Libri > Il diario del vampiro
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Autore: _Arya    24/01/2012    4 recensioni
Il Dio chiamato Amore lavora con diversi metodi…
Ci sono casi in cui può capitare che due mondi totalmente opposti si scontrino provocando una forte collisione. A volte può capitare che passino mesi, se non anni prima che un finto ceco riesca a vedere la vera luce. Altre volte una persona incontra il suo universo opposto e seppure ne rimane affascinato, lo evita con destrezza.
In quella notte di metà ottobre il Dio Amore decise di mettersi in gioco attraverso un vampiro sanguinario. Ogni cosa che accadde rimase un loro piccolo segreto, che avrebbe unito per sempre l’anima della piccola strega di nome Bonnie McCullough al destino di Damon Salvatore.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un Legame fatto di Ricordi'
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III Parte

Sotto forma di un magnifico corvo nero dal piumaggio lucente, Damon volava basso, osservando la piccola cittadina di nome Fell’s Church, cadere a poco a poco tra le braccia di Morfeo. Era giunto lì seguendo suo fratello Stefan, spinto dalla curiosità del motivo per il quale il suo fratellino si aggirasse nei confini della città già da un po’ di tempo, come uno stupido e qualunque cagnolino in calore.
I suoi occhietti catturarono una scena alquanto bizzarra: una ragazza correva, come se alle calcagna avesse un terribile predatore, tra gli alberi del parco deserto che lui stesso stava sorvolando.
Quando percepì un’aurea di Potere capì che quella ragazza era in pericolo. Quella ragazzina così spaventata aveva si, un predatore che la inseguiva, ma non un predatore qualunque. Nascosto tra le tenebre e spostandosi a grande velocità, Damon percepì la presenza di un suo simile, di un vampiro.
Sarebbe passato oltre, se all’improvviso intorno alla ragazza piombò la nebbia più fitta.
Quello era uno dei suoi giochetti preferiti e per manipolare e piegare i fenomeni atmosferici occorreva possedere un discreto Potere.
Qualcosa, ironicamente, gli suggerì che non si tratta del suo fratellino.
“Come se Stefan fosse solo lontanamente in grado di mettere in piedi uno scenario degno di un film dell’enigmista.”
Spinto dalla curiosità, scese e si appollaio su un ramo.
Rischiò quasi di cadere a terra come una mela troppo matura, per la sorpresa quando riconobbe quell’uomo, collegando quel volto da ebete ad un vampiro di vecchia conoscenza.
Era rimasto inerme quel tempo necessario per farli capire che era cambiato dalla prima e ultima volta che lo aveva visto.
Stranamente si pentì di non averlo fatto fuori quella notte a Firenze nel 1864.

