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Autore: CUCCIOLA_83    05/09/2006    3 recensioni
[..]«siamo sulla buona strada per imitare i Weasley» disse Remus, trattenendo a stento una risata, «non dirlo nemmeno per scherzo! E poi, sei anni tra un figlio e l’altro sono troppi. Siamo decisamente lontani dal loro ritmo» disse a sua volta Tonks, «dovremmo rimediare subito allora » disse Remus trascinandola sotto alle coperte[..]
Bene, rieccomi qui dopo un'estate di silenzio. questa è una FF nata per soddisfare alcune domande che sono sorte nella mia ff precedente "il regalo perfetto" ma non solo.
buna lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con un nuovo capitolo, volevo ringraziare tutte le persone che hanno comentato fino ad ora tutte le mie FF. Grazie!

buona lettura!


Dopo aver dato la notizia ad Alexis fu il turno di dirlo agli amici. Remus e Tonks pensarono di comunicarlo a tutti durante la classica cena di metà estate che si svolgeva nel giardino della Tana.

Erano tutti radunati in torno al grande tavolo, la cena preparata da Molly si era rivelata fantastica come sempre, il vociare era allegro, tutti parlavano tra di loro del più e del meno, mentre i bambini, si alzavano da tavola ogni cinque secondi per andare a giocare tra i richiami dei rispettivi genitori. Verso fine cena i coniugi Lupin si guardarono e si capirono all’istante Remus si alzò in piedi richiamando l’attenzione dei presenti, «scusate, mi dispiace disturbavi ma è solo per qualche istante, poi vi lascerò finire la cena in pace» disse, «Remus, taglia corto e dicci quello che devi dire, ho sbirciato in cucina e non vedo l’ora di assaggiare quel dolce» disse Sirius, «ok Sirius. Allora, io e Tonks dobbiamo dirvi una cosa» cominciò, prendendo per mano la moglie, «qualche giorno fa siamo stati al San Mungo e..» disse, «uno dei due sta male? Oddio no vi prego…» disse Molly interrompendolo e portandosi le mani alla bocca, spaventata «no Molly stai tranquilla nessuno dei due sta male. Dicevo, al San Mungo ci hanno detto che tra sette mesi, circa, ci sarà un nuovo membro della famiglia Lupin tra noi» disse infine, tutti rimasero un attimo in silenzio, probabilmente per elaborare la notizia che avevano appena sentito pronunciargli. La prima che esplose su Molly, «ragazzi! È fantastico! Sono così felice per voi!» urlò andando verso di loro e abbracciando, dopo di lei tutti si mossero in massa per congratularsi con loro.

Vedendo tutto quel movimento a tavola, anche i bambini si avvicinarono, «papà, cosa succede?» chiese Julian a Sirius, il padre lo prese in braccio e indicò Remus e Tonks «stiamo festeggiando loro. Presto Alexis avrà un fratellino o una sorellina» disse, il bambino lo guardò stupito «perché lei si e io no?» chiese quasi offeso, Sirius, spaesato si voltò verso la moglie la quale si mise a ridere, e come lei anche tutti gli altri.

Tornati a casa, Remus andò a mettere a letto Alexis, mentre Tonks crollò sul divano.

Sceso di nuovo in salotto si avvicinò alla moglie, «ti senti bene?» le chiese, Tonks annuì poco convinta, «vieni, ti aiuto ad andare in camera» disse porgendogli la mano, «sinceramente il divano non è così scomodo, potrei anche decidermi di accamparmi qui per i prossimi sette mesi» rispose lei, «sì, potesti, ma credo che il letto sia molto più comodo» disse a sua volta Remus, «lo so, ma le scale non lo sono altrettanto» disse ancora Tonks, «a questo rimediamo subito» disse prendendola in braccio e portandola in camera. Appena arrivati al piano di sopra Tonks cominciò a cambiarsi, «vuoi che ti dia una mano anche per quello?» le chiese avvicinandosi, «no, grazie. Credo di riuscirci da sola» disse sorridendo mentre s’infilava la camicia da notte. Dopo essersi messi a letto, Tonks si addormentò immediatamente, Remus, invece, rimase per un po’ ad osservarla poi si addormentò anche lui.

