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Autore: Amy Dickinson    01/02/2012    5 recensioni
Gli anni sono passati, le Mew Mew non esistono più, le ragazze sono tornate a condurre le loro vite in maniera normale. Paddy, in particolare, è ormai un'adolescente ma deve ancora occuparsi dei suoi fratellini. Fin qui tutto ordinario. Ma cosa accadrebbe se, questa volta, per questo Natale, anziché fare lei le sorprese ai suoi fratelli, fosse il destino a farne una a lei?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Purin Fon/Paddy, Taruto Ikisatashi/Tart
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In un soffio

- Capitolo 2 -



La casa era immersa nel buio della notte. 
Paddy e i suoi fratelli dormivano tranquilli nei loro letti, intenti a sognare.
Una figura comparve nella camera da letto senza produrre il minimo rumore. Si avvicinò al letto della ragazza e con cautela scostò via le coperte dal suo viso, rimanendo a fissarla per un po’. I suoi occhi scrutarono quel volto con facilità perché abituati a vedere nell’oscurità. 
Era così… diversa. Era bella, bella come lui, povero alieno, non avrebbe mai potuto immaginare. I capelli biondo oro erano lunghi e le ricadevano sulla schiena, raccolti in una morbida treccia. Il viso era magro e sottile, il naso era piccolo e a patatina come una volta e la bocca aveva la delicata forma di un piccolo cuore. E le guance erano colorite e sembravano così morbide…
Non resistette all’impulso di accarezzarle il viso con il dorso della mano. 
In quel momento l’alieno venne afferrato per i polsi e scaraventato per terra e Paddy gli salì sopra dicendogli: 
«Hai abbassato la guardia!»
Nella lieve luce che rischiarava la penombra notturna la ragazza non riconobbe il volto dell’aggressore, ma lo tenne fermo in quella posizione nel tentativo, vano, di bloccare i suoi movimenti. 
Il ragazzo emise un riso compiaciuto e con uno schiocco di dita usò il teletrasporto.
Scomparvero dalla camera e ricomparvero, un attimo dopo, in un altro appartamento. 
Paddy non lo aveva mai visto e per un attimo rimase incredula in quella posizione, finché il ragazzo riuscì a sfuggire alla sua presa e si alzò in piedi, lasciandola cadere sul pavimento, ammutolita. 
«Ciao, Paddy» fece l’alieno ridacchiando.
La ragazza lo guardò in volto ma, a causa delle luci spente, non riuscì a vederlo bene.
«Chi sei? Come fai a conoscermi? Dove mi hai portato?» domandò minacciosa.
«Eh eh eh, calma! E’ questo il modo di salutare i vecchi amici?»
«Eh?»
Allora il ragazzo, facendo schioccare i polpastrelli un paio di volte, accese le luci di un grande albero di Natale che occupava parte della stanza e nel caminetto si accese un bel fuoco che irradiò con calore e luce l’ambiente.
«Ma tu sei il tizio di prima!» constatò, confusa.
«Esatto»
«Si può sapere chi sei? Voglio sapere come fai a conoscere il mio nome e perché mi hai portata qui! Rispondi o sarà peggio per te!» e così dicendo si alzò in piedi ed assunse una posizione di guardia. 
«Cosa?»
«Rispondi!»
«Ma come, tu non… non ti ricordi di me?» 
Era incredulo, possibile che lo avesse dimenticato con tanta facilità?
«Qui le domande le faccio io!»
«Ehi, ma chi ti credi di essere?»
«Sono colei che ti metterà al tappeto se non rispondi alle mie domande!»
«Oh, insomma! Ti sei dimenticata di me? Ti ci è voluto poco, eh?»
«Che? Dimenticata? Guarda che io non ti ho mai visto prima d’ora!»
L’alieno cadde a terra sconfortato. Era come se avesse ricevuto un colpo al cuore.
«Okay, ho capito. Ti riporto a casa tua» e così dicendo le si avvicinò. 
Paddy allora, alla luce intermittente dell’albero e così da vicino, poté meglio scrutare quel ragazzo. Poi sussultò all’improvviso.
«Quegli… occhi… no, non può essere…» affermò, incredibilmente sorpresa, mentre lui le stava per prendere una mano.
«Ehi, ma che ti prende tutt’a un tratto? Perché mi guardi così?»
Paddy allora ammutolì, gli occhi da cinesina improvvisamente lucidi di lacrime.
L’alieno non capì cosa le stesse capitando.
La ragazza allora lo abbracciò singhiozzando, facendolo cadere sul pavimento. 
«Ma che ca…?»
«Sei… sei tornato da me…Tart…»
