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Autore: Fayes    02/02/2012    3 recensioni
Poco dopo la morte di Jimmy, Brian inizia a scrivere So Far Away. La situazione è straziante.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 4





Il medico si diresse alla reception scuotendo la testa con aria perplessa. 
Si passò una mano nei capelli grigi e si appoggiò al bancone della segretaria. Era un uomo di sessantadue anni, prossimo alla pensione, presto avrebbe lasciato quella vita insoddisfacente e insopportabile; una vita passata a dare brutte notizie a parenti ed amici speranzosi, a combattere per salvare una vita e non riuscirci quasi mai. Ma in fondo, cosa poteva farci lui? Combatteva con una forza sconosciuta ed invincibile: dio. Dio? No...dopo anni passsati a guardar cadaveri aveva smesso di avere fede in lui.
«Dottore..scusi ma perchè li ha fatti entrare? Non sono parenti e non...» mormorò a voce bassissima la donna dietro la scrivania.

«Fanno parte di una band, signorina Shell.» rispose il medico con la voce rauca fissandosi le mani rugose.
«E allora? Non sono mica fratelli!» ribattè quella con aria saccente.
«Sono più che fratelli, signorina Shell...» detto questo, l'uomo si voltò e si diresse nel suo ufficio, lasciando la donna della reception con la bocca semiaperta. «Meritano di sapere...» mormorò scendendo le scale.


La stanza era candida. I raggi di sole filtravano dalle veneziane della finestra illuminando un divanetto a due posti bianco. 
Johnny Christ aveva gli occhi chiusi e sembrava dormire sul lettino dalle lenzuola pallide e la struttura in metallo. La carnagione era più bluastra del solito e le labbra avevano perso colore. Gli arti inferiori erano fasciati e il braccio sinistro giaceva ingessato sul petto del piccolo uomo. La nota stonata era la cresta dei capelli quasi intatta sulla testa incerottata di Christ.
C'era del sangue sotto le bende che gli ricoprivano il corpo: era evidente sulla tempia destra e il setto nasale. 
Ma Johnny era vivo. Il suo respiro era flebile ma regolare, controllato da una macchina alla destra del lettino. Il movimento del petto che si muoveva era quasi impercettibile, ma c'era. 
Al braccio destro era applicato un ago collegato ad una flebo: Johnny Christ era vivo.
Matt chiuse subito la porta per avere un po' di privacy. Brian fissava il suo amico con uno sguardo misto alla tristezza, compassione, rabbia e stanchezza, ma più di tutto: affetto.
Avvicinandosi al letto si lasciò sfuggire un singhiozzo. Matt gli fu subito accanto e gli appoggiò la sua grande mano sulla spalla. 
Synyster Gates, quell'uomo che appariva a tutti come un uomo sbarazzino, sempre gioviale ed infantile era letteralmente esausto. Si portava sulle spalle la recente perdita del suo miglior amico d'infanzia, di gioventù e mai più di vecchiaia e adesso anche questo. Adesso stava per perdere un altra persona così importante. Quella persona che aveva preso in giro sin da ragazzino per la sua statura. Quel.. 
Migliaia di pensieri gli si affollarono per la mente e non seppe far altro che iniziare a piangere. 
Si sedette sulla sedia di plastica vicina al letto e accarezzò il suo amico sulla fronte.

«Brutto figlio di puttana...» mormorò Brian tra il riso e il pianto.
Matt andò a sedersi sul divano e si prese la testa tra le mani. 
«Cristo..» bisbigliò chiudendo gli occhi con forza. Zacky fissava sconvolto il suo amico dal colorito cadaverico. Non riusciva a muoversi e pronunciare una parola di senso compiuto.
«Ehi, Johnny...svegliati amico! Svegliati...» Brian lo chiamò con la voce rotta. «Ehi...» si voltò verso i due amici alle sue spalle con sguardo di attesa. Li fissò come se si aspettasse qualcosa. Come se pretendesse che loro due riuscissero a svegliare Johnny. Aveva gli occhi pesti e una lacrima gli era caduta sul mento. Era la visione più squallida che ci potesse essere.
L'ira di qualcuno si era scatenata contro quel gruppo di ragazzi e forse era il riscatto di tanto divertimento in passato: ecco. Forse era questo. Si erano divertiti troppo e ora dovevano pagare tutte le risate che si erano fatti.
Gli occhi di Johnny erano chiusi. Il respiro flebile era sempre monotono, regolare e dannatamente leggero.
Matt era il più lucido in quel momento e riuscì ad avere il coraggio uscire dalla stanza, lasciando Zacky e Brian nel loro sconcerto e dolore.

Si avvicinò alla reception della signorina che aveva incontrato dieci minuti prima.

«Mi scusi...quel dottore di prima..quell'uomo con i capelli grigi...sa dirmi dov'è?»
La donna seduta alla scrivania lo guardò freddamente con occhi diffidenti e di disapprovazione. Scrutò i tatuaggi dell'uomo e roteò gli occhi, poi prese la cornetta del telefono e compose un numero.

«Dottor Falls? Mi scusi, c'è un tizio di quella band che vorrebbe parlarle. Lo faccio scendere nel suo ufficio?» chiese con voce meccanica la segretaria.
7 secondi di silenzio.

«D'accordo, grazie.»
Matt guardò la donna con aria interrogativa.

«Sta arrivando. Aspetti cinque minuti, per piacere.»
«S-si..Ma lei non sa dirmi niente?»
Gli occhi della donna si riempirono di compassione. «Il suo amico è in coma, signore.»


 

Continua nel prossimo capitolo.

P.S: Scusate il capitolo breve, ma volevo lasciare un po' di curiosità!

  
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