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Autore: Ro90    31/01/2012    1 recensioni
Dopo la presunta morte di Sherlock … un nuovo inizio, il mio.
Prima fiction, abbiate pietà.
"AAA cercasi coinquilina/o silenziosa/o, ordinata/o e soprattutto intelligente se è possibile."
Può un annuncio cambiarti la vita? Nel mio caso si. Sono Rebecca, vivo a Parigi da circa cinque anni. Dopo la morte di mia nonna avevo deciso di cercare un coinquilino, l’annuncio era abbastanza chiaro, malgrado le poche lettere che avevo a disposizione, non volevo trovarmi tra i piedi qualche idiota!
Ultima rettifica generale il 27/02/2012.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata inventata di sana pianta da me! I personaggi purtroppo non mi appartengono.

Era quasi l’ora di cena ma del mio nuovo coinquilino nessuna traccia, era chiuso  nella sua stanza da quando era arrivato.
Stavo trafficano in cucina nella speranza di riuscire a preparare qualcosa, avevo una certa fame, in più volevo invitarlo a cena, “ero o no una buona padrona di casa?”, non era sceso neanche per il tè, di solito gli inglesi sono molto precisi in questo.
Presi coraggio e salì le scale, ero di fronte alla sua porta col pugno alzato per bussare quando fu lui a travolgermi
- Non ti avevo visto …
-Stavo per bussare ma hai fatto prima tu … - ero tra le sue braccia, o meglio aveva un braccio sulla mia spalla e l’altro sul mio fianco per sorreggermi, aveva un profumo decisamente particolare.
-Mi stavi cercando? – mi domandò guardandomi negli occhi, “che occhi cavolo! “. Stavo facendo proprio la figura della cretina eppure non volevo ancora staccarmi da lui.
-Si ho preparato la cena volevo chiederti se ti andava di unirti a me …
Chiesi allontanandomi dal suo corpo, fissando il pavimento.
Fece un cenno di assenso con la testa. Cenammo in silenzio uno di fronte all’altra, “non ne posso più pensai o parlo io non riuscirò a sentire una parola uscire da quella bocca. Non so nemmeno il suo nome!” pensai.
-Non sei sceso per il tè … dal tuo accento ho intuito che sei inglese …
Per poco non gli cadde la forchetta , alzò la testa dal suo piatto e mi guardò fisso negli occhi, il suo sguardo cambiò: era divertito e attento, sembrava mi stesse studiando
- Sentiamo, cos’altro hai capito di me?
-Mi dispiace, tutti mi fanno notare questa cosa, a volte è odiosa … lascia perdere, sei appena arrivato e non voglio farti il 3°grado ne tanto meno impicciarmi degli affari tuoi … - dissi tutto ciò allontanandomi dal tavolo intenta a mettere il piatto nel lavello. Fu più veloce di me, mi afferrò per un polso, con una voce più bassa del solito, più calda, disse :
-Non scusarti, vai avanti, cos’altro hai capito di me?
- Non molto, o meglio: fumi anche se non ho sentito odore di tabacco sui tuoi vestiti,perciò devi usare cerotti alla nicotina, suoni il violino ci sono segni sotto il tuo mento. Ho capito che sei inglese dal tuo accento, ma soprattutto dalle tue scarpe, noi francesi non portiamo quel tipo di modello … i capelli probabilmente sono tinti quasi come facesse tutto parte di un travestimento, lo stesso vale per gli occhiali, non mi pare tu ne abbia bisogno...
Era rimasto a bocca aperta, subito dopo era scoppiato in una fragorosa risata, “mi stava prendendo in giro?” . Ero indignata prima mi esorta a parlare e poi mi ride in faccia, “che tipo!”. Mi avviai a passo spedito verso il tavolo intenta a sparecchiare, ero furiosa, era esattamente come tutti quelli che avevo conosciuto.
-Ci sei andata molto vicino... Ti sei offesa?- mi chiese- Non ridevo per te, per la tua ... oh, capisco, a scuola ti hanno preso in giro per questo vero? Tutti che ti scambiano per una specie di fenomeno da baraccone preparata su tutto lasciando gli altri sbalorditi. Non è facile farsi degli amici-
 Fece una profondo sospiro, sembrava si stesse sforzando per restar calmo come fosse uno sfogo, la cosa toccava anche lui probabilmente, poi riprese
- Non volevo prenderti in giro anzi … complimenti sono poche le persone come te, devo ammetterlo. – Girai la testa di scatto. Ero senza parole …
- Non guardarmi così, io sono un po’ come te. Non mi sono ancora presentato : il mio nome è Sherlock…Sherlock Holmes, forse avrai già sentito parlare di me, questo deve restare un segreto, pubblicamente sono Paul Deneuve.

SH
“Era sveglia sul serio. Da non crederci”. Avevo deciso di rivelarle  il mio vero nome, non mi avrebbe messo nei guai, anzi ne avrei ricavato qualcosa a mio favore. Mi ero quasi dispiaciuto quando avevo riso per le sue supposizioni, pensava la stessi prendendo in giro … “a quanto pare siamo molto simili”.
- Rebecca, Rebecca -dissi avvicinandomi a lei, la stavo osservando attentamente, al massimo poteva avere 23 anni, lunghi capelli biondi e mossi, grandi occhi chiari, "non guardarmi così" pensai.

Poteva ritenersi fortunata, era una di quelle poche donne che avevano attirato la mia attenzione, “come dimenticare Irene Adler” , ma lei aveva qualcosa in più "sono appena arrivato e ho già qualcuno su cui indagare! La cosa mi avrebbe tenuto occupato".
Osservandola attentamente mi appariva per quello che era :
-una giovane studentessa universitaria fuori corso, sola, nessun amica o presunti fidanzati, mai avuti, nessuna foto di famiglia, presumo genitori poco presenti l’unica parente vicina è ormai defunta … mi chiedo cosa ti abbia spinto a cercare un coinquilino,ma forse ho la risposta anche a questo – ripresi senza fermarmi.
“Si sentiva sola”. La cosa fu presto confermata dai suoi occhi lucidi puntati verso di me. Non so spiegare quello che vidi nei suoi occhi, ma per la prima volta il mio cuore ebbe un sussulto.
  
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