Malfoy.  >> disse .
 
<<  Lo so Lily, ma se  James potesse visitarla. E poi la contessa Molly è partita con Ginny e il marito.  >> le dissi rassicurandola.
 
Lily sospirò poco convinta. Suo marito James era uno dei migliori medici dei dintorni, su questo non c’era  dubbio, che tuttavia conduceva una esistenza tribolata . Da quando l’aveva sposata, scegliendo per moglie una ragazza del popolo la sua vita era molto cambiata.
 
 James, figlio di un ricco mercante , seppure non di sangue nobile, per le sue virtù morali e per la sua bellezza , nonché per la consistenza del patrimonio paterno, era stato accolto nei salotti della nobiltà locale e considerato come un suo membro. 
 
Sapeva che la decisione di sposare Lily avrebbe comportato   la riprovazione paterna e l’ostracismo da parte dei nobili che l’avrebbero interpretata come un’offesa , ma l’amava talmente tanto da decidere di rinunciare ai privilegi della suo status di borghese arricchito aggregato alla nobiltà locale e di vivere con lei in povertà.
 
 Era promesso sposo della figlia della contessa Narcissa Malfoy  quando, prossimo al matrimonio,  per amore suo, aveva interrotto bruscamente il fidanzamento.
 
 Era stato  ripudiato e diseredato dal padre. Alla fine del colloquio durante il quale aveva dato l’annuncio della sua decisione di sposarla,  era stato  congedato freddamente  dalla contessa. La contessa, che aveva preso ad amarlo come un figlio, gli manifestò la sua profonda delusione  rimarcando che, da quel momento in poi , James non avrebbe dovuto mettere più piede nel castello dei Malfoy.
 
 Aveva conosciuto Lily ad una festa del popolo e se ne era innamorato perdutamente. Un amore così forte e totale era esploso tra i due che niente avevano potuto le minacce del padre, timoroso delle conseguenze per il suo commercio, ed i consigli,  di molti degli  amici nobili ,suoi coetanei, di ritornare sulla decisione di sposare Lily e di tornare da Molly,  consapevoli quanto lui delle conseguenze di quella decisione e dispiaciuti di perdere un amico  brillante e vivace.
 
Entrarono in casa. Hermione seguì Lily in una stanza poco illuminata.  Adibita a sala da pranzo, dai divani dal tessuto ormai liso e dalla assenza di decorazioni, di quadri e di oggetti d’arredo destinati al puro piacere estetico, si capiva che economicamente non se la passavano bene.
 
Lily mi versò un’po di latte in un bicchiere che bevvi avidamente: La cavalcata, la polvere ed il caldo mi avevano seccato la gola
 
<< Prendi……… prendine ancora …… >> mi incoraggiò Lily, vedendo la mia esitazione
 
<<  Latte e uova   sono tra le pochissime cose che abbondano in questa  povera casa . Sono spesso la nostra moneta di scambio   per acquistare l’indispensabile che ci serve per vivere >>   commentò Lily guardandomi .
 
<<  James si è ridotto in povertà per amor mio   >> sospirò Lily
 
 << James vive miseramente per colpa mia >> continuò: Nel frattempo aveva cominciato a raccogliere la frutta sparsa sul tavolo e a posarla su una mensola li vicino, forse per vincere l’imbarazzo ed il senso di frustrazione che provava quando parlava della misera condizione in cui vivevano James e lei .
 
<<  Non è colpa tua.  >> esclamai, cercando di consolare Lily.
 
<<  E di chi allora?  >> Lily sospirò
<<  Ci penso ormai da un’po di giorni sai? Ogni mattina quando  apro gli occhi e ogni sera prima di addormentarmi, prego Dio che mi perdoni per la mia presunzione.  >> mi disse Lily.
 
<<  Contro le frecce di cupido   nulla possiamo noi umani. Smettila di commiserarti e godi del privilegio di avere James come marito . >>  le dissi, sorridendole.
 
<<  Forse hai ragione tu.  >> mi rispose di rimando  Lily il cui sguardo,  per un attimo,  sembrò rasserenarsi  La guardai, ero felice di avere una amica sensibile e delicata come lei. La nostra intesa era totale .
 
<<  Noi siamo nate povere, Hermione.  >>  continuò Lily, tornando a rabbuiarsi e ripiombando in uno stato di lamentosa malinconia  annunciato  da una   lacrima solitaria, comparsa  all’improvviso, che    scendeva  giù , in basso, verso il mento, attraversando   la guancia sinistra . Era l’annuncio di un pianto dirotto .
 
