3-Rivelazione
Dopo il trambusto causato dal malore di Harry (“Tutto a
posto, tutto a posto...sarà l’emozione per avermi
rivisto, a volte la felicità
può essere fatale!” aveva assicurato Allock) ed il
tempestivo intervento di
Piton (“Poche storie, Potter, dobbiamo lavorare!”
aveva sentenziato,
versandogli spietatamente in testa una brocca d’acqua
gelida), la Umbridge
propose uno spuntino serale “per riflettere a stomaco
pieno”. L’idea fu
approvata all’unanimità ed ebbe benefici effetti
sul morale del gruppo: dopo
essersi saziato di panini, patatine fritte e cioccolata Harry
cominciò a
sentirsi allegro ed ottimista, benché ancora convinto di
trovarsi in una gabbia
di matti.
Per tutta la cena Allock non fece altro che chiacchierare:
tra un boccone e l’altro spiegò al suo ex allievo
le idee geniali che aveva
elaborato. “Naturalmente bisognerà sfruttare
l’effetto sorpresa, una bella
irruzione è quello che ci vuole. Dovremo eliminarne un bel
numero, in modo
che...Harry, tutto chiaro?”
“Chiarissimo!” rispose il ragazzo, che non aveva
sentito una parola. “Però il nome
Harry’s Angels non mi sembra abbastanza
aggressivo. Perché non ci chiamiamo...che ne so...Ordine
della Pernice?”.
Sfortunatamente, Allock lo prese sul serio. “Ordine della
Pernice...magnifico!
Si vede che sei stato mio allievo. Tutti d’accordo,
voi?”
“Si, Gilderoy!”
risposero in coro Piton, la Umbridge e Minus (“Diamogli
corda!” aggiunse Piton
a bassa voce).
Alla fine del pasto, Minus si alzò in piedi.
“Bene, ora che
abbiamo cenato passiamo a questioni più importanti. Harry,
se non sei troppo
stanco potremmo discutere della nostra missione: abbiamo molte cose da
spiegarti, e altre che vorremmo conoscere. Credo che tu voglia sapere
perché
sei qui”
“Per me va bene!” dichiarò Harry
incuriosito.
“Perfetto. Allora,
liberiamo il tavolo dalle cartacce e cominciamo”.
Harry si aspettava che Allock prendesse la parola per
illustrare i suoi assurdi piani, invece fu Minus a cominciare, in tono
nervoso
e risoluto. “Sapete tutti perché siamo
qui!” esordì. “Il mondo magico sta
attraversando un momento difficile ed è nostro dovere fare
qualcosa, anche per
rimediare alle azioni malvagie che abbiamo commesso. Siamo una squadra,
e il
nostro obiettivo è uno solo: aiutare il Prescelto a
distruggere il Signore
Oscuro!”
“Fosse così facile!” borbottò
Harry.
Piton lo guardò in modo non
troppo amichevole. “Aspetta, Peter...come al solito Potter
sembra saperne più
di noi. Ti dispiacerebbe illuminarci, Prescelto?”.
Tutti si voltarono verso il
ragazzo, in attesa. “Gli Horcrux! Se non li distruggiamo non
potremo uccidere
Voldemort!” spiegò Harry, sperando che Piton si
strozzasse con una nocciolina.
Tutti fecero un salto sulla sedia (sfortunatamente Piton
sputò la nocciolina,
che finì nell’occhio di Allock). “Santo
cielo, ragazzo...quel nome mi fa ancora
effetto!” si scusò Peter, asciugandosi il sudore.
“Dunque tu sai degli
Horcrux...te ne ha parlato Silente?”
“Sì...li stavamo proprio cercando quando
lui...quando è morto!” rispose il giovane mago,
dando un’occhiataccia a Piton.
“Meraviglioso, questo rende tutto più facile.
Potresti per favore spiegarci
l’esito delle vostre ricerche?” chiese ancora
Minus.
“Secondo il preside,
Vol...ehm, quello lì ha creato sei
Horcrux” cominciò Harry. “Di questi, due
sono stati distrutti: il diario che
ha incantato Ginny e l’anello di famiglia appartenuto al
nonno di Riddle.
Credevamo di averne trovato un terzo, il medaglione di Serpeverde, ma
era un
falso: l’originale è stato preso da un certo
R.A.B.”
“R.A.B...ah, Regulus
Black, il fratello di Sirius! Dunque ha fatto qualcosa di buono nella
sua
inutile vita!” commentò Piton.
“Ora che ci penso, indossava una strana collana
quel giorno...” mormorò Minus. “Ah, ecco
perché rideva quando Dolohov l’ha
ucciso! Credevamo che fosse matto da legare, invece ci stava fregando
tutti e
noi neanche lo sapevamo!”
“È saltato in aria insieme
all’Horcrux...immagina la
faccia dell’Oscuro, quando lo verrà a
sapere!” disse Piton sghignazzando.
“Ehm, Peter...mi dispiace interrompere il vostro tuffo nel
passato, ma io vorrei
sapere il resto, se non avete nulla in contrario!” intervenne
la Umbridge.
“Hai ragione, Dolly. Continua, Harry”
esclamò Peter.
