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Autore: Darkry    22/01/2012    5 recensioni
L'amore a volte fa male, soprattutto perchè è pericoloso. A volte ci si innamora della persona sbagliata nel momento meno opportuno. E questo, è un guaio.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. FREDDO

Sentiva il ringhio basso e sommesso fuoriuscirle dalla gola, minaccioso.
Un tocco leggero sul braccio la costrinse a voltarsi e a staccare gli occhi da lui. Roberta la guardava con i suoi occhioni castani impauriti.
Perché aveva paura? Perché?
 Aveva forse capito che Ryan era un vampiro?
No. Pensò. Ha paura di me.
La faccia di Angela si trasformò in una maschera di dolore.
Sentì un flebile sussurro provenire dalle labbra sottili dell’amica.
Sulle prime non riusciva a capire cosa stesse dicendo, la rabbia le aveva accecato tutti i sensi.
Sentiva solo una sorda pulsazione alla testa, accompagnata da un ronzio acuto e costante.
Le parole dell’amica la raggiunsero da lontano. –C’è qualcosa che non va?-
Angela scosse la testa, le sopracciglia ancora aggrottate e i denti digrignati.
Si costrinse a voltare velocemente la testa a destra e a sinistra.
Non uno studente parlava.
Nessuno.
Stavano tutti guardando solo e soltanto lei.
Ma cos’ho combinato?
Rilassò i muscoli delle gambe e delle braccia si chinò e rialzò il tavolo, con gesti semplici e noncuranti, come se non fosse accaduto nulla.
La stavano fissando ancora tutti.
Una scintilla del suo vecchio imbarazzo umano si fece strada in lei e con gesti studiatamente lenti si lisciò i vestiti e si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, guardandosi i piedi.
Accennò un lieve sorriso agli amici, che si rilassarono sommariamente e si lanciarono occhiate leggermente più tranquille.
Ben presto tutti gli studenti li imitarono e le voci ciarlanti dei ragazzi, ripresero più acute che mai, accompagnate da sguardi e risolini in direzione di Angela.
Solo allora, con un respiro profondo, alzò lo sguardo.
Lui non c’era più.
La frustrazione la assalì con un’ondata di emozioni intense.
Se l’è svignata il bastardo. Riusciva solo a pensare.
Per evitare di commettere altre sciocchezze, uscì dalla sala mensa con passo marziale, fissando un punto indefinito davanti a sé.
Al suo passaggio gli studenti si voltavano e si scambiavano sussurri complici e indagatori.
Quando fu nel cortile, si sentì più leggera.
Forse erano gli sguardi puntati su di lei di un centinaio di persone impaurite a farla sentire così … oppressa.
Quella situazione era insostenibile.
Aveva fatto più danni di quanti ne potesse immaginare e il tutto, in pochissimo tempo!
Aveva stabilito un vero e proprio record.
Ma cosa le era saltato in mente?
Mai, mai, MAI farsi prendere dalla rabbia in situazioni del genere. Rifletteva. Guardò innanzi a sé, vedendo per la prima volta dove si trovava.
Era uscita dal cortile della scuola e se l’era lasciata alle spalle, lanciandosi in direzione della foresta.
Costrinse i suoi piedi a rimanere immobili e le sue gambe a non tremare per l’impulso di correre.
Prese un grande respiro gli occhi neri che saettavano da una parte all’altra della strada davanti a sé e si impose di rimanere calma.
Cosa farebbe un vampiro braccato al posto mio?  
Bella domanda.
Perché una cosa era sicura.
Aveva perso l’elemento sorpresa, con quella cavolata in sala mensa.
Però se lei fosse stata al posto di Ryan non avrebbe di certo passato l’eternità ad essere braccata.
Avrebbe affrontato il nemico cercando di vincere.
Bene. Non so come la pensi quell’animale ma vale la pena tentare … si disse. Iniziò a muoversi velocemente in direzione della collina.
