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Autore: Swaggg    16/01/2012    6 recensioni
La signora Jenkins, racconta ai nipoti la sua storia.
Di come ha conosciuto l'uomo della sua vita, e di come la ragazza del suo amore, ha spinto la signora Jenkins ad andarsene e fuggire per sempre.
Lui è innamorato, ma troppo cieco per vedere che anche lei è innamorata.
Lei fugge per un segreto, e dopo tanto tempo si rincontrano e sembrano essere felici. Ma il destino, cambia le carte della loro vita, del loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Now she could enter the world of dreams


Stava per chiudere gli occhi, per entrare poi nel tranquillo mondo dei sogni.
Ma spalancò di colpo gli occhi, quando dall’altra stanza si sentivano gemiti di godimento.
I due piccioncini avevano altro in programma per stasera. E Marianne stette per un po’ ad origliare,
tanto da appoggiare il suo orecchio al muro.
Lo tolse subito, le faceva schifo tutto ciò, e non sarebbe rimasta un solo minuto in più in quella stanza.
Prese la sua borsa e si avviò fuori la porta, che sbattè molto rumorosamente, in modo tale che i due sentissero.
 
Mentre camminava per le piccole strade di Stratford pensava a ciò che era successo poco prima.
Odiava tutto quello che riguardava l’amore. Perché quello portava a fare effusioni d’amore,
che piano piano si trasformavano in sesso e in sesso si sarebbe poi trasformato in cosa violenta se solo lei l’avesse respinto.
In testa le giravano quei ricordi così orribili della sua adolescenza. Ricordava benissimo ogni minimo particolare.
Le passavano per la testa le scene in cui “suo padre” tornò ubriaco a casa e lei era sola, con lui, senza una mamma che potesse proteggerla. Non conosceva nemmeno il nome di sua mamma, sapeva solo che era una donna bellissima, era quello che vedeva nelle fotografie. Morì appena partorì Marianne. Il padre, dalla disperazione, di aver perso la donna della sua vita, si diede all’alcol.
Ed ecco ancora quelle scene che le provocavano disprezzo, odio verso quell’uomo schifoso. Erano, appunto soli, lui era ubriaco,
e avendo mancanza di affetto violentò la figlia. Senza neanche avere qualche scrupolo di star violentando una persona sangue del suo stesso sangue. Il padre fu denunciato, fu stesso lei a farlo, anche perché da quella notte poi ce ne furono altre.
Lei fu affidata ad un orfanotrofio, ed ecco che si ritrovava lì.
Marianne in quel momento si accasciò per terra, in lacrime, dai troppi ricordi orribili che ormai avevano preso il sopravvento nella sua testa. Era sola per la strada, non girava anima viva, solo qualche cane randagio che girovagava nelle strade buie.
Si rialzò e asciugandosi le lacrime, incominciò ad avviarsi verso l’albergo. Sperando si ricordasse la strada.
 
Passarono svariati minuti, e si fermò, accorgendosi di girare in tondo. Stava percorrendo la stessa strada da ormai mezz’ora.
Le venne da ridere ed una risata si aggiunse alla sua. Ebbe paura. Ma non appena la voce uscì alla luce del lampione vide una figura familiare. Bieber.
“E tu che ci fai qui?”le domandò lei incrociando le braccia al petto.
“Sono uscito”disse il ragazzo avanzando verso di lei.
“Questo lo vedo, altrimenti non saresti qui a darmi fastidio”rispose Marianne acidamente.
“Ti sei persa o sbaglio? Io potrei darti una mano”risponde il ragazzo, ormai alle spalle della ragazza, con fare superiore.
“Non mi sono persa è…solo che…Okkey non trovo l’albergo!” spiegò la ragazza con un filo di imbarazzo nella voce.
 Il ragazzo rise “ è proprio dietro l’angolo” disse il ragazzo
svoltando l’angolo.
Lei lo seguì, e svoltato l’angolo si rese conto che il ragazzo non diceva cazzate.
In quel momento avrebbe voluto tanto essere invisibile dalla vergogna.
“E dimmi perché sei uscito?”le chiese la ragazza.
“Perché ti ho sentito uscire”spiegò il ragazzo accostandosi proprio davanti al suo viso.
In quel momento Justin e Marianne ebbero come un contatto. Ma non fisico, con gli occhi.
Strano da dire ma ciò che i due provarono in quel momento era un qualcosa di magico che nessuno dei due si sapeva spiegare.
Justin pensava che Marianne fosse bellissima, ma troppo, troppo, fin troppo presto per dire che le piaceva.
Pensava solo a portarsela a letto. Ma quello sguardo gli fece cambiare totalmente idea sul suo primo obbiettivo.
Marianne, invece, pensava che Justin fosse carino. Ma totalmente cretino. Eppure quell’incontro di sguardi provocò ,
anche in lei una reazione completamente diversa. Come se si conoscessero da anni.
Fu proprio Marianne a interrompere quel momento di pura magia.
“Ah…E Selena l’hai rimasta sola?” chiese la ragazza allontanando ogni tipo di contatto.
Justin sembrò deluso, gli piaceva quel tipo di contatto.
“L’ho rimasta dormendo” spiegò molto innocentemente il ragazzo.
Marianne annuì.
“Vabbè sarà meglio che vada, domani ci aspetta una giornata di shopping” disse la ragazza salutando il ragazzo.
Justin era sconcertato “Davvero? Shopping? Io odio lo shopping” si lamentò il ragazzo per poi avviarsi verso la sua camera d’albergo.
Marianne intanto rideva, il modo in cui Justin si era lamentato le faceva tanto ridere.

Adesso poteva finalmente rilassarsi sul serio. Adesso poteva finalmente entrare nel fatidico  mondo dei sogni.

   
 
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