Capitolo 2
Posarono le scatole per terra, all'ingresso, e scossero le giacche,
mentre
pestavano i piedi, prima di entrare in casa, cercando di eliminare un
po' di
neve. Satchmo li accolse con gioia.
Neal non aveva mai pensato che il calore di una casa potesse rendere
felice. Con sollievo, sentiva le sue articolazioni
intorpidite dal freddo sciogliersi, mentre seguiva Peter in sala da
pranzo a posare le due
scatole ai piedi del tavolo.
Neal
si lasciò cadere su una sedia,
sospirando.
“Cosa vorresti bere?” chiese Peter.
“Qualsiasi cosa purchè sia calda!”
“Ok! Caffè? Thè? Cioccolata
calda? Zuppa?”
“Un caffè andrà benissimo”
Neal
guardò Peter sentendosi
vagamente colpevole perchè non faceva nulla, non si offriva
nemmeno di
aiutarlo, ma si sentiva davvero stanco, troppo
stano...
Aveva la sensazione che la testa fosse troppo pesante per il collo e le spalle!
Mise i gomiti sul tavolo e posò la testa fra le mani. Chiuse gli occhi e cominciò a massaggiarsi le tempie, nel vano tentativo di alleviare le pulsazioni che gli martellavano il cranio. Sentì squillare il telefono e afferrò alcuni brandelli di conversazione, ma era come se tutto succedesse lontano da lui, quasi in un sogno...."Cara ... Con Neal ... Sì ... Ok ... si, sono sicuro .. . ... Ti amo...A domani ... domani ... anch'io ... " Poi di nuovo il silenzio, interrotto solo, dal rumore della caffettiera.
“E un'aspirina” aggiunse, depositando accanto al
caffè anche un bicchiere
d'acqua e una compressa.
“Peter sto bene....Io”
“Non provarci con me Neal! Ti sei addormentato in
macchina. Sei bianco
come un lenzuolo...Ti tengo d'occhio da un po'...Prendi questa
compressa. E non provare a discutere: È un
ordine”
Normalmente, Neal avrebbe sicuramente continuato a discutere ma, allo
stato
attuale delle cose, non aveva
l'energia
per farlo ed in più ne aveva davvero bisogno; sentiva
disperatamente la
necessità di alleviare l'emicrania.
Ringraziò Peter e prese l'aspirina.
“Era
Elizabeth al telefono?”
“Sì”
“Va tutto bene?”
“Vorrebbe tornare a casa, ma è bloccata al
lavoro. Inoltre non ci sono
taxi disponibili, la fermata della metropolitana è troppo
lontana e non può
camminare con questo tempo. Passerà la notte in
hotel...”
“Oh....Con i colleghi...Uomini !
”
“Ḕ lavoro!”
“Wow! Sembra una cosa sexy...”
Peter posò
le scatole sul tavolo e si
sedette di fronte a Neal.
“Vediamo cosa abbiamo qui ...Frode assicurativa...”
“Noioso”
“Contraffazione di documenti...”
“Prescrizione?”
“Posso controllare ... Troppo
tardi. Oh! Oh! Questo dovrebbe
interessarti.... Una falsificazione di opere d'arte risalenti al 1997.
Non è
opera tua vero?”
“La vita è piena di misteri. Fammi
vedere”
“E allora?”
“Possibile”
“Neal!”
“No, Peter io non c'entro. Ok? Va bene,
prendo questo”
Cominciarono
a leggere.
Ognuno era assorto nella lettura e
il silenzio regnava nella stanza interrotto solo, di tanto in tanto dal
fruscio
delle pagine. L'aspirina pareva aver fatto il effetto e Neal
era riuscito
a rimanere concentrato sullo studio dei falsi per
quasi mezz’ora,ma poi il mal di testa era
ricomparso. Aveva cominciato ad avere disturbi alla vista ed il calore della stanza
non gli sembrava
sufficiente a scaldarsi. Sentiva di nuovo freddo e non riusciva a
controllare i
brividi.
Posò
i fogli sul tavolo, invece di
tenerli in mano , sperando che Peter non facesse caso ai suo tremori e
cercò di
leggere le ultime pagine del caso, con la testa appoggiata alla mano
destra .
Peter, ancora immerso nel suo lavoro (un vecchio caso di ricettazione
di
gioielli rubati nella quale nessuno era stato arrestato) dopo quindici
minuti trascorsi
cercando di rileggere
un paragrafo, chiuse il
fascicolo e, sollevando lo sguardo, vide
che Neal si era addormentato. Aveva la testa appoggiata sulle
braccia, ed
il fascicolo che, in qualche modo, fungeva cuscino. Era ancora
pallido e
una ciocca di capelli sudati gli si era appicciacata alla tempia. Si
sporse e
allungò la mano per toccargli la fronte.
La differenza di temperatura tra la mano di Peter e la fronte ardente
di Neal fu
una sorpresa per entrambi. Per alcuni secondi, Neal
sembrò disorientato;
guardò Peter, poi la stanza intorno. Strizzò gli
occhi diverse volte, perplesso,
e poi ,rendendosi conto di cosa era successo, mormorò:
“Peter…mi
... dispiace. Io ... Mi sono addormentato
senza rendersene
conto. Mi ...”
“Neal ...”
“Mi dispiace. Io….ho quasi
finito…comunque….”
“Neal!”
“Cosa?”
“Dovresti sdraiarti un po’ sul divano.”
“No, sto bene. Finisco questo”
“Neal! Dovresti sdraiarti un po’ sul
divano”
“Perché?”
“Perché hai la febbre! Ecco
perché!”
Dal momento che Neal non sembrava propenso a cogliere il suggerimento,
rimanendo fermo a guardarlo, Peter fece il giro del
tavolo e lo aiutò ad alzarsi afferrandogli il braccio.
“Andiamo”
Neal ondeggiò leggermente, quando fu in piedi,ma Peter lo
sostenne.
“Wowww! Piano!”
Peter rafforzò il supporto, mettendo l'altro braccio intorno
alla vita di Neal. Poi
notò che tremava
e lo accompagno in
salotto, seguito da Satchmo
che simuoveva selvaggiamente intorno a loro.
“No, Satch! Non adesso. Fila!”
Il tono della voce di Peter non avrebbe potuto essere più
chiaro tanto che il
labrador tornò in cucina immediatamente.
Neal era sorprendentemente tranquillo. Lasciò che
Peter lo accompagnasse
al divano senza lamentarsi , cosa che preoccupò doppiamente
Peter, che lo
lasciò andare solo quando lui fu tranquillamente seduto..
“Non ti muovere. Torno tra un minuto”
Neal seguì Peter con gli occhi fino a quando
scomparve in cima alle scale.
Tornò
dopo pochi minuti con una
spessa coperta fra le mani.
Trovò
Neal sdraiato sul
divano; aveva allentato la
cravatta, si era tolto le scarpe e teneva le ginocchia piegate e le
braccia
strette al petto per scaldarsi.
Peter lo coprì e gli toccò di nuovo la fronte, ma Neal continuò a dormire.
N.D.A: Buonasera a tutti/e!!!
Ringrazio (anke a nome di chi ha scritto non solo di chi ha tradotto) chiunque legga questa storia, chi la segue (ChiaraLuna 21 e tabina) , chi l'ha inserita fra le preferite e chi ha lasciato (graditissime) recensioni ( ChiaraLuna 21, NIko_tensai e Icegirl46) !
Spero vi piaccia anche questo capitolo! Conto su di voi perchè mi facciate sapere che ve ne pare!