Appena si fu lasciata la città alle spalle iniziò a correre senza guardarsi indietro. Raggiunse gli alberi in poco tempo e la foresta la accolse nella sua fitta oscurità.
 I suoi passi si muovevano leggeri e decisi su un sentiero già tracciato.
Sbucò nella radura e sapeva che lui doveva essere lì.
Il suo odore era ovunque.
Nella luce del sole, negli alberi, nei massi, nella terra smossa, nell’aria.
Le si arricciò il naso mentre una zaffata di oceano e cannella la attraversava. L’odore era troppo forte, troppo intenso.
Era come annusare la fialetta di un profumo dall’essenza inebriante.
Era una specie di droga.
Fece un piccolo passo avanti mentre sentiva le forze venire meno.
Una mano gelida le sfiorò il collo, da dietro, portandole una ciocca dei capelli scompigliati dietro l’orecchio.
–Sei sicura?- le sussurrò all’orecchio una voce seduttrice.
Un brivido la attraversò quando l’alito freddo e profumato di lui le sfiorò la pelle, facendole sciogliere dentro, quel senso di pesantezza opprimente.
Sicura di cosa? Non sono più sicura di niente, ormai.
Socchiuse leggermente gli occhi mentre le labbra di lui le sfioravano il collo, poco dietro l’orecchio, sull’attaccatura dei capelli.
–Sei sicura?- ripeté la voce, stavolta impregnata di un pizzico di sarcasmo.
Angela si girò, gli occhi quasi rossi nella fitta oscurità e nel momento esatto in cui lo fece, desiderò di non averlo fatto mai.
Il verde intenso degli occhi di Ryan, si era fatto più profondo, scurendosi nelle zone vicino alla pupilla e quegli occhi così, grandi, belli e ipnotici, la guardavano in un misto di tristezza sconfinata e ipocrisia seduttiva.
La ragazza si sentiva completamente prigioniera di quello sguardo così intenso, di quelle labbra piegate in un sorriso sghembo e sornione, da quella pelle pallida tesa e da quei capelli che le ricordavano il grano e il fuoco.
Cosciente di essere intrappolata in una morsa da cui rischiava di non uscire, fece per fare un passo indietro, ma si accorse di avere la schiena contro il tronco ruvido di un’enorme albero.
Doveva essere indietreggiata di molto senza accorgersene nemmeno mentre gli occhi del vampiro la ghermivano.
Era intrappolata.
Tra l’albero e il corpo di Ryan.
Le sue braccia lunghe e muscolose che si appoggiavano al tronco, imprigionandola, il suo corpo che sfiorava quello di lei, i suoi occhi che la catturavano e le sue labbra che giacevano a pochi millimetri dalle sue, sbuffando alito freddo e profumato.
Qualcosa di viscido e sinuoso si faceva strada nel corpo di Angela.
La paura la inchiodava contro l’albero e qualcosa di più caldo la faceva bruciare di desiderio, una sensazione che non conosceva, qualcosa di molto grande e profondo, di molto caldo.
Senza volerlo, gli occhi percorsero la figura di Ryan.
Non si era accorta che fosse senza maglietta.
Nella semioscurità riusciva a distinguere perfettamente i muscoli scolpiti e torniti del petto, il corpo dinoccolato chinato su di lei, i pantaloni stretti che si agganciavano poco sopra l’inguine, mostrando le anche, i fianchi, la pancia, gli addomi e i muscoli.
I muscoli che rendevano quella pelle pallida e ghiacciata così attraente e seducente … .
Le dita di Angela affondarono nel legno, graffiandosi e iniziando a sanguinare, mentre la ragazza cercava di riportarsi alla realtà.
Un angolo della bocca di Ryan si piegò all’insù, accennando un sorriso mentre sfiorandole le labbra con le sue, le sussurrava ancora
–Ne sei sicura?-
Angela perse il controllo, mentre il cuore le esplodeva in mille frammenti e uno strano calore le si diffondeva nel corpo gelato.
