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Autore: unbound    24/01/2012    10 recensioni
Seconda parte della storia di Kay York, alunna della Vengeance University, e delle sue amiche, Giuls, Alisee, Beatrix e Lisa.
(siete pregati di leggere la prima parte, se no non ci capite una mazza)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oddio, che brutto pronunciare quella frase.
Finita. Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che ho fatto per non cedere, dopo tutto quello che hai dovuto fare per conquistarmi; con tutto quello che avevamo passato potevamo riempire un romanzo da far invidia ai promessi sposi.
Mi sentivo una persona insulsa, vergognosa, crudele; non avrei mai pensato di odiarmi al tal punto di essere schifata di me stessa. Iniziavo a non riconoscermi, iniziavo a stare a disagio nella mia stessa pelle.
 Sì, lo facevo per una buona causa, c'era una ragione alle mie azioni, ma avrei pagato tutto l'oro del mondo per non incrociare lo sguardo di Brian dopo quella affermazione, per non essere presente in quel momento, in quella stanza. L’aria iniziava a soffocarmi.
Sorpreso, arrabbiato, incredibilmente triste, deluso, distrutto. Era come se non volesse crederci.
Dio, se esisti, fammi sparire dalla faccia della terra, adesso.
"Finita?" Chiese, dopo aver deglutito rumorosamente.
Non ebbi il coraggio di aprir bocca, perciò mi limitai ad annuire, debolmente.
I suoi occhi si persero nel vuoto di fronte a lui. In quel momento avrei voluto abbracciarlo, baciarlo, dirgli tutto ciò che pensavo e perché lo facevo, ma gli sarebbe costata molto, troppo cara ed io non potevo permetterlo.
"Kay, tu mi ami."
Lo so cazzo, lo so! Ed è per questo che ti sto lasciando. Se solo tu sapessi Syn, se solo potessi spiegartelo..
"Io ti amo." Si puntò il petto, la sua voce tremava.
Ogni parola che pronunciava mi provocava una fitta al cuore, una di quelle che ti mozzano il respiro e ti comprimono la gabbia toracica.
"Brian. E' cosi difficile.." Sussurrai, nascondendomi la faccia tra le mani. Per favore, qualcuno mi porti via da qui, mi faccia dimenticare tutto.
"Seicostretta da qualcuno, vero? Ti prego, porca puttana, parla."
Aveva imparato a conoscermi abbastanza bene ultimamente, non sapevo se esserne felice o meno.
Lo guardai, dritto negli occhi, cercando di essere più credibile possibile; ma il mio sguardo mi tradiva parecchio, però. Se avesse capito come studiarmi a fondo, avrebbe subito compreso il motivo.
"No. Syn mi spiace." Grandioso. Il premio oscar va...
"No Kay, non ti spiace affatto."
La situazione stava andando degenerando, iniziavo a non farcela più. Stavo reggendo sulle mie spalle ogni fardello ma ,ogni minuto che passava, il peso aumentava di una tonnellata ed io stavo per cedere sulle mie fragili gambe.
"Brian.. "
"Una spiegazione" alzò l'indice, quasi minaccioso. "Una sola, e accetterò"
"Non posso.." Cazzo Kay, cazzo! Per una puttana, tutto questo per una troia di merda che non si meriterebbe neanche un briciolo di pane. Ecco, stavo per pentirmene. Grandioso.
"York, puoi" il suo sguardo fisso su di me era piuttosto severo, mi sentivo quasi rimproverata.
"Se solo potessi spiegartelo.."Mi si struggeva il cuore, sentivo il petto in preda ad un tornado di sensi di colpa. Lo faccio proprio perchè ti amo, cazzo. Perché non riesco a parlare? Merda merda merda.
"Kay, non puoi lasciarmi cosi."I suoi occhi erano lucidi, ed io, appena mi accorsi del loro stato, scoppiai.
Ecco che avevo ceduto, ecco che ero debole, ancora una volta, come poltiglia. Cazzo, perché? La vita non è un gioco, sticazzi se lo è.
"Kay.."Portò una mano alla mia guancia, cercando di lanciare via le lacrime che avevano iniziato a corrermi lungo il viso; i suoi occhi erano un teatro di emozioni, in quel momento non facevano altro che struggersi, erano tormentati come nient’altro.
"Devo andare." Affermai improvvisamente, riprendendomi con tutte le mie forze. O almeno, provai a farlo, fuggendo.
Si, io fuggivo, fuggivo sempre dai problemi, ero una codarda di merda. Quanto mi odiavo, quanto cazzo mi sono odiata in quel momento.
 Sarebbe stato meglio andarsene dalla faccia della terra, ma abbandonare la stanza fu l'opzione più' accessibile; cercai, quindi, più' velocemente possibile, di uscire da lì e di non badare al suo stato pietoso quanto vulnerabile. Non mi piace spezzare i cuori, non mi piace per niente.
Aprendo la porta, non gli diedi neanche il tempo di fermarmi; scesi la rampa di scale attenta a non inciampare, con velocità inaudita da far invidia al migliore dei maratoneti.
Non appena arrivai al piano terra, Seward mi apparve davanti come una visione divina; studiandomi dalla testa ai piedi, mi fece capire che aveva intuito ciò che avevo appena fatto con una delle sue espressioni piene di compassione e comprensione. 
"Hai fatto?" Mi chiese, dopo un po', serrando gli occhi.
"." Annunciai io, asciugandomi il viso sulle maniche della maglia.
Sentii i suoi occhi addosso per una decina di minuti, collaborarono con le mie gambe fragili a non farmi abbandonare l’alloggio come era mia intenzione, tenendomi piantata al suolo.
"Io ora salgo su e glielo dico" No, porca puttana, non rovinare tutto!
Si fiondò verso le scale, mettendo un piede sul primo scalino ma, prima che potesse salirne altri, cercai di fermarlo.
"Johnny no! Ti prego! C’ho messo un’eternità a lasciarlo, non rovinare tutto.." Singhiozzai, sperando di essere compresa dal nanerottolo testardo.
"Kay, ti voglio bene. Voglio bene ad Haner. Devo!" Detto questo, mi abbandonò definitivamente per raggiungere Brian.
Da una parte avevo paura che Sarah scoprisse il tutto, ma la maggior parte di me aveva preso quella decisione di Christ piuttosto bene; sarebbe stato perfetto se Brian l'avesse saputo, avrei potuto dormire sonni tranquilli, avrei messo il mio cuore in pace.

