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Autore: ColJay__lover    22/01/2012    1 recensioni
Inizialmente avevo deciso di fare una one-shot intitolandola semplicemente "Lettera ad un amore svanito", ma poi ho deciso di aggiungere altri ( seppur pochi.) capitoli.
Spero che questo "Gioco di lettere" sia di vostro gradimento.
I nostri Jared e Colin ce la faranno a ritornare un'unica, cosa sola?
La risposta arriverà presto.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo l’orologio distrattamente. E’ tardissimo, dovrei essere a letto da più di due ore, ma la curiosità, stanotte, è stata più forte di qualsiasi altra regola che io stesso mi sono imposto.
Questa cantina mi attendeva da ormai un mare di anni, anni trascorsi in preda al dubbio, mischiato ad un insaziabile voglia di sapere.
Era lì, quella cassapanca, sigillata da un lucchetto enorme. Giorni fa avevo trovato, per caso, una chiave nascosta sotto un panno in un mobile nell’enorme terrazza della mia casa. Quale motivo c’era di nascondere una chiave, se non perché essa era la via per raggiungere i segreti più nascosti? Doveva essere per forza la chiave di quella misteriosa cassapanca, che si trovava in un angolo della cantina che ho appena esplorato.
 

“Non andare mai in cantina!” era la frase che spesso mi sentivo ripetere, sia nei miei anni infantili, sia adesso, che mi sto incamminando verso i venti. Sono cresciuto con l’idea che non si debbano avere segreti, o che, perlomeno, non si debba dare il modo ad una persona di pensare che un'altra persona ( che sia un tuo amico, che siano i tuoi genitori, che siano i tuoi più acerrimi nemici) abbia dei segreti.
Il divieto, verso qualunque cosa, porta sempre a stuzzicare la curiosità, e questo è ciò che è successo a me, stanotte. Quello che sempre mi era stato imposto,  con pacata dolcezza, ovviamente, si è tramutato in concretezza, nelle mie stesse mani.
 

Ho raggiunto la cantina verso la mezzanotte e appena mi sono visto davanti il rifugio di tutti i segreti, mi sono sentito un po’ in colpa. Forse sarei dovuto venire qua, forse no, ma ero già lui, non avrei potuto ritornare indietro, per nessun motivo. La chiave aprì perfettamente quella cassapanca, pesantissima, piena di polvere, e con tutta la forza che avevo la tirai verso l’esterno, visto che se ne stava di sotto ad una vecchia scrivania, come già detto, in un angolo. 
 

Con l’apertura del lucchetto, la mia vita cambiò improvvisamente.
 

Dentro ad essa vi era il frutto della mia esistenza, il motivo per cui io, adesso, vivo una vita dignitosa, circondato da amore, affetto, felicità, e soprattutto, circondato dalla purissima libertà di pensiero, con la quale sono sempre cresciuto. Per quanto tempo avrei dovuto ancora aspettare, prima di conoscere il contenuto di questa cassapanca, culla dell’amore più perfetto, indicibile e meraviglioso?
Sgranai gli occhi, non ci potevo credere. Sembrava di essere di fronte a dei documenti storici. I fogli erano ingialliti, gli angoli di essi leggermente sgualciti. Che fascino, e che mistero. Quasi mi veniva da piangere. Scavai a fondo, in mezzo a quel tesoro prezioso, finchè non trovai una busta, quasi gialla per il tempo passata a prender polvere. Una fotografia, incollata saldamente nella busta anticipava senza alcun dubbio il suo contenuto.
 

