CAPITOLO VI
Quella mattina Sakura si
era limitata a scaldare del latte e,
con immenso stupore della figlia, c’era riuscita
perfettamente.
“Tieni,
Misaki”.
“Mmm.”
Non si poteva di certo dire che la Uchiha fosse una dal
risveglio facile.
In quel momento entrò Hinata, un grembiule allacciato a
malapena sull’enorme pancione che sfoggiava. Prese anche lei
una tazza di latte
e si sedette vicino a Misaki.
“Dopo passa qua Aki.” La mora aveva alzato lo
sguardo dal
latte e ora fissava la madre.
“Va bene, tesoro. Vedete di non fare troppa confusione
però..”
“Tranquilla, mamma.” La tranquillizzò
lei. “Dopo andremo
insieme a sentire il discorso di papà.”
“No, preferisco che tu vada con Hinata a sentire il
discorso.” Naruto era entrato in quel momento e, il capello
calato malamente in
testa, afferrò il giornale e un biscotto prima di tornare
verso l’uscita.
“Ci dobbiamo preoccupare?” domandò
Sakura, dando voce anche
alle preoccupazioni di Misaki.
“Tranquille, tutto sotto controllo.” Naruto
aprì l’uscio di
casa per poi urlare: “Non vi fidate, forse,
dell’Hokage più figo di tutti i
tempi?!” e si richiuse la porta alle spalle, ridendo. Le tre
si guardarono
sconsolate tra di loro.
“Comunque” prese di nuovo parola Sakura, soffiando
distrattamente sul suo latte caldo per farlo raffreddare.
“vedo che tu e Aki
avete un certo feeling, o sbaglio?”
“Siamo amici!” rispose indignata Misaki, sbattendo
il
cucchiaino contro la tazza.
“Non devi vergognarti di nulla.” disse Hinata,
dando corda
all’amica.
“Non mi vergogno di niente! E poi cosa me ne frega di avere
un fidanzato..”
“La prima volta che mi sono innamorata avevo la tua
età..” tornò
a parlare Sakura.
Misaki sentiva chiaramente puzza di ‘racconti dei vecchi
tempi andati’ e per un attimo fu tentata di abbandonare
velocemente la stanza,
ma alla fine si arrese a prestare ascolto, se non
altro per sfuggire alle faccende che la aspettavano quel giorno.
“In realtà mi è sempre piaciuto, ma la
cotta si è
trasformata in amore quando avevo circa dodici anni ed è
stato non appena ho
iniziato a vedere oltre il suo aspetto fisico”,
prese di nuovo parola la donna dopo qualche secondo di silenzio,
“Lui mi
ha respinto per anni e anni dicendomi che ero
noiosa e sciocca.”
“Che stronzo.”
“MISAKI!” la ripresero all’unisono Sakura
e Hinata.
“Scusate! Continua pure il racconto..” si
scusò infastidita.
“In ogni caso io ho sempre cercato di comprenderlo,
l’ho
sempre sostenuto. Era simile a un amore unilaterale; ma ho sempre
sentito, in
fondo al cuore, che anche lui provava qualcosa per me. Questo mi ha
permesso di
sopravvivere in tutti quegli anni di lontananza, chiamatelo sesto senso
o solo
stupidità, ma è quello che mi ha dato la forza di
andare avanti.”
“Io non avrei mai aspettato anni qualcuno che si è
allontanato volontariamente da me.” disse, sovrappensiero, la
mora.
“Sono sempre stata una sognatrice, una di quelle che si
attaccano ai propri sogni e alle proprie illusioni con le unghie e con
i denti.
Ad un certo punto però si sono infranti dolorosamente contro
un muro d’odio e
vendetta. Pensa che Sasuke mi ha quasi ucciso, due
volte!”
“Davvero?” Ora Misaki era realmente presa dal
racconto. “E
tu l’hai perdonato?”
“Si, ho capito che era sotto shock, totalmente
spersonalizzato dall’odio. Sembra una persona forte e
distaccata, ma in
realtà ha un carattere piuttosto fragile ed è
facile preda delle emozioni che,
anche se non
esternate, dominano
impulsivamente tutto il suo
modo di agire..”
“Sakura.” Sasuke era comparso, le labbra
leggermente strette
in un’espressione piuttosto indispettita.