***

A quel tempo quel vampiro era un novellino e aveva sentito parlare di lui, Damon Salvatore, da altri vampiri che si aggiravano per il capoluogo toscano e nelle città vicine.
Damon si trovava in compagnia di una graziosa fanciulla, che stava cercando di dimenticare il suo ormai ex fidanzato, soffocando il suo dolore nel peccato e nella lussuria in una strada priva di testimoni, eccetto uno. Le labbra della giovane stavano per sfiorare quelle di Damon, quando questo voltò lo sguardo improvvisamente.
<< C'è qualcosa che non va? >>, chiese in un sussurro la ragazza. Damon in risposta le fece segno di tacere e si allontanò.
Un'ombra nera gli passò accanto superandolo. Nel momento che si girò la ragazza non c'era più.
<< Credo che stasera qualcuno ha intenzione di finire all'altro mondo >>, disse Damon rivolto all'oscurità.
<< Si e non sarò di certo io >>, disse in tono minaccioso un ragazzo emergendo dall'ombra.
Per un braccio teneva saldamente ferma la ragazza che cercava inutilmente di divincolarsi.
<< Certo che non posso lasciarti un'ora da solo che subito ti cacci nei guai. Incomincio a pensare che tu abbia un sesto senso per questo, mon ami. >>
<< Io, invece, ti avevo lasciato non con una, ma con due ragazze. Dove sono Sage? >>, chiese Damon al vampiro che con un sorriso che la diceva fin troppo lunga lo raggiunse.
<< Eravamo proprio sul più bello, quando quelle due smorfiose si sono addormentate, credo non reggessero troppo l'alcool >>, rispose Sage .<< Togliti quel tuo sorrisino mon petit tyran perché a te, da quel che vedo, non è andata meglio. >>
<< È una cosa che riguarda me e lui >>, intervenne il vampiro indicando Damon con un cenno del capo.
<< Dove le hai lasciate? >>, chiese Damon a Sage, ignorando il vampiro.
Sage corrugò la fronte e dopo averci pensato su rispose con un semplice: << Je ne sais pas.>>
<< Come non lo sai! >>
Sage alzò le spalle e gli sorrise.
<< William lasciami mi fai male >>, disse la ragazza, che attirò nuovamente l'attenzione di Damon e quella di Sage.
Il vampiro, che doveva chiamarsi William, strinse la presa sul braccio della ragazza, nel suo sguardo vi era un'aria di sfida che non accennava a distogliere da Damon.
<< A quanto pare stasera hai fatto incazzare qualcuno >>, disse Sage rivolgendosi a Damon.
<< Sai che grossa novità >>, rispose il vampiro non curante.
<< Tu sei Damon Salvatore, dico bene? >>
<< Conosci quel damerino, mon chéri? >>, domandò Sage.
<< No, ma a quanto pare lui conosce me. >>
<< Ho sentito parlare di te...>>, incominciò con voce possente e minacciosa William.
<< Se hai sentito parlare di me, saprai anche che non devi farmi arrabbiare e ti avverto, sei sulla buona strada per finire nei guai >>, tagliò corto Damon. << Avanti cosa vuoi? >>
<< Ti consiglio di alzare i tacchi e andartene ragazzo, oggi è stata una brutta giornata e non rispondiamo completamente delle nostre azioni >>, aggiunse Sage.
Il vampiro di nome William, incerto sul da farsi, mostrò i lunghi canini, sorrise e senza esitazione li affondò nel collo della ragazza.
<< Stupides >>, commentò Sage scuotendo la testa.
<< Detesto i vampiri novelli, soprattutto se sono sbruffoni >>, controbatté Damon che si scagliò sul giovane vampiro.
Ci volle un solo secondo e William si ritrovò con la parte del volto sinistro immobilizzato su una parete fredda di mattoni rossi, le braccia dietro la schiena.
<< Se hai ancora dei dubbi, sappi che sei ufficialmente nei guai >>, incominciò Damon, prendendo per i capelli William, costringendolo a rivolgere il suo sguardo alla ragazza. << Quella era la mia cena, ma non ti ucciderò solo per questo>>, disse Damon ormai furibondo. << Mi hai fatto arrabbiare e mi hai sfidato. Di solito chi lo fa, fa una brutta fine >>, dicendo questo Damon lo scaraventò a terra.
<< Allora prima che ti regali un biglietto di sola andata per uno dei posti più caldi che uomo conosca, perché mi sei venuto a cercare? >>
Prima che William ebbe il tempo di rispondere alla domanda, Sage scoppiò in una fragorosa risata.
<< Hai messo piedi in acque troppo pericolose per te, garçon. Se cerchi un po' di rispetto o fama, chiamala come preferisci, vai a cercarla da qualche altra parte anche se credo non vedrai l'alba di domani. >>
William cercò di alzarsi, ma Damon gli risparmiò questa fatica.
<< Vediamo se ho capito bene. Tu mi avresti rovinato questa serata, serata che volevo passare tranquillo con nessuno da prendere a pugni, solo perché tu cerchi un po' di dignità tra i vampiri? >>, domandò Damon trattenendo un ringhio, tenendo William per i lembi della giacca ormai fuori controllo. << E come avresti intenzione di fare? Illuminami. >>
<< Uccidendoti. >>
<< Condoglianze ami >>, disse Sage con un mezzo sorriso.
<< Hai un ultimo desiderio prima che ti spedisca all'inferno? >>, domandò Damon.
In quel momento, proprio quando sentiva la morte vicina, qualcosa scattò in William che divincolandosi e tirando pugni all'aria riuscì a liberarsi. incominciando così a correre.
<< Vai da qualche parte? >>, domandò Damon comparendoli davanti, mentre si rigirava tra le mani un paletto di legno. Non aspettò neanche la risposta che assestò un gancio destro sotto il mento di William che questo volò all'indietro.
<< E pensare che volevo concederti una morte veloce e indolore, ma indovina? Ho cambiato idea. >>
Damon prese per i capelli William e gli piantò il paletto in mezzo allo stomaco. Il giovane cadde sulle ginocchia. << Ti lascerò andare >>, disse Damon sotto lo sguardo meravigliato di Sage e quello incredulo di William.
<< Ti lascerò andare non per pietà, ma per farti ricordare questa sera per l'eternità dove, invece di guadagnarti il rispetto di altri, ti sei fatto un nuovo nemico. >>
Dicendo così Damon piantò alla base del collo di William il paletto di legno che prima aveva estratto dal suo stomaco. William urlò e si accasciò di lato sulla strada.
<< Prega di non trovarti sulla mia strada in futuro o di farmi arrabbiare >, disse Damon. << Altrimenti non esiterò ad ucciderti e sarà una morte lenta e dolorosa. Questa è una promessa. >>
Dandoli un calcio in pieno ventre, come per suggellare quella promessa, Damon lo lasciò agonizzante in mezzo alla strada.

