Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: almeisan_    02/02/2012    0 recensioni
Salve a tutti. Questa è una piccola minilong Jeroline ambientata durante la puntata 3x12 quindi contiene spoiler, seppur lievi, della terza stagione. Caroline ha appena compiuto 18 anni e Jeremy vuole fare un regalo speciale, un regalo che potrà tenere con sé per sempre per ricordare che nel mondo, e soprattutto dentro di lei, si può conoscere e trovare la vera bellezza.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Jeremy Gilbert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
mmmm Caroline Forbes si chiuse la porta di casa alle spalle con un tonfo sordo. Lanciò le chiavi che atterrarono in un luogo sconosciuto e si portò la mano destra sul viso, appoggiandosi al muro dietro di lei. Una calda lacrima rigò il suo volto candido seguita prontamente da un’altra e un’altra ancora. Un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra rosse e schiuse e il suo corpo cominciò a tremare sotto il peso di quella giornata. Si lasciò cadere sul pavimento gelido e si portò le ginocchia al petto, sicura di essere sola. Caroline non aveva mai pianto dinanzi a nessuno, se non a pochi e in situazioni così particolari da impedirle di evitarlo. Era una questione di principio. Non voleva che il mondo sapesse, che il mondo la vedesse soffrire. Anche se era un pensiero per certi tratti infantile, Caroline voleva dimostrare a tutti di essere forte e superiore alla meschinità dell’interno universo, nonostante tutto quello che le era accaduto. Voleva dimostrare di poter essere una brava persona sebbene fosse diventata una vampira, sebbene il suo stesso padre l’avesse torturata per qualcosa di cui non era padrona. Non importava. Suo padre le voleva bene. Caroline lo sapeva. Quello che stava facendo per lei, aiutare Tyler con il suo problema dell’asservimento a Klaus, era più importante di ogni altra cosa e la ragazza gliene era infinitamente grata. Poteva, doveva, dimenticare il passato, relegarlo nell’angolo più inaccessibile della sua mente e, soprattutto, del suo cuore. Avrebbe potuto così sperare in una vita migliore, un’esistenza se non felice, perlomeno. Almeno fino al momento in cui tutte le persone che aveva amato in vita, sua madre, suo padre, Matt, Bonnie, Jeremy, Elena, sarebbero andate in un posto in cui lei non si sarebbe mai potuta recare, se non per mezzo di un paletto nel cuore. Dopo, magari, la sua vita avrebbe preso una svolta differente che l’avrebbe portata lontana mille miglia da Mystic Falls, dal suo passato e dai suoi ricordi. Un nuovo singhiozzo la scosse. Stava mentendo. Sapeva benissimo che non sarebbe cambiato nulla, anzi forse quel senso di vuoto e incomprensione si sarebbe amplificato al punto tale da farla esplodere e ci non sarebbe stato nessuno al suo fianco per poterla consolare. Nemmeno Stefan. Non quello Stefan in versione Squartatore che si era persino dimenticato del sentimento che lo aveva legato a Elena. Nessuno, se non Tyler. Però si chiedeva se sarebbe davvero durata tra lei e il nuovo ibrido che aveva preso il posto del suo Ty, di quel ragazzo che l’aveva baciata sul portico della sua casa per poi andare via, con quella che considerava la sua gente. Quel Tyler era tornato da lei, ma la loro felicità non aveva avuto un futuro roseo e duraturo, no, e Caroline si chiedeva se fosse nel suo Destino amarlo ed essere amata da lui. Era confusa, ma non per quello lo avrebbe abbandonato, non per quello l’avrebbe lasciato in balia delle onde che rischiavano di annegare entrambi. Caroline alzò il capo dalle sue ginocchia e si asciugò gli occhi con il dorso della mano, sporcandosi maggiormente gli zigomi con il mascara. Deglutì a vuoto e si alzò dal pavimento. La casa era illuminata da raggi di Sole color del sangue e la vampira tremò leggermente, sbattendo le palpebre. Era soltanto il tramonto. Sua madre sarebbe tornata presto a casa, avrebbero cenato e sarebbero andate entrambe a letto dopo aver chiacchierato un po’. Caroline sorrise e annuì, sicura di quel pensiero. Un suono metallico provenne dal suo cellulare e la vampira lo prese. La foto di un ragazzo moro dai profondi occhi castani gli apparve dinanzi agli occhi. Il sorriso della ragazza aumentò e accettò la chiamata.