“Oh, buongiorno Sas’ke.”
“Evita di raccontare i fatti i miei in giro, altrimenti io
potrei dire che ho cercato di ucciderti perché tu per prima hai cercato di farmi
fuori.”
“Ma che razza di psicotici siete?”
“Della peggior specie.” sorrise Sakura.
“Ma ricordati che hai
i geni di entrambi quindi io, se fossi in te, inizierei a
preoccuparmi.”
“Divertente.” E detto questo Misaki prese
l’ultima fetta
biscottata e tornò in camera sua.
“MISAKI!”
La voce di Hinata la risvegliò: diavolo, si era
addormentata.
“Sì?”
“Vestiti che fra dieci minuti partiamo per andare a sentire
il discorso di tuo padre..”
Raccattò la sua maglia preferita e la indossò in
un batter
d’occhio, prese poi un paio di leggins neri e, dopo
essersi data una spazzolata ai capelli,
scese al
piano di sotto.
Vide che in soggiorno si erano radunati Hinata -avvolta in
un vestito color perla che richiamava il colore dei suoi occhi- Sasuke
e Sakura
coperti, invece, da capo a piedi di un mantello nero con cappuccio:
erano
praticamente irriconoscibili grazie all’ombra del copricapo
che oscurava i loro
volti.
“Allora, Misaki, io e te partiamo fra dieci
minuti.” esordì
Hinata.
“Mentre io e Sasuke partiamo adesso, prima della folla e poi
staremo nascosti nel palazzo dell’Hokage.”
“Ok.”
Si avviò insieme a Hinata verso la piazza principale, quella
di fronte al palazzo. Le strade erano affollate di abitanti che si
muovevano
tutti, come un fiume in corsa, nella stessa direzione.
A un certo punto incontrarono Temari e Shikamaru.
“Ciao Hinata.” la salutò il Nara.
“Shikamaru, Temari.. che piacere rivedervi!”
“Sai cosa ha in mente Naruto?”
“Ne ho un’idea, ma meglio non esserne troppo
sicuri. Se c’è
una caratteristica di Naruto quella è
l’imprevedibilità.”
“Già. Dato che ci siamo incontrati
perché non andiamo
insieme a sentire il discorso?” propose Temari, sistemandosi
meglio il
ventaglio sulla schiena.
“Perfetto. Cosi Misaki e Aki possono stare insieme, sono
diventati molto amici, vero?”
“Non parlate di noi come se non vi sentissimo.” si
intromise
nel discorso Misaki.
“Su, vai a parlare con Aki.” tagliò
corto Hinata, dandole un
colpettino in avanti e tornando poi a immergersi nelle chiacchiere con
gli
altri due. Poco dopo, di fronte al negozio Yamanaka, videro Ino e Sai
uscire,
quest’ultimo mano nella mano con Inojiro
Yamanaka,
un bambinetto di cinque anni dal colorito pallido che contrastava con i
capelli
neri e lo sguardo azzurro che colorava il tutto. Com’era
prevedibile anche loro
si aggiunsero al gruppetto.
Erano arrivati relativamente presto e quindi erano riusciti
a prendere posto nella prima fila davanti
alla massa
di persone che pian piano stava stipando la piazza. Finalmente alle
“Buona sera a tutti voi, abitanti di Konoha. Vi starete
domandando come mai io abbia indetto questo discorso; beh,
innanzitutto, voglio
dirvi che quello che vi dirò oggi non farà
piacere a molti di voi. Ne sono a
conoscenza da diverso tempo: il fatto che andrò a narrarvi
mi è stato
raccontato ancora prima della Guerra, ma solamente quando sono stato
nominato
Hokage ho avuto accesso ai documenti che mi confermavano la versione
dei fatti.
Ora vi domanderete perché io abbia aspettato tutto questo
tempo per informarvi:
sono stato bloccato dal rispetto verso un amico, senza la sua
autorizzazione
non avrei mai rivelato niente.” Si bloccò per un
secondo, guardando dietro di
sé. “Stasera vi racconterò la
verità su Uchiha Itachi. Sono sicuro che tutti
voi, sia i più anziani che i più piccoli, sanno
di chi sto parlando e cosa successe
quella fatidica notte in cui quel tredicenne dai modi gentili e dal
talento
innato sterminò tutto il suo clan e poi si unì
all’Akatsuki. Vi ha inorridito
per giorni, mesi.. anni,
l’idea di un
figlio che senza pietà uccide i suoi genitori, immagino, e
non vi do torto. Ma
ora siamo qua per fare luce sulla vicenda. Come vi ho già
detto quella che vi
rivelerò stasera sarà la verita.”
