Spero vi piaccia! Non vi faccio perdere tempo e vi auguro una buona lettura!
3.
Il patto
Quando
Edward si svegliò, sotto le calde lenzuola del suo grande
letto, aveva un mal
di testa tremendo. Non riusciva a togliersi dalla mente il viso di
quell’angelo
che, prima aveva cantato per lui, e poi gli aveva salvato la vita.
Edward
non riusciva a comprendere se tutto quello fosse reale oppure frutto
della sua
mente fantasiosa. Cosa ci faceva una ragazza – anche nuda,
visto che non
sembrava portare alcun costume – da sola, di notte, in mezzo
all’oceano? E
perché, la suddetta ragazza, avrebbe dovuto cantare per lui
invece di rispondere
alle sue domande? Cantare…,
pensò
Edward ricordando la sua voce. Era
melodiosa.
―
Edward, finalmente sei sveglio. ― disse Esme, sua madre, entrando in
camera ―
Come ti senti?
―
Emicrania. ― rispose lui, massaggiandosi le tempie ― Per il resto tutto
ok,
mamma.
―
Ci hai fatto prendere un colpo, figlio mio! Ma cosa ti è
saltato in mente?
―
Mamma, non mi sono buttato. Sono caduto.
―
Come caduto?
―
Già. ― rispose il giovane, mandando giù una
compressa con un po’ d’acqua fresca
― Mi era sembrato di vedere una cosa e… e mi sono sporto
troppo, tutto qui.
―
Sei un nuotatore eccellente, Edward. ― sussurrò Esme,
accarezzandogli i capelli
― Cos’è successo?
―
Credo sia stato lo spavento, non lo so. ― sospirò,
sconsolato ― Non ero
preparato al tuffo, ed era anche bello alto! I jeans non hanno aiutato
e credo
di aver perso i sensi. ― tentò di ricordare ― Come avete
fatto a trovarmi?
―
Eri sulla spiaggia, per fortuna. ― tirò un sospiro di
sollievo, la donna ―
Credo tu sia riuscito ad arrivare sulle terra ferma e poi hai perso i
sensi.
―
Cosa? ― domandò stralunato, Edward ― No, è
impossibile. Ho perso i sensi dentro
l’acqua… C’era una ragazza! È
possibile?
―
Non ho visto nessuno accanto a te, Edward. ― rispose Esme, sorridendo a
suo
figlio ― Ora, purtroppo, devo andare. Tu stai qui tranquillo, se non ti
senti
di andare a lezione non importa. Io e tuo padre rientriamo in
serata… Se ti
serve qualcosa, rivolgiti ai domestici, tesoro, va bene?
―
Come sempre, mamma. ― rispose il giovane. Esme, dal canto suo, si
chinò su suo
figlio e gli baciò la fronte, dopodiché
uscì.
Edward
era al secondo anno di medicina, presso
l’università più costosa di tutta
l’Australia. Sognava di diventare pediatra, cosa che suo
padre non vedeva molto
di buon occhio. Nonostante tutto, il ragazzo, credeva nei suoi sogni e
non si
sarebbe lasciato fuorviare da nessuno, tanto meno da suo padre.
―
Ehi, Edward! ― lo chiamò Mike, intravedendolo nel corridoio
universitario.
―
Ciao Mike. ― rispose Edward, con poco entusiasmo.
Michael
Newton, detto Mike, era il ragazzo più insopportabile che
avesse mai avuto la
sfortuna di incontrare. Era il figlio di un Senatore, nonché
grande amico di
suo padre. Si poteva dire che, Mike ed Edward, fossero cresciuti
insieme; non
avevano niente in comune, però. Mike era alto, qualche
centimetro in meno del
giovane Cullen, aveva i capelli biondi – sempre accuratamente
pettinati – e gli
occhi di un azzurro splendente, da risultare quasi finto. Era altezzoso
e
arrogante. Si credeva il migliore di tutti, solo perché
aveva una sostanziosa
fortuna in banca.