<<  A te ed a me, Hermione, la povertà pesa, ma noi siamo abituate ad essa …… ma lui è nato ed  ha  vissuto una infanzia ed una giovinezza agiata  … credi che non ci pensi mai?....  >> riprendendo a fustigarsi interiormente per essere stata la causa della rovina di James.
 
Avendo esaurito tutti gli argomenti consolatori a cui  ero solita ricorrere per lenire la sofferenza profonda  del suo animo       l’abbracciai come solo due donne, legate da un’intima amicizia, possono   fare in   momenti  particolarmente  dolorosi.
 
<<  Lily  >> la voce di James risuonò alta nella stanza accompagnata  da un rumore  di passi,  Era James che annunciava, come solito, il suo ritorno alla moglie. Lily, si asciugò le lacrime   con un fazzoletto prima che James Potter entrasse. Non voleva farsi vedere da lui in quello stato .
 
La stanchezza, testimoniata  dalle profonde occhiaie e l’indigenza    in cui viveva, non avevano  intaccato il   fascino discreto di James, né la bontà di animo che continuava a leggersi nel suo sguardo accattivante . James  manifestò  con un abbraccio   il piacere che  gli aveva procurato la presenza di   Hermione  
 
Quando vide  gli occhi arrossati e l’ espressione di sua moglie Lily comprese l’oggetto ed il tenore degli argomenti della conversazione    in cui erano intente le due amiche. Il sorriso di James si spense.
 
 
         Torino, Palazzo del marchese  Lucius Malfoy
 
Dopo aver congedato nella sala delle udienze  il capitano Matteo  Mancini in partenza per Monginevro con l’ordine di  scortare il capitano Leonardo Lombardi fino al passo del  Monginevro dove quest’ultimo avrebbe dovuto vedersi con il conte Draco Malfoy di ritorno da Londra.
 
Giunto in prossimità del luogo dell’incontro avrebbe proseguito verso Briançon, lasciando che il capitano Lombardi si recasse solo all’appuntamento con il conte Malfoy, all’ora e nel posto prestabilito.
 
Quando la sagoma del capitano Lombardi scomparve dal suo orizzonte visivo, si voltò e si incamminò verso lo studio dove era  ad attenderlo il Guercio.  Costui era un bandito di professione; un brutto ceffo spietato e sanguinario  dei cui servigi si serviva  per regolare certe sporche faccende.  
 
Gli mise nelle mani un sacchetto di dobloni d’ oro. Il losco figuro, un uomo senza scrupoli, talmente avido di denaro che per qualche tallero di rame avrebbe ucciso sua madre, avrebbe dovuto seguire , non visto, il capitano Matteo Mancini ed il capitano Leonardo Lombardi fino a Monginevro ed il capitano Lombardi sul luogo dell’appuntamento. Nel momento in cui il conte Draco gli avrebbe consegnato i documenti al capitano Lombardi, sarebbe dovuto intervenire  per sottrarli ad entrambi. Il marchese era un doppiogiochista
 
<<  Mi raccomando non devi fallire, sennò saranno guai grossi  per te.  >>  Intimò il marchese  Malfoy e aggiunse
 
 <<   Quei   documenti devono essere quanto prima nelle mie mani. >>  
 
<<  Le porterò quei documenti. Potete esserne sicuro  >>  sentenziò  il sicario.
 
Malfoy lo fissò con uno  sguardo che non lasciava dubbi su chi fosse più spregiudicato tra loro
 
-          se quell’  l’ uomo rozzo vestito da brigante o un nobile dagli  abiti eleganti  e dai modi raffinati quale era lui  -
 
<<  Se fosse necessario non ti fare scrupoli di sorta: uccidili entrambi.  >> disse il marchese  Malfoy, mentre licenziava il Guercio senza troppi convenevoli, liquidandolo con un segno della mano. Il sicario  ricambiò il saluto con un ghigno.
 