E’ davvero grandioso. Fantastico. Oh Dio, speriamo..
Afferrai il blackberry che avevo in tasca, ricercai il numero di Sarah e le scrissi un messaggio schietto e coinciso per informarla dell'accaduto. 
Non appena il messaggio fu inviato, lasciai la casa dei professori per avviarmi verso il mio, con gli occhi bassi, sembrando più afflitta possibile, anche se, internamente, gioivo.
Ora l’unica cosa che volevo fare era addormentarmi e lasciarmi alle spalle tutta la giornata straziante che avevo passato. Domani, però, non sarebbe sicuramente andata in modo migliore; domani, il mio compleanno.. Meraviglioso, un compleanno coi fiocchi.
Dopo aver raggiunto il mio dormitorio, mi accovacciai sul letto in posizione fetale, sperando di occupare il minor spazio possibile. Fin da piccola, quando volevo che qualcosa finisse al più presto, cercavo di addormentarmi e speravo di prender subito sonno, cosi da superare ciò che non volevo affrontare in fretta. Sfortunatamente quella notte non presi sonno, in realtà non chiusi occhio per tutta la fottutissima notte.
 
Dopo un paio di ore dal mio ritorno, sentii i passi pesanti di Lisa e Giuls avvicinarsi e, nonostante non volessero svegliarmi, anche se non stavo affatto dormendo, non fecero altro che fare rumori assordanti. Le sentivo bisbigliare qualcosa di incomprensibile, perciò decisi di “svegliarmi” e di intrufolarmi nei loro discorsi; aprii gli occhi, lentamente, sperando che avessero perso il loro rossore post disperazione, ma non mi diedero neanche il tempo di formulare una frase che iniziarono a riempirmi di domande riguardo a quello che era successo nel pomeriggio, dato che non ero stata in loro compagnia.
Cercai di ignorarle, ma dopo un po’ scoppiai. 
"L'ho lasciato. E' finita."
Bam, sono Kay, la delicatezza fatta persona.
Quella frase le spiazzò più di quanto lo fece con me, quando la pronunciai la prima volta. Erano... Incredibilmente dispiaciute. Il silenzio che calò subito dopo fu piuttosto imbarazzante.
Si rivolsero un’occhiata preoccupata, per poi piantarmi gli occhi addosso un’altra volta.
"Stai.. Stai scherzando, vero?" Rispose Giuls, contraendo la mascella.
Io, essendo consapevole che la mia voce stesse tremando, scossi la testa, girandomi sull'altro fianco e dando loro le spalle; sentii i loro sospiri, Lisa mi accarezzò il braccio senza dir nulla. Giuls, al contrario, parlò anche per lei.
"Devi darci delle spiegazioni, donna"concluse, passandosi la mano destra sulla fronte.
Mi alzai e mi sedetti sulle lenzuola, frugando nel mio cervello per delle frasi delicate e appropriate.
"Si, devo proprio."
Annuii infine, come se fossi stata sconfitta, ed iniziai a raccontar loro tutto ciò che dovevo dire, confidando nel loro buonsenso.
“Non dovevi farlo. Quella puttana...” disse Lisa, non appena finii il mio discorso.
Si, avrei voluto farla fuori anche io.
 
