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Autore: Eikochan    30/01/2012    7 recensioni
“Hei, Uchiha!” Un ragazzino dai capelli mori raccolti in una coda alta l’aveva chiamata urlando in mezzo al cortile dell’Accademia.
“Ti ho detto di non chiamarmi Uchiha, Takumi!”
“Ma tu sei un’Uchiha.”
“No, io sono una Uzumaki!”
“Ma fammi il piacere.. perché allora avresti lo Sharingan?”
Ma a quella domanda non seppe trovare risposta e con le lacrime di rabbia agli occhi se ne tornò a casa seguita dall’urlo di quel maledetto Takumi che le ronzava nelle orecchie: “Sei un mostro! Proprio come tuo padre.” E intanto si domanda perché diavolo doveva avere quello stramaledetto Sharingan.

Long-fic basata sulla mia one-shot precedente "Il frutto del peccato"; la protagonista è Misaki, figlia di Sasuke e Sakura, che viene abbandonata sull'uscio di casa di Naruto che si prende cura di lei come un padre. Disprezzata e odiata da tutto il villaggio inizierà a odiare sè stessa e i suoi genitori naturali, che non ha mai conosciuto.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il frutto del peccato.'
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CAPITOLO VII

 

 

Era sdraiata sul letto e guardava il soffitto bianco neve che sua madre, anni addietro, aveva pitturato con dovizia per rendere più ariosa la stanza. Sentì sbatacchiare leggermente la finestra, la ignorò e la lasciò spalancata: aveva bisogno di sentire la leggera brezza fredda che entrava da essa e che la lasciava sveglia e vigile. Aveva assolutamente necessità di analizzare e scomporre la situazione per poi ragionarci su con calma; possedeva la tipica mente scientifica e razionale dei calcolatori, il che –come Naruto le ripeteva sempre- era qualcosa di assurdo visto il temperamento emotivo e impulsivo di entrambi i genitori.
Sentì un lieve bussare alla porta e la voce calda e gentile di Hinata chiamarla dal corridoio.
“Misaki, è pronto il pranzo. Vieni a mangiare?”
Si rigirò nel letto, riuscendo solo a ingarbugliarsi nelle coperte che la stringevano come una mummia millenaria; mugugnò un “No, grazie” insofferente prima di ingaggiare una lotta disperata contro le coltri.
“Ok, tesoro. Ma prima o poi dovrai mangiare…”
Misaki non disse niente e tese l’orecchio per sentire i passi di Hinata, appesantiti dalla gravidanza, percorrere il corridoio e scendere le scale. Una volta che la madre fu al piano di sotto si rilassò e tornò ai suoi pensieri.
Cerco di richiamare quella poca empatia che giaceva sopita in un angolo del suo cervello per provare a immedesimarsi in Sakura. Non fu affatto facile cercare di mettersi nei panni di quella dodicenne dai capelli rosa e la fronte spaziosa, in primis perché non conosceva abbastanza sua madre per comprendere appieno la sua psicologia, ma sopratutto perché il concetto di ‘innamoramento’ le era del tutto estraneo.
Non le era mai piaciuto nessun ragazzo, certo alcuni li considerava abbastanza carini, ma nessuno di essi l’aveva mai incantata. Le vennero alla mente le sue compagne di classe che alla vista di Hajime Hatake -capelli grigio perla e portamento elegante- impazzivano e si prodigavano in urletti e complimenti banali mentre sgomitavano per attirare la sua attenzione. Bleah. Il tutto cozzava apertamente contro la sua dignità personale e la sua intelligenza. Sperò ardentemente che Sakura non fosse stata una ragazzina del genere.
Sentì una corrente di aria fredda un po’ più forte e si strinse istintivamente nelle coperte.