***


All'improvviso un urlo agghiacciante riportò Damon alla realtà.
Ci vollero tutti i suoi cinquecento anni per non intervenire e mantenere quella promessa fatta decenni prima a quel vampiro. Questa volta lo avrebbe ucciso e non avrebbe esitato. Una morte lenta e dolorosa. Damon non chiedeva di meglio per quell'idiota. Il vampiro assaggiò il sangue della ragazza e a quella vista la rabbia che aveva sentito nascere poco a poco esplose tutta in una volta. Serrando i pugni e riducendo un sassolino in polvere si impose di calmarsi. In una parte della sua mente c'era uno strano pensiero, quello stesso pensiero che cercava in tutti i modi di venire fuori, a cui Damon non voleva dare conto.
Dentro di se sentiva ribollire la rabbia accumulata in quell'ultima ora. Non aspettava altro che farla esplodere e questa non chiedeva altro di liberarla e farla scatenare.
<< Il sangue puro è sempre il più dolce >>, disse il vampiro, godendo del sapore del sangue appena assaggiato.
“Quel verme schifoso ha i minuti contati.”
Ormai Damon era fuori di se attento, però, a mantenere l'aurea bassa.
Anche se non sapeva il perché, non voleva che quella ragazza morisse. Di nuovo quel pensiero si intensificò, ma cercò di concentrarsi sul vampiro ignorandolo per l'ennesima volta in una sera. Si convinse che non voleva che quella ragazza morisse per mano di quell’idiota.
<< Voglio solo che tu sappia che mi dispiace >>, disse con un filo di voce il vampiro, pronto ad affondare i denti nel collo dell’umana.
<< Chissà perché credo che lo sarai ancora di più quando inizierò a prenderti a calci e finirò infilandoti un paletto in mezzo al cuore >>, sbottò Damon, dando voce ai suoi pensieri.
Era da un po’ che non prendeva a pugni qualcuno. Non si ricordava l’ultima volta che aveva impalato un vampiro. Quell'occasione era troppo ghiotta specialmente se a beccarsi un paletto nel cuore era quel vampiro.
<< Fatti vedere maledetto >>, disse il vampiro cercando di individuare dove si trovasse Damon.
Se all’inizio era stato attento a mantenere la sua aura il più bassa possibile, adesso non se ne curava più. Adesso poteva sentire l’aura di quel vampiro.
“Quasi speravo che fossi più forte…”
Un sorriso si dipinse sul volto di Damon osservando attentamente il vampiro.
<< So che sei qui >>, urlò il vampiro.
“…E più intelligente”
Il sorriso di Damon si allargò.
Si appoggiò con la schiena ad un albero e attese che il vampiro si accorgesse della sua presenza, come dal loro primo incontro.
Sapeva che era un novellino a confronto con i suoi anni. Sapeva che quel verme era visibilmente sconvolto per il suo Potere. Presto ci sarebbe stato un vampiro in meno che cammina sulla faccia della Terra.
Tutto questo fece ridere Damon.
Il vampiro si girò nella sua direzione.
<< Damon >>, disse, nascondendo il nervosismo nella sua voce che non sfuggì a Damon.
“Ci sarà da divertirsi”
<< Oserei quasi dire, chi non muore si rivede >>, disse Damon.
William non osava staccare gli occhi da quelli di Damon pronto ad anticipare ogni sua mossa.
<< Noto con piacere che non ti sei dimenticato di me. >>
<< È difficile dimenticarsi di uno come te, Damon. >>
<< Non potrei essere più d'accordo >>, disse Damon sorridendo.
Gli occhi di William corsero velocemente alla ragazza poi ritornarono su Damon.
<< Quindi, se ti ricordi di me, devo dare per scontato che ti ricorderai anche della promessa che ti feci più di un secolo fa o per caso devo rinfrescarti la memoria? >>, aggiunse Damon con tono serio.
Si staccò dall'albero e uscì sotto la luce della luna.
<< Avrei dato per certo che dopo il nostro incontro non saresti durato così tanto, che qualcun altro mi avesse tolto il privilegio di impalarti, invece...>>
<< Quindi sei sorpreso di vedermi. >>