« Ehi Jer,» lo salutò allegramente, cominciando a camminare verso la sala da pranzo. Il suono dei suoi tacchi venne subito diminuito dalla voce del ragazzo.

« Ehi Care, scusami tanto per ieri. Sono andato via senza neanche farti gli auguri. Mi spiace.» Il sorriso della vampira si fece più dolce mentre si accomodava sul lungo divano di pelle. Dalle parole di Jeremy traspariva una tale timidezza da indurle tenerezza. Era sempre Jer, il fratellino di Elena, il bambino che arrossiva ogniqualvolta riceveva un complimento.

« Non preoccuparti, Jeremy. Lo capisco. Come va lì? Hai già incominciato il corso?» domandò cercando di imprimere nella sua voce una felicità che non possedeva in quel momento. Sapeva bene che Jeremy non era andato via spontaneamente e, anche se non era suo compito preoccuparsene, pensava che Elena avesse sbagliato completamente. Doveva essere lui a scegliere di andar via. Nessuno avrebbe dovuto imporglielo in quella maniera, soprattutto sapendo quanto in passato gli avesse fatto male essere costretto da un vampiro a dimenticare qualcosa di importante.

« No, domani. Qui è tutto fantastico. Denver è piena di negozi e locali. Ti piacerebbe davvero tanto questa città.» Caroline si lasciò sfuggire una breve risata e Jeremy la seguì subito dopo. Il fatto che amasse lo shopping compulsivo era risaputo a tutti, soprattutto a quelli che la conoscevano da più tempo, e anche quell’attitudine si era amplificata da quando era diventata una vampira.

« Quindi ti trovi benissimo lì?»

« Non lo so ancora, ma lo spero. Basta parlare di me. Raccontami di te. Cosa avete fatto di speciale per il tuo diciottesimo compleanno? Elena non mi ha raccontato nulla, dovevo prendere l’aereo,» le spiegò e Caroline sentì una sedia che veniva spostata. Probabilmente si era alzato. Poteva sentire i passi attutiti dalla distanza, ma comunque bene udibili alle sue orecchie. La vampira si lasciò sfuggire un sospiro e chiuse gli occhi. Era meglio che Jeremy non sapesse nulla di tutto ciò. Mystic Falls doveva essere lontana da lui e dai suoi pensieri.

« È stato molto bello e profondo. Ha organizzato tutto Elena, quindi puoi immaginare che è stato meravigliosamente illuminante,» affermò briosa, scatenando una leggera risata nel ragazzo che durò troppo poco. Subito si spense, mostrando quanto fosse infelice e Caroline non potè evitare di abbassare lo sguardo e aggrottare le sopracciglia in un’espressione addolorata e afflitta.

« Care, vorrei farmi perdonare di non essere potuto venire alla tua festa.»

« Oh Jer, non preoccuparti,» si affrettò a affermare, arrossendo leggermente e muovendo le mani dinanzi a sé come se avesse di fronte l’amico di sempre e non la sua sala vuota.

« Per favore, Caroline, ascoltami,» la pregò con la voce più dolce che possedeva. Caroline arrossì maggiormente e annuì prima di ricordarsi che non poteva vederla.

« Ok, dimmi.»

« Vorrei tanto che venissi da me, a Denver. Solo per poco. Vorrei mostrarti un parco meraviglioso e darti il mio regalo, anche se in ritardo. Se dirai di no, ti capisco. So che è totalmente folle. Però spero tanto che tu mi dica di sì,» mormorò e Caroline se lo figurò nell’atto di passarsi una mano tra i capelli e di sorridere imbarazzato. La vampira sorrise e chiuse definitivamente gli occhi. Era davvero folle. Denver era lontanissima da Mystic Falls, un giorno e più di macchina, ma Caroline aveva davvero bisogno di allontanarsi dai problemi, almeno per poco e Jeremy glielo aveva domandato con così tanta gentilezza da risultarle impossibile non accettare il suo invito. Poi sarebbe tornata da Tyler e dagli altri, alla sua vita senza senso. Pensava di meritare un giorno, un’ora, un minuto di libertà, di normalità e gioia sincera con colui che da bambina era stato poco meno di un fratello e molto di più di un amico.