“Non te l’ha mai detto nessuno che si può morire per assideramento?”
Si girò di scatto, senza considerare lo scarso margine di movimento che le consentivano le coperte e si ritrovò a cadere goffamente dal letto, il lenzuolo stretto intorno al collo. Cerco disperatamente di aggrapparsi a qualcosa, ma riuscì solo a portare con sé, nella sua caduta, anche il cuscino e la federa. Tossendo, cercò di strapparsi via il lenzuolo dalla gola.
“Non te l’ha mai detto nessuno che si può morire per soffocamento?”
Aki la stava guardando, accovacciato sul cornicione della finestra, con il suo solito sorrisetto a metà tra lo strafottente e il terribilmente annoiato.
“Non te l’ha mai detto nessuno che si può morire per rompimento di coglioni?”
Misaki era riuscita a liberarsi dalla presa omicida della stoffa, a guadagnare la posizione eretta e ora guardava trucemente Aki che, nel frattempo, era entrato nella stanza e si era stravaccato sul letto ormai in condizioni pessime.
“Non dovresti usare queste parole.. non si addicono alla raffinata nobiltà degli Uchiha..” osservò il Nara, recuperando il cuscino da terra e mettendoselo dietro il collo.
“Vuoi per caso morire seriamente?!”
“No, ma mi annoio.”
Sorvolando sull’affermazione, Misaki si distese accanto a lui e gli strappò da sotto il capo il suo cuscino.
“Tra l’altro perché non sei entrato in casa come le persone normali?”
“Tua madre mi ha detto che non facevi oltrepassare la porta di camera tua a nessuno e ho pensato, quindi, che se dalla porta non entrava nessuno, magari dalla finestra avrei avuto più fortuna.”
“Intelligente da parte tua.”
“Poi volevo constatare di persona che non stessi preparando un omicidio di massa o un suicidio solitario” continuò il biondo, raccattando anche le coperte dal pavimento e coprendo sia lui che Misaki.
“Che nobiltà d’animo.” lo sbeffeggiò l’altra, tentando di accaparrarsi tutto il piumino. “Stavo solo provando a immedesimarmi in loro.”
“E come è andata?”
“Fino ad ora, male. Non riesco proprio a provare empatia verso Sakura…”
“Prova a dire ‘mia mamma’..” la interruppe Aki.
“Mia madre è Hinata.”
“No tua madre è Sakura. Hinata è la tua mamma adottiva. Dovrai accettarlo prima o poi.”
Sbuffò.
“Vabbè, tornando al discorso di prima... perchè non ci sei riuscita?” la assecondò Aki per evitare una lite.
“Il fatto è che non riesco a capire le ragazze innamorate…”
“Questo perché sei un’anafettiva del cavolo.”
“E te sei uno stronzo.”
“Smettila di dire queste parole, Misaki! Lo sai che mi danno un fastidio tremendo.” si intestardì l’altro, guardandola con espressione contrariata.
Altro sbuffo.
“Da una parte però riesco a capire Sasuke.”
“Mio padre.” la interruppe di nuovo Aki, con uno sguardo innocente.
“Va bene.” alzò gli occhi al cielo. “Riesco a capire mio padre. Anche io avrei voluto vendicarmi se fossi stata nei suoi panni.”
“Ammazzando un intero villaggio? Che, per di più, era all’oscuro di tutto?!”
“Mmm. In effetti è un po’ esagerata come cosa..”
“Un tantino direi.”
Misaki si girò dall’altra parte, con il viso rivolto verso il muro, e rimase in silenzio. Anche Aki aveva smesso di parlare.
“Dovresti cercare di comprendere di più Sakura” riprese a parlare il Nara.
Non ricevette nessuna risposta. Dopo un po’ si issò sui gomiti e guardò Misaki: la mora si era addormentata profondamente. Aki si sdraiò di nuovo, piano, in modo da non svegliare la ragazza e decise di concedersi qualche minuto prima di tornare a casa.