―
Ho sentito dell’incidente! Come diavolo hai fatto a cadere
dal tuo terrazzo? ―
domandò, scoppiando a ridere subito dopo.
―
Io non sto ridendo, Mike. ― gli fece notare Edward, e subito
cessò la sua
ilarità.
―
Scusa, solo che è strano. ― gli fece notare
l’amico ― Come hai fatto a cadere?
Per caso te la stavi svignando ed è finita male?
C’entra una ragazza? Se è sì,
com’è fatta? Voglio i dettagli: fisico, tette e
culo!
―
Mike! ― lo ammonì Edward ― Possibile che tu non cambi mai?
―
E perché dovrei? Comunque non hai risposto,
perciò ci ho preso! ― affermò Mike,
dando ad Edward una pacca sulle spalle ― Avanti, raccontami tutto,
Cullen!
―
Non ho nulla da raccontarti, Mike. ― rispose Edward, visibilmente
infastidito
dal comportamento del suo amico ― Se avessi voluto parlare di lei lo avrei fatto, ma…
―
Ah! Vedi? Una lei esiste. ― Edward avrebbe voluto maledirsi per quella
innocente confessione, fatta per giunta proprio a Mike, ma aveva
bisogno di
qualcuno con cui parlarne… Fece un lungo respiro e
cominciò a narrare.
***
La
strega del mare abitava in una lontana caverna, giù, ancora
più in fondo del
fondale marino. Bella non si era mai addentrata così in
profondità nelle acque…
Sapeva, però, che non vi era altro posto per incontrare
Tanya, in quanto il Re
Tritone – ovvero suo padre – l’aveva
esiliata dal Regno di Atlantica.
―
La sirenetta ha una faccia
così
cadaverica… ― sussurrò una delle due murene.
―
Forse è spaventata. ― rispose l’altra ―
È una principessa, in fondo. Non si
addentrerà mai nel profondo di queste acque, così
tetre…
―
Guardate che ci sento! ― si intromise Bella ― E non ho affatto paura,
io.
Le
due murene sghignazzarono, ma non aprirono più bocca. Solo
dopo pochi minuti si
fermarono, annunciando alla sirena che aveva raggiunto la meta.
Il
posto era piuttosto squallido e buio. La caverna, inoltre, era in
pessime
condizioni. Alcune alghe, ormai secche e avvizzite, erano attaccate
alle
pareti, donando al posto un’aria da film
dell’orrore.
―
Tanya… ― parlò la seconda murena ― Isabella
è arrivata.
Dal
profondo della caverna scura, si sentì un fruscio. Man mano
il rumore si
intensificò, finché davanti a Bella non apparve
una donna bellissima.
―
Quindi sei tu, Isabella.
―
E… e tu devi essere Tanya.
La
strega del mare era la creatura più bella che la sirena
avesse mai visto. I
lunghi capelli neri, lisci, ricadevano su un corpo perfetto. Sulla
guancia
sinistra, aveva una piccola squama di pesce di uno strano color
celeste. Il
nero delle labbra, poi, era perfettamente intonato al colore dei suoi
occhi.
―
Cosa ha portato una giovane sirena come te a seguire il suggerimento di
un’esiliata? Se tuo padre
lo scoprisse…
―
Non mi interessa di mio padre! ― urlò Bella, pervasa da
un’improvvisa rabbia ―
Lui non capisce! Non capisce me.
―
Il Tritone ha sempre avuto una sua visione delle cose. ― rispose Tanya,
sedendosi in una larga fessura, che poteva benissimo passare per una
comoda
poltrona.
―
Come hai fatto a chiamarmi? ― chiese Bella, improvvisamente spaventata
― Come
hai fatto a raggiungermi mentalmente se sei… qui! Come fai a
conoscere mio
padre e cos’è che mi nasconde?
―
Ehi, ehi, ehi… ― la interruppe la strega ― Calma, ragazzina!
Una domanda alla
volta, per favore. ― disse e scoppiò in una frizzante risata.