« Certo che verrò, Jer. Prendo il primo aereo per il Colorado,» affermò con allegria sincera, ritrovando il sorriso autentico che l’aveva sempre caratterizzata. Scattò in piedi e a velocità elevata si fiondò nella sua camera, accendendo la luce e rivelando una bella stanza signorile e tipicamente femminile.

« Davvero? È meraviglioso. Avvisami quando sei arrivata. Vengo a prenderti all’aeroporto, se vuoi,» disse tutto d’un fiato, come se temesse un suo rifiuto. Caroline allargò il sorriso e per un attimo tutti i problemi scomparvero. Le avrebbe fatto bene il clima di Denver.

« Sì, Jer. Ci vediamo prestissimo. Un bacio grande,» lo salutò. Jeremy ricambiò prima di chiudere la comunicazione e far ripiombare il silenzio nella casa. Caroline si avvicinò all’armadio ricolmo d’abiti firmati e non, di tutti i colori e per tutte le stagioni. Anche se non sapeva spiegarselo, voleva essere al meglio di sé. Forse perché pensava che nelle grandi città le ragazze vestissero con meravigliosi abiti, sebbene non potesse appurarlo. Non si era mai troppo spostata da Mystic Falls a causa del lavoro di sua madre. Era stata in pochissime città quando era piccola, quando suo padre e sua madre erano ancora sposati, prima che una bufera si abbattesse sulla loro famiglia, e non era in grado di ricordarle, se non per pochi dettagli che al momento le apparivano insignificanti, come lo smog e i rumori insopportabili delle macchine. Scelse un semplice tubino nero, regalatole dalla figlia di Steve, Nicole, e delle decolté dello stesso colore con una porchette abbinata. Sorrise soddisfatta e si concesse un breve bagno caldo, desiderosa di lasciarsi Mystic Falls alle spalle. Scese in cucina e guardò l’orologio. Sua madre non sarebbe tornata che un’ora dopo e decise di scriverle un biglietto per comunicargli la sua innocente pazzia. Avrebbe compreso, ne era sicura. In quel periodo lei e sua madre si erano avvicinate moltissimo. Caroline le aveva confidato segreti che aveva sempre taciuto al resto del mondo e aveva riconosciuto negli grandi occhi della madre soltanto uno sconfinato amore, quell’affetto che aveva sempre desiderato le legasse. Lo lasciò sulla consolle dell’ingresso, poi uscì e si chiuse la porta di casa alle spalle a doppia mandata. Si diresse verso la sua auto posteggiata davanti casa e mise in moto, guardando il suo sorriso dallo specchietto retrovisore. Era una follia. Non riuscì a trattenere una breve risata piena di gioia. Da tanto tempo era costretta a non comportarsi più come una semplice ragazza americana, ma come una vampira con delle responsabilità verso gli altri, ma, soprattutto, verso se stessa. Guidò per mezzora verso Ovest fino a trovarsi dinanzi l’imponente architettura dell’aeroporto internazionale di Richmond. Parcheggiò al primo posto disponibile e si diresse verso l’interno, non incontrando nessuno, nonostante la buona quantità di autovetture. Un sorriso ancora le illuminava il volto mentre sceglieva di non rispondere a una persona insistente che le stava telefonando da dieci minuti scarsi. Non le importava. Aveva deciso che si sarebbe goduta quella breve gita. Al suo rientro avrebbe accettato qualsiasi cosa avrebbe trovato, ma in quel momento non era in grado di pensare ad altro che non fosse Denver o Jeremy, o entrambi, ed era giusto che fosse così. Annuì a se stessa e si diresse a passo svelto verso uno dei banconi per il check in. Dietro di esso vi era una bella donna sui trent’anni con i capelli scuri raccolti in una crocchia alta. Caroline allargò il sorriso, ascoltando che il terminale stava annunciato il prossimo volto per Denver e poggiò le mani sulla superficie lignea, tamburellandola per avere la sua attenzione. La donna le sorrise accogliente e la guardò negli occhi.