 


Il campanello trillò insistentemente, distogliendo Hinata dalle sue faccende.
“Naruto! Puoi andare te ad aprire che sto stendendo, per piacere?”
“Tranquilla, Hinata. Vado io” le urlò di rimando Sakura.
Si avviò ad aprire la porta e, una volta aperta, si ritrovò sull’uscio di casa Shikamaru Nara.  
“ Ciao Sakura, sono contento di rivederti!”
“Shikamaru! Anche io sono contenta di rincontrarti..”
“Come stanno andando le cose?” le domandò, mentre si accomodava in casa.
“Per ora è tutto sotto controllo.” gli rispose lei, cogliendo il discorso sottointeso nella domanda. “Vedremo nei prossimo giorni come si evolverà la situazione. Comunque dimmi pure cosa volevi.”
“Ah, cercavo Aki. Prima mi ha detto che veniva a trovare Misaki e non è più tornato a casa.”
“Mi dispiace, Shikamaru. Io non lo vedo da quando è venuto alle due di pomeriggio e gli abbiamo detto che Misaki non lasciava entrare nessuno nella sua stanza.”
“Non penso si sia arreso così facilmente.” constatò l’altro. “Avrà trovato di sicuro un altro modo per andare a trovare Misaki.”
In quel momento comparvero Naruto e Sasuke, il primo concentrato in un personalissimo monologo, l’altro perso come al solito nei suoi pensieri.
“Ehilà Shikamaru! Come va?”
“Naruto.” lo salutò l’altro con un cenno alla testa. “Avete per caso visto Aki?”
“No, mi dispiace.”
“Vuoi che andiamo a vedere se sono in camera?” Propose Hinata, appena comparsa dalla lavanderia.
“Se non è un problema.”
Shikamaru e Sakura si alzarono dal divano avviandosi dietro a Hinata che stava salendo le scale. Solo Naruto e Sasuke erano rimasti fermi, in mezzo al soggiorno, in un religioso silenzio.
“Perché mai Aki e Misaki dovrebbero essere in camera insieme?” chiese Naruto.
“Perché sono amici, forse?!” gli rispose, sarcastica, Sakura.
“Guarda che se la tocca anche solo con un dito…” iniziò Naruto
“..ci vendicheremo.” completò la frase Sasuke, sempre nel suo timbro vocale freddo e privo di apparenti inflessioni.
Tutti si girarono a guardarlo, non tanto per la frase –ormai prevedibile al limite della banalità- ma principalmente per il fatto che stesse apertamente difendendo e dimostrando preoccupazione per una persona.
“Esatto.” approvò Naruto, dirigendosi anche lui verso il gruppetto di amici, seguito da Sasuke.
Una volta arrivati di fronte alla porta della camera di Misaki, Hinata bussò.
“Misaki, puoi aprire per piacere?”
Nessuna risposta.
“Che dite? Entriamo lo stesso?” domandò Sakura.
“Rischiamo un kunai in piena fronte.. ma a questo punto direi che non c’è alternativa” concordò Naruto.
Hinata, quindi -non dopo aver bussato un’ultima volta- aprì la porta e, una volta entrati tutti e cinque, guardarono la scena che si presentava ai loro occhi: Misaki, che era ancora profondamente addormentata, nel sonno si era girata verso Aki, che nonostante i suoi propositi era crollato nel sonno pure lui, e come risultato i due si ritrovavano con i nasi non più lontanti di dieci centimetri.
Naruto tossì, contrariato alla vista della sua figlioccia così vicino a un’esponente di sesso maschile, mentre Shikamaru si avvicinò al figlio e lo scosse per risvegliarlo.
Il biondo, dopo un attimo di stordimento, aprì gli occhi e mise a fuoco il viso di Misaki così vicino al suo; subito si alzò a sedere.
“Buongiorno Aki.” lo salutò, sarcasticamente, Shikamaru. “O forse è meglio dire ‘Buonasera’..”
“Mi sono addormentato.” si giustificò il biondo una volta messo a fuoco il gruppetto che lo guardava.
“L’avevamo notato.”
“Dai, tirati su. Tua madre mi ha mandato a cercarti ed è arrabbiata con te. Non l’hai avvisata che facevi tardi per cena e sai quanto le diano fastidio i ritardatari.”
“Oh no” sospirò Aki, ripensando a tutte le sfuriate della madre.
“Oh sì” lo prese in giro Shikamaru. “Vedi di sbrigarti.”
Nel frattempo Hinata e Sakura si erano avvicinate alla ragazza.
“Misaki, svegliati, tesoro.”
La mora si strofinò gli occhi e ne aprì uno, con riluttanza. Si stupì nel vedere la piccola folla che si era raggruppata ai piedi del suo letto.
“Che volete?” domandò, sgarbatamente, tirandosi le coperte fin sopra la testa.
“Aki si è addormentato qua.” le spiegò brevemente Sakura.
Solo allora Misaki notò il ragazzo, ancora seduto al suo fianco.
“Dio! Devi proprio addormentarti dappertutto?!” gli domandò tirandogli un calcetto sulla coscia.
“Sei proprio scorbutica appena sveglia” le rispose lui, alzandosi dal letto. “Ci vediamo domani a scuola” la salutò.
Si avviò verso la porta, sorpassando il padre, Naruto, Sakura, Hinata e infine Sasuke che gli rivolse un’occhiata che significava chiaramente “attento a cosa fai o te la vedrai con me.
“Bene” si ritrovò a pensare “Ora mi sono attirato pure le ire dell’Uchiha senior” e, sconsolato, si avviò a casa dove  come minimo Temari gli avrebbe lanciato un mestolo per essere arrivato in ritardo.

 

SPAZIO AUTRICE:

 Ciao a tutti ^^
Hem, si, lo so che ho pubblicato questo capitolo in tremendo e imperdonabile ritardo ç.ç Ma sono sommersa dagli impegni e trovare un minuto libero –e con l’ispirazione dalla mia parte- è stato arduo. Fatto sta che ora il capitolo c’è… anche se non mi convince molto.
Vabbè ringrazio come sempre i recensori fedeli, la mia beta Fede, chi segue e chi legge silenziosamente... siete la mia ‘felicità di scrittrice’ ^^  

Ahhh.. e vorrei farvi notare una piccola comparsata della nuova generazione: Hajime Hatake! Che non è altri che il figlio di Kakashi!
Bè, detto questo vi lascio

Un beso, Eikochan. (:

   
 
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