<< Al dire il vero, si >>, ammise Damon. << All'inizio non ti avevo riconosciuto, non ti avevo collegato all'idiota che andava in giro alla ricerca di vampiri ben più forti di lui. Vedo che hai perso quel tuo vizio altrimenti non saresti ancora vivo, per quanto un morto vivente possa esserlo è ovvio. >>
I due vampiri si osservavano. Damon con il suo solito sorrisino strafottente, William che a stento controllava la sua rabbia e la sua tensione.
<< Da quanto mi stai spiando? >>,domandò serio.
<< Abbastanza>>, rispose Damon semplicemente.
Damon accorciò la distanza che lo divideva da William che si irrigidì.
<< Abbastanza per usufruire di quel biglietto di sola andata per quel posto caldo dove c'è tanto fuoco e disperazione. Hai presente? >>
Non aspettò una vaga o seria risposta, che in mezzo secondo raggiunse William. Questo si vide sferrare un pugno sulla mascella destra cadendo sul terreno freddo. Sul volto si era disegnata una maschera di incredulità.
<< A…>>, incominciò William, ma non fece in tempo a continuare la frase che un pugno sotto il mento lo fece volare per terra.
Damon lo prese dal giubbotto e facendolo alzare, lo sbatté contro un tronco di un albero. Alcune foglie secche caddero sul tappeto  soffice di foglie rosse e marroni.
<< Andiamo Damon, dopotutto noi siamo uguali >>, disse William che si provò a liberare.
Damon tenendolo dal giubbotto lo sbatté ancora più forte sul troncò dell’albero che vibrò.
<< Non osare neanche a credere per un solo secondo di essere uguale o alla pari con me, ragazzino >>, gli ringhiò Damon.
Negli occhi di William, Damon, vi lesse semplicemente pura e sorpresa.
<< E per quella ragazza? Se sapevo che era tua non mi sarei nutrito di lei. Se lo sapevo…>>
<< Certo. Non l’avresti condotta qui, non l’avresti spaventata a morte, non l’avresti quasi uccisa e soprattutto non avresti mai osato assaggiare il suo sangue >>, disse Damon ormai fuori di se.
<< Sc…>>, provò a dire William, ma Damon lo afferrò per i capelli e indirizzò il suo sguardo verso la ragazza.
<< Quella ragazza non la conosco >>, gli confessò Damon a William. <>
Probabilmente fu questa frase a far scattare William che con un calcio allontanò Damon.
<< Tu non conosci questa ragazza?>, urlò William indicando l’umana che si ritrasse. << Questo non dovevi farlo Damon.>>
Dicendo così William si scagliò contro di lui intanto che la sua aurea aumentò vertiginosamente così da stupire Damon.
“La cosa incomincia a farsi interessante”
Damon riuscì ad evitare un pugno sferratoli da William. I due vampiri continuarono a sferrare fendenti che riuscivano entrambi a schivare, fino a quando William sparì dalla vista di Damon.
<< Nasconderti non ti servirà a niente, dovresti saperlo >>, disse Damon cercandolo con lo sguardo e sondando l’area con il Potere.
Sul volto di Damon si dipinse un sorriso. Sentì il sordo rumore provocato dal pezzo di legno lanciato da William alle sue spalle. Quando fu abbastanza vicino, a velocità sovrumana, si voltò e prendendo il paletto lo ritirò con maggior forza al suo emissario.
Il bastone finì incastrato in un tronco di un albero.
Damon non fece in tempo a schivare il pugno di William che lo colpì in piena pancia.
Sentì un dolore dietro alla testa che lo fece accasciare a terra.
<< Non dovevi intrometterti, questo ti costerà caro >>, disse sprezzante William. << Ora farò ciò che non ho fatto nel 1864 e mi vanterò che io, William, ho messo fine alla vita di Damon Salvatore. >>
Un odore che non piacque per niente colpì Damon, che riuscì a sollevare la testa. Vide William intaccare il pezzo di legno con una boccetta contenente della verbena. Si diresse verso Damon con il paletto in mano.
<< Sai Damon, detto sinceramente, mi aspettavo di più >>, disse William avvicinandosi sempre più a Damon.
<< Non temere piccola appena ho finito con lui sarò da te. >>