« Buona sera, ha bisogno di informazioni?»

« No, vorrei andare a Denver con questo volo,» rispose pacata, inclinando la testa verso il terminale. La donna scosse il capo e il sorriso lentamente si spense.

« Mi dispiace, non è possibile. Il volo sta per partire e non ce ne saranno altri prima di domani.» Le labbra rosee di Caroline si piegarono tristi verso il basso. Non avrebbe voluto essere costretta ad ammaliarla, ma non poteva tornare a Mystic Falls, non dopo essersi illusa così tanto di potersi allontanare per un giorno.

« Scusi,» sussurrò in modo così impercettibile che la donna non fu in grado di comprendere le sue parole. La vampira si fece un po’ più vicina al bancone e puntò gli occhi chiari in quelli della donna, « Ora mi darai il biglietto di imbarco per questo volo,» scandì le sillabe vedendo che le iridi della donna venivano diminuite dalla pupilla. Annuì e le sorrise per poi battere le dita sulla tastiera del computer e attendere che il suo biglietto di imbarco venisse stampato. Caroline annuì a sua volta, sospirando leggermente per la tristezza. La donna le porse il pezzo di carta e Caroline le fece dimenticare di averla mai vista. Passò il check in in fretta e tutta l’afflizione della costrizione passò quando vide il grande aereo bianco dinanzi a sé. Salì le scale velocemente, ascoltando appena le esclamazioni allegre degli altri passeggeri, e trovò posto al fianco di una signora di mezza età e a quella che con molta probabilità era la sua nipotina di circa cinque anni, avrebbe detto. Sentì la bimba dalle lunga coda di cavallo ramata trattenere il fiato dinanzi alla sua eleganza e Caroline le rivolse un sorriso dolce e felice. Estrasse il cellulare dalla porchette e notò che era stato Tyler a chiamarla molte volte, anche se non mancavano le telefonate di sua madre e di Bonnie. Elena aveva probabilmente parlato con suo fratello ed era tranquilla. Chiuse gli occhi e spense il telefono, lasciandosi sfuggire un breve sbuffo.

« Come ti chiami, cara?» le chiese la signora.

« Caroline,» mormorò ritornando a sorridere dinanzi all‘espressione sorpresa della bimba.

« Davvero? Anche la mia nonnina si chiama Caroline. Io sono Kirsten,» si presentò tenendole la mano un po’ goffa, ma molto determinata. Caroline la strinse con calore e la bambina sorrise soddisfatta. La nonna carezzò i capelli della nipote e tornò a sorriderle cordiale.

« Torni dalla tua famiglia, Caroline?» La vampira scosse il capo, lasciando che i bei capelli color miele si disperdessero sulle sue spalle strette, e un timido sorriso le dispiegò le labbra.

« Vado a trovare un mio amico d’infanzia che ora vive a Denver. Voi, invece?»

« Torniamo a casa, dal mio papà,» le spiegò la bimba con gli occhi verdi pieni di felicità. Caroline annuì e trattenne leggermente il fiato. L’aereo stava decollando. Stava davvero andando in Colorado. Quello non era un sogno. Caroline sorrise e, dopo che sentì di essere in cielo, accese nuovamente il telefono. Avvisò Jeremy e si rilassò contro il sedile, guardando in alto. Il volo sarebbe durato poco, un’ora, e presto avrebbe visto gli alti edifici di Denver. Presto avrebbe rivisto Jeremy e avrebbe potuto riabbracciarlo. Chiuse gli occhi e sentì intonare al suo fianco una melodia bassa da parte di Caroline. Aprì gli occhi e vide Kirsten con il capo poggiato sulle gambe della nonna. Le sorrise prima di vederla chiudere gli occhi e riposarsi. Anche Caroline si addormentò, lasciandosi cullare dalla dolce nenia. Si destò solo quando sentì che l’aereo stava per atterrare e sorrise euforica, trattenendosi a stento dal battere le mani. Salutò Caroline, carezzò lievemente i capelli di Kirsten ancora addormentata e si fiondò velocemente giù. Avanzò verso l’interno dell’aeroporto e notò subito una figura maschile familiare che le stava facendo un cenno con la mano. Azzerò la breve distanza tra loro due e lo abbracciò con trasporto.

