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Autore: Danilotta    29/01/2012    4 recensioni
Il settimo anno di un ragazzo che desidera essere normale. che desidera avere qualcosa che, ne è cosciente, non potrà avere. ma che capirà presto che, con tutto quello che ha perso, lei non può lasciarsela sfuggire.
Ammetto che sono sempre stata una fan di Harry ed Hermione :) questo è come mi sarebbe piaciuto che loro trascorressero l'ultimo anno ad Hogworts
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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[Hermione]

Lo sento. Maledetto smettila. Smettila subito di battere così veloce. Lo sento, quel rossore che mi ha completamente invaso. Quelle parole, sincere, dolci. Ogni dubbio ed ogni paura che lui potesse allontanarsi da me, è svanito. Come se qualcuno ci avesse passato la spugna, lavando via ogni incertezza. Ogni dolore. Tornare ad essere per lui, quello che sono stata per tanti anni. Io e solo io. Nessuna ragazza ha mai vantato un rapporto così con lui. Persino Ginny spesso e volentieri, ci rimaneva male nel vedere questa intesa così forte, unita, unica. Mi distacco da quella porta, attraverso la stanza – occupata solo da me e da Ginny, dato che Calì Patil ha trovato un valido lavoro nel negozio di George e Lavanda … beh, sapete tutti cosa è successo a lei - e lentamente mi adagio sul letto. Ho voglia di pensare. Di fare chiarezza in me. Facciamo il punto della situazione. Harry mi ha appena detto che Ginny si stava divertendo con un altro. Mi ha detto che questo non lo faceva soffrire. Mi ha detto che avrebbe parlato con lei. e ci sono tante altre cose che non mi ha detto, semplicemente perché sapeva che bastava guardarmi negli occhi per capire che cosa mi stesse comunicando. Ho letto il senso di colpa che gli aleggiava dentro. Che lo attanagliava. E immagino anche il perché. Il suo animo da grifondoro non poteva sopportare che qualcuno potesse venire ferito per un suo errore. No. Non lo accettava. Sento il cuore chiuso in una morsa. È combattuto tra due sentimenti vivi e contrastanti al tempo stesso. Il rammarico e .. la gioia. Ginny è la mia migliore amica. Mi è sempre stata vicino ed ero felice quando lei e Harry si sono avvicinati così tanto. Però … ci deve essere una motivazione che ha spinto la ragazza a comportarsi così. deve esserci. E perché sento una parte di me che continua a fare i salti di gioia per questa situazione?

«Hermione!»

Una voce acuta mi strappa via dal mio mondo di pensieri. E senza aspettare che i miei occhi si posino su di lei, capisco già che la rossa si sta avvicinando al mio letto.

«Ginny! Mi hai … spaventata» mi sistemo sul letto, così da potermi sedere a gambe incrociate e poter guardare negli occhi la mia migliore amica. L’odore del senso di colpa che aleggia attorno a lei è tangibile e così spesso che si potrebbe quasi tagliare.

« si ho notato. Non mi hai neanche sentita entrare!» mi abbozza un sorriso. ma riprende a parlare. « a che pensavi?»

« alle lezioni di domani. E al tema per il professor Lumacorno.» Non ero mai stata brava a mentire. E infatti sapevo che anche questa volta non mi era riuscita bene la balla. Ma a quanto pare Ginny associava l’agitazione dello spavento ricevuto a quelle parole.  o forse aveva semplicemente voglia di parlare. « come mai in giro a quest’ora? Lo sai che è contro il regolamento Ginny!» eccomi. Secchiona precisina rompipalle al vostro servizio. Ma lo sapete; è più forte di me.

« io …» tace ancora per poco, dopo di che delle lacrime rigano le sue guance chiare.

« Ginny … ma cosa?» sono preoccupata e non faccio nulla per nasconderlo alla mia amica. Mi avvicino sporgendomi col busto e avvolgendole le spalle con il braccio.

« io … io oggi ho fatto una cosa gravissima.» si nascose il volto nelle mani, e per risposta le strinsi con maggiore intensità le spalle. volevo farle capire che io c’ero. Che poteva continuare. Aspettai che si riprese, in silenzio e senza fiatare. Perché si sa che in questi casi, le parole non servono a niente, anzi, spesso e volentieri peggiorano le situazioni. «Oggi mi sono attardata a tornare al dormitorio perché ero con Dean!» trattenni il fiato, sospirando. « Ginny …» glie lo sussurrai, nella mia voce non vi era ombra di rammarico o accusa. E forse fu questa che la convinse a continuare.

«Lo so! Lo so Hermione cosa mi stai per dire! Che ho fatto male, che sono una pessima ragazza, come mi è saltato in mente» non continuò più perché le presi la mano e gliela strinsi forte. Scossi il capo in un diniego. Come a negare ogni sua parola detta. «No Ginny … però .. Solo … Perché?» solo questo. mi interessa solo questo. così la smetto di pensare al fatto che tutte quelle cose non mi passano neanche per la testa, quando – a dire il vero – dovrebbero farlo. Lei prende un bel respiro. Guarda fuori dalla finestra e fa un sorriso malinconico. « perché volevo sentirmi amata …» rimango in silenzio. Confusa visibilmente. Amata? Mi è capitato spesso di assistere a scene tra i due. Harry era così dolce e gentile con lei. perché mi stava dicendo che le mancava proprio l’amore?« lo so a che stai pensando» stava continuando a parlare. forse più a se stessa che a me «come è possibile? È facile avere queste sensazioni addosso fidati. lo sentivo quando lo baciavo. Quando mi abbracciava. Quando nel suo silenzio non sentivo nulla. Nulla. Non voleva farsi capire. non si apriva con me e non mi rendeva partecipe. E dopo la guerra … tutto era peggiorato. Non mi guardava più come faceva all’inizio, non mi dedicava le stesse attenzioni. Ho provato ad avere pazienza ma … non ce la facevo più» ed aveva concluso così. questa era la sua spiegazione. Seguita da un lungo silenzio e lacrime di dispiacere. Ma la mia bocca stava per aprirsi. Si muoveva da sola per infierire. Perché ero avida di sapere. E mi sono odiata per questo.

