Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Tanuki    17/01/2012    2 recensioni
Tsukiko viene abbandonata ancora neonata davanti alla porta di una casa del villaggio della Foglia. Grazie a due amorevoli genitori adottivi cresce sana e felice, ed ottiene il diploma di Genin.
Nel cuore della ragazzina però sboccia un dolcissimo sentimento verso un ragazzo che di donne, almeno per il momento, sembra che non ne voglia sapere...
Riuscirà Tsukiko, con le mille incertezze adolescenziali, a far breccia nel cuore del suo ragazzo dei sogni?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allora...questa è una storia che ho in mente da sempre...diciamo che è una cavolatina, diciamo che è una CAVOLATONA, ma spero che vi piaccia!

I personaggi appartengono a Masashi Kishimoto.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!





Figlia della luna





Una falce di luna crescente spiccava nel cielo, coperta appena da alcune nubi sfilacciate.

Nella foresta deserta dei passi strascinati  facevano frusciare i freddi cespugli spinosi.

Due gambe tremanti si liberarono dalla gabbia di rovi per rifugiarsi su di una strada sterrata, l’entrata del Villaggio della Foglia si stagliava imponente di fronte alla sfuggente e pallida figura vestita di stracci.

La figura sotto la fioca luce delle lanterne che adornavano l’ingresso del villaggio si rivelò essere una ragazza giovanissima, che forse aveva raggiunto da poco la maggiore età.

Tremava e ansimava, tenendo tra le braccia un fagottino che si muoveva appena.

Una piccola lacrima lucente scivolava sui solchi che luccicavano sulle sue guance, segno evidente di altre mille lacrime versate.

Si fermò dinanzi all’ingresso, fissando un punto imprecisato davanti a sé.

Strinse al petto il fagottino, un debole sorriso fiorì sulle labbra screpolate per il freddo.

Abbassò lo sguardo e scostò un lembo di stoffa dal piccolo fagotto, un visetto paffuto sporco di sangue si presentò davanti agli occhi velati di pianto della ragazza.

“Qui starai bene, piccola mia” sussurrò la giovane “Non posso tenerti con me, anche se solo il cielo sa quanto avrei voluto…i miei genitori non sanno nulla di te…sono riuscita a nasconderti quando eri ancora dentro di me…ma non posso trascorrere la mia vita nascondendomi e nascondendoti…”.

Fece una pausa per tirare su col naso, poi ricominciò a sussurrare, carezzando il visino della neonata.

“So che così mi comporto da vigliacca, ma se avrebbero saputo di te la mia famiglia mi avrebbe cacciata di casa con te...e non avrei potuto farti crescere bella e sana come avrei voluto…”.

Così dicendo entrò timidamente nel villaggio, avendo cura di non fare rumore.

Giunta davanti alla prima casa poggiò la bimba davanti alla porta e si alzò.

Guardò per l’ultima volta la sua bambina.

“Addio, tesoro mio, qui avrai tutto quello che io non avrei potuto darti…una vera famiglia, con una madre, un padre e forse dei fratelli…una buona formazione per farti diventare una kunoichi, tanti amici…e forse l’amore, l’amore vero, non quello che se ne va quando hai più bisogno di lui…”.

Terminò la frase con un singhiozzo, prima di bussare furiosamente alla porta chiusa e scappare.

Se prima i suoi passi erano esitanti e tremanti, in quel momento sembrava avere le ali ai piedi, sfrecciò lungo la strada che la portava fuori dal villaggio.

E sparì nella foresta oscura.

 

La bimba, trovandosi sola e distesa sul freddo scalino, cominciò a strillare con quanto fiato aveva in corpo.

Le luci della casa si accesero di botto, la porta si aprì di scatto, e un uomo di mezza età dai corti capelli neri uscì guardandosi intorno con sguardo insonnolito.

“Chi è là?” chiese a voce alta spostando rapidamente gli occhi da una parte all’altra della strada.

Il pianto della neonata attirò subito la sua attenzione, si chinò per svolgere il fagottino.

La bambina era nata da poco, pochissimo, forse qualche ora prima.

Era ancora sporca di sangue, anche se la sua pelle mostrava alcuni timidi tentativi di pulizia.

Il cordone ombelicale era ancora attaccato.

L’uomo istintivamente la prese tra le braccia, cercando di cullarla per placare le sue grida.

“Akane! Akane!” chiamò l’uomo entrando subito in casa.

Una donna sulla quarantina scese di corsa le scale fino ad arrivare di fronte al marito, e grande fu la sorpresa nel vederlo stringere tra le braccia una bimba appena nata che piangeva.

“Oh cielo…” sussurrò portandosi una mano alla bocca “Ma dove…”.

“Sono sceso per vedere chi bussava alla porta a quest’ora…e ho trovato lei…”.

La donna si avvicinò lentamente.