« Ehi Care,» la salutò con dolcezza, baciandole i capelli. La vampira si allontanò di poco e lo baciò con più ardore sulla guancia liscia, « Come mai tutta questa eleganza?» le domandò con un sorriso furbo. Caroline arrossì lievemente e abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore, « Sei uno splendore,» aggiunse per metterla a suo agio.

« E tu sei un bugiardo,» esclamò, riprendendo il sorriso. Jeremy scoppiò a ridere e la attirò di più a sé, stringendola in un abbraccio dolce. Per un attimo Caroline si sentì davvero a casa, al sicuro, e il suo cuore tremò, lasciandola confusa. Era Jeremy. Lo aveva sempre considerato il fratello minore che non aveva mai avuto eppure il suo cuore stava ancora tremando e non accennava a smettere.

« Come sta la mia bellissima neodiciottenne?» mormorò, cominciando a condurla verso l’uscita, dove, probabilmente, vi era la macchina. Caroline si lasciò sfuggire una breve risata e gli si fece maggiormente vicina, quasi incollata al suo petto.

« Sto bene. Adesso,» mormorò veritiera, serrando le palpebre e ispirando a pieni polmoni il suo dolce profumo familiare.

« Mi fa piacere. Mary ci sta aspettando in macchina,» le comunicò prima di posarle un altro bacio tra i capelli, causandole un altro tremito incontrollato. Si limitò ad annuire, troppo confusa per poter dire qualcosa, e si lasciò condurre verso un’utilitaria blu notte al cui interno di poteva scorgere una sagoma femminile. Jeremy le aprì lo sportello da vero gentiluomo e Caroline lo ringraziò di quella carineria. Nonostante fosse buio, notò distintamente il rossore colorargli le guance e un sorriso dolce e autentico le dispiegò le labbra. Jeremy si sedette al suo fianco, lasciando il posto davanti vuoto, probabilmente per farla sentire maggiormente a suo agio e Caroline non poté evitare di esserne lusingata. Incominciava appieno a capire che oramai Jeremy non era più un ragazzino, ma un giovane uomo pieno di gentilezza e sensibilità e comprese la ragione per la quale Bonnie soffrisse tanto per lui. Era semplicemente meraviglioso. Arrossì e scosse il capo con forza. Non poteva pensare a Jeremy in quei termini. Bonnie lo amava e Jeremy amava lei, o forse Annabelle, ma non doveva importarle. Lei aveva Tyler e, anche se il loro rapporto non era più idilliaco, non l’avrebbe mai potuto tradire in quella maniera, soprattutto non con il fidanzato della sua migliore amica. Ex, si corresse. Nonostante fosse presa dai quei tormentati pensieri, aveva saluto la donna che ospitava il ragazzo nella sua casa e stava conversando allegramente con lei riguardo la sua amicizia con Jeremy.

« Cari, volete che vi lasci al parco?» domandò Mary, guardandoli dallo specchietto. Caroline guardò Jeremy mentre annuiva con un sorriso e ne fu catturata, irreparabilmente attratta. Se ne vergognò altamente per tutti quanti i suoi amici. Non sarebbe più stata in grado di guardare Bonnie negli occhi dopo quei pensieri. Mary accostò e Jeremy la precedette uscendo dall’auto e tenendo lo sportello aperto. Caroline lo seguì dopo aver salutato la donna con un sorriso. Era simpatica e Jeremy sembrava tenere molto a lei. Magari a Denver avrebbe trovato una seconda casa, una seconda famiglia, un luogo in cui poter essere finalmente felice e Caroline non poteva che essere contenta per lui, anche se le dispiaceva infinitamente che fosse stato costretto ad andare via senza saperlo. Non si era accorta che Jeremy le aveva preso la mano e la stava conducendo verso l’entrata di un immenso parco. La strinse con più forza e gli sorrise, lasciandosi condurre verso una panchina.