Nella piazza non volava una sola mosca, tutti con lo sguardo
puntato in alto ascoltavano diligentemente quello che
l’Hokage stava dicendo.
“E se per caso non mi crederete sarò disponibile a
rilasciare i documenti che parlano dell’accaduto. Torniamo al
dunque, ora. Vi
sareste di sicuro domandati il perché di una tale ferocia e
crudeltà, vi sarete
chiesti cosa ha spinto un ragazzino pacato e tranquillo ad assassinare
a sangue
freddo un intero clan… Sete di potere? Semplice forza bruta?
Un’improvvisa
follia? No, mi duole dirvelo, ma la spiegazione è ancora
più agghiacciante. La
verità è che Itachi Uchiha ha sterminato il suo
clan, ha ucciso i suoi
genitori, è diventato un traditore, si è unito
all’Akatsuki, è vissuto
nell’odio ed è stato disprezzato da ogni persona
solo per proteggere
Konoha…”
A quella frase la gente incominciò a guardarsi attorno,
dubbiosa, riflettendo le domande negli occhi del vicino per poi tornare
a
osservare l’Hokage che si era fermato osservando il dubbio
generale. Poi
riprese a parlare, con il solito tono di voce calmo e deciso.
La voce di Naruto le arrivava sfalsata, mentre, ad ogni frase che
aggiungeva l’Hokage, assumeva
un’espressione sempre più allibita.
Ascoltò attentamente il racconto di come
Itachi aveva sterminato il suo clan per salvare il villaggio della
Foglia, di
come si era unito all’Akatsuki per monitorare le loro azioni,
ma soprattutto di
come aveva lasciato in vita Sasuke –suo
padre, si costrinse ancora una volta a pensare- e di come
lui, una volta
scoperto tutto, avesse deciso di vendicare Itachi e sterminare Konoha
per tutto
il dolore che aveva fatto passare a lui e a suo fratello.
Tutto aveva un senso: piuttosto soggettivo e labile, ma pur
sempre un senso che non facesse passare Sasuke per un pazzo furioso e
omicida.
Prese, istintivamente, a tremare leggermente schiacciata dal
peso delle rivelazioni; si costrinse a smettere e a darsi una
inutilmente una
calmata. All’improvviso sentì una mano calda, di
poco più grande della sua,
stringerle il polso accelerato. Si girò impercettibilmente
verso la sua
sinistra e vide Aki, accanto a lei, guardare intensamente
l’Hokage; il tocco
caldo sulle sue vene che pulsavano velocemente ebbe il potere di
calmarla e in
poco tempo smise di tremare.
Misaki non ringraziò, Aki non la guardò e
sembrava quasi che
non fosse successo assolutamente nulla. La mora
tornò a rivolgere l’attenzione al padre adottivo.
“E con questo ho terminato il mio discorso e vi invito a
tornare a casa e a mettere a letto i vostri figli pensando a come vi
sentireste
se esso fosse costretto a uccidervi a sangue freddo, a come vi
sentireste nel
vedere il vostro gioiello più prezioso sfoderare un kunai e
impiantarvelo nel
petto.
E poi, prima di addormentarvi provate a immedesimarvi in
Mikoto e Fugaku Uchiha e a cercare di capire cosa essi possano aver
sentito
vedendo il loro amato primogenito ammazzarli senza pietà e senza un’apparente motivo e
provate a capire il dolore di un
bambino che vede il fratello maggiore cercare di ucciderlo. Per questo
io vi
invito a smetterla di fare violenza psicologica sugli appartenenti al
clan
Uchiha”.
A quelle parole Misaki sentì gli sguardi di tutti gli
abitanti puntanti sulla sua nuca e percepì aumentare, nello
stesso momento, la
presa sul suo polso; si tranquillizzò un’altra
volta.
“Ah, e un ultima cosa: vi annuncio con estrema gioia il
ritorno di Sakura Haruno e Sasuke Uchiha” annunciò
Naruto, come se niente
fosse, mentre si stagliavano alla luce la figura esile e alta del
traditore
numero uno di Konoha e quella più bassa ma sempre magra
della sua amante.