―
Oh, scusa…
―
Non fa niente, mia piccola sirena. Ti risponderò…
― disse alzandosi e si
avvicinò a Isabella ― Ti ho raggiunta perché ho
dei poteri, ma questo già lo
sai, dico bene? La strega del mare…
Non è così che tutti voi mi chiamate? ―
domandò, ma Bella non rispose ― Oh,
poco importa! Sono una strega, in effetti. E sono anche una creatura
marina,
perciò mi va bene! Per quanto riguarda il tuo dolce
papà… ― iniziò, ma si
interruppe.
―
Cosa? ― la incitò Bella ― Cosa sai tu
di mio padre?
―
Non vuoi sapere perché odia così tanto
l’oggetto del tuo amore?
―
L’oggetto del mio… ― sussurrò Bella,
incrociando le due profonde fessure nere
della strega ― Amore?
―
Non dirmi che non senti il cuore battere quando lo vedi! O quando pensi
a lui…
― disse Tanya, ruotando abilmente su se stessa. Aveva un corpo molto
snello,
totalmente nero – eccezion fatta per il decolté in
bella vista, le lunghe
braccia, le spalle e la testa – e alla sua
estremità vi erano enormi tentacoli
di piovra.
―
Lo hai toccato, da quello che so. ― affermò Tanya,
catturando la completa
attenzione di Bella ― Una sirena che salva un essere umano…
Non oso immagine
neanche lontanamente cosa potrebbe fare Re Tritone se scoprisse che sua
figlia
ha toccato un mortale!
―
Ma tu non glielo dirai! Vero?
―
Certo, piccolina. Sarà il nostro segreto. ― concluse
facendole un occhiolino ―
Perciò il tuo desiderio è quello di essere umana,
non è vero?
A
quelle parole, Bella si immobilizzò. Non aveva mai pensato
ad un’eventualità
del genere. Inoltre, era davvero possibile? Lei, una sirena, una
creatura
leggendaria che viveva nei profondi abissi del mare, poteva realmente
diventare
umana?
―
Certo che sì! ― rispose Tanya, sorridendo ― Io
posso farti diventare umana. Ovviamente, a tutto vi è un prezzo.
―
Tu mi leggi nella mente?
―
Io so fare molte cose, mia piccola Isabella. Ma non stiamo parlando di
me,
dimmi di te. Sei disposta a diventare umana? ― a quella domanda, la
sirena, non
sapeva rispondere. Fino a quel momento, non aveva avuto neppure la
minima idea
di cosa fosse l’amore, quello vero. Secondo Rosalie ci si
sposava per
interesse, era per questo che adesso si era messa in testa di cercarsi
marito;
secondo Alice, invece, l’amore non esisteva. Almeno per loro.
―
Io non so se lo amo… ― disse Bella, tremando ― Io non so
nulla, sono troppo
giovane e… e forse è stato un errore venire qui,
forse…
―
Non credere a ciò che senti, piccina. ― la interruppe la
strega ― Non è vero
che gli abitanti del mare non possono innamorarsi. Tu sei innamorata di
quel
ragazzo, lo vedo. Non saresti qui, altrimenti. Tuo padre si
è sposato per
amore… O mi sbaglio?
―
No, mio padre amava molto mia madre.
―
Visto? Noi esseri del mare, possiamo amare. ― le disse, accennando un
sorriso ―
Sei pronta a rischiare per amore, Isabella?
Bella
si ritrasse un po’, ripensando a tutto ciò che
avrebbe guadagnato e perso. Non
avrebbe mai più potuto nuotare con i suoi amici pesci, o
passare le notti a
dormire sul fondale marino; non avrebbe più rivisto suo
padre e le sue sorelle,
perché diventando umana sarebbe divenuta l’oggetto
del loro odio e disprezzo.
Eppure, nonostante tutto, il suo cuore le urlava di accettare.
―
Io vorrei… vorrei pensarci.
―
No! ― urlò Tanya, trascinando la sirena nella
profondità della caverna ― Voglio
dire, la mia offerta è unica e irripetibile. Hai due scelte:
accettare e
diventare umana, oppure rifiutare e tornare a casa. Ma non avrai
seconde
occasioni.
