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Autore: shining leviathan    03/02/2012    1 recensioni
una raccolta di flashfic dedicate a Genesis ed Angeal. Dalla loro infanzia e oltre..
Dal capitolo quattordici: “ Mi chiamo Genesis” continuò il rosso imperturbabile “ Tu sei Sayuri, non è vero?”
Lei non rispose.
“È un bel nome”
Lei non rispose.
“ Non voglio farti del male” Genesis sorrise, ma il suo sorriso assunse un tono involontariamente ironico, irritato dall’indifferenza nei suoi confronti. Sayuri non rispose nemmeno stavolta.
Si alzò, lentamente, e altrettanto lentamente sparì dietro il paravento decorato che divideva le camere.
Genesis rimase inginocchiato, osservando l’airone di stoffa abbandonato sul tatami. Assottigliò le palpebre.
Cosa pensavano di ottenere?
Sbuffò.
Forse aveva sempre sottovalutato l’orgoglio di quei selvaggi.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angeal Hewley, Genesis Rhapsodos
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Gillian Hewley non si trovava a suo agio alle feste. Troppa gente equivaleva a confusione, e all’interno di essa poteva celarsi qualcuno pronto a strappare Angeal dalla sua vita. Hollander per primo.
Sospirò, sentendosi tirare per una manica, e mascherò il suo viso efebico con un sorriso. “ Cosa c’è, tesoro?” gli occhi spensierati del piccolo colpirono il suo cuore. Il sorriso divenne autentico, e gli carezzò la testa.
Angeal parve stupito del comportamento della madre, ma di fronte ad un fuoco d’artificio esploso nel cielo dimenticò l’ansia per ridere felice, battendo le mani. “ Hai visto, mamma? Hai visto?”
L’atmosfera leggera contagiò velocemente la donna, decisa per una volta a lasciarsi alle spalle il passato e divertirsi con suo figlio. La fiera di Banora era uno spettacolo, in parole povere, ricco di luci e allegria.
I banchi con la merce e giocattoli venivano presi d’assalto in un crescendo di risate e capricci, aliettati dai giochi di prestigio dei clown, dai versi di qualche bestia nei recinti montati apposta per l’occasione.
“ Quello laggiù non è Genesis?” Gillian indicò un nutrito gruppo di bambini che lanciava esclamazioni gioiose, acchiappando Angeal in tempo prima che finisse in mezzo alla calca e disse ferma “ Andiamo insieme. Non scappare.”
Appena si furono avvicinati, mano nella mano, udirono delle frasi stentoree: “… E ora sceglierò un volontario fra il pubblico…” il resto fu sommerso da tentativi di farsi notare parlando più forte degli altri.
“ Io!”
“ Scelga me!”
“ No, scelga me! Sono il figlio del sindaco!” esclamò Genesis sbracciandosi. Tentare il presentatore con le pretese di classe non servì.
L’occhio astuto dell’uomo cadde su Gillian.
“ Lei!” decise non proprio del tutto disinteressato, valutando l’armonioso ondulato dei capelli e le labbra sottili. Gillian sussultò, balbettando un qualcosa per rendersi inadatta all’esecuzione.
“ Non sia timida, bella signora.” E la trascinò senza tanti complimenti al centro, dove un ragazzo stava disteso a terra. Era nudo, fatta esclusione di un perizoma e un tilak piantato sulla fronte bruna, e appena vide il “ volontario” scelto dal partner non si impedì un occhiolino sfacciato.
“ Per questo numero il giovane Akim starà steso su un tappeto di chiodi…”
Chiodi?
Gillian poté vedere che il piccolo fachiro stava effettivamente con la schiena ben piantata su un letto acuminato, e deglutì.
“… permettendo a questa bella signora di salire sulla sua pancia e sorreggerla per un minuto intero!”
“ Veramente..”
“ Non si preoccupi, andrà tutto bene.” La rassicurò gentile, e le offrì una mano per poter mantenere l’equilibrio mentre cominciava a posare una scarpa col tacco sul corpo di Akim.
Il silenzio creatosi poco prima venne riempito da mormorii più forti, da sporadiche esclamazioni d’orrore. Il presentatore aggrottò perplesso le sopracciglia.
“ Signora, va bene che è un fachiro, ma non esageriamo!”
Abbassò gli occhi. Gemette.
Il tacco premeva prepotentemente nelle parti basse di Akim che, abbandonato l’affascinante sorriso, stava sudando freddo, temendo qualche conseguenza irreversibile.
“ Mi scusi!” squittì Gillian, vagamente divertita dalla situazione. Suo figlio e Genesis la guardavano dalle prime file, applaudendo e incitandola a continuare. Scese dal ragazzo, poi salì di nuovo, stavolta in maniera corretta.
“ Mi scusi, Akim.” Sussurrò senza farsi vedere, e Akim forzò un tono blando.
“ Nessun problema” anche se di problemi ce ne erano stati eccome, si disse scosso.
Finito il numero Angeal si buttò fra le sue braccia.
“ Sei stata mitica, mamma.” Le disse in un orecchio.
Gilian lo abbracciò più forte, trattenendo le lacrime.
Quello era il suo piccolo, suo figlio.
E nessuno gliel’avrebbe portato via.

È una promessa, dovessi passare sugli zebedei di qualcuno per mantenerla

.
Dopo quella serata non sarebbe stato tanto difficile.



Oddio, Gillian la castratrice di fachiri. Mi sa che Akim è diventato donna dopo questa esperienza! XD
Spero vi sia piaciuta!

  
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