Le sue mani saettarono nei capelli di lui e il movimento fu così improvviso ed inaspettato,  che Ryan lasciò la presa sul tronco, cadendo all’indietro sulla superficie terrosa.
Angela, a cavalcioni, sopra di lui, gli bloccò le mani per terra e avvicinò il suo viso a quello del vampiro, mentre una cascata di capelli neri e fluenti le ricadevano giù dalle spalle, conferendole un aspetto, più ammaliante del previsto.
Gli occhi di Ryan esprimevano sorpresa ed incredulità, spalancati sul viso di lei. Angela avvicinò le sue labbra a quelle di lui
–Sicurissima. - gli alitò, sorridendo, con gli occhi rossi che ridevano di lui.
La presa sui suoi polsi si fece più salda e il sorriso più crudele, mentre sentiva le ossa di Ryan scricchiolare nella sua morsa.
Il ragazzo inarcò le sopracciglia, furente e sbalzò via Angela da sé, mandandola a sbattere contro un albero.
Il contraccolpo alla schiena fu forte e qualche lacrima di rabbia e dolore le scivolò via dagli occhi, mentre il dolore si ripercuoteva lancinante in tutto il corpo.
Ryan si stava avvicinando a lei.
Angela digrignò i denti e si costrinse a rimettersi in piedi.
Il pugno arrivò fulmineo e invisibile per la velocità del movimento, diretto al suo volto, ma la ragazza si abbassò abbastanza in fretta, evitandolo.
L’aria si spostò e l’espressione di Ryan era inconfondibilmente rabbiosa.
Angela gli afferrò il braccio e glielo torse dietro la schiena, strappando un urlo di dolore al suo avversario.
Le mosse di judo imparate alla Wii  Sport le erano servite a qualcosa!
Una gomitata le perforò lo stomaco, che si contrasse in spasmi di dolore.
Piegata in due, lasciò andare il braccio di Ryan che, fulmineo, si girò e le colpì il volto con uno schiaffo.
Il dolore sordo le attraversò il volto, bruciando sulla pelle dura.
Ryan le si avvicinò, la prese per la maglietta e la sbatté violentemente a terra, gli occhi neri di rabbia.
La maglietta di Angela gli si strappò tra le mani, lasciandolo per un attimo stordito, a contemplare i brandelli di stoffa tra le sue mani e il corpo di Angela sotto di lui. La faccia della ragazza aveva un’espressione sbalordita, la bocca rossa aperta  in una smorfia di sdegno.
Ryan non lo vide nemmeno arrivare, tanto era incantato a guardare il reggiseno. Un pugno dritto in bocca e un altro sul naso.
Il sangue iniziò a gocciolare facendo spuntare le zanne a tutti e due.
A quella reazione, i due si guardarono, entrambi infuriati l’uno con l’altro.
Ryan si avventò su di lei, bloccandole le spalle per terra, con le sue grandi mani, ma Angela se lo scrollò di dosso con un calcio, mandandolo a ruzzolare poco distante da lei.
Lo raggiunse, sporca di terra e con i capelli intrecciati di foglie e lo intrappolò tra le sue braccia, costringendolo a terra.
–Perché? – gli urlò contro, mentre le lacrime iniziavano a correrle copiose lungo il volto.
–Perché?- urlò ancora la voce squassata dai singhiozzi. Sotto la sua presa, Ryan smise di lottare, abbassò lo sguardo e premette il viso contro la terra, cercando di nascondere una lacrima che gli rigava il volto.
–Mi dispiace- mormorò in un sussurro del tutto impercettibile, rimanendo fermo. Gli occhi di Angela corsero tristi lungo la schiena muscolosa di lui e si soffermarono ad osservare i suoi morbidi capelli.
–Uccidimi- disse lui sorprendendola.
–Uccidimi- implorò una seconda volta, la voce colma di vergogna e tristezza. L’espressione confusa di Angela esprimeva tutto il suo stato d’animo.
Ucciderti? Pensò percorrendo con lo sguardo tutto il suo corpo.
