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Autore: La Kurapikina    24/01/2012    1 recensioni
Ciao a tutti!!! E' la prima cosa che scrivo una ff su loro e spero vi piaccia. E' una "riscrizione" con molti cambiamenti della casa della notte dal punto di vista di Damien, in cui la storia prende una piega diversa da quella descritta nei libri, soprattutto per quanto riguarda Jack
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Merda, questo non aveva senso!!

Sentii Zoey, Stivie Rae e le gemelle trattenere rumorosamente il fiato alle mie spalle, mentre i miei occhi si spalancavano i dismisura; dovevo sembrare un pesce satanico in quel momento; mi voltai verso le ragazze e le trovai tutte quattro con la mia stessa espressione sconvolta, quindi neanche loro ci avevano capito niente.

Tornai a guardare Jack, che mi fissava con gli occhi blu semichiusi, come se le palpebre fossero diventate improvvisamente pesanti: sembrava stanco, stanco di vivere in quella continua follia che evidentemente stava diventando la sua vita, o forse lo è sempre stata una follia, non lo so.

“Stammi lontano Damien.” Ripeté in un sussurro quasi inudibile: “Statemi lontano tutti: finireste nei guai con me… è sempre stato così, io porto guai.”

Le ragazze non si mossero di un millimetro e questo mi diede la certezza del fatto che la pensavano come me, quindi mi decisi ad agire: “Perché eri in infermeria appena arrivato qui?”

Non rispose.

“Stavi male perché hai tardato ad arrivare?” chiese timidamente Stivie Rae con il suo accento cento per cento Oki, ma Jack non emise un suono, anzi, abbassò perfino lo sguardo, agitandosi.

“Tesoro, o parli o non possiamo aiutarti.” Ecco Shaunee.

“E se non possiamo aiutarti ti troverai solo nei guai.” Ovviamente, questa era Erin.

Zoey rimase in silenzio, ma potevo percepire il suo sguardo nero pece puntato sul nuovo arrivato e sulla mia schiena.

Jack continuava a non parlare, come se non sentisse ciò che gli dicevamo, poi, di colpo, la sua timidezza svanì e la fredda maschera da perfetto stronzo tornò a nascondere il suo bel faccino dolce; si allontanò di colpo da me, come se scottassi, e si rimise in piedi, sotto i nostri sguardi attenti e preoccupati: tutti lì sapevamo ciò che stava succedendo.

“Allora, la stanza di questo Night è nei paraggi o dobbiamo farci altri otto kilometri a piedi prima di raggiungere ‘sto stronzo.” Ovviamente, come sapevo, il suo tono freddo ed insensibile era tornato e la sua espressione era così snob che se non fosse stato per gli occhi arrossati non avrei mai riconosciuto il ragazzo che pochi istanti prima mi piangeva sulla spalla.

Vaffanculo. Era l’unica cosa che riuscivo a pensare. Vaffanculo.

Non mi resi conto veramente di ciò che feci subito dopo e so che anche per le ragazze era così: ci stavamo muovendo tutti come degli automi, persi nei nostri pensieri e quando raggiungemmo la stanza di Erik lui non c’era.

“Oh, lui non c’è, è a Londra per una gara di monologhi… tornerà fra due giorni.” La spiegazione di Zoey sfiorò appena le mie orecchie, quindi si allontanò silenziosa; dopo c’è solo il buio.

Forse andai a lezione, forse no, ero completamente distratto: pensavo solo a Jack, al suo viso terrorizzato, ai suoi occhi blu lucidi per le lacrime, alla voce roca di sua sorella Mary e alla reazione violenta di Neferet.

Capii di essermi messo un enorme guaio, anche se ancora non sapevo quale fosse: c’era, intorno, a Jack, un’aura di affascinante mistero che mi aveva completamente rapito.

Ero perso ogni volta che pensavo a lui e quando parlai con le ragazze, mi dissero che erano così confuse che non capivano più niente.

“Mi ricorda terribilmente Afrodite quando fa lo stronzo.” Commentò Stivie Rae con uno sbadiglio mentre cenavamo, stranamente silenziosi; Jack non si vedeva da nessuna parte e per tutto il giorno non lo avevamo più visto dopo che si era chiuso nella sua nuova stanza, senza nemmeno salutare; non avevo avuto la forza di reagire, di fermarlo, e ce ne eravamo andati mogi mogi.

“Ah, cavolo!” esclamò di colpo Zy sollevando la testa dal suo piatto di insalata dietetica: “Fra poco c’è il rituale delle figlie oscure! Ho detto ad Afrodite che sarei andata!”

Le gemelle sbuffarono in contemporanea e Stivie Rae quasi si strozzò con la sua forchettata di insalata, mentre io rimasi completamente paralizzato.

Ci mancava solo questa… vaffanculo. Non ne potevo più, quella giornata era decisamente la peggiore di tutta la mia vita!

Ero perso nel mio sproloquio mentale di lamentale quando una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare: “Io aiuto voi e voi aiutate me, ci state?”

Jack.

 

 

 

Scusate il capitolo molto corto, ma quasi quasi non volevo nemmeno aggiornare per la mancanza di recensioni… non mi sento ispirata senza commenti, quindi perdonatemi se la ff sta diventando noiosa o scritta male… PLEASE RECENSITE!!! ANCHE 1 COMMENTINO PICCOLO PICCOLO!!!!

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