“Ayumu…” mormorò, intenerita “Questo è un dono del cielo…non abbiamo potuto avere figli, e abbiamo sofferto così tanto…chi l’ha lasciata qui davanti probabilmente l’ha fatto per disperazione, perché non poteva darle un futuro…e l’ha affidata a noi…possiamo donarle la vita che i suoi genitori sognavano…”.

L’uomo seguitava a cullare la bambina, che lentamente si acquietò.

“Hai ragione, Akane…non c’è nemmeno un biglietto…non avrà neanche un nome”.

Akane prese dolcemente la bimba in braccio, e andò verso la finestra, guardando il cielo.

Accorgendosi della falce di luna che brillava, sorrise.

“La chiameremo Tsukiko” disse “Perché è rinata sotto la luna”.

 

La bambina crebbe felice ed ambiziosa, sebbene la sua corporatura esile e la sua salute cagionevole suscitò non poche preoccupazioni per i genitori adottivi, che avevano paura ad iscriverla all’accademia ninja credendola troppo debole, ma di fronte alle preghiere di Tsukiko furono costretti a cedere.

Contrariamente alle aspettative dei genitori, Tsukiko riuscì ad ottenere il diploma di Genin.

Dopo aver superato l’esame, la ragazzina cominciò a correre per tutto il villaggio sventolando il coprifronte la cui placca metallica scintillava alla luce del sole, i lunghi capelli castani e lisci garrivano al vento come una gloriosa bandiera.

Appena la madre vide Tsukiko con un gran sorriso e il coprifronte ancora in mano, si avvicinò alla figlia.

Le prese il coprifronte per legarglielo alla testa, le ciocche brune della frangia lo coprivano appena.

“Bambina mia, sono orgogliosa di te” disse “Diventerai una brava kunoichi”.

“Mamma…” sussurrò la ragazzina timidamente “…posso chiederti una cosa?”.

“Certo, Tsukiko, cosa vuoi sapere?” mormorò guardandola negli occhi.

Tsukiko per qualche istante intrecciò le dita delle mani, distogliendo lo sguardo.

“…i Genin si possono innamorare?”.

La donna rise, ravviandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.

“Certo, bambina mia, tutti si possono innamorare”.

La ragazzina cominciò a fissarsi i piedi, arrossendo di colpo.

“Allora lo posso dire: sono innamorata”.

 

 

Aveva deciso di rivelarlo solo in quel momento, anche se quel dolcissimo sentimento le aveva avvolto il cuore come la più soffice delle nuvole già da tempo, sin dai primi giorni dell’Accademia.

Però il giorno dell’esame aggiuntivo il tenero amore che provava si infiammò ulteriormente.

Essendosi iscritta per ultima all’Accademia, non poteva avere un gruppo in quanto dispari.

Venne assegnata eccezionalmente al gruppo del Jonin Asuma, per effettuare l’ultimo esame.

L’esame venne superato brillantemente, anche perché l’anima di Tsukiko era galvanizzata dalla presenza molto ravvicinata del ragazzo di cui si era innamorata.

 

Ma dubitava che un ragazzo che considerava così carino potesse accorgersi di lei.

Le altre ragazze che conosceva erano tutte molto più belle di lei: Sakura Haruno aveva due bellissimi occhi verdi e la fronte ampia che tanto odiava contribuiva però a rendere il suo viso molto grazioso, Ino Yamanaka aveva degli stupendi capelli biondi lunghissimi e gli occhi azzurri e magnetici, Hinata Hyuga aveva un viso dolcissimo, un corpo molto ben fatto sebbene lo nascondesse sotto quell’informe divisa e i capelli neri lucidissimi come l’ala di un corvo, Tenten era dinamica e determinata con un fisico forte e gli occhi ardenti, senza contare la sua pettinatura perfetta…

Lei, invece, tutto quello che vedeva guardandosi allo specchio era una ragazzetta di una magrezza allucinante, dai lunghi capelli castano scuro finissimi, deboli e leggeri, che al minimo movimento si imbrogliavano in duemila nodi e che sovente si spezzavano ad ogni passata di spazzola;  gli occhi erano di un insignificante nocciola smorto, la carnagione era pallidissima, quasi cadaverica.

Per completare il disastro, un seno quasi inesistente, tutte le sue compagne di accademia si stavano sviluppando sempre più, e i loro corpi diventavano sempre più femminili, mentre lei era piatta come una tavola piallata.

 

Tutto questo di certo non l’aiutava a trovare la forza necessaria per potersi dichiarare al ragazzo che amava, ma il batticuore che le faceva mancare il respiro quando incrociava quegli occhi neri non riusciva a calmarlo.

I suoi capelli neri e lisci legati in un codino, il suo sguardo perennemente corrucciato, quell’intelligenza quasi sovrannaturale…Tsukiko era profondamente affascinata da quel ragazzo, anche se il suo modo di fare con le ragazze era alquanto scorbutico.

La ragazzina pensava a lui continuamente, e con la sua immagine si addormentava, dopo aver scritto tante volte sul suo diario “Ti amo Shikamaru Nara”.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Tanuki