*****

Passarono circa tre mesi dall’annuncio della nuova gravidanza di Tonks. Remus fu costretto a tornare, a malincuore, a Hogwarts, se fosse stato per lui le avrebbe portate entrambe con sé, com’era successo sei anni prima, ma questa volta, essendo Alexis in età da scuola, lei e la madre rimasero a casa. Andromeda si offrì di trasferirsi da loro per dare una mano a Tonks, all’inizio la figlia era riluttante all’idea di disturbarla ma alla fine riuscirono a convincerla.

La mattina del primo settembre Remus si svegliò di buonora per controllare che tutto fosse pronto per la sua imminente partenza, poi scese in cucina e cominciò a preparare la colazione. Al piano di sopra cominciò a diffondersi l’aroma di caffè e di pane tostato, Tonks ed Alexis si svegliarono all’istante, la bimba scese di corsa le scale tre scalini alla volta, per fortuna non aveva ereditato la sbadataggine della madre, fino ad arrivare in cucina, «ciao papà!» urlò prendendolo alla sprovvista, «ciao piccola, gia in piedi?» la bambina mugugnò, addentando una fetta di pane con la marmellata, risposta che suonava come “si avevo fame”, Remus sorrise guardandola con la faccia piena di marmellata, le si avvicinò e la ripulì «tesoro, devi farmi una promessa, prenditi cura della mamma con la nonna mentre sono via» le disse, la bimba annuì. In quel momento scese anche Tonks, «cosa state combinando voi due?» chiese mentre si sedeva a tavola pronta a gustarsi la colazione, «niente mamma, mi ero sporcata tutta di marmellata» disse Alexis, «capisco. Amore hai intenzione di avere ospiti per colazione? Qui c’è da mangiare per un esercito» disse guardando la tavola imbandita, «no, nessun ospite. Solo avevo molto tempo» disse sedendosi vicino a lei e dandole un bacio, «sicuro che devi proprio partire?» chiese Tonks, «sì, se fosse per me farei avanti e in dietro tutti i giorni, ma a lungo andare sarebbe davvero complicato. Mi dispiace lasciarvi qui, proprio adesso» disse Remus, «tranquillo, mia madre ha colto l’occasione al volo, da questa sera si trasferirà in pianta stabile qui, e non la schioderà più nessuno per molto, moltissimo tempo» disse Tonks, «vedila così, almeno ti darà una mano» le disse, «sono perfettamente in grado di fare tutto da sola» sbuffò lei, Remus si mise a ridere e la baciò.

Dopo circa due ore si ritrovarono davanti al camino per gli ultimi saluti, «ciao streghetta, ricordati di fare la brava mentre sono via» le disse dandole un bacio sulla fronte, Alexis annuì, vedere il suo adorato papà che se ne andava era sempre difficile per lei. Dopo aver salutato la figlia Remus passò alla moglie, la quale gli buttò le braccia al collo, «vorrei venire con te» gli sussurrò, «lo vorrei anche io, ma è impossibile, per ora» le disse e la baciò, poi le mise una mano sul grembo che cominciava a farsi notare, «e tu piccolino fai il bravo» disse sorridendo. Subito dopo si diresse verso il camino, entrò e salutandole per l’ultima volta poi scomparve in una fiammata verde.

Riapparve pochi minuti dopo nell’ufficio di Silente. Si diede una sistemata ancora nel camino per evitare di sporcare il pavimento di fuliggine, poi uscì e salutò il preside, «ben arrivato Remus, puntuale come sempre» disse Silente facendolo accomodare, «salve preside, ho preferito arrivare prima. Se avessi aspettato ancora non avrei più trovato il coraggio di allontanarmi da casa» rispose Remus, «capisco. So che non deve essere stato facile per te lasciarle. In particolare vista la nuova gravidanza di Tonks» disse, «siamo stati l’altro giorno da Abby, e ci ha detto che per ora procede tutto bene» disse Remus, «mi fa piacere. Ma ricordati che se ti serviranno dei permessi non esitare a chiederli» disse Silente, «grazie lo terrò presente. Ora è meglio che vada così avrò il tempo di sistemarmi. Sirius e Silphie sono gia arrivati?» chiese, ma l’espressione del preside bastò a dargli una riposta, «capisco. Li vedrò più tardi. Quando arriveranno» e così dicendo se ne andò

Quella sera arrivarono tutti gli stende. Il banchetto d’inizio anno si rivelò piuttosto movimentato, anche grazie a Sirius che, come al solito. Arrivò in ritardo.