 
 

        Stanza da letto della contessa Narcissa  Malfoy

 
 
 Dopo aver visitato la contessa,Il dottor Potter le lasciò un infuso e le raccomandò  di  riposare. Non si sarebbe dovuta  agitare per nessuna ragione. Più del denaro furono le poche parole che Narcissa pronunciò a ripagare il medico di quella visita
 
<<  Salutatemi, vostra moglie, Potter.  >> disse la contessa distesa sul letto, ammantata da  una coperta rossa dai ricami molto pregiati.
James Potter le rivolse uno sguardo carico di gratitudine per quelle parole inaspettate.
 
<<  Lily sarà felice, grazie.  >> commentò, veramente commosso.
 
Accompagnai il dottore e scendemmo insieme il solenne scalone che conduceva all’ ingresso. Nel silenzio ovattato del castello, i nostri passi rimbombavano tra le pareti  tappezzate dai ritratti degli antenati. I Malfoy appartenevano alle  antiche stirpi guerriere che al seguito di Carlo Magno avevano imposto il dominio dei Franchi nei territori dell’Europa centrale e dell’Italia.
 
<<  Io non volevo spaventarla.  >> disse James Potter e aggiunse
 
 <<  Ma i suoi timori sono fondati, Hermione. La salute della marchesa desta non poche preoccupazioni. Il suo vecchio cuore è veramente stanco e io non posso fare più di tanto, purtroppo !  >> esitò un istante per valutare l’opportunità di esternare compiutamente il suo pensiero, ma alla fine ritenne di dover dire la verità, almeno ad Hermione. 
 
<<  Non è detto che le rimanga ancora molto tempo da vivere.  >> disse il medico.
 
<<  Se Il conte Draco tornasse. >> dissi, guardandolo.
 
<<  Hermione io non credo che sia veramente giusto continuare ad illudersi sul ritorno di Draco.  >>  disse il medico con tono pacato, che tuttavia manifestava una convinzione profonda.
 
<<  Per  la contessa Narcissa, sua madre, potrebbe.  >>  commentai ed aggiunsi  << Si vive anche di illusioni. E’ questo attendere che tiene in vita la contessa >> 
 
<<  Malfoy ha dato notizia di sé recentemente? Ha scritto forse che sta tornando?  >>  mi chiese interrogativo, avendo intuito qualche novità dalle mie parole. 
 
<<  No  >>  esitai cercando di dissimulare l’ espressione contrariata di un momento prima di fronte al suo scetticismo 
 
<<  Sono stata io che ho scritto a lui per sapere dove fosse,  per ragguagliarlo sulla situazione delle finanze della famiglia e sul  peggioramento  delle condizioni di salute di sua madre e per invitarlo a lasciare la vita militare e a fare ritorno quanto prima   >> confessai.
 
<<  Che cosa?  >> esclamò James Potter
 
<<  Ti prego. >>  dissi 
 
<<  Non fare parola di questa cosa con la contessa. Magari la lettera si è persa, o chissà…  >>
 
 James  mi promise di tacere, mi salutò e corse verso il calesse per tornare da  Lily. Non vedeva l’ora di dirle che la contessa le mandava i suoi saluti.
 
Era una novità inaspettata l’ attenzione manifestata dalla anziana nobildonna verso la moglie che varcò, quasi di corsa,  la soglia della povera casa dove, come sempre avrebbe  trovato Lily ad attenderlo . Tanta era la smania di  porgerle i saluti della contessa, che dimenticò di baciarla, come sua abitudine
 
 

                                 Agguato sul Monginevro
 

Il conte Draco Malfoy, dopo essere sbarcato a Calais aveva attraversato la Francia senza problemi, a parte il tentativo di furto alla locanda “ Bellavue” di Digione. Il minimo che sarebbe  potuto  capitargli.
 
Il giorno dopo l’ accaduto rifletté ripensando allo sguardo, tra l’ incredulo ed il sorpreso,  dell’ oste quando, rientrato nella stanza dopo l’ abbondante colazione consumata al mattino  prima di partire, lo trovò a frugare tra i suoi vestiti in cerca di denaro.
 
Dopo sei giorni di viaggio  era arrivato illeso nel luogo stabilito per l’ appuntamento -  uno spiazzo soleggiato al cui centro campeggiava un elegante fontanile di  pietra - : un gran bel risultato. Il capitano Leonardo Lombardi era li che lo aspettava, impeccabile nella sua giacca rossa. Il conte  Malfoy si diresse verso di lui.
 
<<  Capitano Leonardo Lombardi.  >> lo salutò.
 