―
Io non so, io… ― Tanya, con un asso nella manica, fece
illuminare una sfera
celeste davanti al viso di Bella. In essa si alternavano diverse
immagine:
Edward che giocava con Jacob, il suo cane-lupo; Edward in
università, seduto ad
un tavolo della biblioteca a studiare; Edward che sorrideva e poi
scoppiava a
ridere; Edward e…
―
Una ragazza? ― domandò Bella, provando l’invidia
in un modo che mai prima di
allora aveva sentito.
―
Quella è Lauren Mallory. ― spiegò Tanya ― I
genitori sono molto amici di quelli
di Edward. Il padre del tuo amato, un certo Carlisle Cullen, vuole che
suo
figlio e la giovane signorina si sposino. ― a quelle parole, il cuore
di
Isabella andò in frantumi.
―
Sposarsi!? ― strillò, percependo gli occhi inondarsi di
lacrime.
―
Sì, piccola Isabella. ― rispose la strega, fingendosi
addolorata ― Non volevo
dirtelo e, per tutti i tritoni del mare, quanto mi dispiace! Ma se non
diventerai umana, beh… Il tuo giovane amante si
sposerà con quella ragazza.
Bella
la guardò attentamente. Era molto bella: lunghi capelli
biondi, occhi chiari.
Il corpo era perfetto e le gambe – così aveva
scoperto chiamarsi quei lunghi
arti che univano il busto ai piedi – erano perfette. La
sirena venne
ipnotizzata dal quel particolare e non riusciva più a
staccargli gli occhi di
dosso.
―
Tic, tac. Tic, tac… ― sussurrò Tanya
all’orecchio di Isabella ― Il tempo
scorre… Cosa vuoi fare?
―
Accetto. ― si sentì dire, senza rendersi conto delle sue
parole.
―
Benissimo! ― applaudì la strega del mare ― Ma prima dobbiamo
parlare del patto!
―
Quale patto?
―
Oh, nulla di che. È una sciocchezza, un piccolo
particolare… Una clausola
superflua, ma necessaria per il compimento del rito!
―
Quale clausola? ― domandò Bella, mentre Tanya stava andando
su e giù, a destra
e a sinistra, per tutta la caverna, rivoltandola come una conchiglia
chiusa.
―
Io ti trasformo in un essere umano, ma tu devi donarmi qualcosa.
Inoltre, hai
un tempo specifico per farlo innamorare di te… Ma dove
avrò messo quella
pozione! Ah, eccola!
―
Donarti qualcosa? Cosa? E… tempo? Quanto tempo?
―
Tre giorni. ― rispose secca la strega del mare ― Se al sorgere del sole
del quarto
giorno, il ragazzo, non avrà ancora dichiarato il suo amore,
sigillando il suo sentimento
con un bacio, tu ti trasformerai in schiuda di mare ed io
potrò prendere il tuo
posto nelle profondità marine. Come dono, chiedo in cambio
la tua voce.
―
COSA?! ― urlò Bella, chiedendosi che stesse parlando sul
serio.
―
Posso trasformarti in una donna mortale, ma non posso invertire il
processo.
Quando una sirena diventa un essere umano, tutto in lei cambia. Molte
sirene
sono venute da me, chiedendomi delle gambe, ma mai nessuna fallendo nel
suo
intendo è tornata una sirena. Questo, purtroppo, non sono io
a deciderlo, mia
piccola sirena, ma il vostro cuore… ― spiegò,
sfiorando il petto di Bella, nel
lato sinistro ― Quando il cuore di una sirena, diventata umana, si
spezza essa
si trasforma in schiuda di mare, a causa del proprio dolore.
―
E la mia voce? ― domandò la sirena, confusa da quella
rivelazione ― Perché vuoi
la mia voce?
―
Hai cantato per lui. ― rispose Tanya, come se fosse una cosa ovvia ― Il
canto
della sirena ammalia, dolcezza. Dovresti saperlo… Non vorrei
che mi
imbrogliassi e cantassi per lui.