Quella frase riferita a quella ragazza provocò in Damon un scarica di energia in tutto il corpo. La stessa che aveva sentito per tutta la sera. Damon non voleva pensare al perché, voleva solo far fuori quel inutile vampiro.
Si alzò senza troppa fatica e guardò William negli occhi.
“Ne ho abbastanza di te inutile verme. Adesso rimpiangerai quest’ultima ora passata a divertirti a spese di questa ragazza.”
Damon si sorprese a pensare questo. Non era da lui. Dopotutto non era neanche da lui salvare ragazze in pericolo. Cosa aveva questa ragazza? Perché voleva a tutti i costi che non morisse? Perché stava rischiando la sua vita per assicurarsi la sua?
Damon rispose a queste domande convincendosi che era solo per vendetta e per mantenere una promessa che aveva fatto anni fa. Per quanto poteva essere pericoloso quando Damon Salvatore prometteva una cosa, la manteneva sempre.
William sorrise a Damon. << Sapevo che non sarebbe stato facile farti fuori, ma ancora non capisco perché lo fai, di solito è tuo fratello il cavaliere bianco. >> Fissando Damon domandò: << Almeno ne vale la pena? >>
Damon per la prima volta in quella sera guardò veramente quella piccola ragazza che le sembrò così fragile, così indifesa, così pura.
I riccioli, di un colore che si poteva definire quello delle fragole, incorniciavano un viso pallido e grazioso.
Gli occhi della ragazza incontrarono quelli di Damon. Sentì nascere dentro di lui una strana energia, forse la stessa che era riuscita a farlo rialzare poco fa e che aveva avvertito nel corso di quella sera. Raggomitolata con le ginocchia al petto e le mani a cingerle, assomigliava a un gattino spaurito e tremante.
Così piccola e da sola in un mondo che in quelle ore della notte apparteneva alle creature come lui e per gli umani quelle stesse ore rappresentavano le più pericolose. In quei momenti una ragazza come lei, soprattutto se pura e graziosa, poteva essere una preda molto ambita e Damon questo lo sapeva bene. Aveva ucciso e si era nutrito di molte ragazze come lei nel corso degli anni, ma sentiva, vedeva, che quella stessa ragazza così indifesa era diversa. In qualche modo a lui sconosciuto lo riusciva a percepire. Era come se guardandola si potesse vedere la tenerezza e la dolcezza fatta a persona. Quei due sentimenti a lui non appartenevano, né la tenerezza né la dolcezza. Non ricordava cosa fossero, cosa si provasse ad avere a che fare con loro. Aveva dimenticato che tra tutte le emozioni e i sentimenti ci fossero anche quelle due.
Fu in quel momento che la risposta arrivò chiara dentro di lui.
Si, ne valeva la pena.
Damon si scagliò contro William, che si ritrovò per la seconda volta con la schiena contro un albero. Una mano di Damon era intorno alla gola di William e con l’altra gli strappò il paletto di mano.
<< Lo considero un si >>, bofonchiò William accennando un sorriso.
Damon gli tirò un pugno in pieno volto. Immobilizzò William a terra, un ginocchio sulla sua spalla destra, con il palmo della mano rivolto verso l’alto.
Pervaso dalla parte fredda o sanguinaria che dimorava dentro di lui, prese il paletto intaccato di verbena e incise sul palmo destro di William un taglio obliquo che andava da parte a parte.
William urlò.
<< Fa male? >>, domandò Damon.
William con la mano libera tirò un pugno al terreno.
Prese le dita della mano destra di William e dopo averle strette facendole sbiancare ancora di più, esercitò una minima pressione. Sotto i ringhi del vampiro, Damon piegò la mano di questo in modo che toccassero il braccio. Sentì le ossa del vampiro rompersi con un suono cupo.
William urlò, se possibile, ancora più forte.
<< Fa male ragazzino? >>, gli domandò di nuovo Damon.
<< Te ne pentirai maledetto bastardo. >>
