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Autore: Caroline Granger    31/01/2012    4 recensioni
Immaginate il giovane Harry che ritorna ad Hogwarts per sconfiggere una volta per tutte l'Oscuro Signore. Crede che tra poco il pericolo verrà sconfitto. Pensa al suo passato, vive il presente e immagina il futuro. Solo che il ragazzo non sa, non sa di una verità che potrebbe capovolgere il suo mondo fino a quel momento. Qualcosa che è rimasto sotto uno spesso strato di polvere per ben 17 anni e che per fatalità del destino ritorna alla luce.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ed eccomi qua con il restyling del terzo capitolo. Ora vedremo come reagirà Harry di fronte alla notizia che Severus Piton è niente
meno che suo padre biologico. Ebbene si la mia mente psicologicamente labile è riuscita a macchinare una cosa di questo genere.
Ringrazio davvero tutti voi che mi state seguendo e spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Bene carissimi lettori
non voglio aggiungere altro ma vi saluto e ci vediamo al termine del capitolo.
 
Un semplice sguardo.
 
Harry sentì la bocca diventargli secca ogni muscolo del suo corpo sembrava essersi atrofizzato. Non riusciva a muovere un dito e la
stessa frase continuava a passargli incessantemente per la mente. “Tuo padre sono io.” Tutte le sue sicurezze, i flebili ricordi che
ogni tanto ricomparivano durante il sonno, scomparvero in una nuvola di fumo e si ritrovò come un bambino che si succhia il pollice,
impaurito dal buio. Perché adesso il suo passato era il buio. Provò a concentrarsi e tentare di ricordare qualcosa, qualsiasi cosa, un
profumo, una voce che fino a qualche giorno prima sembrava fosse semplice da riportare alla mente, ma niente. Era tutto inutile.
Era talmente stravolto, shockato da non accorgersi che Piton l’aveva fatto scendere. Riuscì a riprendersi solo per vedere l’uomo che
gli lanciava uno sguardo strano, per un momento lo scambiò per qualcosa di quasi “paterno”, e sentirlo bisbigliare:
 
– Ora che lo sai ascoltami. NON seguirmi. Vattene al più presto e porta con te anche la signorina Granger e il signor Weasley.
 
Poi sparì nel buco fra le radici del Platano Picchiatore con un fruscio. Solo dopo aver visto la figura sparire,sembrò destarsi dal tepore
nel quale era caduto e si ricordò degli amici nascosti sotto il Mantello. Hermione e Ron gli corsero accanto entrambi sconvolti. Ron
aveva il viso pallido ed Hermione aveva le mani davanti la bocca con gli occhi spalancati. I due amici si guardarono per un momento
negli occhi e fecero un cenno d’assenso. Ron poggiò una mano sulla spalla di Harry e gli disse:
 
– Harry, amico sappiamo che non è il momento adatto ma non possiamo stare qua fermi. Il tempo passa e la battaglia sta per
incombere. Ho sentito la McGranitt e Vitious che stavano predisponendo le difese del castello. Dobbiamo uccidere Nagini.
 
Hermione a questo punto, con una voce piccola piccola disse:
 
– Ron ha ragione. Ti prego Harry dobbiamo andare. Per favore ascoltami.
 
Harry sentiva le voci degli amici e, anche parlando fra sé e sé sapeva che avevano ragione. Ma i suoi muscoli non volevano dargli retta
. Se ne stavano lì, inermi. Solo una fitta alla cicatrice lo fece muovere. Poté intuire che in quel momento Voldemort si stava
arrabbiando. E chi era la vittima della sua rabbia se non Piton? Si alzò con fatica, come se fosse in riabilitazione dopo un brutto incidente
e si diresse alle radici del Platano. Anche se Piton gli aveva detto che non doveva seguirlo non ci fece molto caso, quando mai dava
retta a qualcuno. L’ultima volta che lo aveva fatto Silente era morto. Il pensiero dell’ex Preside e del suo omicidio per mano di.. di.. non
riusciva a dirlo, lo bruciava amaramente. Scese e Ron ed Hermione lo seguirono. Camminarono in silenzio lungo quel tunnel che
avevano percorso anni prima. Era molto più stretto di come se lo ricordava. Gli sembrò di percorrere il percorso in pochissimo tempo
dato che era concentrato sullo scopo finale. Cercava di chiudere in un angolo della mente le parole dell’uomo dal mantello nero,
certamente non ci doveva pensare adesso.
Arrivarono al termine del passaggio. Harry aguzzò la vista e vide alla sua sinistra, di spalle, Lord Voldemort. Immediatamente, sentendo
un brivido lungo la schiena, e silenziosamente copri l’apertura del passaggio segreto lasciando libera una fessura da cui poteva vedere
cosa stava succedendo. Si strofinò la cicatrice che gli pizzicava. Dalla connessione che aveva con il mago oscuro intuiva che la rabbia
di poco prima si era trasformata in felicità, o comunque soddisfazione. Intanto poteva vedere chiaramente che Voldemort stava
guardando Nagini e le stava bisbigliando in Serpentese:
 
– Eccolo qua il nostro amichetto. Il piano sta procedendo che è una meraviglia. Ora dovrà fare solo una piccola cosa per noi.
 
Poi con un sorrisetto maligno si rivolse a Severus:
 
– Sai perché ti ho convocato qua mentre tutti i miei seguaci si stanno preparando a dare battaglia? No non lo sai?
 
aggiunse vedendo che Piton non dava segno di conoscere la risposta. La luna filtrava leggermente da una delle finestre e illuminava
solo la metà del viso dell’insegnante che sembrava essere ancora più pallido del solito. L’altra metà era in ombra.
 