L’alieno rimase in silenzio, stupito dalla sua reazione. 
«Paddy?»
«Tu non puoi neanche immaginare quanto ti abbia aspettato… Io credevo di dovermi rassegnare, credevo che non ti avrei mai più rivisto, credevo che mi avessi dimenticata…»
«Eh?» cosa sentivano le sue orecchie? «A dire la verità io pensavo che tu avessi dimenticato me»
«Oh no, tu sei sempre stato nei miei pensieri…» ammise.
Mentre piangeva, Paddy continuava ad abbracciarlo forte e gli aveva affondato il viso nel maglione, proprio all’altezza del petto. 
Tart non mancò di stringerla a sua volta e chinò il capo sino a sfiorare con la punta del naso i capelli biondi. 
«Anche tu…» sussurrò. «Non avrei mai potuto dimenticarmi di te»
Paddy allora riemerse dalla lana rossa del maglione e si decise a guardarlo in volto.
Tart era diverso, era cresciuto moltissimo. I capelli ora erano sciolti e gli sfioravano le spalle, le orecchie a punta coperte da uno zuccotto di lana, gli occhi ambrati erano sempre grandi e luminosi, il corpo era alto, snello e perfettamente affusolato, il volto era quello di un ragazzo davvero attraente. 
Arrossì e lui, notandolo, sorrise. Prima in modo beffardo, poi più dolcemente. 
«Tart, guarda» disse tirando su una manica del pigiama e mostrandogli il polso destro. 
Il ragazzo sbatté le palpebre.
«Ma quello non è…?» 
«Sì, uno dei tuoi laccetti per i capelli. Lo avevi perso prima di partire per il tuo pianeta e io l’ho trovato, così ho deciso di tenermelo per ricordo» arrossì lievemente a quell’ultima affermazione.
Com’era bella la sua Paddy quando arrossiva…
«Beh, allora credo proprio di doverti mostrare qualcosa anch’io» aprì la mano dopo essersela messa in tasca e la invitò a guardare. 
«Non ci credo…»
Nella sua mano c’era il Fiocco di Paddy, o almeno, una parte di esso.
«Come hai fatto a…?»
«Ad averlo? Facile: prima di partire l’ho rubato ai tuoi amici umani!» ridacchiò, vantandosene.
Paddy pensava che fosse un sogno…Tart non si era affatto dimenticato di lei, anzi, aveva conservato un suo ricordo avendone massima cura – era infatti lucido e ben tenuto, proprio come se fosse nuovo. 
Fra loro si era creato un silenzio davvero imbarazzante e Tart decise di interromperlo.
«Beh, ma non stiamocene qui per terra» si alzò ed aiutò anche lei a mettersi in piedi, poi le indicò un divanetto rivestito in stoffa marrone accanto al camino e le disse «Siediti, io torno subito»
Paddy allora si accomodò mentre lui si affrettò a sparire in un’altra stanza. 
“Vuoi calmarti? Sei insieme a Tart però devi stare tranquilla, accidenti!” disse fra sé e sé provando ad auto calmarsi. 
Respirò a fondo per alcuni minuti e riuscì a rallentare i battiti del suo cuore, improvvisamente impazzito di gioia. Poco dopo però Tart riapparve davanti a lei, rischiando di mandarla in iperventilazione. 
«Fuori fa freddo, ho pensato di preparare della cioccolata calda, ti va? » in mano aveva già un vassoio con due grandi tazze fumanti.
«Wow, grazie! Ricordi ancora che sono golosa?»
«Eh eh eh… Ma certo!»
Le porse la tazza e si sedette accanto a lei. 
Paddy soffiò abbondantemente nella tazza, Tart invece mandò giù un sorso e… si scottò la lingua!
«Ahiahiahiahiahi! Come bruciaaaaaaa!»
Paddy, non riuscendo a trattenersi, scoppiò a ridere.
«Ma che hai da ridere tanto, scimmietta?»
«Ahahahahah! Sei sempre il solito Tart. Passano gli anni ma non cambi mai!»
«Sgrunt!» fece lui mettendo il broncio e voltandosi dall’altra parte. 
«Ma in fondo è proprio questo pasticcione che mi mancava»
Tart non si voltò ma era palese il suo cambiamento di colore in viso.
«Tart?» chiamò poco dopo.
«Che vuoi?»
«Posso farti una domanda?»
Lui non rispose ma Paddy lo prese per un sì.
«Perché sei tornato?»
«Perché me lo chiedi? Ti dispiace, forse?»
«No no, affatto, anzi è proprio il contrario…»
«E allora?»
«Beh, è una mia curiosità»
«Sono venuto qui per conquistare la Terra!» buttò lì. 
«Ma non farmi ridere!»
Tart stette in silenzio mentre Paddy se la rideva a crepapelle. 
«A dire il vero sono tornato perché… sentivo la tua mancanza…» riuscì a dire.
 «Cosa?» “No, non sta dicendo sul serio”
«…»
«Dai Tart, lo scherzo è bello quando dura poco»