(punto di vista di Syn)
"Haner?" 
La porta della mia camera si spalancò.
Cercai con i miei poteri mentali di chiuderla, ma non avevo ancora raggiunto il livello di supereroe che serviva per la telecinesi, perciò mi limitai ad usare ciò che mi rimaneva, ovvero il dono della parola.
"Vai via, Seward."
 Johnny si intrometteva nella mia vita ogni volta che io non volevo aver contatti con il mondo esterno.
Quel piccoletto è una calamita dei guai.
"Brian." Abbassò la testa, fissando il pavimento come se fosse stranamente dispiaciuto. Cosa minchia vuoi?
"Cos'e' di -vai via- che non ti è chiaro?" gli chiesi dopo, rivolgendogli una delle mie peggiori occhiatacce. Esci, ti prego, non vedi che non sono nelle condizioni di ascoltare ciò che hai da dirmi?
"So cosa è successo e devo parlarti."
 
Grandioso, se n’era già vantata ai quattro venti? Se non la avessi amata davvero tanto, avrei cominciato ad insultarla senza un filo di compassione. Ma purtroppo..
"Parlare non serve a nulla. Non ho bisogno di essere consolato. Ora vattene e non rompere il cazzo."
"Haner, so perchè Kay ti ha lasciato."
Oh. Ah bene, allora ce l’hai un motivo per rimanere. Posso fare a meno di cacciarti, però sputa il rospo.
"Dimmelo, ma dopo sparisci."
Dopo un minuto di silenzio, si sedette ai piedi del mio letto come una mamma intenta a raccontare favole al suo bambino ed iniziò a raccontare, dandomi la stessa impressione di poco prima.
"Sarah vuole dire.."
"Lo so, arriva al punto."
"Kay l'ha implorata di non farlo."
Bene, allora non mi aveva già cestinato come pensavo. Questo mi sollevava un po’ dalla merda nella quale ero immerso.
"Ah." L’unica cosa che riuscii a dire. Quante parole,Brian, sono colpito.
"E Sarah le ha detto che l'unico modo per non divulgare quella falsa voce è finirla fra voi due."
Uh. Grandioso.
Lo sapevo cazzo, lo sapevo! Non era farina del suo sacco! Non voleva sul serio lasciarmi, ma l’ha fatto per... me. Nessuno aveva mai fatto qualcosa di così importante per me.
Guardai il nanerottolo, sentii il mio viso illuminarsi, e di consegueenza anche il suo riprese colore; ero.. felice. Avevo la certezza che quello che aveva fatto non c’entrava nulla con i suoi sentimenti per me.
"Mi stai dicendo che è stata costretta?!" Ero incredulo, mi sentivo ad un metro da terra.
Cazzo, merda, porca puttana troia.
"Non puoi capire quanto ti ama quella ragazza."
Avete presente quando ,dopo una buona notizia, sentite il vostro cuore risanarsi? Bene, il mio era stato praticamente trapiantato, lasciando il proprio posto ad un cuore nuovo di zecca.
"Oh.." mi sentivo onorato, meravigliato.
"Ora che si fa?" Aggiunsi dopo un po’, accigliandomi.
Uccidere quella lì? Buttarla fuori? Sputtanarla al mondo intero? Ti prego, devo sfogare la mia crudeltà su qualcuno. Porca puttana.
"Non ne ho idea." Rispose Johnny dopo un paio di minuti, scuotendo la testa, lentamente.
"Ma non possiamo dirlo direttamente a Baker e facciamo espellere quella troia?"Uh, sì. La cosa migliore da fare, evitando la violenza. Non meritava altro, cazzo.
"Andiamo!" urlò il nano, balzando giù dal letto e saltellando verso la porta come un grillo.
 