La aprii senza nessuna esitazione, e scoprii che il tesoro non stava tanto nella cassapanca, ma in quella busta ormai vecchia più di venti anni. Il mio cuore batteva forte, le lacrime si sforzavano di non scendere, la mia mente, adesso, riusciva a darsi innumerevoli risposte. Dentro ad essa fogli, soltanto fogli. Li aprii senza indugio e cominciai a leggere il loro contenuto.
Erano lettere.
Lettere in cui vi era tracciato tutto il cammino, tutti gli ostacoli, tutte le più acerrime difficoltà di due angeli che mi hanno salvato l’esistenza. No, non potevo fare a meno di piangere, leggevo e realizzavo, la mia curiosità allo stesso tempo si saziava, il mio senso di colpa per aver aperto quella cassapanca mano a mano svaniva. Era stato messo tutto per iscritto, col fine di non dimenticare e di rinnovare, di tanto in tanto, i ricordi più meravigliosi, anche se essi non svaniranno mai nella mente di chi li ha vissuti.
 

Non sapevo che i mie due angeli si erano rincorsi così tanto, prima di afferrarsi splendidamente, nella giravolta più gioiosa. Continuavo a leggere, le lettere erano tutte numerate. Dalla prima a l’ultima. Il racconto di quell’epopea, dove il viaggio di conquista non sembra mai aver fine, e dove alla fine  di esso, regna la vittoria di chi l’ha vissuto senza mai arrendersi. Loro sono sempre stati dei sognatori, che hanno sempre creduto nei sogni, e soprattutto, che hanno sempre creduto nei loro sentimenti. Hanno sbagliato, sono caduti, si sono rialzati e poi riabbracciati e sfiorati.
Adesso il mio desiderio era sfiorare quell’incisione in quella pietra così lontana, ma così vicina, in realtà. Forse la sfiorai quando avevo soltanto sette anni, ma chi può ricordare…ero piccolo, ed ero impegnato nel  giocare con quella sabbia bruciante, che mai mi scorderò. Era tutto nuovo per  me, il mondo era per me un posto sconosciuto, prima dei miei tre anni. Lo so,  so che le mie parole possono essere velate da un mistero, lasciate che vi spieghi brevemente quella che è stata la mia vita.
 

Nacqui indesiderato. Mia mamma mi strinse tra le sue braccia quando aveva soltanto 17 anni. Mi partorì, perché non aveva il coraggio di uccidermi nel suo ventre. Per questo la ringrazierò sempre, per non avermi ucciso, perché se mi avesse ucciso, non avrei mai e poi mai capito cosa significa vivere in maniera felice. Lei era ancora una studente, i suoi genitori la vedevano come una ragazza limpida, pura, e quando riferì a loro di essere incinta ( loro, che non sapevano neanche che lei fosse fidanzata), non ne volevano assolutamente sapere.  Lei, forse, mi avrebbe anche tenuto, ma loro la avrebbero cacciata via di casa. E dove va, una ragazza di 17 anni, senza i genitori?
Mio padre invece aveva smesso di andare a scuola da ormai tre anni. Aveva sudato per avere quella maturità scientifica, ma alla fine ce l’aveva fatta.  Stava con mia madre da due anni, e il loro amore finì con la mia nascita, perché i genitori di lei non gli permisero neanche di frequentarlo.  Avevano peccato. Quella società, dai quali erano guidati, gli aveva chiuso, serrato la mente.
 

Appena nacqui, quindi, fui tolto dalle braccia di mia madre biologica e affidato ad un orfanotrofio. Per fortuna non ricordo neanche quei tre anni, passati assieme ad altri bambini, sfortunati quanto me. Tutt’ora, non so quali siano i nomi di mia madre e di mia padre, so solo, che dopo i tre anni, la mia esistenza fu travolta da un uragano meraviglioso. Ero ancora piccolo per rendermene conto, ma la fortuna aveva proprio bussato alla mia porta. O meglio, due soldati, grandissimi soldati, avevano bussato alla mia porta, per darmi finalmente quell’amore che mi era stato sottratto.
 

Non potete immaginare con quanto amore sono stato cresciuto, con quante carezze e abbracci io sia stato tirato su. La mia vita, finalmente, aveva cominciato ad avere un senso. Correvo assieme a loro per i prati, costruivo castelli di sabbia tutte le volte che mi portavano al mare, non appena manifestai il desiderio di fare atletica mi segnarono all’associazione sportiva più vicina alla nostra casa. Sono cresciuto con l’armonia della musica, in mezzo a vinili e a cd, sono cresciuto in mezzo a dvd e a poster  cinematografici, sono cresciuto in mezzo a premi musicali e a premi cinematografici, sono cresciuto in mezzo all’amore più puro. Non m’importava niente della ricchezza, l’unica cosa che mi stava a cuore era il loro amore nei miei confronti e soprattutto, l’amore immenso che l’uno provava per l’altro.
 