Avvicinò lentamente  le sue labbra alle orecchie di lui e gli sussurrò tre flebili parole, con voce tremante e carezzevole.
     
     
  • Ne sei sicuro?
 
Non so cosa mi passa per la testa quando lascio la presa su di lui e mi allontano strisciando.
 
Sono distante da lui di qualche passo ormai.
Ryan è ancora lì, steso per terra, incapace di muoversi.
Dai muscoli tesi della sua schiena comprendo che non capisce cosa stia succedendo.
Non lo capisco neanche io.
So solo di non avere la forza per ucciderlo.
Tra i due, l’assassino è lui non io.
Per un attimo mi accorgo di avere pensato a lui come Ryan e non come … beh, semplicemente come LUI.
Il che mi fa uno strano effetto.
Guardarlo steso sul terriccio morbido, mentre cerca di rialzarsi, tremante, mi fa rabbrividire.
Per un attimo volge il suo sguardo verso di me, ma lo fa scivolare subito via, per terra.
Un attimo mi è bastato per vedere il suo volto.
Gli ho rotto il naso.
Questi poteri da vampiro mi hanno davvero resa più forte.
Mi vergogno di me stessa.
E, cosa ancor più sconvolgente, mi dispiace per quello che ho fatto.
 Mi dispiace di avergli rotto il naso, quando mi ero riproposta di farlo a pezzi!
Ho freddo.
Il che non è normale se si è morti.
Guardarlo mi fa venire i brividi.
Non perché ho paura, o perché sono arrabbiata con lui e voglio aprirgli la pancia in due, no!
La rabbia è stata quasi del tutto cancellata.
Al suo posto è subentrato un nuovo sentimento, che non riesco ad identificare, è nuovo anche per me.
Sarà amore?
Il solo pensarci mi crea un vuoto nel petto, strano a dirsi.
Vorrei ancora avere un cuore.
Quando si è umani è più facile affidarsi a quell’organo.
Un tempo ci facevo affidamento anch’io ma ora … ora mi sembra di essere da sola con me stessa.
Guardo Ryan.
È steso a pancia in su, il petto che si alza e si abbassa, riflesso involontario di quando un tempo eravamo umani.
Non posso fare a meno di avvicinarmi a lui.
Mi piace.
E sono curiosa di sapere che intenzioni ha.
Prima mi uccide e poi flirta con me strappandomi la maglietta?
Non è normale.
O forse cercava solo di prendermi in giro, con quel suo sorriso storto e sexy. Ora sono stesa accanto a lui e lo guardo.
I suoi occhi sono rivolti allo squarcio di cielo arancione che si intravede attraverso le foglie.
Sono illuminati dalla luce del tramonto e sussulto estasiata quando si rivolgono verso di me.
Sento che sta per dirmi qualcosa di molto importante perciò evito di rovinargli l’atmosfera e resto zitta.
Si schiarisce la gola e parla.
Sputa fuori parole che forse non ha mai detto a nessuno.
–Sono un vampiro da appena un mese, ormai.
 È triste.
Questo mi disorienta, perché a giudicare da come faceva impazzire tutte le ragazze non doveva essersela passata male in tutto questo tempo.  
Poi, però, ripenso alla mia trasformazione e a quanto tutte quelle attenzioni mi avessero dato fastidio.
Sarebbe stato per sempre così?
Non credo di riuscire a passare i prossimi anni circondata da umani che mi sbavano addosso.
Non credo di farcela.
Non da sola.
La mia mano si muove in un impulso involontario.
O forse era volontario ma non me ne sono resa conto.
Le mie dita gli sfiorano la pelle gelata della spalla e si posano sul suo petto. –Raccontami tutto.
La voce non mi trema sebbene io sia scossa da emozioni contrastanti.
Lui annuisce e chiude gli occhi per un attimo, mentre inizia a raccontare.
–Mia “madre”, per così dire, è una vampira molto anziana. Nel senso che è una donna giovane, forte e bella ma credo che la sua morte risalga all’epoca del colonialismo del Nuovo Mondo. Ha trasformato me e una decina di miei compagni di palestra, mentre stavamo tornando a casa. – le mani gli si stringono e le nocche diventano  giallognole.