<< Come siamo maleducati >>, disse Damon quasi offeso. << Soprattutto in presenza di una fanciulla. Ora capisco perché non hai molto successo con queste deliziose creature. >>
<< O perché tu ne hai, vero Damon? >>
<< Credimi se ti dico che potrei farti scuola >>, rispose Damon divertito.
<< Una certa Katherine la pensava diversamente >>, disse William guardando con la coda dell’occhio Damon.
Damon a quel nome si fece serio, il sorriso scomparve dal suo volto. Prendendolo per i capelli costrinse William ad alzarsi, gli sferrò un calcio dietro il ginocchio sinistro. William cadde sulle ginocchia sul terreno umido e si ritrovò la figura minacciosa di Damon davanti.
<< Come fai a conoscere quel nome? >>, chiese scuro in volto. << Rispondi! >>
<< Credi davvero che dopo il nostro primo incontro non abbia fatto ricerche su di te? Dimmi, ti diverti ancora a flirtare con le ragazze di tuo fratello, Stefan Salvatore? >>
<< Non so come tu faccia a sapere di Katherine, ma so che marcirai all’inferno. >>
Dicendo questo non gli diede il tempo di controbattere che gli infilò il paletto di legno in mezzo al cuore.
William cadde a terra.
Damon, guardando la luna alta nel cielo, fece un respiro profondo. Si girò verso la ragazza, che stava fissando a occhi sbarrati il corpo a terra del vampiro.
Si avvicinò a lei.
La ragazza aveva un collo delicato con vene blu, dove al loro interno scorreva il sangue più dolce che Damon ricordasse, sotto una pelle chiara. Due occhi grandi, di un colore castano chiaro, lo stavano fissando. I capelli, che sembravano semplicemente in fiamme, scendevano lunghi sulle spalle formando boccoli perfetti. Questi incorniciavano un viso delicato a forma di cuore. Damon collegò quella piccola figura ad un gattino o ad un folletto.
Ora capiva perché quello stupido vampiro aveva perso il controllo e la voleva, capì perché il potere di William era aumentato. Quella ragazza non era una semplice adolescente, quella ragazza era una strega e nutrendosi del suo sangue aveva aumentato i suoi poteri.
“Damon hai rubato il pasto a un tuo simile, vergognati.”
A quel piccolo pensiero ironico Damon non riuscì a trattenere un sorriso.
La ragazza rabbrividì. Damon si domandò il perché, ma li bastò un attimo per capirlo.
Una caratteristica inconfondibile dei vampiri è avere lunghi canini.
<< Non voglio farti del male >>, disse cercando di rassicurarla.
<< Anche tu sei un…un vampiro, vero? >>, domandò la ragazza distogliendo i suoi grandi occhi da quelli di Damon.
<< Si, ma a differenza di quello che ti stava per..be a differenza sua io sono buono. >>
“Questa è la cazzata più grossa degli ultimi cinquant’anni. Buono non è un aggettivo a te appropriato. Se saprebbe quello che combini in giro per il mondo scapperebbe a gambe levate”.
Damon cercò di ignorare quella vocina che faceva eco dentro di lui, anche se sapeva che aveva perfettamente ragione.
Gli vennero in mente una lunga lista di diversi episodi che non solo l’avrebbero fatta scappare, ma con ogni probabilità si sarebbe visto arrivare qualche schiaffo da quella ragazza. Pensandoci su ci si poteva scrivere un libro sulle bravate di Damon Salvatore.
Per non parlare poi delle cose che combinava a suo fratello minore…
“Adesso non è proprio il caso di pensare al tuo caro e amato fratellino”
Avvicinandosi alla ragazza si strappò un pezzo della sua camicia nera e prese delicatamente la mano della ragazza. Con sorpresa di Damon non la ritrasse.
Legò il pezzo di seta intorno alla ferita.
La ragazza lo guardò intensamente. Quando cercò di alzarsi per poco non si schiantò al suolo, ma Damon la prese in tempo per la sua piccola vita.
La ragazza aprì gli occhi che incontrarono quelli di Damon. Era conciata proprio male.
<< Mmmm forse è meglio se ti riaccompagno a casa. >>
La ragazza annuì.

