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Autore: DeAnna     14/01/2012    6 recensioni
Questa FF è una traduzione. L'autore (francese) mi ha permesso di tradurla e postarla perchè a me è piaciuta molto; è una classica "Sick Neal" . Neal è bloccato in casa per una tempesta di neve, malato, e Peter (ed un po' anche Elizabeth) si prendono cura di lui. (No slash, solo un legame familiare/fraterno/amichevole...)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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 La douceur du foyer (Casa dolce casa)



Fanfiction: White Collar

Titolo:
La doucer du foyer - Casa dolce casa

Autore:
Azertynin Traduzione: DeAnna (spero di essere riuscita a renderla al meglio...Io, comunque, ci ho provato! )




Capitolo 1

New York, Venerdì 14 gennaio.

La tempesta infuriava. Anche utilizzati alla massima potenza i tergicristalli non erano granché utili. Peter lottava contro quella maledetta bufera di neve, quei fastidiosi fiocchi che gli impedivano di vedere oltre un paio di metri, mentre cercava di portare Neal da June  prima che le strade fossero bloccate.

Non appena era stato dato l'allarme della tormenta Hughes aveva raccomandato a tutti i federali di tornare al più presto alle proprie case, prima che fosse troppo tardi e fossero costretti a pernottare nei propri uffici. 

Peter aveva rapidamente impilato in diverse scatole i vecchi fascicoli su cui la squadra aveva lavorato quel giorno: uno per Diana, uno per Jones, uno per Neal e uno per se stesso.

Avrebbero potuto continuare a lavorare comodamente nelle proprie case, al caldo e al sicuro, fino a quando la tempesta non fosse finita e le strade fossero state di nuovo libere. 




Neal guardava distrattamente i fiocchi di neve che colpivano il parabrezza.


Erano solo le quattro del pomeriggio, ma il cielo era così scuro e cupo che i lampioni e i fari delle auto erano già accesi.  Pochi metri davanti a loro potevano scorgere la sagoma di un veicolo e gli aloni delle luci posteriori rosse. Erano bloccati lì da almeno dieci minuti. Mezz'ora era stata sufficiente a rendere impraticabili le strade di New York; probabilmente qualche macchina impantanata bloccava l'incrocio ad un centinaio di metri di distanza!

“Dannazione! Non arriveremo mai! Rimarremo bloccati qui per ore!”

Le parole di Peter ed il suo tono frustrato,scossero Neal dai propri pensieri.

“Peter: siamo a soli due isolati da casa tua. Non riusciresti a tornare indietro da casa di June. Lasciami qui. Posso tranquillamente prendere un taxi....o semplicemente camminare! Arriverei prima a piedi che di questo passo!”

“Hai voglia di sgranchirti le gambe?”

“Più o meno...”

In realtà era decisamente meno che più!


L'ultimo caso aveva sfinito Neal. Avevano lavorato giorno e notte per catturare un ricettatore d'arte. Neal si era finto un acquirente, guadagnandosi la sua fiducia fino ad arrivare al magazzino del porto in cui era conservata la mercanzia. Aveva trascorso le ore precedenti l'arresto appostato al mare, al freddo, aspettando il momento migliore per chiamare Peter. L'arresto era stato veloce e pulito, senza che ci fosse necessità di sparare nemmeno un colpo e con le prove servite, praticamente, su un piatto d'argento.

Neal si era svegliato, il giorno dopo, con un feroce mal di testa, un forte mal di gola e dolori muscolari ovunque.


Come faceva sempre, dopo un caso impegnativo e portato a termine con successo, Peter aveva tirato fuori vecchi fascicoli da riesaminare,per consentire alla sua squadra di lavorare in ufficio per qualche giorno.


Dal suo ingresso alla White Collar Neal aveva risolto parecchi vecchi casi semplicemente scoprendo qualcosa che, in precedenza, a qualcuno era sfuggito! Ma nello stato in cui si trovava sapeva di essere a malapena capace di rimanere concentrato su un singolo fascicolo!