« Allora, Jer, il mio regalo?» domandò con finta civetteria, accavallando le gambe non rendendosi conto che il vestito era diventato notevolmente più corto. Vide lo sguardo di Jeremy saettare direttamente lì per poi tornare nei suoi occhi azzurri. Le sorrise con imbarazzo e scosse leggermente il capo.

« È a casa, Care. Non vuoi stare un po’ qui, con me?» continuò quasi con tristezza.

« Certo che no, Jeremy. Come ti viene in mente? Voglio stare con te,» esclamò subito, sfiorandogli la mano e arrossando per il doppio senso delle sue parole. Jeremy rimase quasi con le labbra spalancate, poi scosse il capo per riprendersi e le sorrise.

« Ok,» mormorò con calma, facendosi più vicino a lei, « Come va con Tyler?» continuò con un sorriso e un tono amichevole. Caroline alzò le spalle, non volendogli mentire, ma, allo stesso tempo, non desiderando esplicare nulla sul loro rapporto. Jeremy comprese e le sorrise, prima di volgere lo sguardo verso il parco. Era pieno di coppie e gruppi di amici o familiari.

« Mi piace qui,» si lasciò sfuggire la vampira, poggiando il capo sulla sua spalla.

« Anche a me. Dovresti vederlo di giorno. È meraviglioso e silenzioso.»

« Sono felice di essere venuta e di aver conosciuto Mary. È una brava persona e si vede che ti vuole un gran bene.» Jeremy annuì e scostò la mano dalla sua per poterle carezzare la guancia.

« Sei certa che non ci sia qualcosa di cui mi vuoi parlare? Io sono con te e sai che puoi fidarti e sfogarti.» Caroline gli sorrise e annuì, ma non disse nulla. Era bene che lui non fosse a conoscenza di nulla. Elena aveva ragione. Era meglio così.

« Non c’è nulla, Jer. Davvero. Solo un po’ di stanchezza. Non ho dormito molto.» Il ragazzo sembrò crederle e le baciò la fronte con delicatezza.

« Vuoi venire a casa?» Caroline annuì e Jeremy la condusse verso l’uscita del parco. Camminarono per una strada semivuota per pochi minuti prima di trovarsi di fronte una bella casa signorile. Il ragazzo aprì la porta con le sue chiavi e accese la luce nel corridoio. Lo sguardo di Caroline si posò su di un bigliettino scritto con una calligrafia chiara e semplice sulla consolle dell’ingresso. Vi era scritto che erano andati a cena a casa dei suoceri di Mary.

« Mi fai vedere la tua camera?» chiese Caroline curiosa prima di sorridere con aperta felicità. Le loro mani erano ancora intrecciate e questo le causava un brivido freddo lungo la schiena, ma non si ritrasse n?è diede segno di volerlo fare. Si sentiva bene come poche volte le era accaduto in quell’anno. Neanche con Matt e Tyler aveva provato una sensazione di simile familiarità. Era a casa, finalmente. Salirono le scale e il ragazzo la condusse verso una stanza a sinistra del pianerottolo, poggiando l’altra mano sulla maniglia. Caroline si fece avanti, sorpassandolo, presa dalla curiosità e non poté evitare di sorridere. Era oggettivamente molto bella e classica, forse non molto adatta alla parte più ribelle di Jeremy, ma sicuramente legata alla sua sensibilità. Avanzò e si guardò intorno. Era in perfetto ordine e il suo sguardo fu catturato da una foto sulla scrivania. Ritraeva il loro gruppo insieme. Si soffermò su Bonnie e Tyler e un nodo doloroso le attorcigliò lo stomaco, facendole brillare gli occhi di lacrime trattenute. L’amore era malvagio. Sentì la mano di Jeremy sulla sua spalla e volse il capo sino a incontrare i suoi occhi.