*****

Andromeda ormai si era stabilita a casa della figlia da parecchie settimane, Tonks però, nonostante questo, no perdeva mai l’occasione per ribadire quanto tutto questo fosse superfluo, «mamma, sono perfettamente in grado di continuare ad occuparmi di Alexis, della casa e del mio lavoro» disse Tonks dopo che per l’ennesima volta Andromeda le aveva “suggerito” di starsene a casa dal lavoro, «forse tu non te ne sei accorta ma la gravidanza comincia ad essere piuttosto evidente» disse la madre, «certo che me ne sono accorta. Ma quando aspettavo Alexis ho lavorato fino al settimo mese. Ora sono solo al quinto» disse Tonks, «lo so, ma ciò non toglie che potesti prenderti il congedo un poco prima questa volta» ribadì la Andromeda «ma a me piace il mio lavoro! Ahhhh!!!» un urlo però non le fece finire la frase, la ragazza si piegò su se stessa in preda agli spasmi, i quali erano accompagnati da urli terrificanti. Andromeda accorse in suo aiuto, cercando di capire cosa le stesse succedendo, osservandola meglio vide che si teneva stretto il grembo e una piccola pozza di sangue aveva macchiato il tappeto. Furono le urla e le richieste d’aiuto della figlia a destarla dai suoi mille pensieri che l’avevano assalita, si diresse verso il camino e fece arrivare degl’infermieri dal San Mungo. In pochi minuti arrivarono e verificate le condizioni di Tonks si smaterializzarono con lei.

Appena se ne furono andati, Andromeda sentì dei passi per le scale, si voltò e vide Alexis che stava scendendo in salotto, visibilmente assonnata, «nonna, ho sentito dei rumori. Cosa succede? Dov’è la mamma?» chiese, «tra poco andremo da lei, ora vai di sopra a vestiti, mentre io scrivo al papà per dirgli dove andiamo» le ripose la nonna, Alexis non capì molto di quello che stava succedendo ma obbedì alla nonna e andò in camera sua. Quando tornò al piano di sotto trovò il padre in evidente stato d’agitazione «papà come mai sei a casa?» gli chiese, trovandolo lì la bambina cominciò ad agitarsi «dov’è la mamma?» chiese ancora. Ormai sul punto di mettersi a piangere, il padre le si avvicinò e l’abbracciò «piccola non piangere, ora andiamo da lei. Tu e la nonna andrete dalla mamma come fanno i babbani, mentre io mi materializzerò lì e vi aspetterò» disse, ma la bimba scosse la testa «anche io mi voglio materlallizzare con te» disse, il padre sorrise per l’errore di pronuncia «sei ancora troppo piccola, non credo che sia il caso di..» ma la bambina fu irremovibile, Remus si voltò verso la suocera la quale annuì, «va bene, prendi il mio braccio e non lasciarlo per nessun motivo fino a quando te lo dico io. Hai capito?» le disse porgendoglielo, la bimba annuì e lo afferrò saldamente, «bene, allora andiamo» disse, ed entrambi scomparvero, seguiti subito dopo da Andromeda.

Riapparvero poco dopo in un vicolo stretto tra due grandi palazzi. Usciti da lì, si ritrovarono davanti ad un vecchio grande magazzino, si avvicinarono ad un manichino in vetrina e Remus gli disse qualcosa che Alexis non riuscì a sentire bene, subito dopo il manichino annuì e fece loro segno di entrare. In pochissimi istanti si ritrovarono all’interno dell’ospedale San Mungo, dove maghi e streghe correvano freneticamente da una parte all’altra, Alexis era sempre più agiata e ritrovarsi lì non migliorò molto la situazione, Remus andò subito verso la stregaccoglienza «salve, mia moglie è stata portata qui d’urgenza. Niphadora Lupin» disse, la strega guardò per qualche istante una lista «la stanno visitando proprio ora. Al sesto piano» disse, Remus la ringraziò poi tornò da Andromeda ed Alexis, ripeté loro quello che gli era appena stato detto ma la sua attenzione venne attirata dalla figlia che lo stava tirando per un lembo della veste, «come mai la mamma è qui?» chiese visibilmente preoccupata, Remus capì che non poteva rimandare «vedi, la mamma ha avuto un malore, così la nonna l’ha fatta portare qui» disse prendendola in braccio, la bambina si aggrappò a lui mentre si dirigevano al sesto piano.