Quando l’odore del sangue mi lacera le narici, capisco che si è ficcato le unghie nella carne, per la rabbia.
La mia mano si stringe sulla sua spalla in una morsa incoraggiante e faccio un certo sforzo per impedire alle zanne di spuntare. 
Il suo sangue odora come il suo profumo.
Chissà che odore emano, io.
A parte quello di morte e di gelo. 
Ryan parla ancora.
–In tutto questo periodo sono stato con loro. Oltre noi dieci aveva trasformato un centinaio di vampiri delle zone più svariate. Ne ho incontrati un paio che venivano da Bucaramanga, in Colombia. – allo strano nome della città mi faccio sfuggire un sorriso.
Non l’avevo mai sentito prima.
Lui mi sposta una ciocca di capelli dal viso, con aria assente.
–Stava mettendo su un esercito. – a quelle parole mi lascio sfuggire un gridolino.
Un esercito!
Di vampiri!
Che intenzioni aveva quella donna? Oddio!
Tutte le persone che conosco sono in pericolo.
Ryan capisce che l’agitazione mi attanaglia, e mi afferra tra le sue braccia, tenendomi ferma in una stretta saldissima.
Ho paura.
I suoi occhi scintillano al buio della sera.
Quanto passa in fretta il tempo!
–Appena l’ho scoperto sono fuggito. Voglio trovare altri vampiri, altri esseri come noi e impedirle di fare qualunque cosa abbia in mente. Quando mi ha trasformato, mi sono risvegliato quasi subito. Lei si prendeva cura di me e dei miei amici, non l’ho odiata perché non mi ha abbandonato. Era la mia nuova famiglia … - mi incupisco e Ryan se ne accorge e capisce anche perché.
Mi accarezza il volto con una mano e mi sussurra un lieve “mi dispiace”. Vorrei urlare che non me ne frega niente se gli dispiace o no, vorrei prenderlo a schiaffi, piangere, ma rimango ferma.
In realtà non voglio fargli del male.
Vorrei trovare qualcuno da punire per la fine che ho fatto e sicuramente quel qualcuno è la donna pazza che se ne va in giro a trasformare decine di persone per i suoi loschi comodi!  
Se non fosse per lei ora io e Ryan saremmo normali, dopotutto.
Io riavrei la mia vita monotona e triste e lui la sua.
Ma almeno non saremmo stati costretti a distruggere noi stessi pian piano, perché non riusciamo ad accettarci.
–I vampiri più anziani conoscono qualche trucco per controllare la mente di quelli che hanno trasformato. Ma con tutte quelle persone non si è accorta della mia mancanza. Nel campo in cui mi trovavo ho imparato molte cose sulla nostra razza. Come uccidere un nostro simile ad esempio. E altre cose che ci capitano rare volte nella nostra cupa esistenza. – la sua voce si è incrinata e questo mi spinge a guardarlo più intensamente negli occhi.
–Te. – mi sembra di svenire.
Sento un turbinio di suoni che si accavallano nella mia testa, mentre mi perdo nel verde dei suoi occhi.
Ha detto “te” riferito a me?
Impossibile.
Voglio sprofondare nella terra tanto mi sento stupida.
Non riesco a capire niente di tutta questa situazione complicata!
Che significa “Te”?
Sono grata di trovarmi stesa, perché sennò sarei svenuta di sicuro.
Mi concentro su Ryan.
Per ora sta andando alla grande se vuole apparire povero, ingenuo, indifeso, follemente innamorato di me e terribilmente sexy.
Non so se è una recita la carta che si sta giocando, o se è la verità.
Ma io ci sto decisamente cascando in pieno in entrambi i casi.
E sono anche così stupidamente felice di cadere in questa cosa inspiegabile. Ma allo stesso tempo profondamente preoccupata.
 Ryan mi guarda e smetto di pensare.