“In nome di ... !”


Peter aveva sterzato bruscamente verso il marciapiede per evitare lo scontro con l'auto di fronte.

“Peter !”


“Lo so. Ho capito!”

Peter svoltò a sinistra verso casa. 

Lasciando la via principale si trovarono in una strada tranquilla a poche centinaia di metri da casa Burke. Nonostante la mancanza di traffico, l'agente guidava lentamente, in modo prudente, data la scarsissima visibilità, così da non essere costretto a a frenare improvvisamente. 


Neal si appoggiò al sedile dell'auto, chiudendo gli occhi nella speranza che ciò fosse sufficiente ad alleviare il mal di testa che non gli aveva dato tregua per giorno. Appoggiò la fronte contro il vetro freddo, cercando un po' di sollievo.

Doveva essere davvero esausto se chiudere gli occhi per un momento bastava a fargli venire sonno!


Quando arrivarono a casa Peter lo svegliò scuotendogli una spalla.

“ Ehi!
Bella Addormentata: la carrozza è arrivata a destinazione! E, a meno che tu non abbia un paio di sci, non so come potrai arrivare da June, con tutta questa neve! Mi casa es tu casa, almeno fino a che la situazione non migliora.....”



Neal guardò fuori, vide che la tempesta era peggiorata.

Non provò neppure a protestare, vinto non tanto dalla furia della bufera quanto, soprattutto, dalla stanchezza e dai dolori alle gambe.

“Credo che sopravviverò ad una notte a casa Burke!”

L'aria fredda che invase l'auto quando Peter aprì la portiera fece rabbrividire Neal. Tirò su il colletto della giacca, e chiuse tutti i bottini prima di aprire la portiera a sua volta. Qualcosa la bloccava, impedendogli di aprirla più di qualche centimetro. Più spingeva, più si bloccava.

“ Fermo Neal!  - gridò Peter - C'è un cumulo di neve sul marciapiede, più spingi e più si blocca! Aspetta un minuto!”


Neal osservò dallo specchietto retrovisore e vide che Peter prendeva una pala dal portabagagli. Sempre pronto ad affrontare qualsiasi situazione! Pensò fra se, sorridendo.



Con qualche palata Peter liberò la strada per Neal e aprì la portiere posteriore per recuperare gli scatoloni con i fascicoli. Ne diede uno a Neal e tenne l'altro in equilibrio col braccio sinistro, mentre con l'altro cercava le chiavi dell'auto nella tasca del cappotto.


L'intenzione era quella di fare le scale il più velocemente possibile affinché i file non si bagnassero troppo, ma le scale erano scivolose e Peter sarebbe finito a gambe all'aria se Neal non l'avesse sorretto.

Aveva appoggiato la scatola per sostenerlo, ma il peso dell'agente li fece quasi cadere entrambi sulla neve.


Va tutto bene Peter? Niente di rotto?”

“Meravigliosamente! Tutte le cartelle saranno zuppe!”

“Lo prenderò come un no...”

Peter si liberò dalla stretta di Neal e si inginocchiò al suo fianco. Erano entrambi coperti di neve dalla testa ai piedi e in quel momento notò il viso pallido di Neal. La sua pelle era chiaro come i fiocchi di neve che gli coprivano le spalle e i capelli. Guardandolo più da vicino, vide anche che tremava dal freddo e strinse il cappotto per quanto possibile, contro di lui.

“Neal...”

“Peter ?”

“Sei sicuro di star bene?”

Ogni volta che Peter gli aveva fatto quella domanda, Neal l'aveva contraddetto. Così non fu sorpreso dalla sua risposta, anche se ne mise, immediatamente, in dubbio la veridicità.

“Sì, perché non dovrei?”

“Ok. Mmm, e ... uh. Grazie per ... sai. Per avermi sorretto....”

“Niente. Siamo in mezzo alla neve no?”

“Aiutami a prendere i fascicoli”




  
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