« Care, io non so cosa sia successo a Mystic Falls da quando me ne sono andato e non voglio saperlo, anche se non so il perché. Voglio solo andare avanti con la mia vita, ma non perdere tutti voi. Mi manchereste troppo,» le confessò a voce bassa. Era così vicino che Caroline si sorprese a contare le ciglia dei occhi, le piccole rughe della pelle vicino al naso e, infine, quelle delle labbra. Sbatté le palpebre, ma questo non l’aiutò, anzi peggiorò la situazione. Jeremy era troppo, troppo vicino e lei non sapeva come controllarsi. La sua parte vampira le stava urlando di baciarlo mentre quella umana la stava trattenendo a stento, anch’ella vogliosa di quel contatto intimo. E in un attimo appoggiò le labbra su quelle del ragazzo. Chiuse gli occhi, accarezzando con le ciglia i suoi zigomi e notò Jeremy fare lo stesso. La sua mano era risalita sino a sfiorarle la guancia e le sue mani si stava schiudendo sotto il suo tocco. Fu Caroline ad approfondire il contatto, buttandogli le braccia al collo, dimenticandosi di ogni altra cosa che non fosse lui. Fu perfetto. Sentiva Jeremy tremare e lei stessa non era più in grado di controllare i brividi di piacere lungo la spina dorsale. Il ragazzo l’avvolse in un abbraccio dolce, non togliendole, però, la possibilità di allontanarsi se lo avesse desiderato. Durò troppo poco. Jeremy aveva bisogno di respirare e si scostò lievemente, facendola mugolare di protesta.

« Care, ma cosa stiamo facendo?» le domandò retorico, nella voce nessun segno di voler dimenticare l’accaduto, anzi. Caroline leggeva solo il piacere e sorrise. Riaprì gli occhi e li puntò nei suoi. Era scosso, tremava ancora, ma era evidente che gli fosse piaciuto proprio come era piaciuto a lei, « È sbagliato,» sussurrò a mezza voce, tuttavia stringendola ancora. Caroline non riusciva a parlare, ma sapeva. Sapeva bene di non voler allontanarsi. Il resto del mondo non era importante.

« Perché?» domandò prima di poggiare nuovamente le labbra su quelle del giovane. Jeremy non si scansò, anzi la cercò quando sentì che stava per allontanarsi. Si sentì sospingere verso il letto, ma le mani di Jeremy non erano insistenti, solo tremanti e immensamente gentili. Si lasciò cadere sulle coperte candide e per un istante non percepì il corpo dell’altro su di sé. Jeremy la seguì un secondo dopo, poggiando gomiti al lato del suo volto per non gravarle. Posò le labbra sulle sue, gli occhi marroncini, oscurati lievemente dalla passione, nei suoi azzurri. I baci si diressero verso il basso, verso il collo e Caroline si lasciò sfuggire una breve risata.

« Sono io il vampiro, qui, Jer,» sussurrò con la voce roca contro il suo collo. Sentì la risata di Jeremy di rimandò e lo vide ritornare sulle sue labbra. Caroline gli afferrò i lembi della camicia e lo fece avvicinare maggiormente a sé. I corpi si sfioravano oramai. Il cuore di Jeremy batteva troppo forte, pompava sangue molto più velocemente del normale e Caroline sentì la sua gola in fiamme per la sete. Jeremy lo notò e si scostò dalle sue labbra, da lei, dal letto. Caroline si mise a sedere e lo guardò. Aveva le mani tra i capelli, ma tremava ancora. Di piacere. Le labbra erano più rosse e gonfie dei loro baci.

« Tutto questo è folle, Caroline. Tu hai Tyler. Mi dispiace tanto. Non avrei mai dovuto. Ti prego, perdonami. Non era mia intenzione,» si scusò velocemente, con gli occhi spalancati dall’incredulità. Caroline sorrise e sentì sparire l’immagine di Tyler dal suo cuore. Non c’era più in quel momento. Forse non sarebbe mai tornata o forse sì. Non era importante saperlo al momento.

« La ami ancora?» domandò con la voce ancora arrochita dal desiderio e dalla fame. Jeremy la osservò confuso e Caroline volse lo sguardo alla ragazza di colore nella foto.

« No e non è importante. Tu sei quella fidanzata, non io,» mormorò andandosi a sedere alla scrivania, lontano da lei.

« Eppure tu mi vuoi,» affermò in sussurro così impercettibile che Jeremy faticò a udire davvero. La vampira arrossì per le sue stesse parole, ma il suo sguardo era fiero e fermo negli occhi del giovane. Lo vide arrossire di rimando e volgere la vista altrove, su di un foglio sulla scrivania. Caroline si avvicinò a supervelocità e lo costrinse a guardarla, anche arrabbiata. Jeremy tornò a osservarla e scattò in piedi.