Arrivati nel reparto indicatogli poco prima incrociarono un tirocinante, «mi scusi, stiamo cercando Ninphadora Lupin» disse Remus, «camera 120 a sinistra. Ma non potete entrare la stanno visitando» rispose il tirocinante, Remus lo ringraziò, poi andò a sedersi su delle seggiole poco distanti dalla camera, sempre tenendo la figlia in braccio. Dopo circa mezz’ora un guaritore uscì dalla stanza, Remus fece sedere Alexis sulle ginocchia della nonna e gli andò in contro «mi scusi, sono il merito della signora lupin, come sta?» chiese preoccupato, «per ora è stabile ma le sue condizioni sono gravi» rispose il guaritore, «e il bambino?» chiese sempre preoccupato «è in buone condizioni ma le prossime ore saranno decisive» disse ancora il guaritore, «possiamo vederla?»chiese, «sì certo. Ma ora sta riposando» ripose, «capisco. Non la disturberemo. Grazie» promise, il guaritore annuì e si allontanò.

Entrarono nella camera in penombra, trovarono Tonks profondamente addormentata. Alexis stava per correre da lei, ma Remus la fermò in tempo, la bimba lo guardò stupita «non dobbiamo svegliarla. Il guaritore ha detto che deve posare» le disse, «a bene papà» disse annuendo, il padre le sorrise e le scompigliò i capelli, poi però si bloccò di colpo guardandola «cosa succede?» chiese la bimba, Remus scosse la testa «no, niente piccola mi era sembrato che.. vieni, andiamole vicino» le disse e prendendola per mano raggiunsero Andromeda e Tonks.

Remus guardò la moglie distesa in quel letto d’ospedale, così indifesa proprio come otto anni prima. Si sedette vicino a lei, le prese una mano e con l’altra le accarezzò i capelli, in quel momento castani e lunghi, poi le si avvicinò e le sfiorò la fronte con le labbra, anche Alexis si avvicinò alla madre e prese l’altra mano. Piccole lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi «mamma non volevo» sussurrò, Remus e Andromeda la guardarono «cosa vuoi dire?» le chiese il padre, ma la bimba non rispose, Andromeda le si avvicinò «vieni, andiamo a fare quattro passi. Magari andiamo a prendere qualcosa da bere. È stata una lunga serata» disse cercando di portarla fuori, ma Alexis non si mosse, Andromeda ritentò usando un poco più di forza «No! È tutta colpa mia! Voglio restare qui!» urlò la bimba, spiazzando il padre e la nonna, Remus le si avvicinò «piccola, cosa è colpa tua?» le chiese con dolcezza inginocchiandosi davanti a lei «questo..» disse indicando Tonks, «non dire così. Quello che è successo non è colpa tua» le disse «sì invece!! Qualche giorno fa stavo parlando con Julian e gli ho detto che forse non volevo un fratellino, volevo essere la vostra unica streghetta. Ma non volevo che succedeva tutto questo!» disse lasciandosi andare ad un pianto liberatore tra le braccia del padre, il quale cercò di consolarla.

