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Autore: chaslife    03/02/2012    10 recensioni
"Non possiamo, non possiamo." dissi con le lacrime agli occhi.
"Non piangere, ti prego, noi andremo contro questa fottuta società e ce la faremo Lav, va bene?" mi disse lui mentre i passi dei nostri 'inseguitori' si avvicinavano.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love is a freedom.







Era suonata la sveglia da circa cinque minuti ma non avevo la forza e la voglia di alzarmi.
La luce fioca della finestra mi arrivava diritta negli occhi e il gelo mattutino del mese di gennaio si faceva sentire, e non poco.

Sapevo che da lì a poco mia madre sarebbe entrata per farmi sgusciare fuori da quell'ottimo torpore con cui non mi sarei voluta separare per nulla al mondo.
Ed infatti eccola puntuale.
«Lavinia, amore mio, devi alzarti oggi è un gran giorno.» sussurrò.
Nonostante ci ragionai su non trovai la ragione esatta del perché oggi dovesse essere un gran giorno.
Doveva avere una promozione al lavoro? Qualcuno doveva sposarsi? Finiva il mondo? Non me lo ricordavo.

«Amore, dio mio, è il venti gennaio oggi, non ti ricordi neanche che è il tuo compleanno?» mi disse accoccolandosi a me sotto le coperte.

Oddio. Il mio compleanno. Me l'ero completamente scordato. Oggi facevo diciott'anni, i mitici diciotto! La patente, potevo votare ma soprattutto tra poco sarebbe finita la scuola, avrei avuto gli esami e addio liceo.
«Mh, sìsì, ora mi alzo.» grugnii.

«Molto bene.» finì mia madre prima di uscire.

Con molta, molta lentezza uscii dal letto e mi avviai in bagno.

Ero messa malissimo, capelli che gridavano vendetta e occhi che chiedevano pietà.

Mi lavai con calma, mi vestii e andai in cucina per la colazione.
«Buongiorno Lavi, tanti auguri!» mi disse Jeremy, il marito di mia madre.
Si erano conosciuti a Parigi, nella città dell'amore e si erano appunto innamorati.
Dopo due anni si erano sposati andando contro le rispettive famiglie e le distanze.
Infatti Jeremy era originario canadese e viveva in un piccolo paese chiamato Stratsford ma ci siamo trasferiti tutti qui a Cagliari, perché è un posto bellissimo, c'è il mare e il tempo è sempre bello. Per sua sfortuna, per nostra sfortuna, bhe, per mia sfortuna Jeremy aveva un figlio, Justin, che aveva avuto con la prima moglie.
Justin quindi in un anno e mezzo era diventato il mio fratellastro, cosa assolutamente che avrei voluto bocciare dal nostro primo incontro.

«Dai Justin, fai gli auguri a Lavinia.» continuò Jeremy con voce sottile e smielata.

«No, trottolino, continua pure a giocare con i cereali non mi interessano i tuoi auguri.» finì io imitando la voce del padre che mi guardò divertito.

«Auguri, scassa palle.» disse Justin infastidito.

«Sicuramente non le tue inesistenti.» replicai io.
«Lavinia! Smettila!» gridò mia madre dalla camera.

Sbuffai e finì colazione alla svelta per poi lavarmi i denti e uscire, dovevo andarmene da quella casa prima che finisse male, per me.
Dopo circa un quaranta minuti raggiunsi la scuola, non vi sto a raccontare le ore che avevo quel giorno, vi dico solo che ho sempre odiato il mercoledì, era in mezzo alla settimana e ti illudeva che mancassero pochi giorni al week-end e che avessi già superato i tremendi primi due giorni. Ma soprattutto lo odiavo perché di mercoledì avevo la Bandara, la mia professoressa di economia aziendale.
Lei mi odiava, io la odiavo, ci capivamo solo su questo.

Ed ecco che proprio lei, il giorno del mio compleanno mi interroga a tradimento e mi mette un misero cinque al sei.
Che poi questo voto non l'ho mai capito, o e cinque o e sei, cinque al sei ti mette solo l'ansia se poi non riesci a prendere una sufficienza dopo.

Fatto sta che alle due e dieci uscii da quella benedettissima scuola e mi avviai a casa.
Arrivata mangiai e subito mi misi a studiare perché la sera sarei voluta uscire con i miei amici, per festeggiare.
Erano le cinque del pomeriggio quando ebbi finito di ripassare quel cavolo di capitolo dei promessi sposi. Se Manzoni fosse stato ancora vivo l'avrei preso a calci negli stinchi.

Qualcuno all'improvviso bussò alla porta.
«Lavi sono io, vieni in sala che abbiamo una sorpresa per te.» mi disse mia madre.

Oddio i regali, spero non mi abbiano regalato dell'intimo perché devo scegliermelo io.
Mi andrebbero bene dei trucchi o meglio ancora, dei soldi così il regalo me lo scelgo direttamente io.
Andai in sala e non vidi nessun pacchetto, tranne una busta sul tavolino davanti al divano dove erano riuniti tutti e tre.
Feci una leggera smorfia quando vidi Justin.
«Aprila, avanti.» mi incitò mia madre.
Con fare veloce arrivai al tavolino e presi in mano la busta.
Dentro potevo sentire la forma di un paio di chiavi.
“Oddio mi hanno regalato una macchina!” Pensai.
Torturai la chiusura adesiva e tirai fuori le chiavi.
Mi sfuggiva qualcosa, erano tante e di certo non avevano la forma di quelle per una macchina.
Le guardai meglio e mi ricordai che avevo già visto quelle chiavi.
Cominciai a pregare a mente che non fosse quello che stavo pensando.
Guardai mia madre dubbiosa che mi fece cenno di leggere la lettera, che avevo completamente ignorato, all'interno di quello che rimaneva della busta.

Cominciai a leggere e il mondo mi crollò sulle spalle.










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Eccomi ancora lol.
Ho aggiornato subito è vero, ma purtroppo non sarà sempre così perché la scuola mi tiene davvero troppo impegnata.
Cooooooosa ne pensate?

Se non avete capito vi spiego.
Praticamente questo è una sorta di ritorno al passato, infatti il prologo avverrà tra un po' di capitoli. uu

Detto questo ringrazio le 10 recensioni e le persone che mi hanno mandato dei messaggi privati.
GRAZIE DAVVERO.

Vi vorrei chiedere solo un piccolo favore, potete arrivare a scrivere 10 parole così mi viene fuori come una recensione il vostro commento? Perché a volte non mi fa leggere i messaggi privati o rispondere e quindi è un bordeo. çç
semmai mettete un po' di 'oasicjaoicjao' in più. lol
Poi, comunque, fate come volete. :)
Grazie a tutte le persone che hanno già messo questa ff tra le seguite e le preferite. Mi fate commuovere davvero. :')
Grazie ancora a tutti e spero che il capitolo vi soddisfi, alla prossima.

~Chiara~



  
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