Ora la piazza era
ammutolita, ma non solo si erano tutti fermati immobili e silenziosi,
anche gli
uccellini che fino a qualche secondo prima cinguettavano sui rami bassi
ora non
facevano rumore.. addirittura sembrava che pure il Fiume avesse messo
di
scorrere appena fuori dalle mura.
“Vi invito a essere gentili con loro, ora che sapete tutta
la verità.”
La reazione del pubblico fu velocissima, urla e insulti
partirono dalla folla agitata; Hinata e Aki si strinsero ancora di
più vicino a
Misaki, uno alla sua sinistra l’altra alla sua destra,
temendo ritorsioni o
degeneramenti. Parti chiaro, dalla confusione, la voce, alta, di un
uomo non
individuato che domandava come l’Hokage potesse permettere a
Sasuke Uchiha, che
anni prima aveva raso al suolo metà Konoha, di tornare a
camminare per quelle
vie. La risposta di Naruto non si fece attendere.
“Vedete, cari concittadini, dopo aver saputo della storia di
Itachi Uchiha ho provato a immedesimarmi nei panni di un sedicenne che
scopre
di aver vissuto tutta la sua vita nella menzogna e di avere ucciso il
suo amico
e famigliare più caro per colpa di
‘Konoha’. Per questo io
comprendo ma non
approvo il comportamento di Sasuke e per questo non
sarà giustiziato come
invece prevede la legge. Detto questo vi avviso che non saranno
tollerati
comportamenti di razzismo e ritorsioni verso la famiglia Uchiha. Grazie
per l’attenzione
e buonanotte.” E subito Naruto rientrò
nell’edificio seguito da Sasuke e
Sakura.
Nella piazza intanto si era creato lo scompiglio più totale,
tutti si guardavano intorno –chi dubbioso, chi preoccupato,
ch indignato, chi
triste – e naturalmente intervallavano il tutto guardando
insistentemente
Misaki.
“Naruto andrà incontro a un bel po’ di
guai per questo.”
esordì Temari. “lo accuseranno di favoreggiamento
e non vedo come potrebbero non
farlo.”
“Naruto sa quella che fa e quello a cui va
incontro.” la
interruppe Shikamaru, non prima di aver gettato una fugace occhiata
alla mano
di Aki intrecciata al polso di Misaki; il piccolo Nara, notando lo
sguardo del padre,
la ritrasse subito.
“Bè, noi andiamo a dormire. Domani abbiamo
entrambi una
missione.” si congedò la Sabaku.
“Allora buonanotte Shikamaru-kun, Temari-san.”
“Buonanotte a te, Hinata.”
“Notte, Aki.” Misaki lo salutò con un
lieve sorriso impresso
in volto, che il ragazzo prese come segno di riconoscimento.
“Notte, Misaki.”
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti ^^
Perdonatemi la lunga attesa per
questo capitolo, ma proprio non voleva saperne di scriversi XD
è stato un po’
un parto, sta volta, quindi fatemi sapere se è nato uno
sgorbio o qualcosa di
carino.. ahah!
Come vedete ho dato un po’ di
spazio all’interazione Misaki-Sakura, che prima o poi
dovranno anche imparare a
comprendersi, e al MisakixAki (quei due mi piacciono troppo insieme,
oltre a
ispirarmi troppo.. e la mia mente bacata sta già pensando a
una mini-long sui
due in un futuro prossimo XD)
Spero che il discorso di Naruto
sia comprensibile e “da Hokage”, ho tagliato tutta
la parte della spiegazione
di Itachi –ma penso che nessuno di voi voleva un ripasso
sulla questione
Uchiha-.
Penso che da questo capitolo gli
aggiornamenti inizieranno a essere settimanali ora che gli impegni sono
tornati
e ho iniziato a covare la passione per i contest anche se con
‘scarsi’
risultati (NB: se volete passare a leggere Tutto per colpa si una sigaretta
una Shika/Tema leggera e senza pretese che si è valsa
l’ottavo post –hem- e il
premio per migliore coppia etero)
Bè, penso di aver detto tutto..
aspetto con ansia le vostre considerazioni!
Un bacio,
Eikochan.