« ne sei pentita?» glie lo chiesi con un soffio di voce. come se sussurrandolo facesse meno male.

« no .. »rispose con un altrettanto sussurro. Forse pensava la stessa cosa. « ed è la cosa peggiore. Io amo da morire Harry ma … viste le circostanze lo rifarei ancora e ancora.»

Non aveva senso. Non capivo. Non volevo capire forse. o semplicemente, gioivo nel constatare che tra lui e lei non sarebbe più successo niente. « coraggio. Ora andiamo a letto … » la accompagnai fin sul suo letto e le rimboccai le coperte. Le feci un sorriso sincero e rassicurante a cui lei rispose. E dentro di me mi odiavo terribilmente, soffocavo il seme del dubbio e annegavo le domande in un finto dispiacere che provavo per lei.  A chi la volevo dare a bere? ero felice che Harry non fosse innamorato di lei. Ero felice che Ginny non si era pentita. Ero felice che – alla fine – Harry potevo riaverlo per me. Ma l’unica domanda capace di distruggere tutta questa inebriante sensazione era unica e pericolosa al tempo stesso. Perché?

 [Harry]

«Caposcuola?»

La professoressa Mc Granitt ci aveva convocato nel suo studio meno di dieci minuti fa. A noi. A me e ad Hermione.  Ci aveva fatto aspettare qualche minuto nel quale i miei sguardi e quelli di Hermione si erano incontrati parecchie volte, interrogativi entrambi. Avevo parlato con Ginny. Ovviamente non c’era nulla da salvare. Mi dispiace e si, mi sento in colpa. Ma è giusto così. non voglio vivere per sempre nella menzogna. O nell’illusione.  Stavo meglio con me stesso. e lei se ne sarebbe fatta una ragione. le ho detto quanto per me sia importante averla vicino. Le voglio bene. tanto. Ho bisogno anche di lei.

«Si esatto signor Potter. Caposcuola. Questo è il vostro ultimo anno e non c’è nessun’altro di cui mi fidi così ciecamente. E poi ho pensato che vi sarebbe piaciuto vagliare ogni esperienza possibile, dato che lo scadere del tempo qui ad Hogwarts sta per esaurirsi» aveva incrociato le mani sulla scrivania e ci aveva guardato da oltre i suoi occhiali. « dunque? accettate?» sorrisi alle sue parole. dietro la scorza di donna ligia e severa, mi aveva dimostrato di tenere agli studenti della scuola. ad ognuno di loro. Era sempre stata in prima fila a difendere i diritti di tutti e a sistemare le cose che non andavano. Come quando c’era quel rospo pittato di rosa della Umbridge.  Era forse la mia professoressa preferita, dopo Hagrid « ne saremo onorati professoressa» anche hermione sorride al settimo cielo. So che per lei è davvero un grande onore questo. lei così ligia per le regole e con la voglia e la passione nel farle rispettare. quando le ritiene giusto ovvio. Non come al quinto anno.

« Bene signori. In qualità di caposcuola alloggerete in due stanze separate ma della stessa ala. Ovviamente potrete tornare nella vostra sala comune ogni qualvolta vogliate. Le vostre mansioni le troverete appese nella bacheca che troverete nella vostra sala di ritrovo. Per delucidazioni o altro, contattatemi pure. » salutammo alzandoci. Fu un congedo abbastanza veloce. Se c’era una cosa che non si faceva con la Mc Granitt  era proprio perdere tempo. tornammo alla scalinata principale, intenti a salire al settimo piano per raggiungere il ritratto della signora grassa.

« ho parlato con Ginny» la buttai sul naturale. ma la stavo guardando di sott’occhio. « non stiamo più assieme. Le ho chiesto però di non chiudere definitivamente. Sai io … le voglio lo stesso bene» e lei rispose nel modo migliore che potessi aspettare. Mi sorrise. Un sorrise che fece fare al mio cuore un balzo.« Harry è normale. L’affetto che vi lega ci sarà sempre. Ma se non è amore allora hai fatto bene. ora puoi smetterla di provare senso di colpa. Eri giovane,  e la guerra spesso mette paura e così ci aggrappiamo saldamente alla prima emozione che proviamo» spiegò in maniera diligente. e mi scoprì a chiedermi se tra lei e Ron fosse così. ma allontanai questo pensiero dalla mente. « ero … Giovane?» chiesi facendo il finto offeso. « per chi mi hai preso? Un vecchio?» la colsi impreparata. Quell’espressione che fa sempre di smarrimento quando capisce che non ha di che rispondere. E questo mi fa sempre ridere. Come adesso. « dovresti guardarti Hermione. Eri così buffa. Certo che lasciarti senza parole non ha prezzo davvero.» e per gli ultimi due piani mi sono dovuto sorbire i borbottii e le ramanzine dalla ragazza. tutte cose che però non sono riuscite affatto a togliermi il sorrisetto dalla faccia. Era bello scherzare e ridere con lei. perché mi faceva volare ben più in alto dei miei problemi. Era naturale con lei. E senza che lo immaginassi, anche qualcun altro stava osservando con occhi diversi, quegli scambi di sguardi, quegli scambi di parole, quell’intesa che c’era tra di noi. Persino ai suoi occhi eravamo visibili.

  
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