– tu sai quanto sia fiero di te Severus. Tu e la cara Bellatrix vi posso considerare, anzi vi considero come i miei più fedeli servitori.
Ora devo chiederti molto caro Severus. Devo affidare un compito che solo te puoi affrontare. Come ben sai questa che sto tenendo
in mano è la leggendaria Bacchetta di Sambuco. Si dice che sia la bacchetta più potente al mondo ma io non credo che sia così.
 
Piton, a quel punto, lo interruppe:
 
– mai mio Signore voi fate delle magie davvero potenti. Non vedo come questo non possa essere opera anche della bacchetta di
Sambuco.
 
– Mi dispiace Severus dirti che quelle magie sono la mia prassi naturali. Riuscirei a fare le stesse magie anche se dovessi usare la
tua bacchetta o quella di Bellatrix. Ora fammi concludere il discorso. Il fatto di non riuscire a fare magie oltre il normale mi ha fatto
venire in mente qualche domanda. Ma grazie al mio, possiamo definirlo Carisma naturale nel far parlare le persone, ho scoperto che
si deve vincere la bacchetta al proprietario precedente attraverso la morte. Ora, come ben ricordi, l’ex proprietario era il caro Silente.
Ma purtroppo non sono stato io uccidere Albus bensì tu. Capisci cosa ti chiedo? Vedi non è così difficile come compito ma sono
costretto. E so che tu, come mio fedele servitore sarai contento di servire il tuo signore a compiere l’ultimo atto prima della vittoria.
Devi fare solo questo: MORIRE
 
Quel poco di colore rimasto sulle guance di Piton scomparve
 
– ma mio signore.. non.. può..
 
La bocca di Voldemort si spalancò pronto ad urlare l’incantesimo mortale quando si sentì un esplosione.
Era stato Harry. Ora era pronto per affrontare Voldemort. Se era vero che Piton era suo padre non poteva perdere l’unica famiglia che
gli restava e poi aveva il diritto di sapere, di capire. Non avrebbe lasciato che Piton morisse portando con sé tutti quei segreti. Harry
aveva bisogno di sapere. Aveva già perso sua madre, suo “padre” e Sirius. Ma affrontare il mago oscuro non significava per forza
combattere. Era da quando fissava la scena che un idea gli frullava in mente. Se si fosse sacrificato come Lily fece con lui, donandogli
in questo modo una protezione potentissima, magari essa si sarebbe estesa a tutti quelli cui voleva bene. Mentre stava osservando
la scena sentì qualcosa che si muoveva in tasca, la tirò fuori e vide che era il Boccino. Prima di entrare in azione si era rivolto agli
amici dicendo loro:
 
– Prendete il Mantello e tornate indietro.
 
I due amici erano pronti a ribattere ma Harry si rivolse soprattutto a Ron:
 
– Ti ricordi cosa mi dicesti al primo anno durante la partita a scacchi quando andammo a recuperare la pietra filosofale?
Mi dicesti “Non io, non Hermione, TU”. Anche stavolta sarà così. Non posso permettermi di perdervi. Dovete tornare indietro e
avvertire la McGranitt. Devo andare avanti io.
 
Hermione aveva già aperto bocca pronta a sciorinare i motivi per cui l’amico si stava sbagliando, ma un occhiata di Harry a Ron e
quest’ultimo prese la ragazza per la mano e la allontanò. Probabilmente pensavano che Harry avesse un piano che prevedeva la
sua salvezza. Non sapevano quanto si stavano sbagliando. Quando vide gli amici sparire dietro la curva prese il Boccino e lo
posò sulle labbra bisbigliando:
 
– Sono pronto a morire.
 
Vide il boccino aprirsi e una pietra che cadeva. Harry la guardò e capì che si trattava della Pietra della Resurrezione. La girò tre volte
in mano e vide comparire tre figure. La più vicina a lui era Lily, i rossi capelli morbidamente appoggiati su una spalla. Accanto a lei
James con un sorriso appena accennato e vicino all’uomo Sirius, il suo padrino. Harry guardò prima sua madre e poi l’uomo
accanto a lei. Stava per aprire bocca e domandare qualcosa ma sua madre gli disse:
 
– capirai tutto angelo mio. Capirai.
 
James aggiunse:
 
– ti ho voluto davvero bene Harry. Avrei voluto essere stato io stesso a dirtelo.
 
Sirius non disse niente ma sorrise semplicemente. Harry vedendoli vicino a sé si tranquillizzò e disse:
 
– mi starete vicino?
 
E loro risposero:
 
– SEMPRE.
 
Con quella convinzione provocò un grande rumore per attirare l’attenzione di Voldemort. Uscì a grandi passi e si diresse verso
l’uomo. Guardò dritto negli occhi serpenteschi di Tom Riddle e disse:
 
– volevi che venissi da te? Bè eccomi qua. Non voglio combattere ma sono pronto a morire per i miei amici.
 
L’Oscuro Signore si voltò verso il giovane Potter e disse:
 
– bene bene vedo che hai capito chi è che comanda.
 
E senza attendere oltre scagliò l’Anatema che Uccide prorompendo in una risata crudele.
Harry non vide tutta la sua vita passargli davanti in un secondo e, prima di esalare l’ultimo respiro, incrociò lo sguardo con Severus
Piton e potè scorgere sull’uomo una lacrima appena accennata. Harry chiuse gli occhi sapendo che aveva appena dato una
protezione a suo padre.
 
Spazio autrice: ok in questo momento sto piangendo. Non so precisamente il motivo ma mi trovo sul letto a cercare di fermare
queste dannate lacrime che non smettono di scendere. Sono davvero contenta che stia venendo fuori un buon lavoro. Ringrazio
per le recensioni newslim e Phoebhe76. A tra pochissimo con un nuovo capitolo. Vostra Caroline.

   
 
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