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Autore: PowerLine    21/01/2012    2 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima fanfic!!
Il primo capitolo è tratto da una piccola PV dei gemelli Kagamine, ma la storia prosegue. Parla della prima esperienza "love". I due si troveranno ad affrontare un sentimento nuovo, che non riescono a comprendere, e scopriranno se davvero niente può dividere due innamorati. Come può nascere un amore così forte partendo da un semplice "bacio indiretto"?
Ho fatto il possibile, spero davvero che vi piaccia:)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao a tutti!! Mi scuso davvero per il ritardo, ma il mio pc ha improvvisamente deciso di prendersi una pausa non desiderata!
Questa è la prima parte del secondo capitolo, una specie di anteprima. Ditemi cosa ne pensate:)

–Len!!!
La voce sonora e irritata di Meiko lo colse di sorpresa mentre stava attraversando il salotto.
Senza che riuscisse a capire bene cosa stesse succedendo il ragazzo fu scagliato con forza contro il muro.
–Len, che cosa hai combinato?
La giovane Vocaloid dagli occhi rossi incombeva su di lui, tenendolo premuto con le spalle alla parete, e lo guardava con aria assassina.
–Cosa? N-non capisco a che ti riferisci..
–Lo sai benissimo a cosa mi riferisco!
–No, davvero, non ne ho idea. Non ho fatto niente..
Si pentì subito di aver provato a fingere di non sapere. Desiderò poter ritirare quello che aveva appena detto, ma era troppo tardi.
Con un impeto di rabbia Meiko lo afferrò per il colletto della camicia e lo sollevò, sbattendolo al muro senza un apparente sforzo.
–Non provare a fare il finto tonto, piccolo bastardo! Che cosa hai fatto a Rin? È da ieri pomeriggio che piange e non vuole uscire dalla sua camera, e non osare mentire, lo so che è colpa tua. Dimmi. Che. Cosa. Le. Hai. Fatto.
Sillabò le ultime parole con la voce strozzata dall’ira.
Len non riuscì a rispondere.
In parte per il senso di malessere causato dalla colpa che lo aveva assalito, in parte perché il pugno di lei premuto contro la trachea gli impediva sia di parlare che di respirare.
Il tessuto della camicia gli stava segando il collo, e sentiva una fitta acuta al petto.
Quello probabilmente però era dovuto al pensiero di Rin che soffriva a causa sua.
“Dio, ma che razza di fratello sono?” pensò ricordando la sua espressione dopo… quello che le aveva fatto.
Gli si stava offuscando la vista.
–Meiko! Meiko, lascialo, per favore! Non vedi che non respira?
La voce acuta e dolce di Miku squarciò il velo che gli offuscava i sensi.
Sentì la presa sul collo che si allentava e l’aria tornò a riempirgli i polmoni. Si accasciò a terra, tenendosi la gola.
–Ehi, tutto bene?
Sollevò lo sguardo, trovandosi davanti ad una Miku piuttosto preoccupata, che per sua fortuna aveva assistito alla scena.
Annuì.
–Meiko, gli stavi facendo male! Non si fa!
L’altra sbuffò sonoramente.
–Se lo merita.
Ringhiò con un evidente tono di accusa.
Len dentro di sé le diede pienamente ragione.
–Sì, ma non si fa lo stesso!
–Con quello che ha fatto a Rin si meriterebbe di essere appeso a testa in giù fuori dalla finestra.
–Non sappiamo cosa ha fatto.. magari non c’entra!
–Miku, ma dove vivi? Quando Rin sta male c’è sempre di mezzo lui.
Il ragazzo, ancora seduto sul pavimento, ebbe l’impressione di sentire quella voce affilata trapassargli il petto. Si raggomitolò su se stesso.
“Non è vero” pensò.
–Non è vero.
Mormorò senza rendersene conto.
–Ah no?
Meiko evidentemente lo aveva sentito. Si piegò sulle ginocchia, il viso a pochi centimetri da quello di lui.
–Ah, no?
Soffiò con un tono falsamente cordiale. Dava l’idea della lama di una spada ricoperta di miele.
Prima che potesse ricominciare a urlargli contro, la voce distaccata di Luka la interruppe.
–Meiko, lascialo stare un secondo.
–Sai, fai davvero paura quando fai così.
La rossa si girò e fulminò Kaito con un’occhiata truce. Questo si nascose dietro Luka, che riprese a parlare rivolgendosi al piccolo biondino ancora per terra.
–Len, sai cos’ha tua sorella? Non sembra che stia molto bene.
– Di’ pure che sta da cani. Non usare uno stupido eufemismo.
Luka continuò ignorando l’interruzione di Meiko.
–Non te lo chiedo per accusarti, ma se sai qual è il problema, allora possiamo provare a risolverlo. A nessuno di noi fa piacere vedervi stare così.
–Non usare il plurale. A lui non importa nulla di come sta quella povera ragazza.
–Meiko, insomma!
–E tra l’alto non è vero.
–Sta’ zitto, Kaito!
Ancora una volta Luka riprese la parola, serafica a dispetto dei battibecchi.
–Allora, sai qualcosa?
Len annuì.
–Puoi risolvere il problema?
–Ma figurati se lo farà. Che vuoi che gli importi? Non fa altro che ignorarla dalla mattina alla sera. Non gliene frega niente di lei.
Len fece per protestare, ma fu inaspettatamente preceduto.
–Non è vero che non gli interessa di Rin. Lui è innamorato di lei, non è vero, Len?
–Kaito vuoi chiudere il becc..!
Meiko si interruppe, stupefatta, non appena realizzò quello che aveva detto il giovane dai capelli blu.
Lo fissarono tutti, ugualmente stupiti. Lui si strinse nelle spalle, imbarazzato.
–Ma non dire idiozie.
La voce secca di Meiko ruppe il silenzio.
Miku, che per tutta la discussione era rimasta in silenzio, guardò Len.
–È vero, Len-kun?
Len sentì il volto diventare bollente. Sapeva di essere arrossito.
–No! Io.. io non..
Guardò Kaito, confuso. Come poteva essergli venuta in mente un’idea del genere?
Insomma, Rin era sua sorella. Va bene, sarà pur stata davvero dolce, solare, divertente, sensibile, incredibilmente carina, assolutamente unica... Ma era sempre sua sorella! Non era neanche lontanamente concepibile che ne fosse innamorato!
Kaito ricambiò il suo sguardo, alzando di nuovo le spalle.
–Be’, mi era sembrato..
–Piantala di dire assurdità Kaito!
Meiko lo guardò con aria truce.
–Basta adesso.
Luka tornò a rivolgersi a Len, che durante tutta la faccenda non aveva spiaccicato più di due parole di seguito, di cui nessuna di senso compiuto.
–Meiko, smettila di interrompere me e zittire Kaito. Kaito, non dire cose che non puoi provare. E tu, Len, se puoi fare qualcosa per Rin allora fallo, e subito anche, altrimenti la tirerò fuori da quella stanza a forza. Adesso basta con tutta questa confusione, mi avete fatto venire mal di testa. Miku, andiamo in cucina. Ho voglia di un po’ di tonno.
Senza lasciare il tempo a nessuno di replicare, la cantante dai lunghi capelli rosa prese Miku sottobraccio e uscì dalla stanza.
Len si alzò dal pavimento e, prima che Meiko se ne accorgesse, scivolò fuori dal salotto dalla parte opposta rispetto a Luka, diretto verso il piano superiore.
  
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