« Sì, Care, io ti voglio,» esclamò, « ma non è giusto,» aggiunse a voce più bassa e dolce, sfiorandole la guancia con i polpastrelli, « Domani tornerai a casa e dimenticherai tutto guardando Tyler e capendo che è stato solo uno stupido errore fatto con un ragazzino altrettanto sciocco, ma io? Io rimarrò qui e ricorderò, soffrendo sapendoti al fianco di qualcuno che non sono io, perché per me sarà importante.» Caroline abbassò lo sguardo per poi risollevarlo con fierezza.

« Pensi che per me non lo sarebbe? Mi credi davvero così superficiale?» domandò, lasciando che una lacrima rigasse il suo volto candido. Jeremy la prese tra le dita come se fosse preziosa quanto un diamante e sorrise, scuotendo il capo.

« Non ti credo superficiale, Care, ma so che ami Tyler. Forse avete litigato, ma, credimi, non è così che lo dimenticherai. Non con me. Dovete solo parlare e chiarirvi e tornerete a essere la coppia meravigliosa che siete stati quest’estate.»

« Tu pensi?» esclamò con rabbia, assottigliando gli occhi chiari, « Non siamo mai stati una coppia meravigliosa e tu lo sai. Io sono una vampira e lui un licantropo, gli opposti, e non è mai stato facile. Dovevamo controllarci nei nostri istinti per non ferire l’altro. Però con te, davvero, io mi sono sentita a casa. Felice. Con te sono stata felice,» mormorò con la voce spezzata. Jeremy aveva schiuso le labbra e spalancato gli occhi dall’incredulità. La strinse a sé con forza e la baciò con passione e qualcos’altro. Qualcosa di più profondo e prezioso. In pochi istanti si ritrovarono nuovamente sul letto, entrambi tremanti, ma felici. Immensamente, inconsciamente e irreparabilmente felici. Si amarono quella notte, sapendo entrambi che non era soltanto la passione a guidarli, con la stessa intensità di due innamorati che coronavano il loro sogno d’amore. Caroline non aveva mai provato quelle sensazioni con nessuno, nemmeno con Tyler, e nell’errore del loro contatto trovò la giustizia del suo cuore. Si addormentarono l’uno tra le braccia dell’altra, stanchi, ma con un sorriso sulle labbra. Le prime, bianche luci dell’alba destarono la vampira e le fecero volgere il capo accoccolato sul petto marmoreo del giovane uomo sotto di lei. Mugugnò una protesta e aprì gli occhi chiari. Si mise a sedere, coprendo la sua nudità con il lenzuolo, e osservò il volto rilassato di Jeremy senza trattenere un bel sorriso. Accarezzò il suo sorriso con la punta delle dita, poi si guardò intorno. Sulla scrivania quello che con molta probabilità era il suo regalo di compleanno faceva bello sfoggio di sé. Si sporse e prese il disegno. Un sorriso le dispiegò le labbra. Un bel parco curato brillava sullo sfondo. Il Sole illuminava tutto il paesaggio circostante, soprattutto una panchina. Su di essa vi era accomodata lei. Caroline carezzò il suo volto, soffermandosi su di due piccoli dettagli. Gli occhi le erano stati resi più brillanti, come due zaffiri preziosi. Avevano un’espressione felice. Le dita avanzarono verso il basso, verso le labbra rosee e sottili, sollevate lievemente verso l’alto. Jeremy l’aveva ritratta nell’attimo immediatamente precedente alla nascita di un sorriso. Del suo sorriso.


Note dell'autrice

Siamo giunti alla fine di questa piccola long. Ringrazio vivamente tutti quelli che hanno letto silenziosamente il primo capitolo, spero che commentiate questo qui. Inoltre vorrei comunicarvi lapertura del mio forum di fanfiction su The vampire diaries (http://vampirediariesfans.freeforumzone.leonardo.it/ ). Spero lo vogliate visitare. Un saluto, almeisan_

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: almeisan_