E meno male, perché mi sta venendo il mal di testa!
–Un vampiro incontra una sola volta nella vita una creatura che lo affascini totalmente. È come se tra i due ci fosse un legame. Un legame che esiste da sempre per quanto ne sappia, ma che si manifesta solamente nell’attimo in cui si incontra la creatura. Io ho incontrato te. Ciascun vampiro reagisce in modo diverso. Io … io sono completamente stato travolto dal tuo profumo. Ti ho morsa e … e sono scappato. Credimi non volevo farti del male. Appena mi sono reso conto di averti fatto del male e di averti abbandonata sono tornato indietro ma tu non eri più qui. Così sono andato in città e mi sono iscritto a scuola sperando che prima o poi saresti tornata. Quando ti ho visto ero sorpreso. Non mi aspettavo di vederti così presto. Il tuo profumo era nella mia testa. Ti giuro … so che non serve a molto ma … io ti giuro che non volevo farti del male. Mi dispiace. Ti ho aspettato qui, prima e … volevo starti accanto. Sapevo che non potevi spezzare il nostro legame perciò mi sono sorpreso quando mi hai colpito, e … ho perso la testa. Io … - gli occhi di Ryan ardono di sincerità.
In qualche modo, dentro di me, so che dice la verità.
Io lo amo.
E un po’ lo odio ancora.
Ma quello che provo per lui è pura magia.
I suoi occhi si abbassano mentre poggia la testa sul mio petto e inizia a piangere.
Sono spiazzata.
Il mio corpo sa meglio di me cosa fare.
Le mie braccia lo avvolgono e le mie dita gli accarezzano il collo e la schiena, mentre strofino il mio viso nei suoi capelli morbidi e setosi.
Il suo odore è dappertutto.
Non ho mai sentito un aroma più intenso e più piacevole di questo.
–Qual è il mio profumo?- gli sussurro tra i capelli.
La testa di Ryan si scuote ancora un po’ in qualche singulto, prima che lui alzi gli occhi su di me.
Così, con gli occhi rossi e gonfi di lacrime, i capelli spettinati e il viso contratto in una smorfia di dolore e rabbia per se stesso, sembra proprio un bambino.
Mi si scioglie qualcosa dentro.
In un sussurro che solo io posso udire, dice:
-Gelsomino, bosco e rugiada.
Accade tutto troppo in fretta.
Ho solo la percezione delle mie labbra premute contro le sue.
Le nostre bocche si schiudono in una fitta rete di emozioni.
Credo di aver desiderato quel bacio da sempre.
È inaspettatamente caldo, dolce e in esso c’è tutta l’essenza di Ryan. Cannella e oceano, ma più sotto c’è il sapore di vampiro che tanto odio e che mi spinge allo stesso tempo ad allontanarmi da lui e ad assaporare ancora più intensamente, la fragranza del suo essere.
Ho gli occhi chiusi e anche i suoi lo sono.
Lo so.
Percepisco ogni singolo rumore, ogni singolo movimento, dal battito d’ali di una farfalla, alle sue braccia possenti avvolte attorno al mio corpo.
Sento questo tremare contro il mio, per lo sforzo di controllarsi e le mie mani che sfiorano il suo petto, liscio e duro.
Ora so tutto.
La mia origine vampiresca mi porta alla mente immagini mai vissute, Legami spezzati solo con la morte e i sentimenti che proviamo noi vampiri. E capisco.
Io e Ryan ci amiamo.
I nostri sensi, però, sono così sviluppati che rendono l’amore che di solito provano gli umani, una sensazione frivola al confronto.
Milioni di fuochi d’artificio mi esplodono dentro, mentre sento le sue dita sfiorarmi il collo.
La mia bocca è umida dei suoi baci.
Inclino leggermente il collo di lato quando ci stacchiamo.
Il suo viso bellissimo è a un centimetro dal mio, gli occhi verdi sono l’ultima cosa che vedo prima di riabbassare le palpebre per accogliere un nuovo bacio.                  

  
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