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Autore: Far_Away    16/01/2012    1 recensioni
- Secondo me - disse Frank buttandosi a terra su una valigia ancora da disfare - Holmes e Watson si amano - Gerard lo guardò divertito - Anche secondo me - disse mettendosi accanto al suo compagno che lo guardò dolcemente - Sei il mio Holmes - Gerard sorrise e posò delicatamente le labbra su quelle di Frank - E tu il mio Watson
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti! grazie grazie a chi ha letto la storia, a chi la segue e a chi ha recensito! Il capitolo è un po' cortino ma sarebbe diventato troppo pieno di avvenimenti, spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate :3 
buona lettura 

Dei raggi di sole impertinenti si andarono a posare sugli occhi di Gerard, addormentato sul divano. Mugolò infastidito da quella luce e si maledisse per non aver chiuso le imposte la sera prima. Si ritrovò infreddolito e ,quando allungò la mano per cercare la leggera coperta con cui si era “riparato”  ore prima, non la trovò. A quel punto aprì gli occhi decisamente innervosito e si sedette, sospirò e si passò le mani sul viso, lasciandole lì a chiudergli gli occhi per qualche minuto. Quando aprì gli occhi vide la coperta ai suoi piedi, la scansò con un calcio ed andò in bagno. Anche lì si concesse qualche minuto di riflessione. Si guardò allo specchio e vide un ragazzo col viso scavato e le borse sotto agli occhi.
-          Devo smetterla di farmi del male – sussurrò al suo riflesso nello specchio prima di aprire il rubinetto e sciacquarsi il viso, mentre si rinfrescava guardò l’orologio e sentì come un sobbalzo nello stomaco e si ricordò dell’incontro del giorno precedente. Immediatamente le sue angosce sparirono e l’unico pensiero che occupava la sua testa era quello di imporsi di far presto per andare al parco per incontrare di nuovo Frankie, glielo aveva promesso. Si vestì di corsa e provò ad uscire prima che la sua ragazza si svegliasse, ma le cose non andarono secondo i suoi piani, infatti appena aprì la porta di casa la sua ragazza uscì dalla camera.
-          Gerard?  - guardò l’orologio – dove vai a quest’ora? – disse la ragazza allacciandosi la cinta della vestaglia.
-          Sto uscendo, Lindsay -  rispose lui lapidario senza guardarla
-          Ma…Gerard, è molto presto, io lo capisco che ora sei arrabbiato ma… - il ragazzo alzò una mano e se la posò alla testa.
-          Lindsay, ti prego, ho bisogno di uscire – così dicendo Gerard uscì chiudendosi la porta alle spalle. Scese le scale in tutta fretta e prese la via del parco, cercando di ricacciare indietro le lacrime provocate dal piccolo scambio di parole con Lindsay. Arrivò nel parco e cercò di ricordare su quale panchina era seduto il giorno prima. Al contrario di Frank, Gerard non si soffermava ad osservare le persone e ad immaginare la loro vita, lui le affiancava senza vederle, quasi come se non avvertisse neanche la loro presenza, concentrato solamente a cercare quella panchina. Quando la trovò, provò un senso di sollievo nel vedere che Frank ancora non era arrivato, ma il sollievo svanì subito dopo quando iniziò a pensare che forse era stato un idiota a fidarsi di un tipo incontrato per caso. Dovette però ricredersi quando vide il piccoletto che camminava verso di lui con una busta di plastica. Quando fu abbastanza vicino, Frank si tolse gli occhiali da sole e rivolse a Gerard un sorriso raggiante.
-          Buongiorno Gee!
-          Ciao Frankie – rispose lui sentendosi improvvisamente meno solo di quando era uscito di casa.
-          Ho pensato che magari non avessi fatto colazione – si grattò la testa imbarazzato -  così sono passato allo Starbucks e ho preso due caffè e un po’ di dolci
Gerard rimase stupito da quel gesto e sorrise intenerito nel vedere  il viso dell’altro intriso di timidezza.
-          Sei davvero gentile, Frank, davvero tanto – sorrise e prese la busta che l’altro gli stava porgendo.
Fecero colazione insieme nel parco, sorridendo e raccontando qualcosa di più di loro, Frank scoprì che Gerard disegnava fumetti ed era di quattro anni più grande di lui.
Il tempo passò in fretta e ben presto Gerard si rese conto che anche quel giorno avrebbe dovuto abbandonare il suo posto felice.
-          Frank credo di dover andare – disse tristemente
-          Oh, ma…ma non puoi restare ancora un po’? – Gerard guardò gli occhi coloro nocciola del piccolo, erano spalancati e lasciavano trasparire la sua riluttanza nel rimanere solo.
-          E’ successo qualcosa, piccolo? – Frank annuì
-          Oggi viene il mio ex a riprendersi le cose e vorrei stare lontano da casa il più possibile
-          Capisco, piccolo – Gerard rimase immobile a pensare ad una scusa da mettere a Lindsay e non tornare a casa, ma in quel preciso istante a Gerard squillò il cellulare, si trattava proprio di Lindsay .
-          Lindsay che c’è? – risposte stizzito
-          Gerard devi venire immediatamente, io e tuo fratello dobbiamo parlarti – detto questo buttò giù, Gerard fissò Frank cercando di scusarsi e corse via, lasciandolo solo e spaventato nel parco, con la promessa che l’indomani si sarebbero ritrovati lì.
  
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