***

 
Damon era immerso nei suoi pensieri, quando sentì stringersi la camicia di seta.
Due labbra calde e delicate gli sfiorarono il collo posandosi in un piccolo bacio.
<< Grazie >>, disse la ragazza tra le sue braccia.
Damon guardò quella piccola fanciulla che aveva gli occhi chiusi e la testa appoggiata alla sua spalla e un sorriso si dipinse sul suo volto.
“Non un gattino. È un tenero, piccolo, fragile uccellino rosso.”
 
 

 
 
 
L’angolo di Lilydh

Ed eccomi ad aggiornare con il terzo capitolo di questa mia storia.
Nella seconda parte ci siamo lasciate con la comparsa di Damon e di William (e si, il pazzo psicopatico ha un nome) chiamarlo per nome.
Ho notato che nelle recensioni nessuna si è soffermata su questo piccolo particolare.
Damon conosceva William, ma come anche lui ha scoperto era William a conoscerlo di più.
Una scena su cui mi vorrei soffermare è il flash back. Una delle mancanze, una delle tante mancanze, della cara Lisa Jane Smith è non portare i suoi lettori a spasso per il tempo. Stefan e Damon hanno la bellezza di cinquecento anni e passa suonati l’uno. Dal 15oo fino ad oggi cosa mai avranno combinato i nostri cari Salvatore? Boh. Nebbia fitta. A parte qualche rara frase o notizie sparse qua e là per i libri, non sappiamo davvero niente. Questa cosa mi dispiace davvero.
Quindi mi sono divertita a inventarmi un mini ricordo del passato di Damon.
E dove potevo ambientarlo se non a Firenze e con Sage?
Sottolineo che qui Sage è un ragazzone francese, non una donna come lo sarà nella serie TV. Sorvoliamo anche su questo punto va….
Adoro Damon e Sage insieme e un’altra cosa che mi dispiace è di non aver potuto leggere la storia di questa amicizia per certi versi selvaggia e pericolosa.
Chissà magari un giorno darò vita ad una FF raccontando proprio questo.
Vi aspettavate qualcosa del genere mie care fanciulle?
Vi do giusto due piccole anticipazioni, sono buona oggi dai.
Nel prossimo capitolo, nonché ultima parte della storia, Damon sarà abbastanza in difficoltà per la vicinanza di Bonnie e viceversa.
Oserei dire che Damon sia già in difficoltà da questo capitolo…

Aspetto le vostre recensioni,
Lilydh
  
  
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