 «E chi ti ha detto che sto scherzando?!»
«Ma dai, è impossibile! Se così fosse vorrebbe dire che…» aveva iniziato la frase ridendo ma, man mano che andava avanti, si fece seria. «Che tu sei innamorato di me…»
Tart allora sussultò, lei tacque per un minuto buono.
«Ma cosa vado a pensare? E’ impossibile, ahahahahah!» il suo riso si fece molto fastidioso alle orecchie dell’alieno ma Tart si trattenne dall’arrabbiarsi, però disse:
«E se fosse vero, invece?»
Paddy smise di ridere e spostò lo sguardo su Tart, ancora rivolto dall’altra parte, e lo guardò a lungo, silenziosa.
Tart era paonazzo in volto. Aveva detto troppo.
 «Scusa, dimentica ciò che ho detto»
«Ma…»
«Ti prego… non sarei mai dovuto venire da te… mi ero ripromesso di assicurarmi che tu stessi bene e poi me ne sarei tornato sul mio pianeta. Invece mi sono spinto troppo oltre»
«Tart… dimmi la verità…» prese coraggio. «Tu mi ami?»
Un nuovo sussulto lo scosse. Cosa avrebbe dovuto fare arrivato a quel punto?
Bevve una sorsata dalla propria tazza e riattizzò il fuoco schioccando le dita.
«Paddy…» si voltò e finalmente la guardò negli occhi. «E’ vero… io ti amo»
Lei spalancò gli occhi. 
«Oh, Tart!» esclamò poi, abbracciandolo.
«…» era rossissimo ormai.
 «E allora, se è vero quel che dici, perché volevi andartene senza neanche farti vedere né rivolgermi la parola?»
«Te l’ho detto: credevo m’avessi dimenticato. E poi perché credevo che stessi insieme a un altro…»
«Io?» 
 «Sì»
«Buffo Tart… Io pensavo che tu ti fossi dimenticato di me»
 «E come avrei potuto?»
«Per me è lo stesso. Mi sono sentita sola senza di te ed ho aspettato per tutto questo tempo che tornassi… ma non credevo che ciò potesse accadere. Una possibilità del genere si è avverata solo nei miei sogni» 
«Almeno, fino a oggi» disse, meravigliandosi lui stesso di come la sua voce stesse risuonando dolce. 
«Tart…» appoggiò sul bordo del caminetto la sua tazza vuota. «Ti amo anch’io»
Tart rovesciò il cioccolato sul pavimento ma mantenne la tazza fra le mani. 
Sognava forse?
«Paddy…» posò la tazza in terra, le prese il volto fra le mani invitandola a guardarlo.
«Tart…»
Chiusero gli occhi e si unirono in un bacio dolce e lunghissimo. La cosa piacque loro così tanto che si baciarono ancora, ancora e ancora…
Tart la prese dolcemente fra le braccia e la distese sul divano e, continuando a baciarla, cominciò ad accarezzare i suoi fianchi morbidi e stretti. Paddy invece lasciò scivolare le mani sulla sua schiena coperta dal maglione rosso, finché queste non ricaddero sulle natiche dell’alieno. Tart si staccò un momento e, dopo averle rivolto un sorriso malizioso, scese delicatamente verso il collo della ragazza e cominciò a baciarlo finché non avvertì i primi brividi di piacere di Paddy.
Sciolse la treccia bionda e lasciò liberi i lunghi capelli, lei gli tolse lo zuccotto. Paddy gli sfilò poi il maglione, mostrandosi timida ed inesperta almeno quanto lui.
L’alieno apprezzò molto il gesto e con dolcezza scese verso il petto su cui appoggiò la testa, desideroso di scoprire se fosse morbido come se lo immaginava. La ragazza arrossì ma lo lasciò continuare, era una cosa nuova per entrambi, erano ansiosi di scoprirne le sensazioni centellinandole a poco a poco. Tart allora sbottonò con dolcezza il pigiama cinese. Pian piano la sfiorò ancora fino a che non liberò il corpo della ragazza dalla stoffa azzurrina dell’indumento, anche lui poi si ritrovò semi nudo addosso a lei. 
Paddy aveva gli occhi chiusi, sentiva l’adolescente virilità del ragazzo premere contro una sua coscia, ma non aveva il coraggio di guardare.
«Paddy cos’hai? Mi fermo, se vuoi…»
«No, ti prego. Dammi solo un momento»
Tart attese, anche se con un po’ di giustificata impazienza.
Paddy aprì gli occhi e gli rivolse un sorriso timido e molto dolce.
«Promettimi che poi non sparirai…»
«Non rifarei mai lo stesso errore!»
Si baciarono di nuovo, ancora a lungo e si esplorarono con cautela.
Tart ad un certo punto la prese fra le braccia e la sospinse verso di sé.
«Andrà tutto bene» la rassicurò.
«Mi fido di te» 
Tart  allora si unì a lei con assoluta dolcezza. L’amò con passione e con assoluto amore per tutta la notte.