<<  Conte Draco Malfoy siete puntuale.  >> rispose  il capitano celando a malapena una certa   inquietudine  
 
<<  Se non sbaglio avete qualcosa per me.  >>
 
Draco legò il cavallo ad una staccionata di legno prossima alla fontana  e prese i documenti dalla sacca di cuoio appesa alla sella. Prima di consegnarli al capitano Lombardi si guardò attorno per sincerarsi che   erano veramente soli e che occhi indiscreti non assistessero al trasferimento dei documenti nelle mani del capitano.
 
<<  Siamo soli non temete.  >> lo rassicurò l’uomo.
 
<<  Dov’è la vostra scorta?  >> chiese il conte Malfoy, guardandolo.
 
<< Nessuna scorta per passare meglio inosservato. Mi ha accompagnato fino a qualche chilometro da qui il capitano Matteo Mancini, diretto a Besançon   >>
 
Lombardi prese i documenti e li ripose in una  sacca d’ordinanza analoga a quella del conte dove fino a poco prima avevano stazionato.
 
<<  Come è andato il viaggio?  >>  chiese Lombardi al  conte dopo aver richiuso la sacca ed averla legata a fianco della sella .
 
 <<  Bene  >> disse il conte, più tranquillo  chinandosi    sulla fonte per bere. Improvvisamente   gli era venuta sete.
 
In quel momento uno sparo  venne  a rompere  il silenzio estivo del luogo. Il capitano  Lombardi si piegò su se stesso e rovinò al suolo. Draco si raddrizzò di scatto e vide una sagoma scura tra gli alberi che circondavano lo spiazzo. Rapido estrasse la pistola e sparò. L’uomo, il sicario che era stato inviato dal marchese   Lucius Malfoy, cadde a terra, morto.
 
Subito dopo un altro uomo arrivò correndo dietro di lui e puntò l’arma contro i due militari. Il conte Malfoy ebbe  il riflesso  di spintonare a terra il capitano Leonardo Lombardi per evitare che fosse colpito. Dal grido che emise capì che nonostante la prontezza del riflesso, il capitano era stato  colpito e giaceva  a terra  gravemente ferito.
 
Non poté subito prestargli soccorso perché l’ uomo uscito dal bosco che aveva sparato al capitano si era lanciato  di corsa verso di lui con la spada sguainata. Draco sfilò la pistola dalla cintura del capitano Lombardi che giaceva  a terra e dopo aver puntato  l’arma verso l’aggressore sparò  di nuovo. Il colpo andò a  segno e anche il secondo sicario stramazzò a terra a pochi metri dal corpo del capitano.  Dopo essersi sincerato che i due sicari era morti  Draco si apprestò a soccorrere il  capitano. Il volto di Leonardo Lombardi era contratto in una smorfia di dolore e di incredulità.
 
<<  Voi siete ferito, perdete sangue.  >> disse il conte, mentre esplorava il corpo riverso a terra.
 
<<  Venite, andiamo in paese.  >> disse l’uomo preoccupato per il suo amico. Fece per aiutarlo ad alzarsi, ma il capitano lo fermò, sentendo la sua fine prossima .
 
<<  Scappate  >>  mormorò con un filo di voce.
 
<<  … I documenti … i doc … men … ti  >> aggiunse con un bisbiglio. Il capitano  Leonardo lombardi parlava ormai con un filo di voce che diventava , di secondo in secondo , sempre più flebile.
 
<< Po … rta…  tel … li  … a … S…ua... Ecc.. ell…..en……za ………il Pr……..inci………pe   >>  disse mentre si avviava ad esalare l’ ultimo respiro.
 
<<  Va bene, ma voi venite con me .  >> disse  il conte Draco dopo che aveva  ripreso la sacca di cuoio del capitano

<<  An … d … ate  >>  mormorò Lombardi. Furono gli ultimi suoni che pronunciò  nella sua breve, ma intensa vita terrena.
 
Il conte Malfoy   non ebbe il tempo né  di calare le palpebre a coprirgli  gli occhi che era rimasti aperti  né di recitare una preghiera. Nel bosco riecheggiavano delle  voci concitate ed un calpestio di zoccoli di cavalli diretti verso di lui che non preannunciavano niente di buono.
 
<<  Da quella parte  >> ordinò qualcuno.
 
Senza indugiare ulteriormente Draco montò a cavallo e scomparve nel fitto bosco eclissandosi alla vista , portando con se la sacca dei documenti .     

  
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