―
Non lo farò, lo giuro!
―
Non posso rischiare! ― le urlò in risposta, Tanya ― Io ti
trasformerò, ma
questi sono i patti! Prendere o lasciare, ragazzina!
―
Essia. ― disse, ormai senza speranza, la giovane Bella. Non si era
accorta,
essendo troppo ingenua e ben predisposta a trovare il buono in
qualunque cosa,
del piano che si celava dietro le false promesse della feroce Tanya.
Essa,
infatti, non aveva alcuna intenzione di far nascere l’amore
tra i due giovani.
Al contrario, sapeva benissimo che senza la sua voce, in una vita
nuova,
inesperta, in un mondo non suo, Bella non sarebbe mai riuscita a
conquistare il
ragazzo. Avrebbe ottenuto, così, la sua vendetta, tramutando
la figlia minore
del Re in schiuma di mare.
―
Bene allora. Cominciamo!
Per
prima cosa, fece firmare alla sirena un patto col suo sangue.
Dopodiché
cominciò a mescolare varie fiale e ingredienti segreti per
donare a Bella un
bel paio di gambe.
―
Canta! ― urlò a Bella, estraendo una conchiglia che avrebbe
avuto lo scopo di
catturare al suo interno la sua melodiosa voce ― Adesso canta! ― e la
sirena
cantò.
Il
tutto si svolse molto velocemente: più la sirena cantava,
più la sua voce si
affievoliva; la coda, poi, cominciò a bruciarle, fino a
farle male. Urlò, ma
nessun suono uscì dalle sue labbra. Intorno a lei si fece
tutto improvvisamente
buio. L’ultima cosa che ricordava era la risata malefica
della strega del mare.
―
Non lo so, ma è uno schianto! ― rispose qualcun altro.
―
Ma è… nuda.
―
Ma se le tolgo quell’alga da lì?
―
Fallo e sei un uomo morto, Mike! ― quella fu l’unica voce che
riconobbe. Era la
sua voce. Non riusciva ad aprire gli
occhi, troppo stanca e intontita per capire quello che stava succedendo.
―
Ma… ― sussurrò Edward, a pochi centimetri dal suo
viso ― Non è possibile. Allora
non me la sono immaginata, era reale.
―
Hai detto qualcosa, amico?
―
No. Mike, dammi la tua giacca.
―
Cosa? E perché?
―
Mike, bisogna coprirla! Dammi quella cavolo di giacca! Subito! ― il
ragazzo
sbuffò, ma fece quello che Edward gli aveva detto.
La
sirena, ancora parzialmente priva di sensi, percepì un nuovo
calore avvolgerle
le gambe e la vita e qualcuno che la solleva da terra.
―
Andrà tutto bene. ― le sussurrò Edward,
stringendola a sé ― Nessuno ti farà del
male, promesso. ― quando
Bella aprì
leggermente gli occhi si rese conto di trovarsi tra le sue
braccia. Tra le braccia del ragazzo che le aveva rapito il
cuore. Aveva fatto tutto per lui e, per ora, sembrava essere andato
tutto bene.
Quando
tentò di parlare, nessun suono uscì dalle sue
labbra. Il dolore alle corde
vocali fu troppo lacerante da sopportare, così ricadde in un
profondo sonno.
Consapevole che, al suo risveglio, avrebbe rivisto Edward.
.
Bene,
bene, le cose si fanno più interessanti. Isabella ha stretto
un patto con Tanya, la strega del mare, che le ha donato le gambe -
ovviamente, non senza qualcosa in cambio. Bella, ingenuamente, crede
alla maligna strega e accetta. Tutto, però, sembra filare
liscio... E' tra le braccia del suo Edward, adesso, ma cosa
succederà in futuro?
Per
saperlo basta che vi ritroviate a leggere la mia storia,
Lunedì prossimo! :) spero che il capitolo vi sia piaciuto e
che le piccole aggiunte e modifiche che sto apportando alla storia
siano di vostro gradimento. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi
seguono, soprattutto chi recensisce! Grazie mille!