In mezzo a tutto quel frastuono Tonks aprì gli occhi, «Dora! Come ti senti!» le chiese la madre, «sono stata meglio» disse con voce rauca abbozzando un sorriso «Mamma!!» urlò Alexis correndo verso di lei «piccola mia perché piangi?le chiese accarezzandole i capelli «scusami mamma non volevo! È tutta colpa mia!» disse tra i singhiozzi «cos’è colpa tua?» le chiese anche lei, «tutto questo» disse indicando il letto «ma non è stata colpa tua. Sono io che ho lavorato troppo in..» Tonks si bloccò di colpo guardando la figlia ancora in lacrime «Re.. Remus..guarda» balbettò, Remus guardò a sua volta la figlia e anche lui come Tonks rimase a bocca aperta. I capelli di Alexis erano diventati improvvisamente viola, poi azzurri e dopo ancora blu. Sentendosi osservata, Alexis, guardò i genitori, «perché mi guardate così?» chiese asciugandosi gli occhi dalle lacrime, nessuno gli rispose, poi però Andromeda prese uno specchietto dalla sua borsa e lo diede alla nipote, «guarda» le disse soltanto, mettendoglielo davanti, la bimba all’inizio non capì poi però «ahhh!! Cosa succede?» chiese visibilmente disorientata «ora assomigli ancora di più alla mamma» le disse Remus, «cosa? anche io sono una metamolformagus?» chiese ancora stupita mentre osservava i suoi capelli che, nel frattempo, continuavano a cambiare colore, «Metamorfomagus. Sì, direi proprio di sì» le rispose Tonks, sorridendo.

A far tornare tutti alla realtà ci pensò il guaritore che poco prima avevano visto in corridoio «vedo che si è svegliata. Come si sente?» chiese a Tonks, «un poco meglio» rispose lei, «bene, mi fa piacere. Ma non siete ancora fuori pericolo. Nessuno dei due. Ho contattato la guaritrice Galt e tutti e due concordiamo che le serve riposo assoluto» disse il guaritore, «va bene. per quanto tempo?» chiese Tonks, «fino al termine della gravidanza» disse ancora il guaritore «cosa?? No, non ci penso nemmeno! Ho un lavoro e ho un’altra figlia, non poso starmene a letto per tre mesi!» disse tentando d’alzarsi «ferma!» disse Remus rimettendola a letto, «signora la capisco. Ma è troppo pericoloso. Non vorrà mettere a rischio la sua vita e quella del bambino» disse il guaritore, Tonks scosse la testa, «resterai a letto, a costo di legartici» disse Remus, «e poi ci sarò io a darti una mano» disse a sua volta Andromeda.

*****

Come promesso Tonks, appena arrivata a casa, si mise a letto, «amore, ti serve qualcosa?» le chiese Remus sedendosi vicino a lei, Tonks scosse la testa e poi si appoggiò al marito, il quale la tenne tra le sue braccia, « ho avuto tanta paura» disse all’improvviso lei, «anche io. Quando ho visto tua madre comparire nel camino mi si è fermato il cuore. Sentivo che doveva essere successo qualcosa» rispose Remus, stringendola ancora di più a sé, «mi dispiace..» disse ancora Tonks, «non dire così. Non è..» disse, «è colpa mia. Dovevo dar retta a mia madre. Ho esagerato nelle ultime settimane. Volevo dimostrare a tutti che ero in grado di fare tutto da sola» disse lei, «l’importante è che ora si sia sistemato tutto. Hai sentito il guaritore, dovrai solo restare a riposo» disse Remus, «già. Quando devi tornare a Hogwarts?» chiese, «domani mattina. Ma credo che tornerò a casa tutte le sere» disse Remus, «ma non è necessario! Non voglio che tu lo faccia» protestò lei, «sì invece. Non mi va di lasciarti troppo da sola. In più ora Alexis non può tornare a scuola. Una mano in più è sempre utile» disse Remus «è vero! Alexis non può tornare a scuola..Dovremo dargli lezioni private noi. Ma è ancora così piccola…per me all’inizio non è stato semplice affrontare il fatto di essere una metamorfomagus …» disse Tonks «da quello che mi hai raccontato ti do ragione. Ci divideremo le cose da fare» propose Remus, «no! Tu devi pensare ai tuoi studenti. Ad Alexis ci penseremo io e mia madre» disse Tonks, «ma anche io voglio contribuire» protestò Remus, «lo farai durante le vacanze. Sono confinata a letto per i prossimi tre mesi, dovrò pur far qualcosa» ribadì Tonks ridendo, «ok hai vinto. Ma le vacanze sono mie» disse Remus rassegnandosi.

   
 
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