Il ragazzo riprese:
“Secondo Silente rimangono tre Horcrux: la coppa di
Tassorosso, il serpente
Nagini, un oggetto appartenuto a Grifondoro o Corvonero. Dobbiamo
cercarli e
distruggerli”
“È proprio quello che vogliamo fare,
Potter!” disse Piton
sorridendo. “E per una volta sono più informato di
te. Si dà il caso che io
sappia cos’è il terzo Horcrux...e dove sono
nascosti gli altri due!”.
Harry rimase senza fiato: gli sembrò di capire come si era
sentito suo padre quando Lily Evans, invece di mandarlo al diavolo come
al
solito, aveva accettato di uscire con lui. “Lei sa dove sono
gli Horcrux? Che
aspettiamo allora, andiamo a prenderli!” gridò,
saltando sul tavolo e
sfoderando la bacchetta come D’Artagnan prima di un duello.
“Non così in
fretta, Potter!” lo bloccò Piton. “Sei
troppo precipitoso...come sempre.
Scendi da quel tavolo e lasciami finire”.
Harry scivolò di nuovo sulla sedia.
“Bene. Sono calmo. Potrebbe spiegarsi, adesso?”.
L’ex professore gli rivolse un
sorriso alquanto sgradevole. “Sei sempre il solito, Potter.
Usa il cervello,
ogni tanto. Eri già pronto a partire in quarta per cercare
l’Horcrux...ma l’hai
sempre avuto sotto il naso. Anzi...sopra!”
e così dicendo si avvicinò a Harry e gli
sfilò gli occhiali.
Il ragazzo li guardò confuso. “Non è
possibile!”
protestò. “Lei mi prende in giro!”
“E perché, Potter?” ribatté
soavemente
Piton. “In fondo tu sei un Grifondoro, nonché il
peggior nemico dell’Oscuro
Signore...una sorta di simbolo, se preferisci. Lui lo trovava molto
divertente...me lo ripeteva ogni tanto: «Sono o non sono un
genio del male,
Severus? Quel buffone di Silente non lo troverà
mai!». Una buona idea, non
trovi? Pensava addirittura di usare te, ma era troppo banale. Tra
parentesi,
non ti sei mai chiesto perché in sei anni di movimentata
vita scolastica ti sei
rotto tutto tranne gli occhiali?”.
Harry era troppo scioccato per rispondere:
fino a quella sera aveva portato a spasso un frammento
dell’anima di
Voldemort...e non se n’era mai accorto. “Avrei
dovuto sentirla...la
cicatrice...” mormorò.
“L’Oscuro è più sveglio di
te, a quanto pare!” affermò
sbrigativo Piton, gettando gli occhiali per terra. “E
adesso...avada kedavra!”. Un raggio di
luce verde
partì dalla sua bacchetta e colpì gli occhiali,
che esplosero in mille pezzi.
“Un problema in meno!” dichiarò,
riponendo la bacchetta. “Vuoi proseguire,
Peter, per favore?”.
Harry, incredulo, fissava i resti contorti dei suoi
occhiali. “Avada kedavra? Non poteva
usare qualcosa di più...leggero?”
“Gli Horcrux contengono frammenti di anima,
Potter, quindi devono essere uccisi, come un qualsiasi essere
vivente!” spiegò
Piton con calma. “Forse avrei potuto usare un altro
metodo...ma che ci vuoi
fare, è la forza dell’abitudine. Funziona anche
contro gli insetti, sai, meglio
dell’insetticida...e di solito non lascia tracce”.
Ignorando l’orrore dipinto sul viso di Harry, Minus
raccolse la montatura e la esaminò. “Forse
stavolta hai esagerato,
Severus...beh, non c’è problema: reparo!
Ecco, Harry, come nuovi!” disse porgendo gli occhiali al
ragazzo, che li prese
con una certa cautela.
“Molto bene!” esclamò Allock tutto
allegro. “Se non ho
capito male, mancano solo due...come si chiamano...Harfax?”
“Horcrux!” lo
corresse la Umbridge sospirando.
“Beh, quella roba lì...e poi potremo passare
all’azione! Ho già in mente un piano infallibile,
vedrete!”
“Una cosa alla
volta!” lo interruppe Piton. “Dobbiamo cercare il
secondo
Horcrux...tranquillo, Potter, non sono le tue mutande!”
“Cerchiamo Nagini?”
chiese Harry. Minus scosse la testa. “Non adesso, Harry. Il
nostro prossimo
obiettivo è la coppa di Tassorosso, e secondo le nostre
informazioni dovrebbe
trovarsi”, e i suoi occhi mandarono un lampo, “a Hogwarts!”.
La ricerca inizia!
Quali disastri combineranno i nostri eroi? Riuscirà
Voldemort a non morire dal
ridere quando l’Ordine della Pernice farà la sua
comparsa? Lo saprete nelle
prossime puntate!
Saluto tutti voi lettori
e vi assicuro che apprezzo molto Harry, anche se da questa storia non
si
capisce.
Per Palanmelen:
credo di aver tirato fuori questa storia...dagli appunti di Letteratura
Italiana: mentre li stavo copiando(a mezzanotte circa) mi è
venuta
un’improvvisa ispirazione, quindi ho mollato gli appunti e ho
scritto il cap. 1
sul primo foglio che ho trovato.