"Baker, ti dobbiamo parlare”
Seward non era mai stato così serio nella sua vita; ero abituato a vederlo sempre sorridente e positivo, ma in quell'occasione non sembrava neanche lui. Aveva lo sguardo fisso negli occhi chiari del chitarrista di fronte a noi, attento a non spostarlo da qualche altra parte, come se non volesse abbassarli, come se volesse fare capire che faceva sul serio. Si sentiva molto cowboy nei film western, pronto a far fuoco, ne ero sicuro. So che non era adatto quel momento, ma non potei fare a meno di ridacchiare di quello spettacolo senza precedenti. Lui mi guardò male, ovviamente. 
"Giusto in tempo.. Anche io devo dirvi qualcosa." Anche Baker era serio,  ma la sua serietà mi spaventò il doppio; gliel’aveva detto? Santissima merda, se solo gliel'avesse già riferito, l'avrei ridotta in poltiglia quella grandissima baldracca. Ok Brian, calma i bollenti spiriti,però. 
"Inizia tu." sussurrai, sedendomi sulla sedia davanti alla scrivania di ciliegio.
La stanza di Vee era la più grande, era posta all'ultimo piano del nostro alloggio; era una camera davvero enorme, piena di oggettini strani e collezioni mozzafiato. Entrando, la prima cosa che saltava all'occhio era il tavolo da lavoro posizionato all'angolo più buio della stanza; come sapete, Zacky , sotto il grasso in eccesso e la stupidità che lo caratterizzava, aveva un cervello che, stranamente, aveva tutti i fottutissimi ingranaggi a posto. Era un artista, faceva magliette e divise intere per ogni alunno, disegnava le copertine dei nostri album e tutto ciò che gli passava per la testa. Poi l'attenzione veniva catturata dal numero immenso di chitarre appese alla parete color pastello; ovviamente io ne possedevo di più.. Andiamo, le mie chitarre sono fottutamente migliori di quelle di Vee, porca puttana se lo sono! Ma proseguiamo.
Aveva anche un enorme specchio dietro la porta, e, non appena mi sedetti e riuscii a vederlo, non potei fare a meno di darmi un'occhiata. Okay, ero distrutto, triste, deluso, nervoso, ma cazzo se ero figo... Come si fa ad esserlo così tanto? Oddio, mi sposerei. 
Christ mi colpì con uno schiaffo sulla schiena, rivolgendomi un'occhiataccia degna di una maestra all’alunno più vivace della sua classe. Baker abbassò lo sguardo, girando velocemente i pollici.
"Mi dispiace Gates. Devo sospendere Kay."aggiunse poi.
Cosa?! Kay?! Cosa cazzo dici Zacky?! Oh santissimo Jack Daniels, non farmi prendere colpi, ho una certa età io. 
"Eh?!" chiese accigliato il nano al mio fianco. Nonono, non puoi sospenderla pezzo di merda. 
"Un'alunna mi ha segnalato una cosa che non doveva fare." No ascolta, se c'è qualcuno che deve essere buttato fuori dalla scuola sono io, non lei. Cazzo Baker. 
"Dimmi che è quella bionda di merda e le faccio esplodere il silicone che ha nel petto." affermai io, nervoso.
"Gates, le ha dato un pugno e le ha rotto il naso! Questo ti sembra un comportamento coerente?"
Ah già.. Il naso.. Vabbè, ma gliel’avevano pure rifatto male, le ha fatto un favore.
"Baker, io e Sullivan ci siamo picchiati. Prima dovresti buttare fuori noi."
"Voi siete professori."
"Lei è la mia ragazza."

Mi guardò spiazzato, stringendosi tra le spalle.
"Giusto.. Okay dai, vedrò di non sospenderla, ma dille che non deve farlo più, okay?"
Baker ragionava, lo amavo quando faceva così... Da amico, s'intende. Girava voce che tra le mie fan qualcuno appoggiasse la coppia me/Zacky. Lo trovavo ripugnante.
"Baker, quella ragazza voleva venirti a dire che l'ho violentata, perchè ha la pagnotta in forno."
Ad un tratto, Zacky mutò espressione.
"Cosa?!" era incredulo.
"Hai tradito Kay?!" No cazzo! Ti pare?
"No, quando è andata via me la sono scopata, ma niente di che.."
Calò il silenzio, ci fu un triangolo di sguardi.
"Comunque, quella troia mi sta sul cazzo da sempre." aggiunse dopo un po’ Christ, che nel frattempo si era impegnato a non esultare come era solito fare, ovvero salendomi sulle spalle. Quel nanerottolo era stupido, troppo stupido, era il più piccolo e amavamo prenderlo in giro; era piuttosto paziente e, anche se a volte era stressante, non potevamo fare a meno di lui. Era il più energico. Era un grande.
"La terrò d'occhio. Grazie di avermela segnalata. A proposito, volete vedere i miei nuovi lavori?" gli occhi chiari di Baker s’illuminarono come fari in spiaggia.
Non ci diede neanche il tempo di rispondergli, era già catapultato sulla scrivania ad afferrare i suoi disegni per mostrarceli. Grandioso, avremmo passato tutta la notte a sopportare i suoi discorsi da artista incompreso di metà ottocento.  Che poi, tra l’altro, domani sarebbe il compleanno della mia ragazza e io non avevo neanche comprato un regalo per lei. Sono o non sono un fantastico fidanzato?
   
 
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