La neve aveva ricoperto le strade, le case, gli alberi. Le prime luci dell’alba non la riuscirono neppure a scalfire, poiché deboli e sfuggenti. 
Paddy si svegliò di soprassalto. Era stato tutto un sogno?
Si guardò attorno, tutto era come la notte precedente: l’albero di Natale, il caminetto, il divano marroncino, Tart.
Si sentì abbracciare da dietro, sentì il corpo di Tart contro il suo, avvertì il suo baciò sulla spalla. Portò una mano ai capelli del ragazzo e li accarezzò.
Si voltò dall’altra parte, mettendosi sul fianco opposto, standogli di fronte.
«Buongiorno, Paddy-chan»
«Buongiorno Tart. Non ho sognato, vero?»
«No, è tutto vero. Te lo giuro»
Si baciarono dolcemente e si scambiarono altre tenere effusioni finché lei ebbe un sussulto. Si era completamente dimenticata della sua famiglia!
«Devo tornare dai miei fratelli!» esclamò.
«D’accordo, ti accompagno io»
«Grazie»
Si sedettero sul divano e si rivestirono. Qualche minuto dopo si teletrasportarono nella camera da letto di lei. La casa era ancora avvolta nel silenzio.
«Paddy?» 
«Sì?»
«Stavolta non vado via»
«Davvero? »
«Resto per tutto il tempo che vuoi tu»
«Per sempre, allora!»
«Okay» rispose con un sorriso. «Grazie»
«Per cosa?»
«Per avermi dato molto più di quello che credi. Per avermi dato il tuo amore»
«Non devi ringraziarmi per una cosa del genere, è naturale. Anche tu lo hai dato a me»
«Forse è il caso che vada ora. Ci vediamo»
«Aspetta!»
«Che c’è?»
«Tra poco sveglierò i bambini. Ti spiacerebbe teletrasportarti fuori di casa e suonare il campanello tra un quarto d’ora?»
«Va bene, ma perché?»
«Perché vorrei presentarti a loro»
L’espressione di stupore sul volto dell’alieno si faceva sempre più interrogativa.
«Non ti va di conoscerli?»
«Quei mocciosi?»
«Ti ricordo che anche noi quando ci siamo conosciuti eravamo dei mocciosi. Ma se non ti va, okay»
«Ehi, scherzavo. Certo che mi va. Vado subito ma prima…»
Le si fece più vicino e la baciò.
«Cosa gli dirai?»
«Che siamo amici»
«Come sarebbe a dire amici
«Su non fare quella faccia, sarà solo per un po’ di tempo. Se gli dico subito che stiamo insieme si metteranno a spettegolare, specialmente la più piccola…»
«D’accordo. A fra poco allora»
«Sì»
Dopo quella risposta svanì. La ragazza si lavò e vestì in fretta e chiamò i fratelli affinché si alzassero, nel frattempo preparò la colazione per tutti. Tart incluso.
Quella notte aveva aperto un mondo nuovo per Paddy, un mondo bellissimo e pieno di felicità, una felicità immensa vicino al suo amato Tart. 
E tutto in una notte prima della vigilia di Natale, una notte di neve stupenda e romantica, volata via in un soffio.



Fine

 

-L’angolo di Amy-

Ciao gente,
allora, che ve ne pare? Ammetto che quando la scrissi ero molto più entusiasta del mio lavoro rispetto a oggi, ma infondo ero piccola e non ero ancora così ferrata nello scrivere – non che quello che scrivo oggi sia da Nobel per la letteratura, intendiamoci XD.
Colgo l’occasione per ringraziare Black rose 92 per aver recensito il primo capitolo e per aver inserito questa fanfiction nelle storie preferite e poi grazie anche a Dreams are beautiful e a Yeah91 per averla inserita nelle seguite. 
Spero davvero che mi lascerete una recensione, anche piccola piccola, ci terrei davvero molto a conoscere le vostre opinioni in merito e, ve lo assicuro, non mordo ^^
Un abbraccio,

Amy

  
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