Il mio nome e Jason e sono profondamente commosso per queste lettere, che mi hanno svelato quello che c’era prima della mia nascita. La mia vita adesso è profondamente e immensamente bella. Ho 18 anni e sono la persona più realizzata di questa terra. Ho deciso di mettere assieme queste lettere e di mostrarle al mondo intero.  Avete letto quello che significa amare veramente? Io sì, stasera l’ho capito, davvero.
Come ho già  detto,  sono cresciuto in mezzo alla pace e all’amore, e i miei genitori, quelli veri, quelli che mi hanno tramandato i valori, senza impedirmi alcuna cosa ( a parte il tenermi lontano dal loro nido d’amore, quale questa cassaforte) portano il nome di Colin Farrell e Jared Leto. Per me sono semplicemente i miei genitori, due esseri umani, che il destino ha lasciato amare, che si sono amati e che si amano tutt’ora al di là di ogni cosa.  I miei angeli, i miei soldati, che mi hanno raccolto, che hanno lottato aspramente per avermi. Due omosessuali, anche se non mi sento di etichettarli, che hanno spremuto il loro fegato per avere la mia adozione, e che, dopo due anni, riuscirono ad ottenere. Grazie a dio, riuscirono ad ottenere.
 

Non credete a quelli che dicono che i figli devono essere cresciuti con una figura materna e con una figura paterna, i figli vanno semplicemente cresciuti con amore e con affetto, come hanno fatto i miei due angeli. Ho avuto tutto quello che volevo, sono cresciuto con due fratelli meravigliosi, Henry e James, che mi hanno accolto in maniera splendidamente meravigliosa. Quando non sono dalle loro madri vengono qua, e passiamo le serate tutti assieme, con i miei due padri. Siamo una famiglia, una vera e propria famiglia. Sono cresciuto senza pregiudizi, con una mente aperta, che ho coltivato e che i miei genitori mi hanno sempre aiutato a coltivare. Credetemi,  non desidererei mai avere i miei due genitori biologici, Jared e Colin sono i miei genitori. Non sono cresciuto con traumi causati da una mancanza di una madre, come molte persone con la mente serrata crederebbero.
Sto bene, sono felice, sono realizzato, ho l’amore dei miei genitori, ei miei fratelli e non desidero nient’altro.
 

Riordino quelle lettere e le rimetto nella busta ormai ingiallita. La loro foto, in quel deserto, splende ancora grazie a quel sole accecante che in quel gennaio di molti anni fa li riunì per sempre.
Richiudo la cassapanca e la rimetto al suo posto, poi guardo l’orologio: “Devo sbrigarmi, i miei due padri saranno di ritorno a momenti!”
Quest’anno hanno fatto i loro 21 anni assieme, e sono andati a visitare la Macedonia e la meravigliosa Grecia, per rivivere l’amore di quei due personaggi che li fecero innamorare, per sempre.


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Bene, questo era l'ultimo capitolo di questa bellissima avventura. 
Un ringraziamento speciale alla mia Saretta ( lei capirà, immediatamente u.ù) e alla mia Betta. Ringrazio di cuore Kurokawa386 per aver sempre recensito e per avermi, anche lei, sempre incoraggiato ad andare avanti con la storia. Ringrazio anche Fidia2, la quale, anche lei, mi ha incoraggiato.
Ringrazio, poi, chi mi ha semplicemente letto con piacere, chi ha amato questa fan fiction, in quanto, con le vostre letture mi avete incoraggiato, anche voi. *-*
Un bacione a tutti voi ( :*) , spero, un giorno, di riavere l'ispirazione per scriverne un'altra! :) 
  
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